Torino, eventi a “cavallo”. Fra la legale e la solare

Torino 28 marzo 2015 foto Borrelli RomanoAvevo un desiderio forte intorno al cuore:  portare sotto braccio e a braccetto queste ore di tirocinio, appena concluse, in giro per Torino: “the place to be”.  Una “passeggiata democratica”  insomma.  E per la citta’, baciata in ogni luogo e in ogni dove da rinnovati raggi solari, annunciatori di una estate pagata in anticipo,  scopro piacevolmente che altri (individui a spasso come me) sono, nel loro girovagare, letteralmente sbracciati. Entro in una libreria, e inspiro. Ad occhi chiusi, davanti ad una piazza, quella per intenderci, da L28. Assaporare gustare  come opera d’arte. Vero prima,  testimoniato poi. Lennon in sottofondo, “Yesterday”. E poi “All you need is love” o “Here come the sun”. Oggi come ieri.  Non solo fiori e ortaggi annunciano primavera, a Torino e provincia. Anche i libri dicono e sostengono la loro. A quanti hanno voglia di ascoltarli,  anzi,  di leggerli. E’ piacevole il profumo della primavera mischiato a quello della carta e dell’inchiostro che contribuiscono a disegnare storie fantasticandole all’infinito, da ogni lettore. Il ‘Romanzo del cambiamento“.  “Rubo”titoli e frasi, qua’e la’. Ne compro un paio. Esco dalla fabbrica delle storie, pur restandone al suo interno.  In piazza Castello si riversa il mondo. E tra via Roma e piazza San Carlo il tratto frequentato e “disegnato” a colpo di tratto non e’ da meno. In piazza risalta la presenza di un muro. Finto. Cornice di “Passaggi” nell’ambito di Biennale Democrazia. Fiori, piante e altro ancora. Il cavallo , quello cavalcato in tempi di scudetti, prova a saltarlo superando l’ostacolo. Segno dei passaggi. Trovo un pezzo di panca, libera, tra le tante della piazza e qualche foglio di giornale adagiato su di essa, quasi a tenerne il posto. “Torno subito“, penso vogliano ammonirmi quei fogli lasciati da qualcuno con l’intenzione di farvi ritorno e prenderne o riprenderne possesso dell’uno e degli altri. E dell’altro. Il posto sulla panca.  Ne leggo qualche riga. Una conchiglia e un annuncio su dove recarsi  in prossimità  delle vacanze pasquali. Vorrei estrarre la conchiglia da quelle pagine e avvicinarla all’orecchio e sentirne il rumore del mare. Un po’ come strofinare la lampada per farne uscire un genio e chiedergli un desiderio. Un po’ come avvenne qualche ora fa di un paio di anni fa.  Magari tornare a tendere meglio l’orecchio su quella conchiglia alla vigilia di un altro cambio d’ora. Stropiccio la pagina ma il genio non si fa vedere. In prima pagina un orologio e le sue lancette. Siamo a cavallo del cambio d’ora. Ricordatevi di spostare in avanti le lancette. Un altro, (cavallo) al centro della piazza, (concentrazione del tempo) sembra in procinto di saltare. Passaggi (divaricazione del tempo).

Foto Borrelli Romano. Torino 28 3 2015Foto Romano Borrelli.Torino 28 marzo 2015Foto Borrelli Romano.Torino.28 3 2015Torino.28 marzo 2015 foto. Borrelli Romano

Palme tra le “palme” e vita agli Ulivi Salentini

Foto, Borrelli Romano. Ulivi, SalentoAvremo Palme tra le mani da consegnare e donare ad amici e parenti. Mani piene e piene mani e palme delle mani aperte, strette di mano in segno di pace che non saranno mai abbastanza perché avremmo dimenticato sempre qualcuno con cui vederci, sentirci, riconciliarci. Palme.Foto Romano Borrelli.marzo 2015Sappiamo sempre come fare per essere in deficit di pace, interiore. Felicità a metà, tirocinio quasi ultimato e relazioni da scrivere. Ma la felicità non può essere per intera e goduta fino in fondo, nonostante questo viaggio, questo percorso, pare non abbia mai termine. Eppure, l’ arrivo, senza scorciatoie, è li, a due passi dall’arrivo. Passaggi, di funzioni.Ad ore alterne, nella stessa scuola. Passaggi, Biennale Democrazia, viaggi. L’infinito viaggiare, ma non e’ il libro, suo, estivo, mio, loro, della maturita’, ma e’ Claudio Magris, con un “passaggio” tra i Passaggi d’apertura. Torniamo ai nostri, al mio, di passaggio. Il processo Di Bologna, senza fasce. Quali nubi oltre le nubi, oltre la pioggia si addensano nel cielo? Lentamente ci avviciniamo alla domenica delle Palme. Le palme mi riportano laggiù, in Salento. Il trenino, la Sud Est, l’immensa distesa di ulivi tra Santa Maria di Leuca, Otranto, Gallipoli…”Vivi, vivi…” grida un mercatale a Porta Palazzo, mercato torinese (dove da sempre e’ terra di Passaggi) volendo dire “olive, olive”, e io recepisco e rilancio:” vivi, vivi, gli olivi”. Un ritorno, per un girotondo, intorno agli alberi e poi un altro, intorno a quel palazzo che già troppo ha preso, violentemente, but, Not in my name. “Xylella” o sputacchina, e politica insieme.Quel palazzo non si prenderà anche il Salento e i suoi alberi, i nostri alberi. Not in my name Quando di qui a poco avremo le palme tra le palme, ricordiamoci del Salento. Alziamoci in piedi e scuotiamole, in un grido all’unisono. Centinaia di anni, di storie, di lavoro, di sudore, di fatiche non devono morire per i capricci di qualcuno. Avro’ le palme tra le mani e il Salento nel cuore, ma non avro’ pace in quello fino a quando la politica, o i burocrati del Nord Europa non si arresteranno davanti alle loro….politiche.

Not in my name.

ps. Ancora un passaggio nel mio passaggio: i mondimdi Primo Levi con la classe.Foto Borrelli.Romano.Torino. i mondi di Primo LeviI mondi di Primo.Levi.foto Borrelli Romano

Eclissi

20150320_090722Un po’ di musica nelle orecchie giunta via “lettore”, a dire il vero, note un pochino  nuove per le mie, mi accompagna verso la Civica, alla ricerca di un posto, a dire il vero, facile a trovarsi,  in una mattina appena cominciata, mentre in tanti, affannosamente ricercano il luogo ideale dove poter ammirare l’eclissi, un  fatto naturale piu’ veloce di quello “politico” odierno. La natura conosce tempi piu’ veloci della politica, probabilmente. “Oggi si puo’ammirare l’eclissi” mi “allunga” una giovane passante, salutandomi. “Oggi e’ il giorno dell’eclissi. Alle 9.30”. Evento che interrompe la quotidianita’. “Ecco il perche’ lungo la strada che mi conduce verso scuola vi e’ una inflazione di macchine fotografiche, di ogni fattezza,  di ogni dimensione” penso.  “Fotografia” della situazione che ingrandisce nei pressi di un istituto professionale per fotografi,  dove ciascuno dei ragazzi è  un’ arte a sé. E a Torino e’ tutto un fiorire dell’arte. Eclisse. Un occhio al cielo, solcato dalla scia di qualche gabbiano, e un occhio a terra, sull’asfalto ferito dalle rotaie dei binari dei tram. Eclisse. Nubi all’orizzonte, tempi cupi, da Lupi. Notizia che avevo riposto in qualche meandro…della mente.  Insieme ad altri. Dimessi o dimissioni. Gia’…l’eclissi, penso io,  (osservando il cielo, a dire il vero un po’  appannato,  offuscato dal passaggio di qualche nuvola “stanziale”) mentre una nuova alba schiude le porte ad una primavera preludio di una nuova estate e di nuovi orizzonti. Tutto in un attimo, minuti, ore, giorni, ricordi ed emozioni.Tutto condensato in  un attimo. Eclissi di pochi minuti anticipo di in una vigilia di primavera.  Nirvana in testa. E nelle orecchie. Riconosco il solito posto.Tavoloni, sedie,  matite,  penne,  evidenziatori,  blocchi. Una sedia.  Mi adagio mollemente. Cerco un posto per posare la mia giubba. Scopro con piacere che al posto dei soprabiti e giubbotti “spuntano” cartoline con tanti saluti da posti bellissimi:dai libri, con tanti saluti del lettore. Firma e un invito alla lettura…..al piacere della lettura.

Tirocinio di Passaggio

Torino 15 marzo, foto Romano BorrelliAppena terminato un lunghissimo week-end a rendere più “commestibile” il nutrimento per “la fame di cultura” manifestata dai ragazzi tra un banco e l’altro, tra una classe e l’altra. PassaggiFoto Borrelli Romano.Torino e tirocinio.lTorino.Piazza Castello.marzo 2015.Foto Borrelli R. Libri a confronto, schemi e cartelloni, dai colori carnevaleschi. L’appetito vien mangiando ed anche la forma oltre che il contenuto ha la sua importanza.  E’ ora non resta che aspettare domani e “servire” il pasto. La buona scuola siamo noi, non un sondaggio o una proposta o un decreto. Sono persone in carne ed ossa. Apro una parentesi. Bersani, Vendola, Sinistra-sinistra, battete un colpo, non fatecelo prendere.  Intanto non resta che chiudere, un occhio al mare del Salento, sempre sullo schermo, un altro a “Gli anni al contrario” di Nadia Terranova e un altro a “L’invenzione della madre” di Marco Peano. Nel frattempo, un orecchio alla radio…………….in tema di anni al contrario, non poteva che essere “Don’t You” (forget about me), dei Simple Minds. Intanto su Torino, capitale dello sport 2015, piove e tra una goccia e l’altra mi appresto a fare ritorno. A casa.

ps. Aspirazione mancata, certo ma non negazione dello stato attuale che mi permette di raggiungere l’obiettivo, il traguardo. Non se ne voglia a male nessuno,  ma senza “accompagnamenti”. Per anni.  E’ la condizione di certi “adattabili”. Certi. Molti preferiscono farsi “accompagnare” per anni. La storia di un adattabile, con la valigia in mano solo  er aver girato la provincia di Torino, annualmente. Senza accompagnamento.

Corsi e “ricordi” storici

Dopo un anno intenso, dopo la breve, dopo la vecchia e la lunga, la strada si accorcia e finalmente i primi frutti giungono a maturazione con enorme soddidfazione e tante soddisfazioni. Sala lauree, (piccolina)  appena un  anno fa. “E tre….” Domande inflazionate anche nei “supplementari” in quelli che sono intervalli tra ore e tra una materia e l’altra. Visi attenti e coraggiosi, e se la spiega prende una bella piega, non ti nascondono, al termine del tuo narrare, di avere fame, di cultura e di sapere. E quando il “tirocinio” si scioglie, “resta con noi ancora, parli bene, chiaro, conciso”. E le  soddisfazioni poi non terminano li. I ritardatari che saltano,  ma non ti saltano, ti cercano, dopo aver sentito i commenti dei compagni sulla lezione: “scusa per non esserci stato ad una lezione cosi importante”. E’ gratificante sapere ….quanta fame abbiamo tutti insieme.20150309_145924Foto, Romano Borrelli

“Passaggi”

Foto Romano BorrelliPassaggi non è soltanto il titolo della manifestazione “Biennale Democrazia”. Passaggi sono quei movimenti nell’“ascensore sociale” della vita, lentamente costruiti,  da un profilo all’altro, e duranti i passaggi, hai sentito anche quello strano sentore che ti si appiccica addosso al pari dell’umidità estiva, che più la meta si avvicina e più ti allontani da quella. Miraggi potrebbe essere un tempo o una sequenza del film. La rincorsa di un sogno, e come si sa, sono i sogni che formano la realtà. E se puoi sognarlo, diceva Walt Disney, allora puoi farlo. Passaggi è un biglietto del bus, che ricorda un bicentenario, qui a Torino, una chiavetta USB dello stesso tenore di quello, a forma di chiave. Simboli di un passaggio su di un mezzo che non è tuo ma che puoi cominciarlo a guidare. “Per gentile concessione”. Ed il passaggio che ti offre il prof, titolare della cattedra, è anche una chiave per entrare in tante storie, belle, delicate, ricche nel loro brevissimo cammino. In divenire. Due simboli in un passaggio. Un “Prestito” di fiducia che un prof. fa ad un tirocinante, negli ultimi mesi, negli ultimi metri della sua corsa.  E nella corsa, succede anche che in molti tifino contro. E le forze allora devono essere doppie. Passaggi, un biglietto, una chiavetta.  Non importa per gli occhi arrossati, da una notte da dormi-veglia, dall’ansia del cosa dire. Ormai ci siamo. Li hai davanti. I ragazzi i controllori. E sono tanti. Allegri, visi colorati, pensierosi, ricchi di domande a molte delle quali non sai dare risposta. Scrutano, osservano, ogni cifra della bollatura su questo particolare biglietto di un piccolissimo viaggio. Valevole per sole due corse. Su e giù dalla scala. Un Esodo in miniatura. Appello, assenti, presenti, ritardi, registri. I muri, i post-it, i loro pensieri. Una cattedra lucida come un sogno che lentamente diventa realtà. Un film, il commento, le domande, e a molte di queste sai che non riuscirai a rispondere come vorresti. Le risposte. Ma questa volta, non è un film. Sono passaggi, finali, verso la meta, finale.  E’ scuola che fa scuola. Un piccolo tirocinio, nella scuola dei ragazzi. Se un mondo diverso possono sognarlo, allora, possono anche farlo.

Passaggi:102 appuntamenti suddivisi in 4 argomenti: transiti e barriere.  Eredita’ e inizi.  Velocita’ e lentezze. Possibilita’. Dal 25 al 29 marzo nella quarta edizione di Biennale Democrazia a Torino. Protagonisti inoltre 128 personalita’ del dibattito pbpubblico italiano e internazionale. Foto Borrelli Romano

Gara poetica a eliminazione diretta

locandina 8 IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA POESIA
GARA POETICA AD ELIMINAZIONE DIRETTA
CONDUCONO LA GARA PATRIZIA CAMEDDA E ENRICO MARIO LAZZARIN
21 MARZO 2015 20.30
TORRE MEDIOEVALE
PIAZZA VITTORIO VENETO – SETTIMO TORINESE
coordinamento Patrizia Camedda
organizzazione Artistica e ideazione

 21 marzo 2015 dalle 18.00 alle 19.00

 22 marzo 2015 dalle 14.30 alle 18.30

Ragionamenti di senso sulla dematerializzazione dell’Arte

Con TESTI di E. M. LAZZARIN Associazione Culturale Due Fiumi E. M. Lazzarin

Locandina Gara Poetica ad Eliminazione Diretta

8 Marzo. “Ma cosa avevi in mente? “

Profumo di primavera fin dalle prime luci dell’alba. Mimose come testimonianza, come augurio, come ricordo. Che ricordano e inducono a rammentare. Mimose come fiore e come dolce e quanto e quanta. Un cappuccino. Una tazza. Al suo interno bustine di zucchero con tutti i nomi dell’altra meta’ del cielo. Un’infinità di nomi, di storie, di grandi bellezze.  Ne prendo una. Anzi, la pesco, a caso, chiudendo gli occhi. Ne leggo il nome, e alcuni granelli fuoriescono dal loro contenuto. Verso. Mescolo. Verso ancora. “Ma cosa avevi in mente?” domanda Antonello Venditti….quasi uscendo dalla radio. Mi soffermo. “Le donne sono tutte diverse. Fondamentalmente sono una combinazione di quanto c’e’ di peggio e di quanto c’e’ di meglio al mondo.Magiche e… terribili.” Charles Bukowski,  penso io, rispondo a lui, mi diceva lei.

Buona festa a tutte le donne.20150308_12442520150308_094407

Dolcezza

In centro, a Torino, “la dolcezza non e’ mai troppa”. Un bel “prodotto”, esposto in vetrina. Un ingrediente che potrebbe essere in vendita “ma anche no”. E cosi’, una mano anonima, tra una cioccolateria ed una pasticceria ha lasciato il suo segno e ha vergato il messaggio da socializzare. Influenza di tanta bonta’ appena vista o mano influenzata da altra dolcezza? Chissa’. Certo e’ che quel luogo e’ davvero molto dolce.

Ps. Il luogo e’ dolce tanto quanto il tempo e certi tempi. Da queste parti, 150 anni fa, nasceva infatti il gianduiotto. Nocciola tonda di Alba e cacao che racchiude tanta dolcezza, tradizione e storia. La sua forma, a barchetta, con quella carta stagnola, cosi particolare sempre pronta ad alleanze e matrimoni con l’arte ( vedi Aldo Mondino) racchiude una dolcezza ed una gentilezza tutta particolare. Chi non ricorda i gianduiotti offerti a quanti erano in coda sotto la pioggia per una visita culturale nella nostra citta’? (Aprile 2014). Un gianduiotto, conviene sempre tenerlo, a portata di mano.

20150305_121424

E’ il 4 marzo, una musica ci ricorda Lucio Dalla.Gentilezza, dolcezza sogni. “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, sosteneva Walt Disney. E se sogni non ne hai, come cantava Lucio, puoi sempre prenderne da chi ne di troppo e tendendo la mano te ne offre uno dei suoi.
20150304_172516

Marzo

20150301_101807

Un vento a me famigliare bisticcia con altro vento e di bisticcio in bisticcio, quello, contribuisce a depositare ai miei piedi una poesia aerea. Mi soffermo. Un attimo soltanto. La raccolgo, la distendo, in origine un foglio divenuto aereo e poi, “pallina”.  Una poesia scritta su di una pagina bianca, anche se a dire il vero è un po’ pallidina, una pagina giallina di una guida telefonica, di un tempo andato, consumato, mai più ritornato. Cognomi, nomi, vie, numero telefonico, anno. Un reperto, oggi. Un pezzo di storia che tende a riproporsi, complice il vento, complici le luci della collina, le partenze, i rientri, le attese. La raccolgo e al primo impatto profuma di mare, di arance, di porto. Non saprei dirne il versante, ma il verso, questo o quello si. Insieme ad un tramonto di qualcosa. Una tazza. Un’attesa di un tempo.

 

 

Marzo: mese di attesa.
Le cose che ignoriamo
Sono in cammino.
(Emily Dickinson)