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Radici salentine

Ci sarebbero moltisse cose da dire, in questo spazio compresso, dove modernità e storia, futuro e passato si contendono il passo nel giro di poco.

Lungo la costa, l’ediliza mangia continuamente sabbia e dune, e greggi disorientate sono alla ricerca di qualcosa da brucare. Per il momento questo gregge mi riporta indietro, negli anni, con la memoria, a qualcosa che non esiste piu’…..profumo di latte, da cento lire o duecento……..mozzarelle e formaggi appesi………

purtroppo pero’, un appunto a Vendola, che da queste parti spende le sue vacanze…………andrà fatto…………..o almeno………….dargli “un dito nell’occhio” (Editoriale di Liberazione)…visto che non riesce a porgerlo lui…..preferendo contornarsi di “Casini”….a proposito di chioschetti e spiaggia sottratta alla libera fruizione dei cittadini….un chiosco temporaneo, certo, con le autorizzazioni in regola, quasi a ridosso di una dunetta, dove da piccoli si giocava a pallone, a “tamburelli”, toglie spazio a potenziali bagnanti…..potrebbe essere l’inizio di un nuovo stabilimento balneare…..Ve ne era bisogno di un altro? Vendola, dove sei? Batti un colpo, se “il dito nell’occhio” lo porgevi solo quando militavi in Rifondazione!…. Va bene, ora i treni notte non circolano piu’ e forse son terminati i tempi in cui incontravi i disperati alla stazione di Termini, per una parola di conforto e per scriverne inchieste…pero’…Ma, caro Nicky, realizzare lavori in piena stagione turistica, dal primo maggio al trenta settembre, non dovrebbe rispettare un’ordinanza regionale? Questa ordinanza non dice che è vietata qualsiasi attività pre manutenzioni straordinarie sul demanio marittimo?  Regionale…..o Presidente della Regione Puglia…..Tu che mi dici? Il Salento è così bello…..non imbruttiamolo…

PAOLO FERRERO A PORTA 2.0 – SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

PAOLO FERRERO A PORTA 2.0 – SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE – 18.05.11 (su YouTube in HD)

Da: FedericaPezzoli | 19/mag/2011
Paolo FERRERO – segretario nazionale PRC – FdS a PORTA 2.0 SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE. L’evento trasmesso in diretta streaming il 18maggio 2011
su: Federica Pezzoli’s channel
anche su YouTube in HD. PORTA 2.0 dalla fabbrica di Mirafiori alle fabbriche virtuali del web. Il nuovo appuntamento politico del segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista potete seguirlo su Ustream FEDERICA PEZZOLI’S CHANNEL: http://www.ustream.tv/channel/federica-pezzoli-s-channel
Oscurati dai media Rai e MediaSet i comunisti si aggirano per la rete! PORTA 2.0 è un progetto ideato, realizzato e prodotto da Federica Pezzoli’s Channel

Un grazie a Juri Bossuto e Simone Ciabattoni

6639 battiti di mani. a Juri Bossuto. 66 volte bravo a Simone Ciabattoni, che, per la prima volta, candidatosi alle elezioni di circoscrizione, (la 4, Parella, a Torino), ha riportato un ottimo risultato.

Da ricordare, per entrambi, la carenza, anzi, la nullità, dei mezzi di informazione. Una sproporzione mai vista. E poi, che non si dica che i mezzi di informazione non risultano importanti.

Ieri pomeriggio, mentre con Simone osservavamo i flussi dei risultati, sezione per sezione in uno dei totem messi a disposizione dal Comune, pensavo, sulla soglia dell’1,5% a quanto labile sia la memoria nell’elettore. E nel militante politico. Anche oggi, sul posto di lavoro, commentavo con alcuni colleghi i risultati elettorali. Non so se la lista Federazione della Sinistra sia fuori dalla storia, compresi quei 6.639 voti, so per certo che ha fatto breccia il “voto utile” di veltroniana memoria: “l’elettore, per paura di far vincere Coppola ho votato Fassino”. Voti andati per simpatia e mancanza di informazione. Quanti avranno letto il programma dei grillini? Quanti quello di Sel o quello dell’Idv? Quale voto? Mercato, identità, protesta? D’accordo, questa volta l’affluenza è stata maggiore e quindi questo ha inciso sulle percentuali. Il richiamo, ancora una volta del voto utile. La scomparsa del terzo polo, in quanto sovrastato dai grillini. Questo, questi, erano gli argomenti questa mattina. Peccato che non si ricordassero, i miei interlocutori, come tantissimi altri elettori, che quest’inverno, davanti ai cancelli di Mirafiori, insieme alla Fiom, c’erano tantissimi militanti della Federazione della Sinistra. Bossuto e amici di Ciabattoni compresi. Fassino, e molti del Pd, non li ricordo. O, se erano lì davanti lo erano per sostenere il si di Marchionne.

Ho provato a chiedere, questa mattina, quanti ricordavano cosa prevedeva l’accordo di Mirafiori. Pochi, quasi nessuno si ricordava cosa prevedeva quell’accordo. E se alcuni diritti sono stati compressi in uno stabilimento, anzi, in due, tre, altri diritti sono compressi nel mondo della scuola, con la precarietà. Ho provato a parlarne con l’amico prof. Marco Revelli, proprio della vicinanza della Federazione della Sinistra agli operai di Mirafiori. “Gli operai, forse, si affidano di più proprio alla Fiom, che la forza la possiede”. Effettivamente, il peso della Federazione è modesto. Abbiamo parlato anche delle allenze, e probabilmente, il fatto di “correre” da soli, non paga. Probabilmente anche questo ha inciso.

E proprio di questo, discutevo oggi. Nel 2006 si erano sfiorati 40 mila voti, con Rifondazione comunista, oggi, invece, con la Federazione, siamo fuori dal Consiglio Comunale. Dove sono andati a finiretutti quei voti? E i militanti? Nel serbatoio dei grillini? In quello dell’Idv? In Sel? Difficile dirlo. Giustamente, come afferma Juri Bossuto, la rabbia è tanta. Peccato che proprio quei colleghi e quelle colleghe, si lamentino sempre, soprattutto in questo periodo, con il solito refrain: “quest’anno mi daranno la nomina?“, oppure, “certo che con tutti questi tagli, il carico di lavoro è aumentato enormemente” o ancora, “nella scuola mancano tante cose“e tanti altri motivi che hanno preso il ritmo delle sole lamentele. Poi, all’atto dell’unico momento utile, quello di partecipare ad uno sciopero, il loro atteggiamento diventa da free-rider. “Tanto non cambia niente”, e nel frattempo è cambiato tutto. E siamo tornati ai tempi dei padroni delle ferriere federf. Penso che sia un atteggiamento culturale, di egoismo incancrenito, uomini e donne incapaci di guardare il prossimo. Capaci di salvaguardare le proprie tasche.

Proprio a scuola, dove a guardare i ragazzi, le ragazze e l’incognita del loro futuro si rende necessaria la volontà di organizzare per loro un mondo migliore, diverso. Educhiamo loro alla raccolta differenziata e nello stesso tempo li spingiamo ad una concorrenza spietata fin da piccoli. Perché non sappiamo offrire loro buoni esempi. I corsi proliferano, come le teste piene, mentre mancano le teste ben fatte. Un po’ come i bar nelle scuole. “Odio gli indifferenti”: forse sarebbe utile una bella ripassata di Gramsci. O studiarlo, per chi non lo ha ancora fatto. Forse gli scioperi tolgono qualcosa nel presente, 40 o 50 euro, ma potrebbero dare un segnale diverso, la voglia di avere certezze, di conquiste, stabilità. Forse perché lamentarsi non costa nulla. E’ l’impegno che costa tanto. E allora, ecco che i circoli, le sezioni sono vuote. I giornali si leggono poco, tranne quelli distribuiti nella metro o nelle stazioni che si limitano a riprendere un cocktail di notizie dei poteri forti mediatici.

Penso sia utile tornare all’impegno. Come ne hanno profuso molti militanti per una buona riuscita della Federazione. Come Juri, come Simone. Come tutti gli amici di Simone. A gennaio, le parole d’ordine, nelle battute finali del convegno di Micromega erano state chiarissime: in ogni luogo, associazione, circolo, posto di lavoro, impegnatevi e informate. Parole prese davvero alla lettera dagli amici Juri e Simone. Sguardo volto agli studenti, al futuro di tutti sul posto di lavoro. Per combattere questo stato di cose. E l’indifferenza.

Il primo sindaco eletto è di Rifondazione Comunista

Il primo sindaco eletto è di Rifondazione Comunista

Il primo sindaco eletto di queste elezioni è Amato Alfonso, di Rifondazione Comunista, a Sicignano degli Alburni in provincia di Salerno. Nonostante il ritiro dalla competizione elettorale delle altre due liste della destra i cui sostenitori si sono impegnati in una feroce campagna per l’astensionismo al fine di boicottare l’unica lista in campo, la maggioranza dei cittadini di Sicignano sono andati a votare permettendo così di superare il quorum ed eleggere sindaco Amato Alfonso.

Fonte: il Blog di Paolo Ferrero (segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista)

Appello al voto di Paolo Ferrero alla Federazione della Sinistra e perché!

IL VOTO ALLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA VALE DOPPIO!
“A Torino si corre da soli in quanto il Pd si è inchinato di fronte ai diktat di Marchionne … Il voto utile è quello alla Federazione della Sinistra …”
Video molto interessante:

JURI BOSSUTO: “La vera sinistra siamo noi, Piero se ne accorgerà”

Questo è l’articolo apparso oggi sulla Stampa a pag. 61.

Versione dell’articolo in formato pdf: La vera sinistra siamo noi, Piero se ne accorgerà

A vederlo ieri, ritratto sui manifesti appesi davanti al Comune, Juri Bossuto dava l’idea di un uomo a pezzi, nel vero senso del termine: pezzi di una gigantesca foto del candidato della Federazione della Sinistra e di Sinistra Critica sono stati venduti ai cittadini per sostenere la campagna elettorale.
Fenomenologia di un aspirante-sindaco fuori dagli schemi – forte di una carriera politica nel solco di Rifondazione (consigliere nella seconda circoscrizione e poi presidente della medesima, fino all’ingresso in Consiglio regio-nale) –, convinto di poter guastare la festa a Piero Fassino sottraendogli voti a sinistra: «La nostra è la sinistra che fa la sinistra». E l’altra? «Quella che si riconosce in Fassino rischia di avallare il lavoro della giunta Chiamparino: una buona squadra ma non è tutto oro quel che luccica». Tre gli addebiti
mossi all’amministrazione uscente: «La svendita del patrimonio pubblico, la sudditanza verso i privati e naturalmente, il debito che ci porteremo sul groppone per i prossimi decenni».
Per questo Bossuto – 46 anni, torinese – tenta la sfida: «Vogliamo dimostrare di essere una sinistra responsabile e non demagogica. Una sinistra che, contrariamente a come viene descritta dai suoi avversari, non è capace di dire solo no. Semmai “no, ma …” Dove in quel «ma» si riassumono scelte precise: difesa del lavoro; lotta al precariato e alla delocalizzazione delle imprese; una rielaborazione del Piano
regolatore che tenga conto del verde pubblico e dei servizi, oggi inesistenti in alcuni quartieri di recente costruzione;
recupero delle periferie; impiego delle aree ex-Mirafiori per sviluppare la ricerca e l’innovazione con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale; valorizzazione degli «atou» ambientali di Torino (cominciando dai fiumi); chiusura del centro al traffico e mezzi pubblici a basso costo; potenziamento del Welfare e dell’edilizia pubblica. Non ultima, la battaglia per l’acqua pubblica».
Previsioni per il primo turno? «Non lo so. I sondaggi ci danno in tutti i modi possibili, e noi dei sondaggi non ci fidiamo. Specie quelli targati Pd. Dal 5% in su prendiamo tutto».

LA STAMPA 10 MAGGIO 2011 [ALE.MON.]

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Opuscolo che spiega come si vota alle elezioni comunali e regolamenti

Buon primo maggio.

Romano e Juri Bossuto

Da qualche tempo ha ripreso a circolare un vecchio tram per le strade di Torino. Il numero 7, colore dei tempi andati, verde. Alcuni di quei mezzi sono doppi, altri singoli, con una sola porta centrale adatta per l’uscita. Altri, serie 28, sono di quelli già circolanti sulle strade di Torino, solo colorati di quel verde anni 70. Effetti speciali. Probabilmente tentare di tenere in vita forme del passato, come quelle, è piu’ semplice che tenere in vita conquiste del movimento operaio. Effetti speciali. Come tantissime notizie che circolano sulla ripresa economica, che non esiste. Come la povertà infantile, privata dei giusti riflettori. Come la disoccupazione giovanile che viaggia al 29%. O ancora il tasso di occupazione femminile, intorno al 48%. Dati che ci pongono lontani dalla media Ocse. Come chi sostiene che la speranza di vita si allunga e 40 anni di lavoro sono “giusti” e che come sostengono alcuni, privi di senso di realtà, continuano a sostenere che “ipotizzando di cominciare l’attività lavorativa a 20 anni, si potrà andare in pensione a 60 anni“. Dimenticando facilmente che in questi 40 anni di mezzo le interruzioni dovute alla precarietà sono davvero enormi. Senza paracadute. Senza ammortizzatori. Impossibilitati a richiedere forme di disoccupazione, un altro pezzo dello stato sociale che se ne va.

Facile salire sul 7. Molto piu difficile sostenere le conquiste del movimento operaio stando, a suo tempo, dalla parte della Fiom.

Forse troppa televisione ci ha davvero zittiti, incapaci di riflettere. Anche sul recente passato.

Ieri, a Torino, un interessante incontro al Circolo dei Lettori, “una maratona di parole e danza mute”, con l’Accademia del Silenzio. Nel pomeriggio un intervento mi ha dato modo di riflettere. “Quanti di voi hanno il senso per le invenzioni?” Dalla sala, piena, solo due mani alzate. Una nel pubblico, una del relatore, inventore, anni fa, di una “zanzariera ad ultrasuoni”. La domanda successiva era: “Quanti di voi guardano la televisione?”. Quasi la totalità. E da qui, il confronto su come era la televisione trenta anni fa e come è ora. Un film la settimana, un tempo, e, possibilità di sognare, tra un tempo e l’altro, e, nel corso della nostra vita. Oggi, siamo letteralmente “martellati” dalla pubblicità, onnipresente. Sogni infranti. Incapaci di indignarci. Incapaci di scegliere. Indifferenti. Tutti free-rider. Nella competizione elettorale, qui, a Torino, ampia visibilità e riflettori sempre accesi solo su due o tre candidati. Alla faccia della par condicio. Anche il 25 aprile, nonostante fosse presente, in piazza, Juri Bossuto, candidato per la Federazione della Sinistra al comune di Torino, solo due candidati hanno avuto visibilità. Forse perchè davvero “se abbiamo cose da dire” dobbiamo stare zitti. I riflettori dei mass-media si spengono, e noi dobbiamo essere capace di riaccendere le coscienze, quella sociale, prima, quella politica poi. Sentire un politico che persiste nella sua concezione di “politica conseguente al voto utile” sbarrando la strada ad altre forze politiche, non mi sembra la via giusta. Già Einaudi sosteneva che solo la lotta continua fra ideali in competizione puo’ far vivere un popolo. “Solo nella lotta, solo in un perenne tentare e sperimentare, solo attraverso a vittorie ed insuccessi, una società, una nazione prospera. Quando la lotta ha fine, si ha la morte sociale e gli uomini viventi hanno perduto la ragione medesima del vivere”.

Mi accingo a partecipare al corteo del primo maggio, con la consapevolezza e la voglia di poter avere, in Consiglio Comunale, a Torino, un amico in…..comune: Juri Bossuto. Capace di rappresentare i temi del precariato, dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, universitari, pensionati, dei beni comuni…degli ultimi, che per essere visibili stanno zitti. Forse, se abbiamo da dire qualcosa, dobbiamo fermarci un attimo. E ripensare.

Buon primo maggio.

Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta.

 

11 marzo 2011-11 aprile 2011. Un mese esatto dalla tragedia dello tzunami giapponese. Mi sembra doveroso e sentito un ricordo alle vittime, quasi trentamila,  ai 600 mila sfollati,  che dalle 14.46 dell’11 marzo hanno fatto conosce11 marzo 2011-11 aprile 2011. Un mese esatto dalla tragedia dello tzunami giapponese. Mi sembra doveroso e sentito un ricordo alle vittime, quasi trentamila, ai 600 mila sfollati, che dalle 14.46 dell’11 marzo hanno fatto conoscenza dell’eccesso di natura. Un incidente? “A nuclear accident anywhere is an accident every where”, un termine poco corretto. Le conseguenze di un’esplosione di quel tipo, conseguenti alle radiazioni, sono leucemia, cancro, sterilità, anemia, infezioni, alterazioni genetiche. Un eccesso di natura unito alla miseria degli uomini. Tramonto di un’epoca, aurora di una nuova, racconti di quanti sono sopravvissuti, immagini e descrizioni che ci rimandano alla fragilità della condizione umana. Una fragilità umana, economica. Cielo e mare inquinato. E di pensiero in pensiero, i danni creati dall’uomo non fanno che aumentarne il volume, la proporzione. Free riders, (coloro che pensano che, dato che sono già in molti a pagare le tasse, perchè dovrebbero farlo? intravedendo così l’inutilità di un’azione, nascondendosi dietro il “tanto non cambierà nulla”) in aumento; cigno nero, in vista; stagflazione in arrivo; interessi privati dominanti su quelli collettivi. Cigno nero, un evento raro, imprevedibile, che parte, da un punto lontano della terra capace, lungo il suo percorso di innescare una reazione a catena. Disastro nucleare, proteste in Tunisia, guerra in Libia, dove, pochi mesi prima, si..”baciavano le mani”. Guerre definite “umanitarie” …si, per il petrolio, o interessi economici in un’area interessante, economicamente; utile ricordare che “il Consiglio di sicurezza autorizza l’uso della forza armata contro uno Stato (invece di limitarsi ad altre misure sanzionatorie) quando, oltre a gravi violazionni dei diritti umani, sono in gioco risorse energetiche di preminanete interesse per le Grandi Potenze”. L’Irak nel 1990 ricorda qualcosa? Guerre per il petrolio, per interessi economici. Costo del petrolio che balza all’insu’, idem per la benzina. E così, non solo viene colpito il portafogli del signor Joe Blog, negli Usa, ma anche in Italia, quello del sig. Mario Rossi. E sono tantissimi in Italia, i Mario Rossi. A cominciare dai 4 milioni di precari, i due milioni di nè-nè, gli altri 8% di disoccupati, quelli in cassa integrazione, mobilità. Consumi che stagnano dal 2000. disoccupazione giovanile al 29%. Una cifra da 570 euro in meno nelle tasche degli italiani. Il sostegno alla domanda, non si sa cosa sia; i servizi, scuola, sanità, subiranno ancora tagli; i precari non vengono stabilizzati. Creazione di nuovi posti di lavoro, neanche l’ombra. Un periodo in cui, si continua a parlare di modifiche costituzionali, non si conosce la legge Bassanini, al piu’ si prende una sedia e si fa comizio davanti al Parlamento senza dire cosa fare, il tutto incorniciato da una noncuranza verso chi soffre, protesta, urla dai tetti. L’indifferenza, insomma, così tanto odiata da Gramsci regna sovrana. Indifferenza come forza politica che annula ogni responsabilità e ogni volontà, puntando il dito sulle sole responsabilità del destino. Troppi silenzi. Almeno fino a ieri. Ogni tanto si prende coscienza e le cose e le persone decidono di interrompere ogni distrazione. E ci accorgiamo di essere qui. Con la speranza che la voce in democrazia è importante, determinante. Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta. Le nostre parole, le nostre proteste non devono restare parole che zampillano a vuoto. Un esercito di precari in circa 50 piazze diverse hanno manifestato e urlato contro questa politica davvero ingiusta, sorda. Una generazione che sembra schiavizzata, che vive in apnea, senza prospettive.Quattro milioni di precari disposti a riprendere parola, con mille motivi per uscire e ribellarsi a questa forma di ingiustizia. Si, è nata una nuova questione sociale. Generazione mille euro, (o Generazione P), quando va bene, che diventerà, forse, fra 40 anni, generazione 400 euro. Se andrà bene. Precarietà che intercetta altre precarietà: sentimentale, affettiva, abitativa. Ecco perchè le tende installate lungo molti percorsi della manifestazione rendevano bene l’iidea della precarietà abitativa. Cosa chiede questa generazione P? Chiede continuità di reddito, tutele ampliate, dentro e fuori dal mercato del lavoro, un welfare diverso. Dopo tutto, se si trovano 16 milioni di euro per una buonuscita, perchè non trovare risorse per quanto sopra? Noi esprimiamo un desiderio non piu’ rinviabile: vivere la nostra vita e riprendere pieno possesso del nostro presente. Noi, che abbiamo dedicato tempo, impegno, studio, sacrifici, personali ed economici, che raggiungono, questi ultimi, i 16 mila euro per ottenere una laurea (in media) se la Facoltà è nella città di residenza, altrimenti, la cifra arriverà a sfiorare i 50 mila euro. Un Paese il nostro, che sforna quasi 32 mila laureati ogni anno e di questi, entro i cinque anni dalla laurea troveranno un lavoro non consono a quanto studiato e in ogni caso sottopagato. Entro i cinque anni, ma la solfa non muta dopo i cinque anni dalla laurea. Negli Stati Uniti la politica è al lavoro: la disoccupazione, in quel Paese viaggia all’otto per cento. Se tale rimarrà, Obama, sa, per esperienze precedenti, che nessun Presidente potrà essere rieletto con una disoccupazione simile. L’elettorato americano probabilmente, con quel tasso di disoccupazione si orienterà come già avvenuto in passato. Per non parlare della Cina, dove i salari sono in aumento. Solo in Italia, non si riesce a mandare a casa un Governo poco attento ai temi dell’occupazione e dei salari.  

A Torino, in vista delle elezioni comunali, sono davvero in pochi a ricordare quegli accordi al ribasso, sottoscritti da una parte del sindacato. Uno che non li dimentica è Juri Bossuto, candidato sindaco a Torino, sempre al fianco della Fiom

In piazza con la Fiom

Giornate di saldi, da ieri, nella nostra città, Torino. Folla lungo le vie del centro. In Piazza Castello, intanto, un gruppo di lavoratori, studenti (molti, e fra questi, Simone Ciabattoni) pensionati, militanti della sinistra-sinistra, (Luigi Saragnese, Armando Petrini, Paolo Ferrero e tanti altri) uniti a presidiare e informare sulla grave situazione posta in essere a Mirafiori. E la Fiom, naturalmente.  Alternativa o ricatto? Continuo a pensare recandomi velocemente in piazza. Il ricatto incorpora il dolo, ci ricordava un quotidiano alcuni giorni fa. A voi la scelta. Personalmente ritengo che le grandi conquiste di civiltà debbano essere difese, mantenute. Certo a fronte di un situazione così grave mi sarei aspettato piu’ mobilitazione, partecipazione su una questione così importante. Diritti in cambio di un investimento. Ma di chi sono questi soldi che si stanno per investire a Mirafiori? Ma chi è il vero proprietario della Chrysler? A cosa hanno rinunciato gli operai della Chrysler? Dollari, fondi pensione….Pensavo avesse  investito dollari suoi, del manager, cioè!!! Molte cose sono già state dette, ridette, scritte. Pomigliano non era una situazione contingente, eccezionale, che non avrebbe mai avuto il ruolo di “apripista”. Era forse un’operazione collocabile nel solco di una strategia, ribadita poi con Mirafiori. Perchè tagliare le pause dei lavoratori ( e poi, sotto il profilo contabile, perchè se dieci minuti diventano lavoro a tutti gli effetti non devono concorrere a formare il tfr?), il primo giorno di malattia, e poi, via via, anche il secondo, e non  tagliare sui benefit magari di chi percepisce un compenso elevato perchè dirigente o funzionario? E’ o non è l’Italia un Paese con uno squilibrio delle risorse, della ricchezza posseduta? Vogliamo cominciare a mettere a posto questa differenza o accettarla acriticamente? Perchè, in tempi in cui tutto deve essere messo in competizione, il recupero della produttività deve riguardare il fattore lavoro e non il fattore imprenditoriale? Perchè non tagliare quelle famose “600 volte il reddito percepito rispetto ai sottoposti” del manager in maglioncino blu?  “La classe operaia non è andata in paradiso”, ci ricorda Marco Revelli nel suo testo “Poveri, noi”. E non andrà in paradiso con quei 3500 euro o 4000 euro in piu’, lordi, che percepiranno nell’arco di un anno (eruo, utile ricordare, che verranno incamerati a fronte delle ore svolte in piu’ e presumibilmente come straordinari o notturni, a scapito di tutto quello che è il benessere: piu’ stress, piu’ fatica, meno tempo in famiglia, ecc. ecc.). Venti anni di drenaggio continuo di risorse ai percettore di reddito fisso. Borse che esultano, titoli che volano, e che di volo in volo, dal settembre 2007 sono finiti nella “spazzatura”. Titoli tossici. Ripuliti. E ripulite le tasche dei percettori di reddito fisso. Perchè banche e aziende si devono pur salvare, le persone no. Gongolano gli imprenditori di una certa levatura, gongola questa parte politica al governo. “La nave va”, solo per pochi. I molti restano a piedi. O in cig, da febbraio. Per un anno. E chi la paga la cig per un’operazione “strategica”? Molte cose sono state dette; passanti che si coprono gli occhi e chiudono le orecchie. I saldi continuano. Ma i diritti non sono merce in saldo. Diritti indisponibili. In un’Italia fondata sul lavoro.  Noi ci abbiamo provato, ieri, al presidio, perchè “ci interessa”, forse non “Care” piu’ all’ideatore del voto utile e agli amici che tagliano a fette un accordo. Già, voto utile e sbarramento e mancanza di sponda politica, mancanza di rappresentanza. Accordo di Mirafiori e mancanza di rappresentanza. Noi ci proveremo. Oggi e domani. A difendere diritti, non monetizzabili. Al mio fianco, persone anziane, ma giovani per andare in pensione…”col viso vizzo”. Reggeranno quei nuovi ritmi di lavoro? Occorre un bel colpo di….frego….di questi ultimi vent’anni.

Arrivederci al 28 gennaio.