Avevo un desiderio forte intorno al cuore: portare sotto braccio e a braccetto queste ore di tirocinio, appena concluse, in giro per Torino: “the place to be”. Una “passeggiata democratica” insomma. E per la citta’, baciata in ogni luogo e in ogni dove da rinnovati raggi solari, annunciatori di una estate pagata in anticipo, scopro piacevolmente che altri (individui a spasso come me) sono, nel loro girovagare, letteralmente sbracciati. Entro in una libreria, e inspiro. Ad occhi chiusi, davanti ad una piazza, quella per intenderci, da L28. Assaporare gustare come opera d’arte. Vero prima, testimoniato poi. Lennon in sottofondo, “Yesterday”. E poi “All you need is love” o “Here come the sun”. Oggi come ieri. Non solo fiori e ortaggi annunciano primavera, a Torino e provincia. Anche i libri dicono e sostengono la loro. A quanti hanno voglia di ascoltarli, anzi, di leggerli. E’ piacevole il profumo della primavera mischiato a quello della carta e dell’inchiostro che contribuiscono a disegnare storie fantasticandole all’infinito, da ogni lettore. Il ‘Romanzo del cambiamento“. “Rubo”titoli e frasi, qua’e la’. Ne compro un paio. Esco dalla fabbrica delle storie, pur restandone al suo interno. In piazza Castello si riversa il mondo. E tra via Roma e piazza San Carlo il tratto frequentato e “disegnato” a colpo di tratto non e’ da meno. In piazza risalta la presenza di un muro. Finto. Cornice di “Passaggi” nell’ambito di Biennale Democrazia. Fiori, piante e altro ancora. Il cavallo , quello cavalcato in tempi di scudetti, prova a saltarlo superando l’ostacolo. Segno dei passaggi. Trovo un pezzo di panca, libera, tra le tante della piazza e qualche foglio di giornale adagiato su di essa, quasi a tenerne il posto. “Torno subito“, penso vogliano ammonirmi quei fogli lasciati da qualcuno con l’intenzione di farvi ritorno e prenderne o riprenderne possesso dell’uno e degli altri. E dell’altro. Il posto sulla panca. Ne leggo qualche riga. Una conchiglia e un annuncio su dove recarsi in prossimità delle vacanze pasquali. Vorrei estrarre la conchiglia da quelle pagine e avvicinarla all’orecchio e sentirne il rumore del mare. Un po’ come strofinare la lampada per farne uscire un genio e chiedergli un desiderio. Un po’ come avvenne qualche ora fa di un paio di anni fa. Magari tornare a tendere meglio l’orecchio su quella conchiglia alla vigilia di un altro cambio d’ora. Stropiccio la pagina ma il genio non si fa vedere. In prima pagina un orologio e le sue lancette. Siamo a cavallo del cambio d’ora. Ricordatevi di spostare in avanti le lancette. Un altro, (cavallo) al centro della piazza, (concentrazione del tempo) sembra in procinto di saltare. Passaggi (divaricazione del tempo).