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Sabato pomeriggio: auguri sopra-sotto “l’albero”

Torino Porta Nuova 16 12 2017 Romano Borrelli fotoSono stato a Torino Porta Nuova, ieri, stazione centrale, o di testa- terminale, ove nell’atrio è posizionato da un paio di anni (sotto le feste natalizie, ovviamente) un maestoso albero di Natale. Tre anni fa, mi pare, avrebbe potuto contendersela con “spelacchia” che “troneggia” in piazza Venezia, a Roma. Oggi, fortunatamente, non è cosi. Questo non è un albero da frutta, e le mele al piu’, potrebbero crescere e raccogliersi poi, in seguito. Ora e’ tempo della semina. Le richieste, fine delle discriminazioni di ogni tipo, felicita’, spensieratezza, un sorriso spontaneo, una carezza “libera” e bella, capace di toccare il cuore, un pensiero ai nonni, e un pensiero e desiderio per tutti: ali per volare tre metri sopra il cielo.Torino st.P.Nuova 16 12 2017 Romano Borrelli foto Qui in realta’ non si deposita soltanto. Si lasciano, e si prendono anche, pensieri, propri e altrui. Inflazionatissime le richieste di 30 all’Universita (neanche poter passare un esame), il tema  lavoro poi, è presente ad ogni modo. Poi tanto amoreTorno 16 12 2017, Porta Nuova, Romano Borrelli, pace, Torino-Pta Nuova 16 12 2017, Borrelli Romano fotovoglia di papa’ senza coraggio in fuga, e tanto coraggio di un (o piu) figlio da infonderglielo, purche’ faccia ritorno, Torino.Pta Nuova 16 12 2017.Borrelli Romano fotoe l’anzianità, ma non di servizio, ma di status single, che dovrebbe aprire al diritto di avercelo, l’amore.

22 ottobre 2016

Fa freddo. Il convegno su adozioni,  affido,  bes,  dsa  ecc. volge al termine. Una lunga giornata trascorsa seduto su una delle tante poltrone di questa aula magna (di un grande Istituto di Scuola  Superiore),  cartellina in una mano,  come tutti,  e biro stretra in pugno,  teso ad ascoltare  specialisti e non,  che restituiscono esperienze personali,  socializzate dal palco, su adozioni,  affido e crescita famigliare-scolastica-sociale negli anni nei vari ambienti scolastici con altri esperti a “snocciolare” dati e  disposizioni normative e linee guida. Sotto la Mole e  a  due passi da questa,   appena fuori da qui, una  “fabbrica scuola” a volerla guardare nella sua non indifferente “mole”; un po’ di ore che scorrono via,  veloci,  inframnezzate da una piccola pausa,  cercando sprazzi di luce,  per far pace con le emozioni; nel pomeriggio, nella sala attigua il barista pulisce la macchine del caffè  facendo fuoriuscire grandi getti di vapore:”sffffff”   intento alla pulizia del macchinario che sbuffa e cosi lui,   mentre ripone nello scaffale le ultime tazzine di una giornata lunga,  come i molti caffè  “lunghi” che da dietro il banco ha servito per ore. Chissa’ quante storie avra’ sentito raccontare e se a qualcuna in particolare ci avra’ prestato l’orecchio. Perche’ si sa,  “per certe cose,  ci vuole orecchio,  anzi parecchio” (Jannacci). Entro, qualche attrezzo di pulizia ‘stazione’ nel limbo,  segnalanudo all’attenzione,  quella esterna nel movimento e quella cognitiva (“ehi,  guardate che qui si chiude).  Ci sarebbe posto per un ultimo caffe? “Si”.  Così mi  accingo alla cassa,  ne ordino uno;  lo scambio è  immediato: euro contro scontrino e la risultante  di questa “transazione” e’ il mio caffè.  Giro il capo verso sinistra e oltre le scope un corridoio a croce. Una giornalista su di una panchina del corridoio appena fuori dall’aula magna sembra stia “confessando” una delle “attrici” del convegno. Sorseggio e termino ripensando alle cose da fare.  Recupero l’uscita velocemente. Respiro,  cambio un po’ d’aria. Dall’altra parte del corso,  sul viale,  il tram doppio,  arancione ha appena richiuso le porte centrli”bam”nonostante le guarnizioni in gomma,  “sfiuuuu” e la ripresa lenta grazue al pantografo lo muove verso Porta Palazzo. Le signorine appena scese sono carine e incappottate e si dirigono a puedi verso il centro con l’aria di chi la sa “universitaria”. Hanno chiome a coda di cavallo, occhiali da studentesse e ridono e muovono il capo come se stessero ripetendo frasi di alcune canzoni. E mentre parlano o cantano sorridono smuovendo la coda. Le chiome degli alberi invece sono di altra bellezza nell’esporre  le loro prime modifiche “cromatiche”. L’autunno ormai ha lasciato le porte ed è  entrato a tutti gli effetti dentro di noi. C’era una volta,  qualche mese fa e anno fa  (nel senso di scritta da Cesare Pavese) “La bella estate” ormai terminata. Domani è  domenica 23 ottobre. Una giornata ricca di storia: non perdiamola. A Porta Palazzo d’ “ora” della festa,  di “sguardi diversi” poetici e belli.

Nel frattempo recupero Feltrinelli per gli ultimi scampoli di questo “Sabato pomeriggio”,  a cavallo tra la poesia,  la musica e il religioso.

SGUARDI DIVERSI POESIA IN BORGO DORA E PORTA PALAZZO

Associazione “2 Fiumi” – Scuola Holden: Fronte del Borgo – Istituto Steiner – Primo Liceo Artistico – Associazione
Commercianti Balon – Porta Palazzo: Cooperativa 5° mercato alimentare – Cooperativa di gestione mercato 4° – Libreria Il
Ponte sulla Dora – Impremix edizioni visual grafika.
Con il patrocinio della Circoscrizione 7
SGUARDI DIVERSI
POESIA IN BORGO DORA E PORTA PALAZZO

“La poesia crea per noi un mondo nuovo”
Ugo Foscolo
“Nessun mondo nuovo senza un nuovo linguaggio”
Ingeborg Bachmann
“ Una civiltà si sa se è viva dal modo con cui canta…”
David Maria Turoldo

1- Progetto completo Sguardi di-versi 2015-16

sguardi-diversi-1

 

 

 

 

 

2- Concorso Poesia Sguardi di-versi 2015-16

sguardi-diversi

 

 

 

 

 

Modulo di partecipazione al concorso:

3. ALL. MODULO DI ISCRIZIONE SGUARDI DI-VERSI

Effetti Primaverili

Colori primaverili. Torino vs Parco Dora.foto Borrelli RomanoProfumi che ricordano e aiutano  ricordare. Una porta,Torino.foto, Borrelli Romano di una casa, di una stazione, una piazza.Torino.Foto Borrelli RomanoTorino Porta Palazzo.Foto Borrelli Romano. Piove. Pioggerella?  Cielo grigio  e grandi speranze. Il rumore della pioggia entra dalle finestre. Immagino la bellezza dei colori, e dell’acqua scivolare su fiori e piante che ornano i giardini di aprile,  appena sotto casa. Le panchine, le grida gioise dei bambini. I profumo…del mosto selvatico. Colori e loro bellezza che paiono  dire che a volte l’universo ha solo voglia di essere contemplato. Un tantino prevenuto rispetto alla consapevolezza… ma poi quando ci si sofferma ad osservarlo e con lui la sua eleganza,  bhe allora l’universo pare contento di ciò. Forse un premio alla riflessione. O all’intelligenza. Un inchino. Alla poesia.  Una poesia (con “Hanka”). Dopo la pioggia,  il sole pare essere un pochino pigro,  oggi. Fa i capricci. E’ un biricchino. Come un bambino che ha solo voglia di continuare a giocare e di rientrare proprio pare non averne voglia. Ed e’ bene sia così.Che illumini vita e vite. “Che luce che c’e'”.   E allora si canta.  “In amore vince solo chi aspetta/l’ho impararo sulla mia pelle/e mentre ammetto alzo le spalle/rassegnato come il sole/dopo l’ennesimo temporale.” Ma siamo qui. Ora.  Aquiloni in cielo reclamano il proprio “Diritto di volare”. Come in un colouring book,  un cielo primaverile. E allora… “share the love,  share the love… ” Logico,  no? In natesa di domani. Dell’Ostensione con nuovi eventi alle porte di Torino. Duomo Torino.Foto.Borrelli RomanoL’attesa di “un amore più  grande”, (Antonello Venditti: “l’amore piu più grande è nell’attesa”) un nuovo vecchio tram,  il 6,Torino piazza Statuto.Foto Borrelli Romano  Torino piazzs Statuto.6.foto Borrelli Romano.di una via Roma chiusa definitivamente alle macchine e tanto altro ancora.Torino.foto, borrelli romano. Torino vs Parco Dora.foto Borrelli Romano

Al femminile

Aspettare (seduta). Scrivere (a mano). Messaggiare (su cellulare). Sorvegliare. “Portami a vedere la Dora, portami a vedere la Dora“, chiedeva mio padre questa mattina dopo averla vista in foto, in compagnia del Po. “Dora chi?” Ho chiesto io. Dopo un attimo comprendo che il suo desiderio era quello di vedere le fontane in piazza Cln. Quelle per intenderci dove hanno girato Profondo Rosso, dove lui ricorda la Rinascente, la Marus con il “leone” e Zucca, oltre al famoso bus a due piani. “Ok. Si parte. Anzi, partiamo“. Tutto sembra un viaggio anche quando i metri da percorrere non msono poi molti. Piazza Castello, via Roma pedonalizzata, piazza San Carlo. Nel volger di poco e di pochi minuti scopro che la passeggiata e “tutto intorno a noi”  e’ tutto o quasi al femminile. Ma le due figure che hanno catturato ulteriormente la mia attenzione sono state una saggia signora, Heidi, tedesca, intenta a scrivere una lettera in un momento di relax, (e non so dire se all’ombra di qualcosa o intenta a prendere i primi raggi di sole). Seduta ad un tavolino di un caffe’ (“e’ uno de piu’ buoni” mi sussurra) lascia alle sue spalle il Duomo e le Porte Palatine. E’ intenta a scrivere una lettera…Chiedo gentilmente di scambiare due parole. E’ davvero un soggetto raro. Mi racconta che si chiama Heidi, che e’ tedesca ed e’ qui per turismo. E ovviamente le piace scrivere. Ha un cappellino bianco ed un cappotto blu. Non appena si accorge degli scatti anche lei ne produce uno, alla penna, e fissandomi negli occhi, ma non di rimprovero,  mi riversa addosso una quantita’ di azzurro e di luce.Torino 7 4 2015.Heidi.Duomo.foto Borrelli Romano Sa di essere una delle poche a scrivere lettere, non e’domenica e non potra’partecipare al concorso de La Stampa (o forse si), ma un paio di versi prova  comunque a scriverli. Li leggo. Ripiega e ripone il foglio nel suo quadernetto.”Il nostro momento cognitivo e’ ricco ma anche tanto rumoroso rispetto a quello in cui sono vissuta. Sa,  io sono una immigrante digitale,  quelli per intenderci… sa,  nel 1985… “E mi racconta una storia tra lbiro stampato e e-book. “C’era più silenzio,  un tempo.  Forse piu’ scrittura corsiva,  poesia su carta, scritta con penna, a caratteri liberi. Poco distante da qui, 140 caratteri, seduti ai bordi della Dora,  una poesia binaria, 1 /2 o 2 .0. Ammesso fosse…poesia. Ringrazio, saluto e recupero la mia strada. Dall’altra parte, una giovane ragazza in tuta mimetica sosttene un fucile. Fa parte dell’esercito che da qualche giorno staziona davanti al Duomo e si occupa di sicurezza e di vigilare.L’Ostensione della Sindone si avvicina e cosi la visita del Papa a Torino e a don Bosco.  Tecnicamente, quel fucile,  che modello  sara’? Chiedo se pesa e se e’ vero….poche parole, appena appena. Bisogna sorvegliare e guai a distrarre e distrarsi. ps. Ora prendo anche io un caffè in questo bel posticino, anzi, Casa Broglia (via Torquato Tasso 13) a due passi dal Duomo.Torino 7 4 2015. Piazza Cln.foto Borrelli RomanoTorino 7 4 2015.Heidi.Duomo.foto,Borrelli RomanoTorino 7 4 2015. in pzza Cln.foto Borrelli RomanoTorino Duomo 7 4 2015.foto Borrelli Romano

Gara poetica a eliminazione diretta

locandina 8 IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA POESIA
GARA POETICA AD ELIMINAZIONE DIRETTA
CONDUCONO LA GARA PATRIZIA CAMEDDA E ENRICO MARIO LAZZARIN
21 MARZO 2015 20.30
TORRE MEDIOEVALE
PIAZZA VITTORIO VENETO – SETTIMO TORINESE
coordinamento Patrizia Camedda
organizzazione Artistica e ideazione

 21 marzo 2015 dalle 18.00 alle 19.00

 22 marzo 2015 dalle 14.30 alle 18.30

Ragionamenti di senso sulla dematerializzazione dell’Arte

Con TESTI di E. M. LAZZARIN Associazione Culturale Due Fiumi E. M. Lazzarin

Locandina Gara Poetica ad Eliminazione Diretta

Per cena, poesie aeree

Torino 27 gennaio 2015. Trattoria Primavera, via Perugia 19, foto, Borrelli Romano

Torino, 27 gennaio 2015.  Trattoria Primavera. Via Perugia 19, Torino. Foto, Romano BorrelliDopo la Mole Antonelliana e Palazzo Reale, decidiamo, insieme a Luca e Leonardo che l’esperienza debba prendere piede e aereo, come una volta, a cena.  E prendere, anzi, riprendere quota. Mi è sempre piaciuta l’idea di un tempo, dove, al rientro dal lavoro, all’ora di cena,  ciascun membro della famiglia, a turno, leggeva una poesia. Scelta. Forse quando non c’era la televisione, e nemmanco i cellulari.

Oggi ripetiamo l’iniziativa In trattoria. Provando inoltre  a lasciare  in omaggio a ciascun cliente una poesia, a in compagnia delle oliere Torino 27 gennaio 2015, Trattoria Primavera, foto Borrelli Romanoe del  libro dei… menu. Così, depositata, sui tavoli. Presto a far compagnia. Pronta per essere aperta e letta. Come un fiore. Per questa volta ci siamo limitati a donare la medesima poesia su tutti i tavoli disposti nel locale. Poesie aeree per cena. Il gioco serio consiste nel vedere l’espressione di quanti avrebbero trovato questo gradito ospite. Una poesia. E che poesia. “Double-face”. Mi interessava vedere la reazione di quanti, per una sera, avrebbero avuto una compagna…di troppo. Per una volta non era la rosa o il solito fiore. Ma un fior di poesia.  Il risultato è stato aver visto tanta  sorpresa ai tavoli. E quanta soddisfazione. In molti assorti nella lettura di un cartaceo, come non accadeva da tempo. Ormai siamo soliti  cenare fuori, in compagnia, ma fuori da quel contesto, conviviale, sempre più immersi a consultare… il nostro cellulare. Questa volta la poesia aerea pare abbia funzionato. Lo scopo in realtà non era solo questo. Le poesie erano in sardo e quindi per l’occasione abbiamo scelto una trattoria sarda, a Torino. Trattoria Primavera, via Perugia 19. Torino 27 gennaio 2015. Trattoria Primavera. Foto Romano BorrelliTorino 27 gennaio 2015, Trattoria Primavera, via Perugia 19. Foto, Borrelli RomanoDimenticavo. Una poesia aerea in .. sardo con traduzione. Per non mangiare sempre…la solita zuppa.  Il resto? Lo sapreste presto. Per ora, accontentatevi dell’iniziativa.

Un grazie alla trattoria che si è prestata all’iniziativa e alla diffusione delle poesie.

Una storia di matite

Torino 14 dicembre 2014, via Garibaldi, foto, Romano BorrelliTorino, 14 dicembre 2014, via Garibaldi.

Tre Babbo Natale, in giro per Torino. In centro (Nel resto della città, moltissimi di più: un paese intero. Vero, vero. Per un’azione benefica). Due donne, un uomo, palloncini stretti tra le mani e di li a poco, pronti a prendere il via, nella via, e nel cielo torinese. Una cornice………con cosa la si poteva riempire? Una foto, ovvio. Invece, no. Almeno, questo valeva per me, questa mattina. Ma quella cornice l’avrei voluta, per riempirla a mio piacere, di scrittura, pensieri, in corsivo, naturalmente. E bella calligrafia. O forse, a dire il vero, l’ho già riempita.  Volevo un foglio e una matita. Sul tavolino di un caffè, “riallacciavo” il filo di un discorso, meglio, di qualche riga, raccattando qua e là alcuni cocci di qualcosa. Ma sono pagine di libro. Lettere di qualche lettera inserita tra altre lettere…pagine come lacci, allacciate, poi slacciate e poi riallacciate ancora. Il punto era che questa mattina non avevo con me una matita, né per un appunto, né per una schedatura, de libro, né per una “inquadratura” di un passo della lettura (o della lettera) su cui “soffermarmi” e “scattare” l’attenzione.   Quest’ultima, pero’, “scatta” ugualmente. Una giovane donna, nel tavolino del caffè accanto al mio, ne possiede una, di  matita. Non ne distinguo, pero’, il tipo. Mi faccio coraggio, sapendo che potrei innescare una richiesta imbarazzante. (Quale matita?). La chiedo in prestito, un attimo soltanto. E’stata gentile, “eccola. Fila”. Mi allunga il lapis nella mano e mi allaga un sorriso. Gioca con abilita’, con le parole, i termini e lo sguardo. Nasconde, si mette in ombra, gioca e ride. Con una marca, il trucco, verra’ dopo. Strada facendo. Una donna con la matita e’ la sintesi della natura, l’arte della bellezza o la bellezza dell’arte, il motivo per approfondirla evitandone  la superficialita’, penso. Una donna con la matita, per ora, senza trucco senza inganno. Si alza e gentilmente mi dice che posso tenerla. “Fila” via, d’un tratto, veloce, come il treno che la riportera’ lontana da qui, verso il mare, presumo. Nei suoi occhi, c’era il mare.  Un attimo soltanto e sparisce. Nei miei occhi nebbia, smarrimento e spiaggia, il mare si e’ appena ritirato.  Pochi istanti lunghi come un paio di anni dilatati dal suo sorriso. Nella sua matita, in quella, c’era un mondo, a me sconosciuto, conosciuto solo a tratti. Pochi istanti, diluiti e dilatati in un tratto comune. Inizio a disegnare  e scrivere, con un po’ di fantasia e un pizzico di…inganno…questione di…poesia.  Nei suoi occhi, ve ne era parecchia, immersa fino in fondo nel suo mare da amare, dolce come il miele. Questioni di…cuoere… Ma anche di…matita…..quella per il trucco.

Il libro in corso di lettura è davvero interessante. La sua storia, anche.

ps. Le poesie, amo raccoglierle, leggerle, cercare di capirle e…interpretarle e “rilanciarle”…Con le matite…si riempiono di contenuti grandi storie. La poesia e’un viaggio, oltre il tempo, oltre lo spazio. Una poesia o un gruppo di poesie hanno le loro colpe, provocano ferite e lacerazioni e hanno la capacita’ e la forza di “suturare”. Una poesia allontana e avvicina altri, separa, riavvicina…Ma una poesia con la matita e’ personale, per sempre…la forza della poesia.

Poesia Reale. Poesie aeree

 

 

Torino 13 dicembre 2014, Palazzo Reale. Foto, Borrelli RomanoTorino, ore 17. Palazzo Reale. In attesa della “poesia reale”. Per ???????????????????????????????posta aerea, dal e sul cielo di Torino. Tantissima bella gente, affamata di poesia e d’amore. Per la poesia. Raccolti su questa piazza, affamati d’amore. Uno spettacolo bellissimo in una cornice altrettanto stupenda nel cuore del cuore della nostra città, con uno spettacolo e un’emozione dritta al cuore. Luci d’artista e Artisti che scrivono e che donano. Dal cuore, il loro, al cuore, il nostro. E noi, in attesa. Una doppia scalata, una consegna ed ecco le consegne. E ad ognuno le proprie. Come è lontano e come è vicino giugno, così come è vicina la Mole Antonelliana. Ecco, piovono stelle. Ecco, si accendono tra le nostre mani. Ecco il mio aereoplanino dopo un’ora e più di spettacolo.Torino 13 dicembre 2014, Palazzo Reale. Foto Borrelli Romano (2)

Eran le pive

eran le pive degli zampognari

che sempre – in coppia –

venendo da lontano

scortavano la neve al mio paese

d’incanto agli occhi di bambina… 

eran le fide compagne del pastore

– in gesso – con la giacchetta

d’agnello smorto color prato

con cui giocavo il gioco del Natale

in quell’età di favola che animava

l’antico e mio statico presepe … 

eran le ciaramelle della poesia

che imparavo dondolando a mente

da recitare per le Feste

a scuola senza capire allora

il senso tutto umano di quel verso… 

e ora che ancora posso ricordare

salvando una memoria d’armonia

son esse il suono di quel suono:

suono di casa, suono di culla

suono di mamma, suono del nostro dolce e passato pianger di nulla… 

angela donna

 

Torino 13 dicembre 2014, Palazzo Reale. foto Borrelli RomanoTorino 13 dicembre 2014, Palazzo Reale. Lo spettacolo in attesa delle poesie aeree. Foto, Romano BorrelliTorino 13 dicembre 2014. Palazzo Reale. In attesa delle poesie aeree. Foto, Romano Borrelli (2)Torino 13 dicembre 2014. Palazzo Reale. In attesa delle poesie aeree. Foto, Romano Borrelli

Sere

Queste strane atmosfere

di sere

negli occhi attutite,

come solo d’autunno

o sotto Natale in dicembre

i mercati,

il brusio della gente

ovattato

tra la nebbia e i colori dei banchi

e le luci sospese dai fili

che si muovono a soffi di brezza serale

l’ultima compera per la cena di festa

e per il dono al bambino che aspetta

Gesù

 

Il 13 Dicembre 2014, noi, poesie,  saremo in Piazza Castello a Torino e voleremo da Palazzo Reale. Non sarà solo un volo poetico. Maurizio Puato, danzatore aereo, scalatore e fotografo scalerà il Palazzo per noi. Sarà una performance di danza, musica e poesia veramente suggestiva.  250 aerei o più. Le poesie verranno stampate su carta intestata con… Fiocco di Neve.

Questo il comunicato che mi ha portato fin sotto queste bellissime finestre reali. Sopra, invece, quelle terminate tra le mie mani. E’ stato come un gioco. Non appena le poesie aeree han cominciato a prendere il loro volo eccoci asserragliati, in una lotta di tutti contro tutti, a chi tendeva le braccia più in alto. Tutti bambini con occhi da bambini. Per alcuni istanti ho immaginato di essere avvolto in una atmosfera storica, quando il popolo aveva fame, voleva il pane e lo gridava. E ad avere fame, questa sera, eravamo davvero tantissimi. Gente, “trasversale”, di ogni “classe” riunita per una sera a placare la propria fame, di poesia, di amore. Eravamo tantissimi. Lo spettacolo è stato bellissimo. Un ricordo che resterà per sempre e speriamo si ripeta al più presto, perché quel pane, come l’amore, non basta mai.

Torno a casa e rileggo una poesia di Neruda…poesia…il tuo sorriso… che è il pane della mia vita.

Magari domani correro’ a metterla sull’albero di Porta Nuova. Per un po’ di miele…

Torino 13 dicembre 2014, Palazzo Reale, foto, Romano Borrelli

28 novembre

 

Torino, 28 novembre 2014, piazza Statuto. foto, Romano BorrelliTorino, 28 novembre 2014. Piazza Statuto.Torino,28 novembre 2014, Porta Susa. Foto, Romano Borrelli Una bellissima piazza. Normalmente, sotto il profilo meteorologico (tempo stabile, secondo il barometro di “Bernacca”),  la piazza è piena: turisti, torinesi, mamme, nonni, famiglie, cani al seguito. In questo momento, imprecisata ora, sembra notte. Piazza deserta. Monumento lucido e palazzi lavati. Panchine vuote. Tutte. Libero accesso, come per il sapere, per internet…per corpi stanchi o desiderosi solo di riposarsi e pensare, ammirare, sedersi e lasciarsi scambiare per una icona della malinconia. Non è così.  Il desiderio è solo quello di godersi  in un momento questo spazio vuoto e sentire il rumore dell’acqua che picchietta sopra l’ombrello. E della fontana al fondo della piazza. Sembra il mare d’inverno.Senigallia, 28 novembre 2013 foto, Romano Borrelli In solitarietà. Si avvicina una persona anziana, meglio dire, saggia, del luogo. Si siede. Mi domanda come sta, lui. “Come sto con questi capelli? Sai che non li tolgo più? (si, tolgo). Sono tre anni che non li tolgo. Secondo me sto bene e loro pure. Che ne dici?”

Si, gli rispondo che sta bene (si, si, sta bene) e che loro, i capelli, così, anche. Stanno tutti bene. Gli dico  anche che  per farli stare bene e ancora meglio, dovrebbe imparare a coprirli, almeno andare in giro, oggi, con un ombrello. Difatti, ne e’ sprovvista. E anche senza cappello. Mi risponde che non fa nulla, dovrà fare solo una visita veloce, programmata, da queste parti. Quindi, in mancanza di specchio, reclama il mio giudizio.  Ottenutolo, si alza, mi saluta e prima di andar via, recuperando la sua strada, mi chiede gentilmente 100 lire. “Cento lire?” gli domando. “Si. Cento lire”, mi risponde. Gli domando se per caso voleva dire “un euro”, ma, con  risolutezza, risponde ancora 100 lire.

“Cento lire, due corse. Una, andata, una ritorno. Sarebbero sufficienti 90, per la notturna. Meglio 100, pero’, di  90.Una per andare e spolverare qualcosa di quella quotidianità che ho tralasciato, riprendermela e tornare qui. Non qui, in piazza, ma qui. Sai, leggo il blog, alcune pagine….”. Lo guardo allontanarsi, lentamente, ma con tanta voglia di correre, avanti e indietro, molto velocemente.

http://www.torino.poesia. it, o forse solo tanto TFF…

Ai suoi piedi c’era  una pozzanghera. Una pagina strappata…e tanta voglia di recuperarla. Solo chi vuole si infinita davvero.

Torino, 28 novembre 2014, Piazza Statuto. Riflesso. Foto, Romano BorrelliE’ già sera. Piove copiosamente da ore. Un giro sotto la pioggia, in centro. In piazza Castello alcuni ragazzi festeggiano un compleanno. Ottima idea. Un piazza bagnata, sotto le luci. Dimenticavo, prima che si spengano le luci e si faccia nuovo il giorno: tanti auguri.

Ps. Lo voglio aggiungere anche nella pagina. Auguri ad entrambi, alla saggezza, “persona dalla giovinezza enormemente giovane” e alla ragazza che ha festeggiato il suo compleanno.Torino 28 novembre 2014, piazza Castello. Foto, Romano Borrelli

Ps. 2. Tornando sui miei passi, il resto della città si fa calpestare molto bene, e si fa anche vivere, come è giusto che sia. La facciata del Comune di Torino,Torino 28 novembre 2014, il Municipio. Foto, Romano Borrelli bellissima, tra l’altro, a quest’ora della sera, sotto la pioggia, suggerisce qualche riflessione sugli incontri del mattino. E di rimando in rimando, a Simone De Beauvoir e al suo pensiero sugli incontri. Quando si incontra una persona nuova, le possibilità che quella persona ci faccia del bene oppure del male sono equamente divise: fifty-fifty, diciamo così. La prima alternativa è la migliore. Proteggendosi, e scegliendo la seconda, ci si priva di una infinita serie di possibilità. Una saggia che vorrebbe 100 lire, per tornare indietro e riprendersi qualcosa e la ragazza, fresca di compleanno. Mi sarebbe piaciuto farmi assorbire ancora un pochino, da queste due storie. Peccato la pioggia, che frena. Entrambe sono storie che parlano di futuro e al futuro, anche senza esplicitarlo. Entrambe hanno tanta voglia di viverlo, il futuro, togliendosi di dosso quella paura che frena. Come la pioggia, per fare un esempio. E allora si resta in attesa, magari di un cenno, di un altro sorriso. Aspettando Godot?