Tutti gli articoli di Romano Borrelli

Dottore in Scienze Politiche e dottore in ISSR polo-teologico piemontese, Teologia (laurea ISSR Polo Teologia Torino).

Un buon 2023

Sono ancora in tempo a porgere gli auguri per un buon anno nuovo, scartando ora a destra ora a sinistra i residui “bellici” di una notte di fuochi, di ogni genere, per dare il benvenuto all’anno nuovo e salutare quello vecchio, ringraziandolo per i momenti ricevuti. Tacciono ora i tappi delle bottiglie e i cin cin ma c’e sempre tempo, per gli auguri, anche senza bollicine. Dal cavalcavia osservo il fascio di binari che collegano le due stazioni torinesi e auguro così buone mere a tutti. Buon 2023

Buon Natale 2022

Dopo pranzo natalizio, le strade della città faticano a rianimarsi, al contrario, registrano il tutto esaurito cucine e sale da pranzo, tra tintinnio di posate, schiamazzi, canti natalizi e canto di Natale. Il tempo è simile novembrino ma con effetto lucido sulle strade e la neve che avrebbe reso il tutto più magico, chissà dove è così come Babbo Natale, ritiratosi in qualche sua residenza. Alla stazione poche partenze e arrivi almeno nel pomeriggio e molti gli schiamazzi di gruppi di ragazzini, immagino vogliosi di rimettersi sui libri. Il pomeriggio scivola via, velocemente….verso il 2 tempo sulle tavole imbandite.

4 dicembre 2022

In una giornata fredda, come quella odierna, mi trovo a rasentare il muro con il suo murales che ricorda la tragedia Thyssenkrupp e che tra qualche giorno, inevitabilmente, lo ricorderà anche questo blog su cui scrivo poco, ultimamenre, meno di un tempo, e non perché non abbia qualcosa su cui scrivere, semplicemente perché il troppo “rumore” porta a scrivere meno e forse ….chissà. Eppure ogni occasione sarebbe buona per scrivere. Al bar della scuola, davanti ad una richiesta di una spremuta, un caffè ristretto, un cappello che si toglie lasciando la massa dei capelli oscillare per un attimo, tutto parla, basta solo ascoltare. Quante storie, spunti, sunti, spremuti, romanzati, in parte veri, in parte inventati. Un attimo, basta solo un attimo, anche non fuggente, una forma di attenzione, di gentilezza, un silenziarci per far posto a qualcuno, anche quando non parla, in un rumore che confonde, ci confonde, stordisce, fino a perderci, come nelle nebbie di fine novembre, di quelle spesse, nella Bassa, quando prendi un treno e non sai quando fare ritorno E senza scrivere, e raccontare, m rendo conto che mi ci sono perso, in uno sweet novembre, dimenticato, saltellando direttamente a piedi uniti, a dicembre, a santa Barbara. Chissà che quella spremuta, quella goccia di lacrima, che quella ragazza sta posando in un occhio non risvegli la voglia di raccontare qualcosa in dicembre. Come una volta, quando bastava alzare un cappello per scoperchiare storie.

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Tutta colpa di una gomma

Tutta colpa di una gomma. Per cancellare. Di quelle blu e rosse che bucano quaderni e libri ma che circolano ancora tra i banchi di scuola e quelli dei seggi, quando è ora di esprimere le preferenze, in tempo di elezioni, come quelle recenti, del 25 settembre. Gomma rotta, divisa a metà, una parte rossa, una parte blu, e le la paura di essere rimproverato, perché quella era parte del corredo scolastico, un bimbo di prima elementare, lustri fa, in piedi, in un’aula, alla ricerca di un barattolo di colla,, fatto questo che infastidi’ una maestra al punto da sanzionare quel piccolo studente con grembiule e fiocco blu, con una nota, un 23 ottobre di anni fa. Ricordi indelebili. Roba oggi da giornalisti ed esposti in qualche commissione a difesa del fanciullo. E invece, quella era solo la prima sanzione, scolastica, poi ci sarebbero state le reprimere in casa. Tutto per colpa di una semplice gomma,. Già come per cancellare, creando vuoti, buchi, in un quaderno, di memorie, così come lo è stato per pagine, trascurando il blog e riflessioni personali con tutte le liturgie della scuola, delle elezioni, della formazione del governo, il giuramento e la fiducia che verrà. Quante cose non scritte. Almeno non ho dovuto trovare una gomma Per cancellare. Almeno, oggi, ho risparmiato una nota. In età adulta.

Forza Senigallia!

il tempo passa, velocemente, e pare essermi dimenticato di molte cose, che certamente in seguito scriverò. Oggi però un pensiero lo vorrei dedicare a Senigallia e ai suoi cittadini e alle Marche in genere. Una vicinanza ad una terra, un mare, e spiaggia di velluto, cittadini che tante emozioni e sentimenti che generano.

I ricordi personali sono molti, e in ogni stagione.

Forza Senigallia

Le vacanze “volano” …via

Il rientro, in aereo, è davvero diverso. Dal treno. Non si ha neanche tempo di ripensare e rivivere le emozioni di un tempo piccolo e allo stesso tempo grande. Nienre lacrime, o poche, in tutti, in partenza. Tesi, contratti, irrigiditi, ansiosi, dopo aver preso posto e allacciato le cinture di sicurezza, si aspetta che l’aereo cominci a correre, s rullare come una F1, Dopo i mimi , gli annunci, il decollo e poi da lassù cercare di riconoscere strade, case, sparsi, poi città che sembrano puntini, che solo apparentemente “volano” via anche loro, mentre signorine r signorini, per la par condicio, vendono, o ci provano, profumi d gratta e vinci. E un occhio al tempo e un occhio fuori e sotto,”come nelle nuvole” cerchi di riconoscere,”saranno le Tremiti”? L’unico arcipelago adriatico a poche miglia da Vieste, dal Gargano. Come è profondo il mare. Chissà le spiagge, i trabucchi, le stradine, il faro, ausilio importantissimo per la navigazione. il porto. Verrebbe da gridare alla Pizzul che è tutto molto bello.Il tempo di una lezione di geografia che le vacanze si porta via.

Sotto la torre

Mi piace molto osservare il tutto dai piedi di questa torre. Non entro nel merito storico,della costruzione e di molto altro, potrei sbagliare, anche se a livello generale, 2 cosette da interrogazione potrei provare a dirle e ricavarne un 6 pulito, ma entro nelle sensazioni che da queste due panchine, seduto, sdraiato, appisolato, capo chino, si possono avere. Vedo due occhi, un naso e bocca laterale, una frangettina, nuvole, fresco. Mancherebbe una fontanella, e purtroppo ne mancano da queste parti. Peccato. Si potrebbe provare a chiederne una. Mi manca molto il mio torto verde torinese, sempre generoso e mai avido. La torre, dona fresco e ombra, insieme alle nuvole che da un paio di giorni non sono più passeggere, come certi amori estivi. Come in un film vedi passare gente di ogni genere e provenienza dialetti, lingue, muniti di ogni cosa. Al loro seguito in molti sembrano avere casa e dove la piazzeranno è un bel dilemma. I bimbi poi, con i loro attrezzi, qualcosa senza fondamenta la costruiranno pure, utile per scenari futuri, un pochino come abbiamo fatto tutti. I più giovani, parole, fiumi, o mare, e qualcosa, la costruiranno pure loro, dove, non è dato saperlo. Mozziconi di frasi, discorsi, buttati qui e là a intermittenza, cose piacevoli da appuntare e se si fosse capaci a scrivere, magari un libro. Difficile trovare altri momenti come questi dove la libertà è davvero elastica e negli incontri e nell’esprimere, in pochissimo spazio. Forse capita a Natale ma non certamente in fusione e vicinanza così ridotta. Quante cose e persone è storie, e presente da stabilizzare e futuro forse da ipotecare ci potrebbero stare e ci stanno. Nei discorsi c’è di tutto. Manca ancora la politica. Forse è nella borsa frigo. Chissà. In ogni caso, sotto la torre è piacevole stare anche se non è come le altre, essendo priva di scala esterna. Piacevole però, stazionare e immaginare di scrivere riposando.

Buon ferragosto

Ferragosto, ferie d’Augusto chi lo definisce una sorta di capodanno estivo e chi lo considera una sorta di Pasquetta quando in molti, scottati dal sole, come la terra bruciata dallo stesso, arida, rossa, volgono alla ricerca di un fazzoletto di spiaggia o scoglio trasformandoli in accampamento, montando tende, piazzando ombrelloni e sedie di ogni fattura. Purtroppo la ricerca non è delle più semplici avendo, gli stabilimenti balneari, “occupato” certo con licenza, molta di quella parte che era e dovrebbe essere d tutti. Gli automobilisti nelle loro macchine, incuranti del caldo e del traffico, dopo lunga ricerca e traffico sostenuto al limite del caos, cercano un parcheggio in posti impensabili, Dei 12 km di litorale che vanno da “Scala di Furno” a Punta Prosciutto, appartenenti a Porto Cesareo, ne visiono un paio buono buono e davvero la parte di spiaggia lasciata libera la vedo con la lente si ingrandimento. Se poi osservo i prezzi e alcuni cartelli che ne vietano l’introduzione di cibo e bevande bhe mi metto le mani nei capelli ripensando a quando da queste parti c’erano dune belle alte e spiaggia libera per tutti. Quanta tristezza nel vedere poi il consumo si suolo e cancelli che limitano l’accesso alla spiaggia. Possibile che i controlli non dicano nulla? Se fossi un politico mi batterei affinché la spiaggia possa è deve tornare libera nella disponibilità di tutti. Il buon senso…chissà dove è finito. Domanda per un amico: quante risorse tornano, sono redistribuite alla comunità in servizi, tipo strade, ben asfaltate, un paio di fontane, qualche panchina, docente in quei fazzoletti di spiaggia lasciati liberi? Come è che ci sono molti cartelli con “affittasi nei mesi con numero di cellulare”? Tutto normale? Come mai nessuno si occupa di queste cose e nessuno ne produce inchieste? È o non è una zona vincolata? Chiedo sempre per un amico.

Buon ferragosto

5 agosto 2022

Madonna delle Grazie, Madonna della neve, ricordi di Roma, della botola da cui si facevano scivolare e cadere via fiocchi, a ricordo di un evento straordinario, miracoloso, a Santa Maria Maggiore. Così anche oggi, la banda musicale all’uscita da messa che accoglie i fedeli e riporta ad un tempo “antico”, passato, dai sapori dolci caramellati. Ricordi poco sbiaditi, da piccoli, la festa, i nonni, i profumi, le luci, il via alle feste di paese lungo tutto il mese che raccoglie gente di ogni dove. Il ritmo della festa, l’apertura al tempo straordinario della festa, interruzione di ciò che è ordinario, in questo periodo così “tremendamente” caldo. Spazio, la Chiesa, la piazza, la musica.