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Buon primo maggio

Il primo maggio di lotta e di pioggia. Il serpentone dei manifestanti scivola via come consuetudine da piazza Vittorio fino a piazza San Carlo passando da via Po e via Roma, con tutte le sigle dei vari mondi, sindacale, politico, associativo, istituzionale e gente comune. Spero nell’augurarle buona festa che tutte e tutti, sprovvisti di quell'”ombrello”necessario per vivere dignitosamente e in modo libero, possano presto trovare la giusta collocazione nel loro mondo. Crisi, precarietà, pandemia, fanno si che tra un anno e l’altro si possa correre anche il rischio, incontrando vecchi amici e compagni di lavoro, di augurare un buona festa dei lavoratori a chi tale non lo è più. Quale sarà il lavoro ideale? Tra una nota e l’altra del concerto che da anni ci fa compagnia.

Buon primo maggio.

ps. Un pensiero a Luana e ai famigliare di quanti hanno perso la vita durante il lavoro.

Le Palme

Mi ci sono perso tra le migliaia di parole da una parte e il letargo invernale dall’altra, eppure, occasioni, ce ne sono state, per scrivere, ma l’esplosione dei colori primaverili un bella botta l’hanno data, una carezza nuovamente sui tasti, così, per pensare di scrivere qualcosa, nella giornata delle Palme, della Pace, del trionfo di colori. Lungo le strade ed i corsi della nostra città un trionfo di colori sulla via di Pasqua.

Un buon 2023

Sono ancora in tempo a porgere gli auguri per un buon anno nuovo, scartando ora a destra ora a sinistra i residui “bellici” di una notte di fuochi, di ogni genere, per dare il benvenuto all’anno nuovo e salutare quello vecchio, ringraziandolo per i momenti ricevuti. Tacciono ora i tappi delle bottiglie e i cin cin ma c’e sempre tempo, per gli auguri, anche senza bollicine. Dal cavalcavia osservo il fascio di binari che collegano le due stazioni torinesi e auguro così buone mere a tutti. Buon 2023

Buon Natale 2022

Dopo pranzo natalizio, le strade della città faticano a rianimarsi, al contrario, registrano il tutto esaurito cucine e sale da pranzo, tra tintinnio di posate, schiamazzi, canti natalizi e canto di Natale. Il tempo è simile novembrino ma con effetto lucido sulle strade e la neve che avrebbe reso il tutto più magico, chissà dove è così come Babbo Natale, ritiratosi in qualche sua residenza. Alla stazione poche partenze e arrivi almeno nel pomeriggio e molti gli schiamazzi di gruppi di ragazzini, immagino vogliosi di rimettersi sui libri. Il pomeriggio scivola via, velocemente….verso il 2 tempo sulle tavole imbandite.

4 dicembre 2022

In una giornata fredda, come quella odierna, mi trovo a rasentare il muro con il suo murales che ricorda la tragedia Thyssenkrupp e che tra qualche giorno, inevitabilmente, lo ricorderà anche questo blog su cui scrivo poco, ultimamenre, meno di un tempo, e non perché non abbia qualcosa su cui scrivere, semplicemente perché il troppo “rumore” porta a scrivere meno e forse ….chissà. Eppure ogni occasione sarebbe buona per scrivere. Al bar della scuola, davanti ad una richiesta di una spremuta, un caffè ristretto, un cappello che si toglie lasciando la massa dei capelli oscillare per un attimo, tutto parla, basta solo ascoltare. Quante storie, spunti, sunti, spremuti, romanzati, in parte veri, in parte inventati. Un attimo, basta solo un attimo, anche non fuggente, una forma di attenzione, di gentilezza, un silenziarci per far posto a qualcuno, anche quando non parla, in un rumore che confonde, ci confonde, stordisce, fino a perderci, come nelle nebbie di fine novembre, di quelle spesse, nella Bassa, quando prendi un treno e non sai quando fare ritorno E senza scrivere, e raccontare, m rendo conto che mi ci sono perso, in uno sweet novembre, dimenticato, saltellando direttamente a piedi uniti, a dicembre, a santa Barbara. Chissà che quella spremuta, quella goccia di lacrima, che quella ragazza sta posando in un occhio non risvegli la voglia di raccontare qualcosa in dicembre. Come una volta, quando bastava alzare un cappello per scoperchiare storie.

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Tutta colpa di una gomma

Tutta colpa di una gomma. Per cancellare. Di quelle blu e rosse che bucano quaderni e libri ma che circolano ancora tra i banchi di scuola e quelli dei seggi, quando è ora di esprimere le preferenze, in tempo di elezioni, come quelle recenti, del 25 settembre. Gomma rotta, divisa a metà, una parte rossa, una parte blu, e le la paura di essere rimproverato, perché quella era parte del corredo scolastico, un bimbo di prima elementare, lustri fa, in piedi, in un’aula, alla ricerca di un barattolo di colla,, fatto questo che infastidi’ una maestra al punto da sanzionare quel piccolo studente con grembiule e fiocco blu, con una nota, un 23 ottobre di anni fa. Ricordi indelebili. Roba oggi da giornalisti ed esposti in qualche commissione a difesa del fanciullo. E invece, quella era solo la prima sanzione, scolastica, poi ci sarebbero state le reprimere in casa. Tutto per colpa di una semplice gomma,. Già come per cancellare, creando vuoti, buchi, in un quaderno, di memorie, così come lo è stato per pagine, trascurando il blog e riflessioni personali con tutte le liturgie della scuola, delle elezioni, della formazione del governo, il giuramento e la fiducia che verrà. Quante cose non scritte. Almeno non ho dovuto trovare una gomma Per cancellare. Almeno, oggi, ho risparmiato una nota. In età adulta.

Forza Senigallia!

il tempo passa, velocemente, e pare essermi dimenticato di molte cose, che certamente in seguito scriverò. Oggi però un pensiero lo vorrei dedicare a Senigallia e ai suoi cittadini e alle Marche in genere. Una vicinanza ad una terra, un mare, e spiaggia di velluto, cittadini che tante emozioni e sentimenti che generano.

I ricordi personali sono molti, e in ogni stagione.

Forza Senigallia

Le vacanze “volano” …via

Il rientro, in aereo, è davvero diverso. Dal treno. Non si ha neanche tempo di ripensare e rivivere le emozioni di un tempo piccolo e allo stesso tempo grande. Nienre lacrime, o poche, in tutti, in partenza. Tesi, contratti, irrigiditi, ansiosi, dopo aver preso posto e allacciato le cinture di sicurezza, si aspetta che l’aereo cominci a correre, s rullare come una F1, Dopo i mimi , gli annunci, il decollo e poi da lassù cercare di riconoscere strade, case, sparsi, poi città che sembrano puntini, che solo apparentemente “volano” via anche loro, mentre signorine r signorini, per la par condicio, vendono, o ci provano, profumi d gratta e vinci. E un occhio al tempo e un occhio fuori e sotto,”come nelle nuvole” cerchi di riconoscere,”saranno le Tremiti”? L’unico arcipelago adriatico a poche miglia da Vieste, dal Gargano. Come è profondo il mare. Chissà le spiagge, i trabucchi, le stradine, il faro, ausilio importantissimo per la navigazione. il porto. Verrebbe da gridare alla Pizzul che è tutto molto bello.Il tempo di una lezione di geografia che le vacanze si porta via.

Sotto la torre

Mi piace molto osservare il tutto dai piedi di questa torre. Non entro nel merito storico,della costruzione e di molto altro, potrei sbagliare, anche se a livello generale, 2 cosette da interrogazione potrei provare a dirle e ricavarne un 6 pulito, ma entro nelle sensazioni che da queste due panchine, seduto, sdraiato, appisolato, capo chino, si possono avere. Vedo due occhi, un naso e bocca laterale, una frangettina, nuvole, fresco. Mancherebbe una fontanella, e purtroppo ne mancano da queste parti. Peccato. Si potrebbe provare a chiederne una. Mi manca molto il mio torto verde torinese, sempre generoso e mai avido. La torre, dona fresco e ombra, insieme alle nuvole che da un paio di giorni non sono più passeggere, come certi amori estivi. Come in un film vedi passare gente di ogni genere e provenienza dialetti, lingue, muniti di ogni cosa. Al loro seguito in molti sembrano avere casa e dove la piazzeranno è un bel dilemma. I bimbi poi, con i loro attrezzi, qualcosa senza fondamenta la costruiranno pure, utile per scenari futuri, un pochino come abbiamo fatto tutti. I più giovani, parole, fiumi, o mare, e qualcosa, la costruiranno pure loro, dove, non è dato saperlo. Mozziconi di frasi, discorsi, buttati qui e là a intermittenza, cose piacevoli da appuntare e se si fosse capaci a scrivere, magari un libro. Difficile trovare altri momenti come questi dove la libertà è davvero elastica e negli incontri e nell’esprimere, in pochissimo spazio. Forse capita a Natale ma non certamente in fusione e vicinanza così ridotta. Quante cose e persone è storie, e presente da stabilizzare e futuro forse da ipotecare ci potrebbero stare e ci stanno. Nei discorsi c’è di tutto. Manca ancora la politica. Forse è nella borsa frigo. Chissà. In ogni caso, sotto la torre è piacevole stare anche se non è come le altre, essendo priva di scala esterna. Piacevole però, stazionare e immaginare di scrivere riposando.