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Portici di carta

20191004_185047Portici di carta, la libreria più lunga d’Italia, senza porte e finestre, perché posta lungo i portici di via Roma, circuito di 2 km, a Torino, e manifestazione annuale “ottobrina”, si è  appena coclusa.  Anche  quest’anno, ho garantito la mia presenza e portato a casa un bel libro. Certo, ne avrei presi di piu ma…per ora, va bene così. Mi spiace sia stato tolto il dizionario gigante da via Garibaldi: un totem, una cabina, per far rivivere, o “rianimare” parole che rischiano l’estinzione. E speriamo di no. È  stata, la sua presenza, un punto di riferimento e aggregazione, forse un gioco e catalizzatore di interessi. È  stato molto interessante vedere varie generazioni darsi appuntamento li sotto e “sfogliare” parole. In attesa, i più anziani ricordavano il loro primo giorno di scuola, i primi di ottobre, e San Francesco, festa sentita a partecipata, e le “cedole” distribuite da una figura mitica,  il segretario della scuola. Con quei fogli di carta, appena usciti da scuola, ci si imbatteva dal primo giornalaio per ritirare gratuitamente i libri di testo. Altri tempi….

Fine maturità

Dopo il gran caldo e le bolle e i confronti con gli altri anni e le corse per i Pinguino, ventilatori e condizionatori, e le pratiche per la chiusura dei pacchi contenenti i compiti e i verbali delle maturità,  è  giunto il tempo, altro, dei confronti e dei numeri espressi in centesimi. I giornali premiano attualmente gli sforzi del liceo salesiano Valsalice. Vedremo poi complessivamente. C’era un tempo in cui i voti della maturità si esprimevano in sessantesimi e in quel periodo c’era ancora il muro di Berlino e l’URSS (poi CSI) e  la Jugoslavia sulla cartina geografica. C’erano 4 materie all’orale   e di queste una scelta dal candidato, e la seconda “desiderata”…C’erano i binari della Torino-Milano appena sopra corso Principe Oddone e il passaggio del treno era cosi famigliare e puntuale che sembrava dovesse entrare nelle case dei torinesi da un momento all’altro. Altri tempi. Caldi come questi, certamente. C’era una fontanella in marmo nella stazione di Porta Susa, ai binari tronchi, dove era il ricovero dei treni rossi e bianchi della Torino Pont Castellamonte. C’erano panchine, in marmo, a due passi dalla fontanella dove le coppiette si perdevano immaginando di prendere il primo treno a disposizione. C’era un giornalaio che fabbricava notizie tutti i giorni e c’erano donne e uomini carichi nei loro borsoni di vita e storia viva. E c’erano gli aggiustatori di parole e di storie posizionati davanti alla serie di cabine telefoniche che qualcosa di buono contribuivano a creare.Ora c’è  “Prendimi” che non è  una versione del gioco delle coppie ma una caccia al tesoro di libri sparsi in luoghi ben designati. A pagina 37. Una bella storia e notizia.

Dopo Portici di carta

Sotto i portici del centro di Torino, quelli che da piazza Castello si snodano verso Porta Nuova attraversando piazza San Carlo, per intenderci, il profumo della carta da libro è ancora forte e così come avviene per le conchiglie che in un certo qual modo conservano il rumore del mare, qui sotto, si conserva ancora  il rumore delle pagine sfogliate nel week-end da migliaia di mani, da potenziali lettori e compratori. Sicuramente curiosi. Portici di carta, la più grande libreria mondiale all’aperto ha “chiuso da poco i battenti” mai aprirli dato che il tutto, oramai da anni, si svolge all’aperto. Portici come piazza, luogo di incontro tra librai, editori, lettori, come “rilancio” della pratica del leggere in un Paese dove la percentuale dei lettori si assesta su livelli davvero bassi. Portici di carta, nella città del salone del libro, dove la bellezza cittadina si coniuga all’amore per la lettura. E  quest’anno l’edizione  si e` svolta pensando ad un personaggio particolare, con le trecce, lentiggini, i calzettoni, una  scimmietta sulle spalle, le mani e  la sua forza: Pippi Calzelunghe.  Fu proprio il libro fumetto di Pippi che segnò l’avvio personale alla lettura.  Ed è con questo pensiero che percorro i 2 km intervallati dalle colonne del centro. Potevo avere una macchinina, un pallone e senza saper leggere e scrivere scelsi il libro di Pippi Calzelunghe.

A Porto Cesareo, Lucrezia… Borgia

Porto Cesareo (Le) 18 7 2017 Romano Borrelli fotoCaronte si appresta a rifare il suo ingresso. La sua presenza e’ ancora sulla pelle e brucia. Molto. Al solo nominarlo,  si rabbrividisce. La previsioni attestano che senza bussare “sciogliera’” molti,  anzi,  tutti, a partire da domani.  Intanto,  il vento di tanto in tanto,  soffia. Mare appena mosso,  acqua abbastanza fredda,  schiamazzi in libertà  di una scolaresca, che sfidando la calura del primo pomeriggio non smette mai di tuffarsi dal molo. Ragazzi che dedicano “alla ragazza di Veglie” il tuffo e quello prossimo,  “alla Cagnotto”,  si intende.   Ma per loro,  tuffi e richieste, sono solo tanti… buchi nell’acqua: la ragazza di Veglie,  biondina,  occhi verdi,  fisico slanciato,  proprio non se li fila. Deve essere proprio interessante pero’ questa “ragazza di Veglie” se viene insignita di così tanti tuffi.  Il tutto,  naturalmente,  avviene all’ombra della Torre. Di Porto Cesareo. Il mare luccica e sullo sfondo, il paese,  Porto Cesareo, che d’estate si trasforma,  si dilata, in una Rimini del Salento,  al pari di Gallipoli. A quest’ora,  la parte di cittadina, sotto i miei occhi,  sonnecchia,  adagiata sulla spiaggia dei bimbi”all’ombra del solito onnipresente pino che “ombreggia’  e regala frescura, da sempre,  ai residenti delle varie “stagioni”.  Le panchine che incorniciano la Torre sono gia’ “aggiudicate” giusto premio dei  tanti che proprio non riescono a dormire nel pomeriggio: pensionati che giocane a carte,  sotto l’occhio non piu vigile e poco elastico di Enrico, solita canottiera, appoggiato alla sua altrettanto eterna e solita bicicletta. Sul manubrio,  da parte a parte,  sventolano gagliardetti dell’Italia, a ricordo dei tanti Europei e Mondiali che ne hanno segnato la storia. Pantaloncini e viso volto al passato,  a ricordo della sua gioventu’  quando gli bastava una chitarra,  nei suoi pomeriggi. Di tanto in tanto un colpo di vento accarezza le pagine del mio libro su Lucrezia Borgia… della Bellonci,  ultima mia compera presso Paravia. Nello zaino,  si fa sempre posto, alle buone letture. E’ un bellissimo libro,  e in questo momento,  sono arrivato al suo ennesimo matrimonio,  con Alfonso di Ferrara. E’ una figura affiscinante,  questa di Lucrezia come quella di Isabella d’Este,  come tutto il periodo,  il Rinascimento,  che coinvolge Michelangelo,  Pinturicchio,  Raffaello, Ariosto… così,  tanto per avere sempre in mente la mia,  di scolaresca.

Santa Caterina

“Tempo di libri” non è  terminato.  Certo,  quello “sdoppiato” l’anno scorso,  sfilandosi da Torino,  con strascichi di polemiche,  si,  che è  terminato. E forse in “riduzione”. Aspettando ora,  Torino.  “A ciascuno il suo”,  (che poi e’ un libro!)di libro,  di tempo,  nel tempo,  di luogo,  dove leggerlo,  e con chi. Tempo di mare,  di “teli racconto” e sabbia e matite per sottolineare e scrivere storie e muovere personaggi. Oggi ricorre la festa di Santa Caterina da Siena e cosi, ricordando di avere tomi su tema, riprendo a sfogliare alcune pagine di uno di quelli,  dedicato alla Santa ma lasciato a meta’.  Il libro,  come scritto, in un precedente articolo del blog,  mi piace ed è  utile per la scuola,  per i ragazzi. Ne riporto alcuni passi intrecciando fatti salienti di storia e nozioni di psicologia. E poi mi ricorda un posto dove vorrei tornare. Presto. Siena. Quella piazza a “conchiglia”… Da gustare lentamente. Forse perche’ effettivamente come sostiene l’amico di un altro amico che poi e’ uno che scrive “un libro e’ come la lasagna cge e’ compista da tanti strati”. E poi c’è  l’altro libro (e quindi,  tanti altri strati e una lasagna ! ) “Rinascimento privato” (Maria Bellonci,  Oscar Mondadori) che appena  iniziato lo avevo deposto da qualche parte,  abbandonandolo in giro,  per la casa. Poverino,  senza colpe! Forse era in attesa,  ma la dove si attende c” anche la speranza! ). Correva il termine (come ultimi spiccioli) dell’estate… Una foto,  di mare,  telo,  la coperta-ina di un libro,  individuato,  ricercato,  ordinato. Dalle prime pagine capi’ che mi sarebbe riuscito difficile leggerlo, possibile  colpa di un nome fra i tanti che si intrecciavano lungo le pagine  fra le corti di Mantova,  Ferrara,  Urbino. Da poco,  l’ ho ripreso  tra le mani e, lesto e  spedito,  pagina dopo pagina, finalmente ho  comincio a sentirlo mio. È  veramente bello,  storie sul finire del 1400 e iniziò 1500. Tempi interessanti,  da vivere.  I Borgia,  Giulio II (… “gigantesca presenza fisica… “…. “torreggiava sulla politica d’Italia e d’Europa incalzando duramente il nemico del momento facendo fronte a tutti”…. pag. 165), i figli Lucrezia e  Cesare, e poi Francesco,  Isabella,  Federico, Eleonora. La bellezza,  (e le bellezze) i capelli d’oro,  trecce,  amori,  vissuti,  preparati. Passioni. Ragazzi che Storia!  Pagina dopo pagina rientro fantasticando in quel di Urbino,  Mantova,  Ferrara… e corro col pensiero a chi me lo ha suggerito. Bello! E pazienza per un nome,  tutto il resto fila…Ecco,  un altro posto dove assolutamente vorrei ritornare… Urbino.  E ripensare a “quel mostro della natura che lascia il sigillo del suo pennello divino”,  pag. 159). E mangiare un buon piatto. Magari lasagna?

Portici di carta 2016

torino-portici-di-carta-9-10-2016-borrelli-romanoLa prima cosa che si fa uscendo di casa è…. “brrrrrr” per poi esclamare: “ma che freddo che  fa”. In effetti fa “freschino”,  qui,  a Torino,   ma “sotto i portici” ci si scalda camminando “lentamente”:  due km dei 12 disponibili nella nostra città sabauda da “attenzionare”,  osservare,  leggere,  annusare.  Un occhiata là ,  una sbirciatina li,  una “toccatina” (meglio “sfogliatina” per non incappare in altre interpretazioni) a quella copertina e se ce la si fa lo si compera.  Il tutto sotto la lente di un attento e severo Umberto Eco a cui i “portici”sono in questa edizione dedicati. Cosa direbbe e risponderebbe all’urlo lanciato ieri sulla carta e sui social ” troppi compiti ai ragazzi? ” In mezzo,  via Roma,  interdetta al traffico pedonale persone silenziose immerse “nel verde” e ai loro lati, libri,  libri,  libri. Oggi la mia scelta “solidale” è  ricaduta  su di un volume piccino,  di don Milani,  come promesso ieri da queste pagine. Direzione “un libro per ricostruire”,  una blibioteca verso le zone terremotate. Il Che e don Milani sono personaggi che hanno fatto storia.  Due icone oggetto di studio nel corso universitario del ’68 (Il Che,  morto ad ottobre del ’67 e don Milani nel giugno dello stesso anno. Ovviamente dipanati prima e dopo quell’anno. Prendo,  pago e mi dirigo verso piazza San Carlo dove una “boccia” trasparente raccoglie tantissimi libri (ieri sera erano più di trecento,  così si diceva). Nei pressi della boccia- contenitore flash in attesa,  (come fosse una finale di coppa) forse per la chiusura della manifestazione di oggi e quella del giornale di stanotte,  con la “penna” della cronaca cittadina in attesa anch’essa di mettere nero su bianco l’evento Portici di carta 2016: numeri,  editori,  compratori,  artefice. Ci vuole l’occhio clinico e fiuto. Certe grazie non puoi non notarle: un po’ come una bella donna gravida.   Prendo la strada del ritorno e in mezzo al traffico pedonale qualcuno  urla al mondo intero le sue necessità :”scusa sai dove è  un pisciaturo? “

30 Ottobre

30 10 2015 via Garibaldi Torino.borrelli romanoVia Garibaldi, parole in liberta’, in anticipo, come caparra.Racconti si librano nelle scuole…racconti che la scuola la fanno, insieme alla storia. Una data, questa, entrata nella storia qualche tempo fa, vissuta, scritta e consumata dal tempo. Talvolta capita che ritorni nei ricordi di molti come queste 24 luci gia’ posizionate lungo le vie della nostra citta’ per la diciottesima volta. Luci  d’Artista, domani illumineranno le vie come un rito che si ripete e accenderanno cosi la memoria di tanti. Pronti, partenza, fermi: occhi e nasi all’insu’ quando la magia si ripetera’ anche per il 2015 e un pezzo del 2016. Ora le osservo in compagnia di mio padre, prima di entrare in biblioteca civica a “raccattare” qualche libro. La 4 g oggi era emozionatissima nell’ascoltare e leggere insieme un paio di racconti.Ma piu’ che leggere e’ stato un raccogliere emozioni. La prossima settimana daremo seguito.Altre emozioni attendono di essere scoperte e lette.

Eccezioni alle regole…”incredibil…mente”

Torino via Cibrario.foto BorrelliRomano.23 10 2015Ogni regola ha la sua eccezione e quella di questa mattina e’ la seguente: una lettrice legge sulla metro il suo libro. Ha capelli lunghi, lunghissimi e neri, un bel viso e sara’ sicuramente una bravissima lettrice. Indossa un maglioncino a maniche lunghe e una mantellina di lana a quadrettoni. I suoi grandi occhi scuri corrono (e scorrono) da sinistra a destra. Sono belli e veloci: a volte allungano un punto e la sua pausa. Altre volte ignorano quei puntini e ne accorciano i periodi di sospensione. Tutto e tutti in equilibrio. Anche il collo da giraffa.  Luci al neon, come sempre, luce sul suo viso e su quel piccolo neo, ingraziosendola ulteriormente e non poco.  This is a true story. Una “giraffa” giovane allunga il suo collo e i suoi occhi sulle pagine, fermata dopo fermata (7), pagina dopo pagina. Un bravissimo “elettore”. Si, proprio lui, elettore di..  un libro!  Un incollato su di un…libro. Non su di un giornale, non su di un cellulare, non su di lei,  ma su di un libro. This is a true story. Avrei voluto scriverlo subito sul blog. “Un libro in metro” (ricordando “Zazie”)  la maniglia alla quale aggrapparsi e tenersi “in piedi”. “Ogni regola conosce sempre un’eccezione”. Normalmente gli incroci, all’interno di questo “missile” sotterraneo, si verificano tra sguardi, tipo tipa con tipo e tipo con tipa o…per tutti i tipi. E di tipe graziose e tipologie …Tempo sospeso, qui sotto, ognuno per i fatti suoi.  Il mio primo pensiero e’ il suo “Solo bagaglio a mano”.  Vorrei guardarlo pure io e leggerlo con loro. Ma ho il mio “solo bagaglio a mano” e in questo interno di neon riesco a scrollarmi di dosso le recriminazioni, almeno, quelle che pesano. A proposito.  Andando verso la metro si incrocia un pannello in costruzione dalle parti di via Cibrario direzione corso Francia. Sotto il pannello, un cartello e una richiesta: leggere per credere. Incredibil.. .mente!!! Senza equilibrio. This is a true story.Torino foto Borrelli Romano

Portici di carta 2015

Torino 10 ott 2015.foto Borrelli RomanoTorino, domenica 11 ottobre. Ore 7.30. La giornata domenicale, di festa, promette molto di buono. Quella appena trascorsa e’ stata davvero faticosa ma gratificante. Letture di classe in classe.  I quotidiani per un approccio da tesina, le “lettere”, le “encicliche sociali” il lavoro e il novecento e ancora Roma, Marino, il Giubileo. Come sempre, “chi segue” il filo del discorso e chi invece no. Oggi,  il sole comincia ad affacciarsi lentamente e tale si alza mentre deboli raggi penetrano all’interno di case a me sconosciute. Sotto i portici un nugolo di pensionati aspetta il suo “gran turismo” domenicale. “La Stampa e La Settimana Enigmistica mi raccomando”, urla da un capo all’altro del portico una arzilla pensionata, curata quel tanto basta. “Oggi il mare e’ mosso” urla un altro. Uno con il borsalino calato sul capo dice invece che “all’Expo ho gia’ mangiato. E bene”. Con bestemmia finale. Dove sia la verita’, difficile stabilirlo. Dove andranno a parare difficile capirlo. L’importante e’ andare. Il piacere non sta bella meta ma nel viaggio. Continuo la falcata sotto i portici del centro torinese oltrepassati quelli di via Cernaia e Pietro Micca diretto verso altri portici, di fatto e di carta, della lunghezza di due km e dalla “consistenza” incommensurabile.  Da ieri a oggi in piazza una “Torino che legge” ispirata al San Jordi (san Giorgio) di Barcellona. Da piazza Castello passando per via Roma inrociando piazza San Carlo e oltre, verso Porta Nuova. Siamo a,  o dentro  “Portici di carta”. Torino 10 10 2015 portici.foto Borrelli RomanoLa piu’ grande libreria a cielo aperto con le saracinesche alzate ogni anno, uno dei primi week-end di ottobre. 120 librerie che espongono ricordando Sebastiano Vassalli. Mi muovo e sfoglio parecchio. L’odore all’interno di questo spazio espositivo non e’ del mare ma tra le pieghe della carta edelle storie in esse riposte lo si puo’ tranquillamente “pescare”. Tutti annusano e sfogliano. Chi ci mette il naso e’ un mondo a 360 gradi: giovani, anziani, bambini, pensionati, operai, professionisti, casalinghe, studenti, bambini…E’ sufficiente un pochino di fantasia. E basta. E questa si sa, non costa nulla. “Pesco” anche io qualcosa e felice del profumo e della carta e delle storie, porto a casa. Brevi pensieri. All’interno di questo perimetro “porticato” le storie non mancano e si raccontano.10 10 2015 portici Torino.foto, Borrelli Romano “Si pesca” facilmente, basta domandare. Torino 10 10 2015 foto Borrelli Romano.portici.La lettrice vis-a’-vis ci e vi aspetta pronta a leggere e raccontare storie. Bicicletta al seguito. (La si triva anche su facebook). Le storie in fondo sono tante. Basta aver voglia di ascoltarle. E viverle. E scriverle. Di giorno edi notte. Ps. Anche io ho fatto la mia piccola parte, pensando alla scuola e studenti.10 10 2015 portici Torino.foto Borrelli Romano

Un caffe’, un libro

1 9 2015, Torino, foto Borrelli Romano.Sul corso che sta per nascere, (qui, a Torino) con rispettivi controviali, pare di sentire l’ululato degli autosnodati GTT carichi di studenti, impiegati, operai e anziani, pronti ognuno e ciascuno verso le proprie e “tutte direzioni”(Non e’ forse l’eco di un libro?). Sullo stesso nastro d’asfalto, lucido, pedoni assorti nei loro pensieri, carichi di tutto un po’. Sono altre estati e inverni ancora da venire. Il simbolo di Torino, il Toret, invece, sempre presente. Zampilla fresco e fresca, l’acqua.  Ma per quelli  sara’ il domani. Oggi dalla parte opposta alla rotatoria sbuca un pallone tra ragazzi in attesa.Voci che si parlano addossoe gridano, e si sovrappongono, una sopra l’altra. E’ il tifo che impazza. Un calcio spinto con piu’ forza e il pallone in un attimo e’ terminato  la’ dove sara’ corso e la’ dove sbuffavano treni. Un ragazzo, seduto sulla sella di una motoretta, braccia distese sul manubrio, osserva con un fare divertito la partita che si e’ appena consumata tra Marocco e Nigeria all’ombra del bar. All’interno dell’area “lavori in corso, tre scavatrici. Due, con i loro “cucchiai”affondano nella terra come fosse una minestrina. Torino, sett 2015.foto Romano BorrelliL’altra, con i suoi denti, e’ pronta a mordere e azzannare il terreno. Un palo sorregge tre lampioni, oggi. Tutto questo nello”scheletro” stradale.Domani pulsera’ sangue nelle arterie cittadine di questo spicchio torinese. Domani, chissa’ i ruffiani.  Piu’ su della rotatoria, oggi a dire il vero piu’ polverosa del solito, staziona da diversi anni la pasticceria: da questa, il  profumo di caffe’ si spande nell’aria, pronto a farsi strada tra le narici. Ho un libro tra le mani. Desiderio di caffe’. Caffe’e libri, accoppiata vincente: profumano entambi ed entrambi stimolano e ispirano. Entrambi rimandano, ed evocano altri mondi e contrubuiscono ad immaginare e inanellare storie. Stimolano e attivano e proiettano curiosita’ tra le righe. Chissa’ Salgari da questa rotatoria quali mondi avrebbe imnaginato. Oltrepasso la rotatoria. Una voce amica mi chiama.”Allora, hai iniziato?” Mi domanda.”Si”. Rispondo. E continuando: “Mi sono gia’affacciato, rispondo”. E cosi, ridiamo. Ci salutiamo, come ci si puo’ salutare al passaggio di una rotatoria e ripenso al regalo che mi fece qualche anno prima, Don Chisciotte di Cervantes.Cosa mi era rimasto di quel libro, delle pagine, di qualche anno sui banchi di scuola? Una certa forma di resilienza e il valore degli ideali, l’aspirazione al sogno come possibile futura realta’. E certi sogni si sa, si realizzano. “Domani mi riaffaccio”, penso, sorrido e finalmente rido. Ho coltivato il mio giardino e forse da quel “riaffaccio”, potro’ migliorare il mondo (come disse Voltaire). Intanto, “titolo in mano” (di studio), passo all’incasso. E sorrido di gioia. Incontenibile.