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Buon ferragosto (2019)

20190814_193124.jpgVento, in via del mare, nuvole di ogni fattezza, e “il vento è  cambiato”, si sente surrurrare, in un periodo in cui in tanti cercano il mare e anche la politica ha messo il costume e fa parlare di sé. Sulla spiaggia invece continuetanno a far parlare di loro quei quattro che piazzeranno ombrelloni dalle prime luci del mattino per rendere “bene personale” la spiaggia, bene di tuti. Dalla parte opposta della via, che congiunge una frazione ed un paese che in questo periodo si trasformano in una città unica e compatta, strozzata dal caos e dal caldo, una Chiesa  dedicata all’Assunta è  aperta, per lasciar passare aria e luce. Penso velocemente a tutte le Chiese dedicate all’Assunta, in giro per l’Italia. Sono mentalmente a Orvieto, a Siena e in tutte le regioni e città che mi accompagnano nelle spiegazioni dell’anno scolastico. Torno qui, “ad ora”, e spazio con l’occhio all’interno della Chiesetta dedicata all’Assunta. L’acqua, come pioggia, è solo accennata, nei pronostici, dopo le quattro gocce quattro di ieri pomeriggio. Non punteggia nessun tipo di strada, né  asfaltata né  di breccia. Un tempo era piccolina, come struttura ed il popolo dei fedeli era obbligato a partecipare alla funzione anche in piedi, anche fuori, tanto la voce del sacerdote, giungeva anche in quella piazzetta che serviva a quattro auto in parcheggio. Oggi, non più. È  grande, spaziosa, ed è  stata modificata, mi pare, nel corso degli anni, la struttura, così, osservo, incuriosito,da fuori. La gente da`una occhiata veloce, distratta, sul qui ed ora, ma non sul dopo, sul pranzo, borse della spesa in mano e borse frigo appena riempite,  e  poi, scivola via, tra la confusione che neanche a Natale in via della Conciliazione a Roma….I bar sono aperti dall’alba ed una gran confusione regna sovrana, tra scontrini, caffè pasticciotti, e code diverse da farsi e spazi ugualmente diversi dove servirsi. È giovedì, giornata di mercato, inoltre è  ferragosto, e sulla via si parcheggia come capita, come serve, forse, con poca disciplina abituati a calma e leggerezza. Angurie, fichi, uva, pesche, i prodotti più richiesti, ma la domanda è  su tutti i fronti, per il pranzo di ferragosto.

È  ferragosto e ripenso a quello di Verdone, a Roma. Verso Cracovia? Buon ferragosto a tutte e tutti.

Buongiorno e buonasera mare

20190806_090441Capita, di perdere la concezione del tempo, al far del giorno e della sera, quando lo scenario, è  bello, il palcoscenico, idem, noi spettatori, affacciati e muti a riempirci, di   colori, unici, e la necessità di riempirli per farne scorta si rende “urgente e necessario”, come fosse un decreto legge, da convertire però,  prima dei fatidici 60 giorni, perché si sa, l’estate ed i suoi giorni, di luce,sono lunghi ma, le risorse economiche ed il tempo, questi, proprio no, non permettono il prolungamento della “mia legislatura”e allora, è  d’obbligo adattarsi come i cammelli, gonfiare gli occhi, di colori, non di lacrime. E cosi, la grande bellezza distrae, sonnecchiando, dopo un “buongiorno mare e buonasera mare” , sul divano, dopo i pasti, mentre in sottofondo la tv rilancia un ripasso forzato di diritto costituzionale, tra chi convoca le Camere, chi gestisce le crisi parlamentari, le fiducie, le sfiducie, le tattiche, le strategie,  e qualche zanzara poco stanca e viva ad un’ora insolita è alla  ricerca, con ronzio, di  qualche millimetro di preda  di carne umana, di pelle da pungere, e le pale del ventilatore stancamente rilanciano un pochino di frescura dopo averla acchiappata in qualche meandro della veranda, simile ad una nave stanca o incagliata; intanto, san Lorenzo e le sue stelle, s e santa Chiara, sono alle spalle, con le spiagge sempre aperte 24 h, per nuove magliette fine e canti a squarcia gola. Sul fare della sera  nuovi e solito spettatori prendono posto per immortalare il momento esatto in cui il sole va oltre.

Dal mare con le Torri Salentine

Il mare è  chiaro, limpido, cristallino; la Torre sempre avvolta nel suo mistero e alla sua ombra, da anni, accumulano fresco una dozzina di persone che si contendono  ombra, e staziona pure una fontana che ha dissettato generazioni di autoctoni e turisti, ora a piedi, ora in bici,  ora con le taniche custodite in macchina, ad ore precise, quando per bere era necessario passare da qui, o da altre fontane. Tempi andati, mica moderni. Eppure le luci della ribalta passaronno da qui e in milioni di case italiane ai tempi del codino di Fiorello e del suo karaoke, una sera di un gennaio di tantisssssssimi anni fa. Poco distante, “Manuela Arcuri” è  ancora fotografata e ricercata, non più  come ai vecchi tempi, ma lo è sempre perché nel corso degli anni è  riuscita a  mantenere intatto il suo fascino. Eppure si tratta solo di una semplice  statua che fece ingelosire mogli di pescatori che a suo tempo la resero oggetto anche di “Stalker”. Povera statua “tagliuzzata”. Pensate un pochino che guaio. Tutto come sempre, o quasi, se non fosse per un calo copioso, affermano alcuni negozianti,  di turisti, rintracciabile dagli incassi. Un gruppo gioca a carte con una finestra aperta sul mare, un pochino in collera, mentre i primi, una carta giu l’altraa su, sono davvero presi dal loro gioco. Un caffè,  un pasticciotto, “crema 1,20, nutelli,pistacchio, amarena, 1,50”.  Sorseggio e mangio, ma non hanno, per me,  lo stesso identoco gusto. Personalmente non so che  dire, tranne  che una assenza, questa si, la sento,  la vivo, la soffro.

Luglio (prima di airbnb.it)

20190701_141751Con anticipo di qualche ora ecco fare la sua imperiosa presenza il nuovo inquilino del calendario,  cauzione “caldo e bolla africana”, soffrire e tacere, scadenza 31 giorni incorporata. Detto cosi, senza pensarci molto, il primo pensiero va alle  case del mare, all'insegna del"quando non c'era", senza pinguino Delonghi, condizionatori, umidificatori, al massimo due pale rumorose di ventilatore recuperate chissa` dove e fissate "nel  cielo della stanza", della casa, di quelle con due finestre, che in fondo erano due occhi, una porta al centro, che ne  era la bocca e cartelli arancio sbiadito, a riempire "il viso"con  "affittasi prima e seconda quindicina", di un anno incertto,sempre incerittato a furia di mutarne l'anno.  E un alberello in cura dimagrante da sempre, faceva la sua presenza, come un gendarme di frontiera,a sorvegliare il tutto. "Qualcosa da dichiarare?" Queste "quindicine" mi incuriosivano, da piccolo, soprattutto  nei cambi, il 15 stesso in una imprecisata ora, quando una famiglia usciva e l'altra si disponeva all'ingresso, per l'entrata trionfale "nella quindicina". Cercavo, piccolo io, ma sempre pronto alla curiosità, questi avvicendamenti, di non perdermeli. Erano sempre ricchi di contenuti e storie, ma non dozzinali, anzi. Gli ingressi e le piccole verandine delle casettine, forse costruite proprio per tale scopo, quello dell'affitto, e generare ricchezza, umana, erano sempre intasati e procedere ai traslochi non era una cosa ordinaria. Cassette frigo, giochi, materassini gonfiati e da sgonfiare, ombrelloni chiusi e aperti, macchine, portapacchi carichi e da scaricare, palloni, fresbee e tamburelli, infradito, zeppe, espadrillas, passaggi di consegne, chiavi, tra chi prima, padrona al centro e chi dopo, e le grida della proprietaria mani al centro del suo enorme corpo,coperto da zinnale, amministratrice e proprietaria, allo stesso tempo, inveiva gridando, per segnare la strada agli altri, "avete consumato tantissima acqua, dovevate fare meno docce", e ancora "la bombola del gas, avete cucinato troppo" , e ancora, "ora dovete integrare, e ora guardiamo insieme quanti piatti, bicchieri e forchette avete rotto. E chi ha rotto, paga". E intanto da uno dei due occhi della casa un televisore portatile cercava  di uscire mentre un altro, senza perder tempo, voleva fare  il suo ingresso. Avete presente i treni del sud in partenza da Porta Nuova negli anni '60-'70 e i bimbi calati come proiettili dai finestrini nello scompartimento ad occupare posti per un lunghissimo viaggio? Ecco, proprio cosi.E poi, volete mettere in tutto questo il "Lessico famigliare"? E quando senza uscire dalle rispettive case, (durante le quindicine)per il troppo caldo qualcuno aveva dimenticato qualcosa,  e gridava dall'altra parte "Suntiiii le tieni do oe?"(Assuntina, le hai due uova?").Questo si che era degno di nota e scrittura. Dialetti di ogni tipo. Ah, potessero raccontare quelle case "da quindicina"....potevo già avere crediti formativi dal Miur senza saperlo. Ogni quindicina una storia e ognuna di queste, un libro. Appena sveglio, dalla radio, alcune note di una nota canzone si prepagavano per casa, ma il ricordo è  andato subito ad altri luglio, quelli senza internet e senza airbnb.it, senza cellulari ma con la ricevuta della cauzione per una quindicina di luglio, spedita a Pasqua. "Luglio col bene che ti voglio vedrai non finirà, ya ya ya ya, luglio m'ha fatto una promessal'amore porterà  ya ya ya ya, anche tu, in riva al mare tempo fa amore amore, mi dicevi "Luglio ci porterà  fortuna"..." e chissacome andrà a finire questa storia

Ferragosto 2017

Ferragosto: festa dell’estate. Tutto esaurito,  in questa zona della Puglia che si chiama Salento,  “lu sule,  lu mare,  lu jentu”. E lu jentu e’ davvero l’unico padrone in questi ultimi giorni.  Dei rari posti dove era possibile rifornirsi dei quotidiani ne e’ rimasto solo piu’ uno: occorre quindi percorrere  e velocemente,  un km, corteggiare il bacino,  entrare in spiaggia,  raggiungere il parcheggio dove l’uomo col carretto grida giornali.  E sperare che ci siano,  ovviamente. La spiaggia e’ pulita,  ben tenuta,  quella a pagamento,  ovviamente,  anche se noto un signore, che non so se stipendiato o volontario,  raccogliere le poche cartacce o bicchieri in plastica abbandonati da chissa’ chi,  chissà  quando.  Appena mi affaccio sulla spiaggia,  dopo aver scavalcato una delle ultime dunette che resistono,  l’amara sorpresa e’ scoprire che al mattino sono gia’ presenti,  come sempre,  ombrelloni abusivi “segna posto”,  lasciati dalla notte precedente. Probabilmente da chi ha costruito a ridosso delle dune. Che c’erano! E questi ombrelloni e maleducati  non mancano mai,  come i soliti “furbetti” da spiaggia. Resistono giocatori di racchettoni che dispiegano tutta la loro forza nel rilanciare la pallina scambiando quei residui di spiaggia in campi da tennis. E resistono i giocatori di pallone scambiando fazzoletti di sabbia in Stadi Olimpici. Dubito qualcuno abbia avuto coraggio,  voglia e forza di fare il bagno a mezzanotte,  come d’abitudine accade. Il vento dei giorni precedenti ha contribuito ad abbassare  le temperature e penso almeno 10 gradi. Lucifero e’ stato spazzato via con un forte  colpo di tosse dal Maestrale.  Come sempre  il traffico anche quest’anno “imbottiglia” parecchio,  residenti, turisti e provenienti dai “mille” paesini limitrofi. È  una zona questa,  tra le torri,  Lapillo,  Chianca,  Cesarei, che fa fatica ad assorbire così tanta gente e le strade sono davvero lunghi nastri d’asfalto trasformati in colonne di lamiera d’auto. Ai loro interni bimbi festosi,  esaltanti,  palette alla mano. Adulti invece. ..  Il tutto per un posto in spiaggia o scogliera. Sold out. Borsa frigo,  infradito e compagnia!  E’  ferragosto bellezza! Tanti auguri.

12 Agosto 2017

Sciabordio dell’acqua sospinta dal vento che picchia la sabbia. Giorni che si inseguono uno dopo l’altro, dilatati, senza tempo e confine, innumerati e innumerevoli, senza sveglia,  compiti e lezioni; vento che schiaffeggia, capelli, magliette e compagnia  bella;   bava marina rilasciata sugli scogli dal mare in piccole bacinella,  onde che si stirano e si allargano in un continuo movimento mentre stropicciano castelli,  scritte,  cuori e merletti di sabbia. “Ho scritto t’amo sulla sabbia e il vento o il tempo… a poco a poco… ” Marosi che restano, morosi che vanno, il maestrale saluta e cosi abbasso il cappello; l’odore di pioggia,  umidita’ e sughero  si avvicinano e si fanno sentire,  Lucifero si allontana… dileguandomi lascio le impronte e lentanente apro l’ombrello.

Ho terminato l’ennesimo libro. Cosa resta? Che i protagonisti sono privi di nome,  ma “La strada”,  è  un bel libro. Da consigliare a scuola. Per i risvolti psicologici,  per il rapporto padre-figlio,  per essere un viaggio,  un cammino,  una ricerca,  riflessione,  un testo di formazione. “Portare il fuoco”,  o l’amore e’ uns bellissima espressione: portarlo dove,  a chi? La strada,  e sulla strada,  a San Pancrazio Salentino,  due personaggi,  di paglia,  annunciano, imminente,  “La sagra dei sapori”.  Un inno all’amore. Per una terra,  il buon cibo,  i saperi,  i sapori.

Maestrale

Il caldo torrido aveva ed ha le ore contate. “Toc-toc”,  il maestrale è  arrivato. Sulla spiaggia ombrelloni piantati,  chiusi,  punti esclamativi al brontolio marino!!! Le onde hanno schiuma “alla bocca”. Battono la spiaggia e ne fanno di essa un sol boccone.  Pochi i coraggiosi in acqua. La bandiera rossa è  un deterrente, anche ai piu’ coraggiosi o fanatici. Molti i resti della scorsa notte,  sulla spiaggia, quella dedicata a san Lorenzo,  (il diacono,  martirizzato),  e al conteggio di quelle stelle viste cadere. O sviste. “Cielo. Manca”. Notte di lacrime e preghiere. Che poi,  onestamente,  quando certe stelle cadono,  non è proprio  un bel vedere.  Delle stelle. Le stelle-stelle, si: “le stelle stanno in cielo e i sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che si avverano” (Vasco Rossi,  che tra l’altro,  è  da queste parti,  in vacanza). Per i piu’ sfortunati,  ancora qualche serata da trascorrere in prima  visione,  al mare o in centro,  nel patio. Sulla spiaggia il seggiolone del bagnino è  sguarnito. E’ in tutto simile a quello di un arbitro di pallavolo. Ma senza campo e senza giocatori. Insomma,  “non prende”.  Sulla sabbia un divisorio fra lo stabilimento azzurro e quella privata. Sette bastoni tenuti insieme da una fune spessa, divenuti cappelliere e appendi abiti di fortuna, e un salvagente rosso alle estremita’. Allargo lo sguardo: c’è  qualcosa di romantico anche in tutto cio’,  su questa spiaggia molto vellutata,  come “laura” spiaggia, direbbero quaggiù.  Accarezzo il seggiolone come se accarezzassi dolci ricordi,  che quando entrano,  non escono piu’. Riaffiorano. Il popolo dei “selfie” canta: ” mi manchi,  mi manchi,  in carne ed ossa… “. Il mare “vomita” a più  riprese cose che l’uomo ha fatto ingoiare a forza,  nel tempo. Le onde si rincorrono,  velocemente. Resta comunque un bel mare,  dai colori espressivi,  anche quando teasporta sabbia. Non e’ il mare e non e’ la costa narrata nel libro che mi accompagna qui ed ora,  su questa sabbia: “La strada”. Su altre onde il trasporto di una musica: “L’estate sta finendo… ” Il maestrale e’ arrivato.

9 Agosto 2017

L’alba non e’ per nulla timida e il mondo non e’ bianco,  nero,  grigio,  freddo. E’ tutto colorato e accalorato. Il giorno e’ lunghissimo,  corta e’ la notte. Troppo caldo,  afa,  sudore. Luce e colori dispiegati per km e spiegati a moltitudini che prendono d’assalto il Salento,  “lu mare,  lu sule,  lu jentu”. Luce e caldo mai avari! La strada. La grande pineta che dava riparo a schiere di turisti e residenti si è  via via scorticata. È  spelacchiata e sulla terra,  rossa,  dura,  compatta, restano i segni di quelli che un tempo erano tronchi. Un tempo,  quando c’erano gli  alberi  e i bimbi giocavano a pallone,  quando questo finiva li sotto,  recuperarlo era una caccia al tesoro.  Oggi che i pini e gli alberi maestosi di quella pineta non ci sono piu,  i bimbi non giocano piu a pallone per mancanza di ombra e gli adilti corrono a fare scorta di condizionatori e ventilatori. E poi capita che la “corrente” salti. Nulla da ‘laudare’ all’operato dell’uomo.  Il contadino col “panaro” pieno,  di fichi,  maturati prima del tempo fa capolino in mezzo. La strada. Scruta il cielo. Per abitudine,  da tantissime primavere. Ma nulla da vedere. Solo azzurro. E neanche  il passaggio di una nuvola,  a pagarlo,  o pregato,  questo “Benedetto cielo” che ha “vomitato” tutta la neve possibile a gennaio e ora non ne vuole sapere di due lacrimucce d’acqua che farebbero tanta vita,  vite, ulivi. Contadino.   Bicicletta,  coppola,  in  piedi da chissa’ quante ore,  un pezzo di storia,  la sua,  che merita, meriterebbe,   questa, si,  essere ascoltata,  all’ombra di un fico. Forse i suoi o forse di conoscenti,  amci che non hanno voglia e tempo di raccogliere,  in “questo tempo”,  complici gli uomini, che non mutano,  consumi,  abitudini,  pensando di poterlo fare,  sempre,  uso eccessivo,  indiscriminato di risorse,  limitate.  Cosi come il consumo,  del suolo. Verdi,  quei fichi,  come l’acqua del mare. Cielo azzurro,  teso,  come il mare. Blu,  cristallino come il suo occhio che racconta di quando qui “c’erano le baracche” per i villeggianti. Sole che spacca,  ma che lui,  il contadino,  proprio non sente addosso . Un pezzo di pane,  colorato: rosso,  nero,  olive,  nere,  che lasciano il segno sulla sua pelle rigata dal passare degli anni,  dando schiena e viso a questo “sole” benedetto. Caldo che spacca.  Anche le pietre. Come contrastano questi colori,  come il grigio ed il nero del libro,  in via di lettura,  verso il termine,  a dire il vero,  “La strada”. Padre e figlio,  senza nomi,  in fuga dai “cattivi”,  verso la costa,  il mare. Che contrasto,  tutta questa bellezza, appena volgo lo sguardo dalla parte opposta,  verso case,  probabilmente di troppo,  che  forse non avrebbero dovuto esserci dato il male che fanno alla natura. Che tristezza quando vedo sbarre che limitano l’accesso al mare ed un cancelletto attaccato alla sbarra. Le conto,  dovrebbero essere tre che impediscono probabilmente,  in qualche modo l’accesso. Ripenso al tema di maturita’:   progresso materiale e morale. Mi piacerebbe avere tempo,  forse essere giornalista e come si diceva un tempo,  ” inchiestare”… su tante cose…e poter capire qualcosa in piu’. Laudato  si… una bella enciclica. Chissà  se un giorno…

Buona domenica

Lido Belvedere, Le foto Borrelli Romano 21 8 2016Buona domenica. Iniziata a leggere giornali. Il Quotidiano di Lecce,  Il Messaggero,  che vanno sempre in coppia e la Stampa. Peccato (per questa) che lo spazio dedicato ai fatti di cronaca cittadina  sia davvero risicato come un capo messo a lavare, male,  in lavatrice. Ma che è? Teletrasmessa da moltissime ore prima? Teletrasmessa… gia’,  ricordo  questa dicitura stampata in prima pagina quando la prendeva il nonno,  insieme alla Gazzetta del Mezzogiorno. Forse,  in quel periodo,  il Quotidiano non “usciva” ancora. Domenica   21 agosto 2016,  scrivevo. Di mare o riposo che sia. Di treccia,  bionda,  scura,  medioevale, moderna o  contemporanea che sia. E’ il ritorno. Di molto. Che poi,  ritorno o rientro pari sono. Nonostante in milioni siano ancora in vacanza. 21 8 2016 foto Borrelli RomanoIl quotidiano afferma che a settembre arriveranno da queste parti gli stranieri. Bene. Che la musica continui e tramonti infuocati per tantissimi ancora. Intanto oggi è  domenica 21 agosto e mancano ancora giorni e ore,  a settembre e al primo suono della campanella, e quindi prima ancora,  al mio ritorno,  quindi godiamoci sole,  sabbia,  mare,  “lu mare,  lu sule,  lu jentu”.  Sole e sabbia: dal tramonto o alba che sia. Che poi un tramonto non è forse  un nuovo giorno,  e una nuova alba?  In fondo l’estate allunga le sue luci,  al resto poi,  ci pensiamo noi. E poi,  quest’anno tutti,  ma proprio tutti  sono “tormentati” e “vorrebbero comandare”. Bhe’,  ora,  mi permetto: qualche fico di produzione propria,  (a casa sua ognuno è  ficarolo a modo suo) e il “quotidiano” pasticciotto,  che induce in tentazione. E cosi sia. E’ andato. Anzi,  sono andati. Zuccheri a go-go. E pazienza. Nell’anno del Giubileo della Misericordia. Qualche ” strappo” alla regola,  capita,  no?

Mentre consumo anche le briciole,  la bellezza della giornata mi consente di individuare punti e riconoscere posti compresi lungo le torri,  Colimena,  Lapillo,  Chianca,  Cesareo. Azzurro blu del mare,  verde delle canne e bianco delle prime case. Prima di che? Prima che gli anni ’80 e il turismo di massa inghiottissero anno dopo anno terreno e territorio. Porto Cesareo,  per sentito dire (ma si vede) è  un agglomerato di 5 mila persone  (forse 4 vigili) e in questi due mesi ne accoglie tra Cento mila e centocinquanta mila. Voi provate a immaginare  il traffico tra il sabato e la domenica.

ps. Come ultima domenica ho deciso di non recarmi sulla solita spiaggia per non farmi venire male allo stomaco e vedere ancora una volta ombrelloni piazzati a “quintali”ore prima e sprovvisti della presenza dei “proprietari” (ricordo che è  in opera il sequestro degli oggetti da parte delle autorità  competenti in caso  di accertamento. E’ la maleducazione che va sradicata. Eppure da queste parti c’erano solo pochi pugni di cade e a vigilare il tutto file di pomodori pronti per le friselle. E la conserva poi.

ps2. Ho trovato anche un accesso alla spiaggia sbarrato… incredibile ma vero.

Ps. Auguro per i 60 della Laura Morante e per la finale olimpica di pallavolo. Ogni tanto si sogna “d’oro”. Anche senza camomilla.

Buon ferragosto 2016

15 8 2016 foto Borrelli RomanoDalla tv oramai spenta da ore,  dopo aver visto ed esultato per un ultimo tuffo e con la medaglia di bronzo  al collo di Tania Cagnotto,  spettacolare,  bravissima  e… bellissima (tutti la vorrebbero vicina di casa) si passa ai titoli dei giornali,  prima della pausa di festa. Una serata per altri versi e per molti emozionante,  con la proposta di matrimonio tra  atleti cinesi andata in mondo visione. Chi dice in pasto,  chi che un fatto privato doveva  restare tale,  chi si chiede se a lei sarà   piaciuto e avrà  condiviso,  chi che nel periodo della spettacolrizzazione “a tutti i costi deve per forza di cose esporsi in vetrina” (“è  la vetrinizzazione,  bellezza”) e chi insomma ha sempre da dire e non vive mai  a fondo la magia e la bellezza di un gesto emozionante. Io non ho avuto tempo e non voglio perdermi in dietrologie. Mi è  piaciuto. Punto. De gustibus. Bacino Grande, Le.15 8 2016 foto Birrelli RomanoCosa che non mi piace invece è  la maleducazione gratuita (e qui siamo in Italia,  mare,  piccolissimo pezzo di Salento) di quanti continuano ad occupare,  nonostante i giornali ne parlino quotidianamente,  pezzi di spiaggia libera posizionando ombrelloni,  sedie,  asciugamani,  dalla notte prima o dalle prime luci dell’alba,  abitando nei pressi (questione di centimetri! ) della spiaggia. Per occupare posto e arrivare dopo. Alla faccia di altri.

Negli anni ondate di costruzioni successive hanno contribuito a divorare spiagge e coste e sicuramente ciò  a contribuito a ridurle. E cosi quel tocco di magia che potrebbere essere un surplus per il posto viene a mancare per atteggiamenti,  meglio,  comportamenti non del tutto educati. Piccolezze che diventano grandi perché  infastidiscono alla luce dei continui richiami.  Il profumo è  buono,  l’aria è  salubre,  colori suoni odori non mancano. Il cibo è  buono…. vabbe’.

Cosa che apprezzo è  la natura,  mai avara,  che anche questa mattina ha provveduto a ricolmarmi di doni. Forse potremmo essere un po’ tutti ficaroli. Basta condividere.

Ah,  quest’anno non sono in stazione e racconto da posizione privilegiata. Un augurio a tutt* i lettori del bloga chi ci scriveva su, a chi risponde  e a chi passa da qui per caso. E a tutti gli studenti. E a coloro che sono come Verdone, nel film,   in cerca di viaggio. Buon ferragosto a tutt*.