Portici di carta, la libreria più lunga d’Italia, senza porte e finestre, perché posta lungo i portici di via Roma, circuito di 2 km, a Torino, e manifestazione annuale “ottobrina”, si è appena coclusa. Anche quest’anno, ho garantito la mia presenza e portato a casa un bel libro. Certo, ne avrei presi di piu ma…per ora, va bene così.
Mi spiace sia stato tolto il dizionario gigante da via Garibaldi: un totem, una cabina, per far rivivere, o “rianimare” parole che rischiano l’estinzione. E speriamo di no. È stata, la sua presenza, un punto di riferimento e aggregazione, forse un gioco e catalizzatore di interessi. È stato molto interessante vedere varie generazioni darsi appuntamento li sotto e “sfogliare” parole. In attesa, i più anziani ricordavano il loro primo giorno di scuola, i primi di ottobre, e San Francesco, festa sentita a partecipata, e le “cedole” distribuite da una figura mitica, il segretario della scuola. Con quei fogli di carta, appena usciti da scuola, ci si imbatteva dal primo giornalaio per ritirare gratuitamente i libri di testo. Altri tempi….
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Black Friday
Spira freddo, aria di neve. In giro, per le vie dello shopping torinese, lungo il nastro d’asfalto a forma di L (via Garibaldi e via Roma)si possono “ammirare” lunghe code alle casse, all’interno di alcune catene, mentre all’esterno, occhi e nasi sono piacevolmente incollati alle vetrine per quelle tante promesse sbandierate e importate che fanno tanto” Black Friday”. Chissà perché bisogna sempre importare “feste laiche” da oltre Oceano. Il nero dei libri contabili. Comunque, si sostiene che uno su tre anticipa ad ora, ad oggi, a questo “week” i regali di Natale, risparmiando tempo e probabilmente un 30 per cento. Chissa’. La cosa che stupisce e’ che l’iniziativa cade nella settimana in cui si elargisce un “pacco” per i piu’ poveri. E ce ne sono! Pare siano 5 milioni, assoluti. Quelli relativi, molto di piu’. Basta una spesa imprevistace….Nei pressi del grande fiume, il Po, l’aria è ancora più rigida e l’istinto sarebbe quello di stringersi ancora, all’interno del cappotto, così, da sparire ulteriormente dentro la nebbia. Senza lasciar traccia. Forse ci piace un pochino, quella sensazione di giocare a nascondino. Che ci rende tanto piccini. Anche da grandi. I grandi giornali, invece, rinnovati, Corriere e Repubblica si presentano nelle loro nuove vesti, grafiche e di cronaca. Il primo, riferito alla cronaca cittadina, “scusandosi per il ritardo”. Il secondo, in genere. Correva il 1976…anno della sua nascita. Per entrambi ho ricordi vastissimi legati alla maturita’. Anni dopo, ovviamente. Quante merendine e caffè sacrificate pur di avere “quotidianamente” l’informazione a portata di mano! Altro che cellulare!!
1 Agosto 2017
Luglio è terminato. Agosto” si incammina”. Per qualcuno il termine di luglio è “apice della malinconia estiva”. Per me, giro di pagina del calendario e chiusura del libro; Lucrezia Borgia è stata una bellissima compagnia e interessantissima compagna di viaggio:
treno, mare, città, paesi. Riccioli biondi, trecce, occhi azzurri-verde-mare tutto immaginato, riga dopo riga. Lucrezia… Con lei, come accaduto prima per “Isabella d’Este” (Bellonci) e “Lucrezia e Isabella, due cognate”, (e altri comprati da Paravia a Torino) ho “ripassato” un po’ Roma tra vie e corsi e viali alberati e conosciuta la “grande bellezza” sotto altri aspetti, insieme a città e cittadine ad essa/e connessa/e. La sua lettura mi lascia e ga lasciato ricco di storia e letteratura unite ad una curiosita’ per alcuni soggetti femminili: Barbara Torelli, Veronica Gambaro e Lucia di Narni…Angela Borgia, Giulia Farnese, la Brognina, solo alcune tra le tante proposte nella lettura. La curiosità è enorme… vedro’ di trovare risposte adeguate. Un altro testo mi attende, “I Borgia”. Ora è tempo di “sfogliare” questo nuovo mese, sotto la cappa della quinta ondata di calore dedicata a “lucifero”, sotto ad un fico ed una pagina di nuovi libri da sfogliare.
A Porto Cesareo, Lucrezia… Borgia
Caronte si appresta a rifare il suo ingresso. La sua presenza e’ ancora sulla pelle e brucia. Molto. Al solo nominarlo, si rabbrividisce. La previsioni attestano che senza bussare “sciogliera’” molti, anzi, tutti, a partire da domani. Intanto, il vento di tanto in tanto, soffia. Mare appena mosso, acqua abbastanza fredda, schiamazzi in libertà di una scolaresca, che sfidando la calura del primo pomeriggio non smette mai di tuffarsi dal molo. Ragazzi che dedicano “alla ragazza di Veglie” il tuffo e quello prossimo, “alla Cagnotto”, si intende. Ma per loro, tuffi e richieste, sono solo tanti… buchi nell’acqua: la ragazza di Veglie, biondina, occhi verdi, fisico slanciato, proprio non se li fila. Deve essere proprio interessante pero’ questa “ragazza di Veglie” se viene insignita di così tanti tuffi. Il tutto, naturalmente, avviene all’ombra della Torre.
Di Porto Cesareo. Il mare luccica e sullo sfondo, il paese, Porto Cesareo, che d’estate si trasforma, si dilata, in una Rimini del Salento, al pari di Gallipoli. A quest’ora, la parte di cittadina, sotto i miei occhi, sonnecchia, adagiata sulla spiaggia dei bimbi”all’ombra del solito onnipresente pino che “ombreggia’ e regala frescura, da sempre, ai residenti delle varie “stagioni”. Le panchine che incorniciano la Torre sono gia’ “aggiudicate” giusto premio dei tanti che proprio non riescono a dormire nel pomeriggio: pensionati che giocane a carte, sotto l’occhio non piu vigile e poco elastico di Enrico, solita canottiera, appoggiato alla sua altrettanto eterna e solita bicicletta. Sul manubrio, da parte a parte, sventolano gagliardetti dell’Italia, a ricordo dei tanti Europei e Mondiali che ne hanno segnato la storia. Pantaloncini e viso volto al passato, a ricordo della sua gioventu’ quando gli bastava una chitarra, nei suoi pomeriggi. Di tanto in tanto un colpo di vento accarezza le pagine del mio libro su Lucrezia Borgia… della Bellonci, ultima mia compera presso Paravia. Nello zaino, si fa sempre posto, alle buone letture. E’ un bellissimo libro, e in questo momento, sono arrivato al suo ennesimo matrimonio, con Alfonso di Ferrara. E’ una figura affiscinante, questa di Lucrezia come quella di Isabella d’Este, come tutto il periodo, il Rinascimento, che coinvolge Michelangelo, Pinturicchio, Raffaello, Ariosto… così, tanto per avere sempre in mente la mia, di scolaresca.
Barocco
Una passeggiata per blogger dal sapore molto “gita scolastica”. Ritrovo ieri presso la caffetteria del Polo Reale,
per i saluti, conoscenze, quattro chiacchiere e due pasticcini, in reata’, un bel vassoietto per ciascun blogger o “instagram man” o giornalista della carta stampata seduti ad una delle tante poltroncine bianche intorno ai tavolini . Poi, visita all’interno del Polo Reale, Galleria Sabauda, per le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia, cosi dedito a racimolare opere d’arte contemporanee. Terminate queste, a tempo di record, un “filotto” di Basiliche e Chiese su via Garibaldi, un tempo via Dora Grossa, fulcro della vita cittadina. Il trionfo del Barocco, grazie ai restauri della Compagnia di San Paolo: tra una folla che “struscia” una visita nella Chiesa dei Santi Martiri, con un occhio attento al San Paolo di Federico Zuccari, membro della Compagnia di San Paolo. Una visita presso la Chiesa della Misericordia dove si trova un altro Zuccari, ” La Decollazione di Giovanni Battista”; oltre ad una galleria di dipinti e quadri e tra questi un Don Bosco a ricordare gli inizi del Santo, compagno di don Cafasso. Infine un salto presso la Cappella dei Mercanti dove è visibile “l’Adorazione dei Magi” e un concerto
pronto per l’occasione. Davvero una Piccola Cappella Sistina torinese? Paragone poco…. “sabaudo”, certo e’ che la citta’ e’ tornata a fruire in tutto il suo splendore un pezzo pregiato del Barocco. Il Barocco torna a splendere in un percorso cittadino reso simile ad un museo diffuso tra i luoghi di culto nel cuore della Mole.
25 Aprile 2016
Ascolto e riascolto la voce di Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica. Una, due, tre volte, prima di uscire e lasciarmi la porta di casa alle spalle. Giro consueto come ogni 25 aprile presso ogni angolo del centro dove una lapide e un fiore ricordano chi ha sacrificato la propria vita per la liberta’. Ultmato il giro una breve sosta a casa Gramsci. Su una panchina alcuni militanti attendono mezzogiorno dove e’ previsto l’intervento in suo ricordo e un mazzo di fiori a perenne ricordo. “Odio gli indifferenti”. Questo mi sovviene ogni qual volta penso Gramsci. Nel pomeriggio un po’ di jazz con note “pugliesi”. In piazza Castello un mare di gente ondeggiava
. Esattamente come il “Nostrum”. La “girandola”…un motivo regalato agli spettatori da bravissimi musicisti…e gia’ in piazza Castello si sentono gli sciabordii del mare, i profumi del Salento, i colori che sconfinano tra cielo e mare. In via Garibaldi “sold out” in andata e ritorno
. Non mi intendo molto di jazz ma riesco a focalizzare il momento esatto in cui mi sono detto che avrei potuto dilettarmi nell’ascolto. L’influsso del mare, la spiaggia, un cd, libri ovunque nell’abitacolo di un’auto e un infinito amore, anzi, un amore senza fine. Non era autunno, quando la pioggia bagna gli alberi e li denuda anche, ma primavera quando le ombre si allungano, il gomito luccica e una rotonda si prepara al gran ballo. E un dolce venticello primaverile portava con se nuovi annunci e speranze. Poi, ho cominciato, di tanto in tanto, ad ascoltare jazz, ora un pezzo ora un altro. E a parlarne anche come un intenditore di lunga pezza. E cosi, di tanto in tanto affondo sulla mia poltrona, dopo un buon bagno al profumo di tabacco e talco e mi lascio cullare da quelle note. In serata poi, verso piazza Albarello, punto di incontro per la consueta fiaccolata del 25 aprile. Alcuni raccolgono firme per un Referendum altri parlano di quello appena fatto e molti di quello che verra’.Ad ottobre. Insomna una bella giornata. E che Liberazione.
“Pulisci.I vicini ti guardano”
Qualcuno questa mattina si e’ alzato…con il verso ne’ giusto ne’ sbagliato ma….”inc”….esasperato.
Giustamente. Via Biella, Maria Ausiliatrice, il ponte su corso Regina Margherita, la ex scuola elementare De Amicis e altro ancora tappezzati da fogli bianchi “Pulisci. Ti stiamo guardando”….mentre il lastrico, selciato, marciapiedi tappezzati da…Un tempo si scriveva “Dio ti guarda” , le nonne che si affacciavano alle finestre a richiamare pargoli per l’ora della merenda e belle di altre richiamate al suono di della musica di Jovanotti (“affacciati alla finestra amore mio”) mentre ora lo fanno i vicini…nel giusto e puntuale richiamo alla civilta’.
Per ora questo, mentre mi accingo ad una passeggiata nel mio quartiere.
Dopo aver “sconfinato” per le vie del centro di Torino alcune occasioni per sorridere e riflettere non sono certo mancate. La prima: un signore attempato, squadrato da rughe, segno dei tempi, radi capelli, “ciondolando camminando”, munito di zaino dal cui interno proveniva musica ad alto volume tipo discoteca. Registratore con casse incorporate e musica anni ’70-’80 offerta al grande pubblico dello struscio del sabato pomeriggio: sabato pomeriggio stile Baglioni, “amplificato”. Fabbricante di musica vecchio stile in una societa’ dove molto e’ digitale. Ma il fatto, la notizia, come dicono gli uomini al soldo del giornale sta nella controtendenza: in un mondo dove tutti di isolano con cuffie alle orecchie quell’uomo con zaino sulla groppa “ingloba” e coinvolge la Torino delle vasche. Gratis. Lungo la via, teste che si voltavano, applausi e consensi per l’uomo della musica addosso. Segno dei tempi. E’ L’emozione che prevale sulla funzione. Segno che ci voleva…un giro di “musica”…alternativa. Musica per le orecchie e le corde di tutti. Ma la “sorpresa” non termina qui. Mentre chiacchiero del piu e del meno davanti ad un caffe’ in attesa di un dolce Sida, un cliente sospira:”ma sai che il bancomat mi ha fatto gli auguri prima di prelevare?” “Non ci credo”, rispondo io. ” Si, si, e’ vero…guarda guarda” e mi allunga il suo cellulare.
“Te la passo. Hai blu….?”mentre non gli esce di bocca il resto….Sorrido e rido…mentre penso a quell’uomo dalla musica appesa. Allo zaino.
L’Epifania…tutte le feste si porta via
L’Epifania …quasi tutte le Luci…d’Artista si porta via. Le feste volgono al termine e domani si rientra a scuola. Ma oggi abbiamo ancora tempo per una passeggiata e rileggere le poesie di queste “benedette luci d’artista” prima che si spengano. “Ehi ma ti ricordi dieci anni fa? Torino 2006… Le Olimpiadi…il rosso cinabro, la passione da vivere che…lives here….o lived here. Tu che dici? Le luci le spensero a marzo!” Cosi raccontavano alcuni oggi, nei loro dialoghi post panettoni e cibarie varie che hanno messo alla prova fegato e stomaco. Ma i racconti piu’ interessanti erano in voga in alcune palestre. Bastava, con una scusa qualsiasi, prezzo, costo, orari, per una ipotetica iscrizione, avvicinarsi al bancone ed entrare in una di quelle, (ieri, ma anche oggi), per sentire certi discorsi (cibo, calorie e…)su questi 15 giorni appena trascorsi. Volete appagare la vostra curiosita’? Bhe’ facciamo un’altra volta, ok?
Facciamo solo un passo indietro e “rileggiamo” le parole di Francesco nella giornata di oggi: “L’esperienza dei Magi ci insegna a non vivacchiare ma a cercare il senso delle cose assecondando il cuore”. Occorre mettersi in viaggio. A domanda cosa hai letto, richiesta da lettori blog, rispondo: bhe’, ho preparato…il vecchio programma! Certamente fossi liberissimo parlerei dei Mosaici di Ravenna (vedere foto dei Magi), del significato del termine “compagni” (condividere il pane) ritrovato nel libro di Enzo Bianchi, ancora “Spezzare il pane”, poi, “Mangiare da crisiani” di Massimo Montanari, “Vino e pane” di Ignazio Silone e quel periodo storico, di pane, di vino e del “Cantico dei cantici”, “la persona e il sacro” di Simone Weil…e pagine e pagine esplorate se solo…Ma questo sara’ domani. Oggi c’era ancora un giorno di festa; facile intercettare “cacciatori” di saldi e befane per le strade torinesi a distribuire dolci vari. Belle erano belle, coi loro fazzoletti sul capo e menti allungati. Diciamoci la vetita’: certe ragazze con la “sbessola” non sono male! E poi poverine, a solcare i cieli sulla scopa non e’ che abbiano respirato il meglio del meglio. Questione di naso. Ma certe befane il naso sanno sempre dove ficcarlo.
Code nei negozi aperti e molti a socializzare con tutti ingannando cosi il tempo di attesa. Il Toro e la Juve in testa a tutto e nella testa di molti.I discorsi: “Le giovani vite spezzate delle partorienti (e figli) Giovanna, Marta e Angela mentre doveva essere cronaca e futuro, speranza e gioia. Si puo’ nel 2016 morire di parto?” E ancora il “guano di Roma”, il Giubileo, il referendum abrogativo o confermativo e “dove batte il quorum”, l’intervento del Presidente della Repubblica: “piu’alla Pertini o alla Napolitano?” Da caminetto, lo giuravano e vicino a questo ci va sempre la pipa. Ancora: il prossimo ponte. Beati certi professori che non devono aspettare Pasqua per la prossima fermata: Carnevale fara’ la sua parte. Ultima annotazione. Dopo tante polemiche di inizio periodo natalizio (meglio, Avvento)chiudo con la foto di un Presepe (Basilica Maria Ausiliatrice, Torino).
Saldi. “Fuori tutti” per un “fuori tutto”
“Mercati stressati”, “mercati malati”, “vendite da panico”, “tonfo dei mercati”, “raffreddamento dei mercati”, “ripiego dei listini”, “borse che faticano a risalire”, “mercati che faticano a rimettersi in piedi”, “rimbalzi”, “tempeste”, ” chi va la?” Questo per il “grande mercato”.
Titoli da temi, tg, radiogiornali e giornali. Per i piu’ piccini invece…Da oggi in molti proveranno a “scaldare” le vendite. Al via i saldi. Rito di stagione, occasione di investimento per molti, atto scientifico per altri.
Fin dalle prime ore del mattino non solo a Milano, citta’ che “fa passare” le immagini tv ma anche a Torino uno sciamare per le vie, e negozi, ovviamente, alla ricerca del buon affare. Il tutto dopo aver perlustrato strade e zone torinesi un pochino “ripulite” da alcune gocce piovane. Il tutto ancora dopo aver “zigzagato” tra “mangiatori della strada” con cartocci di castagne comperati in offerta e super scontati e “tappeti” di giubbotti e borse di ogni tipo. Fuori fa freddo. Gelo. Ma le condizioni atmosferiche non hanno fermato e non fermeranno nessuno. “Tutti fuori” per un “fuori tutto”. Saldi. 50, 70 per cento. Gioco a “caccia al saldo”. Dove c’era Benetton, in via Garibaldi, code alle casse gia’ verso le 10.30. Qualche fiocco ha ingannato molti, “nevica, nevica!”, ma al momento, infioccati sono solo i pacchi. Alcuni “cacciatori” di buoni saldi sono usciti da casa di primo mattino muniti di blocco e matita, altri, smartphone alla mano pronti a verificare, pixel impressi, i prezzi di ieri e quelli di oggi. Saranno buoni affari per tutti? Staremo a vedere. Affari imperdibili? Se son rose fioriranno. Dopo l’anticipo del 2 gennaio in 4 regioni ( Basilicata, Campania, Sicilia, Valle d’Aosta) da oggi fino ad inizio marzo “espansione” delle speranze d’affari in tutto il resto d’Italia. Ora noi e loro, tutti pronti. Occasione grande. Per i commercianti, ovviamente. Qualcuno sparge sale. Sulle strade. Altri “spargono” consigli: “fate le fotocopie degli scontrini! Con il tempo la carta potrebbe deteriorarsi e alcune garanzie potrebbero non servire” e ancora “abbiamo guardato fino a ieri, verifichiamo oggi”. Sono consumatori attenti e consapevoli quelli che si muovono e hanno anticipatamente determinato il budget. Duecento-trecento euro. Torino secondo i sondaggi dovrebbe essere la citta’ piemontese dove si spendera’ di piu’. Mai come quest’anno il venduto a saldo sara’ strumento di valutazione economica. Secondo le associazioni dei consumatori (Fismo e Ascom) dall’inizio della crisi economica, quest’anno, le famiglie che aumenteranno la capacita’ di spesa saranno maggiori di quelle che la ridurranno. Turisti i primi in coda e scontrini in linea con quelli di Natale. Code come ogni anno sotto i portici di piazza Statuto da Vestil. “Scusi ma lei cosa vorrebbe comprare in saldo e quanto e’ disposto a spendere?” Domando. ” “Un cappotto color cammello, delle scarpe, un maglione. Un 50 duro in piu’ dell’anno scorso per un tetto massimo di trecento euro”. Queste le risposte piu’ in voga.
23 e 24 Dicembre 2015
Vigilia e antivigilia.23 e 24 dicembre. Tabellone dei treni. Arrivi, partenze, orari, binari. Orologio. Datario.Ultime “battute di caccia al regalo” prima di Natale. Sciamare continuo per le vie torinesi alla ricerca dell’ultimo “regalo” o pensiero. Rosso e poco costoso. Via Garibaldi, Lagrange, Roma con tratto pedonalizzato e luci sulle teste, vie laterali e periferiche, vie cge dal “Borgo delfiume” si distendono verso la prima periferia”: via Livorno con l’Ipercoop e la Bennet nei pressi, Parco Dora e il luogo dove correvo, le vie Borgaro, Stradella, Chiesa della Salute, piazza Stampalia… I molti alla ricerca di un “capo rosso”, ma anche due! Ieri un salto, non “registrato ” qui sopra, sotto l’albero di Natale,
atrio della stazione di Torino Porta Nuova, nell’ultima performance dei “ballerini”
vestiti di bianco muniti di tablet, e trasformatisi in intervistatori:”Scusi che ne pensa dello spazio di Porta Nuova” gestito da artisti come noi , con balli e canti?” Penso, rispondo, che la restituzione dello spazio pubblico “al pubblico” sia un fatto positivo e un’azione democratica. Alla domanda su mie proposte verso gli spazi ancora liberi di Porta Nuova (cosa metterei) rispondo: “vorrei una zona della biblioteca, qui, addetta ai prestiti libri”e una postazione “share-bike” del Comune. Alzo gli occhi al cielo e osservo Porta Nuova in parte restituita: e’ bella nel suo rosso mattone. Mi piace. Mi e’ sempre piaciuta. La ricordo come era in passato. Un pizzico, come una puntura di insetto. L’albero con gli auspici dei torinesi e non oggi lo abbiamo trovato “impresso” come ogni anno sulla carta stampata. Ma non la notizia dell’ultima performance degli artisti e delle interviste. Eppure era notizia questa! Chissa’ come mai… Voi che dite? Peccato per gli auguri dei miei studenti: neanche uno che abbia toccato la sensibilita’ della cronista e abbia meritato la “dignita’ di stampa”. Per me tutti i pensieri dei miei studenti erano invece bellissimi. Per loro la “dignita’ di blog” e della rete.
E poi non era mica una gara la nostra!” Il galoppino” fa il suo lavoro e noi il nostro. Terminato sotto l’atrio della stazione di Porta Nuova il libro di Patrick Modiano (ancora uno) “Perche’ tu non ti perda nel quartiere”. Una mano di Annie, la vigilanza, l’affetto, il bene verso chi incapace (ma non diro’ per quale motivo) di badare a se stesso. Adoro la scrittura di Modiano, premio Nobel per la letteratura nel 2014. Mi piace la descrizione dei suoi personaggi, femminili, nelle sue storie, parigine o francesi che siano. Descritti bene, una penna, a tratti delicati e dolci, capace di farteli amare. Adoro la figura di Annie che… ” come la puntura di un insetto il passato ritorna e ti lascia ancora un po’ di tempo in cui sentire il vuoto di un rumore che piano piano si allontana”. Dalla scalinata della Gran Madre,
Chiesa di Torino, il passato, la nebbia, se sia dei ricordi o quella torinese, non saprei, di certo da quella del cuore, una giacca blu, una frangettina, un minuscolo neo, sulla guancia, occhi scuri e un sorriso avvolgente che cattura, scompare e ricompare, la voce di donna che implora come una bimba”portami ancora ti prego su quella piazza, cuore nel cuore di questa citta’”. Come una puntura di insetto che lascia ancora un po’ di tempo che non esaurisce e ti si appiccica addosso come una seconda pelle. Come sono belli i personaggi femminili di Modiano. Come sono delicate certe punture di insetto che dilatano il tempo aperto ai ricordi. Cosi pensavo questa mattina, 24 dicembre sul sagrato della Gran Madre. Il sacrista, mazzo di chiavi in mano, le muove all’interno del loro cerchio. Le agita affinche’ producano rumore e farti capire con garbo che e’ ora in cui bisogna uscire, scendere i gradini e “sgombrare”. Poca misericordia per quel tempo dilatato da una puntura di insetto che si chiama ricordo. Vabbe’ scendiamo. Il bus e’ fermo. Partira’ fra poco. Non importa. Scelgo il mio posto tra tantissimi liberi. Accuccio anche la puntura di insetto e la cullo. Sono sempre piacevoli le visite di un certo tipo. A sera, i pompieri “aprono” la penultima casella del presepe. I bimbi, affacciati li davanti, sulle spalle dei loro padri e risucchiati dalle nebbie torinesi (e la galaverna?) ricevono in dono dolciumi. Per le strade oramai desertificate si spargono profumi delle piu’ antiche tradizioni culinarie italiane e non solo. “Spezzare il pane” e “Vino e pane”, non solo fue libri o atto matetiale e culturale ma che diventa sacro quando… Gambe sotto i tavoli, gomiti sulle tavole e pance leggermente appoggiate, pronte a dilatarsi da qui a mezzanotte quando per molti sara’ ora della Santa Messa di Mezzanotte.