Sul corso che sta per nascere, (qui, a Torino) con rispettivi controviali, pare di sentire l’ululato degli autosnodati GTT carichi di studenti, impiegati, operai e anziani, pronti ognuno e ciascuno verso le proprie e “tutte direzioni”(Non e’ forse l’eco di un libro?). Sullo stesso nastro d’asfalto, lucido, pedoni assorti nei loro pensieri, carichi di tutto un po’. Sono altre estati e inverni ancora da venire. Il simbolo di Torino, il Toret, invece, sempre presente. Zampilla fresco e fresca, l’acqua. Ma per quelli sara’ il domani. Oggi dalla parte opposta alla rotatoria sbuca un pallone tra ragazzi in attesa.Voci che si parlano addossoe gridano, e si sovrappongono, una sopra l’altra. E’ il tifo che impazza. Un calcio spinto con piu’ forza e il pallone in un attimo e’ terminato la’ dove sara’ corso e la’ dove sbuffavano treni. Un ragazzo, seduto sulla sella di una motoretta, braccia distese sul manubrio, osserva con un fare divertito la partita che si e’ appena consumata tra Marocco e Nigeria all’ombra del bar. All’interno dell’area “lavori in corso, tre scavatrici. Due, con i loro “cucchiai”affondano nella terra come fosse una minestrina.
L’altra, con i suoi denti, e’ pronta a mordere e azzannare il terreno. Un palo sorregge tre lampioni, oggi. Tutto questo nello”scheletro” stradale.Domani pulsera’ sangue nelle arterie cittadine di questo spicchio torinese. Domani, chissa’ i ruffiani. Piu’ su della rotatoria, oggi a dire il vero piu’ polverosa del solito, staziona da diversi anni la pasticceria: da questa, il profumo di caffe’ si spande nell’aria, pronto a farsi strada tra le narici. Ho un libro tra le mani. Desiderio di caffe’. Caffe’e libri, accoppiata vincente: profumano entambi ed entrambi stimolano e ispirano. Entrambi rimandano, ed evocano altri mondi e contrubuiscono ad immaginare e inanellare storie. Stimolano e attivano e proiettano curiosita’ tra le righe. Chissa’ Salgari da questa rotatoria quali mondi avrebbe imnaginato. Oltrepasso la rotatoria. Una voce amica mi chiama.”Allora, hai iniziato?” Mi domanda.”Si”. Rispondo. E continuando: “Mi sono gia’affacciato, rispondo”. E cosi, ridiamo. Ci salutiamo, come ci si puo’ salutare al passaggio di una rotatoria e ripenso al regalo che mi fece qualche anno prima, Don Chisciotte di Cervantes.Cosa mi era rimasto di quel libro, delle pagine, di qualche anno sui banchi di scuola? Una certa forma di resilienza e il valore degli ideali, l’aspirazione al sogno come possibile futura realta’. E certi sogni si sa, si realizzano. “Domani mi riaffaccio”, penso, sorrido e finalmente rido. Ho coltivato il mio giardino e forse da quel “riaffaccio”, potro’ migliorare il mondo (come disse Voltaire). Intanto, “titolo in mano” (di studio), passo all’incasso. E sorrido di gioia. Incontenibile.
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Buonanotte
Fa caldo, qui a Torino. Dove e’ la novita’? Acqua. C’e’ bisogno di acqua. Scendo. I gradini a due a due mi avvicinano la meta. Torino e’ piena di fontane.Di Toret. Ma non e’ solo questo il motivo per cui decido di scendere. Si fa fatica a dormire in queste serate da anticiclone africano. A due passi da qui un supermercato aperto h 24.
Non mi piace molto l’idea, ma e’ un modo per curiosare e raccontare. “Una tantum”. “Mi piacerebbe vedere fuori come va”, mi dico. I pantaloncini, la maglietta e le scarpette e sono fuori. Penso: “Magari un libro, che non mi annoi nel mio non dormire; una lettura con la profondita’ di uno sguardo sul mondo. ” A dire il vero non mi mancano, pero’…Entro. Sliding doors. “Scrocco”o “accumulo” un po’di fresco condizionato h 24. Mi aggiro tra le corsie e i carrelli sembrano tante macchinine. Gente che entra che è già dentro e altra che, buste alla mano, recupera l’uscita: è una ragnatela di vite che si incrociano.
Trasformazioni,
come la tristezza e la solitudine si trasformano in felicità o qualche incontro e la magia di questi le trasforma in amore spalancando porte aperte verso nuove percezioni di se e del mondo.
Senza nascondere il male ma senza mai dimenticare il bene ricevuto e incontrato. Tantissimo. Mai dimenticato. Valorizzato. “Ed è forese questo il vero motivo per cui si dedica uno scritto, una canzone, a lei, o per lei (Vasco Rossi) e forse è per questo che la luna si sfilerebbe ancora i collant per fare l’amore e si resta abbracciati una estate intera, davanti al mare, per vedere un’alba o un tramonto“. E l’effetto che fa. E la luna continua a fare l’amore anche senza calze per una vita intera. La vita è una ragnatela, con i nostri incontri fatti e da fare. Decisioni, destini nei quali “impastarci” oppure no. Souplesse. Tramonti e albe. Bevo. Mi disseto. Porto un libro a casa. La luna è piena. Sarà più dolce la lettura. Sarà miele e latte il risveglio.
Buonanotte.
In tram con papà
Dal tram storico
una panoramica veloce su piazza Statuto
. Con mio padre asserragliato al posto del bigliettaio immagginando, lui, i suoi anni “alla Fiat”. “La vecchina””, luogo di incontro per molti dove si era soliti comprare giornali e biglietti del tram ha lasciato il posto ad altra attivita’ gestita da Federica.
Il tempo corre e scorre velocemente nonostante questo tram verde, nonostante il posto del bigliettaio, nonostante quel 7
stampigliato addosso a questo “bel carrozzone” del tempo andato. Mi manca il carrozzone e la sua musica, la sua voce, il suo incedere a volte lento altre veloce altre ancora a strappi. Comunque sia e’ da un anno che non ne ravviva il passaggio.Come che sia la vecchina non ha staccato il dovuto biglietto, Federica e’ al suo posto e con garbo e gentilezza accoglie quanti chiedono informazioni sui prodotti esposti nel duo chiosco per la felicita’e la gioia di tanti bambino. Opto per un caffè sperando di trovare un tramonto in una tazza
. L’insegna sostiene che qui “creano emozioni” e le racchiudono in una tazzina. Nel loro fondo, in fonfo, una poesia. L’arte della parola. La bellezza della parola nel suo cuore. Uno spazio temporale della durata di un battito di ciglia, una mescolata di zucchero lunga 140 caratteri, il tempo di un pensiero. Da blog. Da piazza a piazza. “Basta poco per ritagliarsi un momento di poesia nella giornata. Alzo gli occhi al cielo, lo stesso cielo. Calpesto la stessa terra. E mentre le due mani intrecciate spariscono all’orizzonte in me rimane un retrogusto dolce, di qualcosa che fu, di tutto l’amore divorato, mai assaporato, ….” Non solo Sunday Poets. Life poets. Basta poco per pensare, fare, ricordare una poesia in una tazza, in una tazzina. Sorseggio comunque il mio caffe’, lentamente, sognando in questo cantuccio altri e dolci cantucci.” Scorro”velocemente il tutto, qui dentro, con gli occhi. Un tempo, recente, c’erano postazioni pc ad ogni tavolino. Domando e rispondono, i baristi, che presto i pc torneranno al loro posto. Ottimo luogo per sorseggiare un caffe, fare colazione e per giornalisti di cronaca cittadina costretti a scrivere il pezzo sulla nostra citta’. Poi, riprendo la camminata verso il centro. Prendo stradine con palazzi antichi affacciati su quelle. Dalle finestre giungono voci affaccendate nel far prendere aria a stanze ed oggetti, coperti e ben curati tenuti a debita distanza da intemperie. Di casa in casa immaggino il cuore antico di Torino, salotti oggetti librerie e libri di ogni fattezza, stanza e corridoi che finalmente mi aprono le porte alla piazza. Quella reale. Piazza San Carlo,
la fontana (bevo, al Toret. Uno degli 859 toret in giro per la città. Ah, “I love toret”)
, la stazione,( Porta Nuova), il pianoforte, chi lo suona, chi osserva solo e gente che ascolta certe note di certe notti
. Un giro da Feltrinelli e qualche libro da comprare. E’ sempre bello notare quanta gente trolley alla mano, “annusa” in continuazione libri per una buona compagnia tra Tortona, Stradella, Fidenza e Falconara. Verso il mare…”Te lo ricordi il mare, vero?” Il mare delle Torrette ha avuto sempre un suo fascino intellettuale. Poi, il rientro e un libro come buona compagnia e bei sogni in tasca… Ho sognato tanto. Tantissimo. In 2 o 3 vite. Fa freddo. Ma non troppo. I colori sono comunque un nuovo annuncio. Gli alberi ancora scuri si riempiono di nuovi colori ed emanano nuovi profumi. Il tram rientra. Mio padre felice pensa a come oggi le giornate di lavoro siano più corte delle sue. “Il tram ha fatto in fretta”, considerando solo il tempo del nostro gironzolare “nella storia”. Peccato mancasse tutto il resto. Prendo il libro, i cioccolatini e comincio a sfogliare
. La carta non gira, il ricordo e il suo, quelli si:”il carrozzone… “. La musica gira, continua, il carrozzone porta via. Nuovi giri. Aprile è il mese della poesia.
Toret
Temperature da Polo Nord. Il freddo e il gelo sono arrivati. Adotta un toret, titolava il quotidiano cittadino alcuni giorni or sono……….simbolicamente. Ne ho osservato uno dei tanti in giro per Torino……l’acqua limpida, fresca, trasparente, un po’ come si vorrebbero i rapporti umani…E purtroppo non sempre lo sono. Un toret alla base del “Calendario dell’Avvento” in piazza Castello. Un ‘altra casella andata. Manuale dell’Abbagnano tra le mani, evidenziatore, matita e blocco. Filosofia che integra, penetra. Tanti modi di filosofare. Dalla parte opposta, un’altra piazza. Piazza Statuto. Sullo sfondo la Mole. Senza piu’ il collare. E’ un’altra mole. Un tempo via Garibaldi che congiungeva le due piazze torinesi era attraversata dai tram, e sembrava larghissima. Da anni è pedonale e sembra ristretta. Molti negozi non esistono piu’ e al loro posto telefonini, e altre “diavolerie” contemporanee. Questioni di vedute. I modi di “fare” filosofia sono tanti. Da una parte, corso Francia. Dall’altra, piazza Vittorio. Questioni di apparenze. Come sovente i rapporti. Aria di neve. Un po’ di vento spazza via alcune foglie. I pensieri, quelli no. La temperatura è scesa. Meno cinque. Meno sei. Affermano i negozianti. E’ il calo dei consumi. Probabilmente di piu’. Con l’Imu alle porte, il freddo entra meglio…in casa.
Piazza Castello con toret, e piazza Statuto. Foto