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Con la Fiom e Landini.

Prima di ogni cosa, un ricordo ad Haiti e al suo popolo. Un anno dopo.

Grande e partecipata fiaccolata lungo via Garibaldi, direzione Piazza Castello a Torino.

Alle ore 18, un grande corteo, formato da operaie, operai, pensionati, studenti, e quanti credono che un referendum siffatto non va bene. E neanche quell’accordo. Così come non va bene che “enormi risorse siano evaporate nei grandi circuiti finanziari, delocalizzate“, mi dice Marco Revelli.

E proprio con Marco ho l’appuntamento per recarmi alla fiaccolata. Con me una copia de “il Manifesto” di oggi, che riporta l’articolo in prima pagina, “La costituente Fiat” e il suo libro, che mi accompagna ormai da diversi giorni, “Poveri, noi” (Edizione Einaudi).

Si, Marco ha ragione, con quanto afferma sulle colonne de Il Manifesto, e tutti noi,gente da “sotto  i mille euro al mese” ormai lo abbiamo notato: quanta crisi in questa città, dove compaiono come funghi cartelli con su scritto “compro oro”; una città dove sono in forte aumento i pignoramenti di alloggi; una città dove il 35%-40% dei metalmeccanici devono far ricorso alla cessione del quinto dello stipendio per far fronte a pagamenti in sospeso.

Non so quanti di coloro che erano alla manifestazione oggi si trovassero nelle condizioni citate sopra. Le uniche cose certe erano il grande entusiasmo e la voglia di dire no a quelle condizioni, ( che “a qualcuno piace porle per  vincere facile”). Sarà dura, come affermano in Val di Susa. Eravamo tanti, tantissimi. La Fiom, la federazione della sinistra, sinistra critica, Ferrando e Turigliatto, Vendola, tutti gli amici di Rifondazione.

A qualcuno col maglioncino blu piace “Vincere facile”, troppo facile in una città, in una società che galleggia, o boccheggia  “su uno strato sociale allo stremo“; Si, si galleggia su una città, una regione, dove si parla di “bonus-pannolini” e nello stesso tempo mi dicono ci siano ancora delle difficoltà per le borse di studio. Vincere facile. Chi, vince facile?  Per uno che ha percepito un compenso di 4 milioni e 782 mila euro, pari a 435 volte il reddito di un suo dipendente di Pomigliano, cifra comprendente il “bonus che la Fiat ha deciso di attribuirgli per il 2009, mentre l’attività svolta dal manager italo-canadese negli Stati Uniti per Chryser è stata forntia a titolo gratuito” (così ci ricorda il libro di Marco Revelli, capitolo quinto, Ambivalenze, pag. 107, rifacendosi a Gad Lerner in un editoriale di qualche mese fa).

Un accordo sulla pelle di chi? “E’ stato calcolato che nel 2006 meno di due operai non specializzati ogni cento percepissero un guadagno netto mensile superiore ai 1500 euro, e solo un 5% si collocasse tra i 1300 e i 1500 euro. Il 73% strava tra gli 800 e i 1300 e il restante 20% non raggiungeva gli 800 euro. In sintesi 14 milioni di italiani guadagnano meno di 1300 euro mensili; piu di 7 milioni non raggiungono i 1000 euro; lavoratori piccole imprese, 866 euro al mese; immigrati extra UE 856 euro; giovani, 854 euro” (dal capitolo terzo, Progredire declinando, Poveri, noi, Marco Revelli). La classe operaia, proprio, non va in Paradiso.

Lungo il percorso, molti visi conosciuti e tanti altri sconosciuti, e anche se non ci si conosceva, qualche cosa ci univa, ci faceva sentire dentro, interni alla solidarietà di un tempo, quella che oggi l’individualismo sfrenato ha cancellato. Qualcosa di bello e indescrivibile, questa fiaccolata. Peccato per quanti non erano presenti. Una camminata lungo via Garibaldi. Fino all’apoteosi, con Landini.

Ha ragione Landini. Un voto per non votare mai piu’. Ma come fanno a non rendersi conto gli altri sindacati? Un voto per tornare indietro, di cento anni. Alla faccia di chi sostiene che difendere le conquiste è “vecchio”. Ha ragione Landini: perchè la Merkel ha detto no al piano Marchionne? Perchè Marchionne “non scopre le sue carte”? Perchè questo Governo non ha preso posizione? Perchè non si pensa ad un’industria dell’auto, altra? Perchè la testa pensante rimane negli Usa e qui, a Mirafiori, la “manovalanza”? Chi li compera questi Suv? Dove andranno a finire questi Suv? Un’ultima cosa, a chi propone la firma, tecnica. Chi si recherà alle consultazioni si accollerà una responsabilità anche per gli altri, anche per chi non è metalmeccanico, anche per chi lavora nel pubblico impiego, per esempio e continua a dire: “lasciate che succeda, non è colpa mia”,oppure, “tanto non mi interessa”.
“Si, anche noi vogliamo la firma tecnica, sul blocchetto degli assegni di Marchionne”.

Landini, non ti lasceremo mai solo. Come la Fiom. Con la Fiom nel cuore.

Un saluto a Simone, Barbara, Massimo, amiche e amici incontrati in tantissime altre occasioni, nei viaggi e in altre mille occasioni. Quando le radici chiamano.

“Nessun dorma”.