E così, gettando lo sguardo su numerosi balconi e tarrazze della nostra città Torino, si scopre che lentamente, le luminarie, “babbo natale all’assalto” e stelle di ogni forma, lentamente riprendono il loro posto: richiuse delicatamente nelle loro cassette ad occupare il solito posto per i prossimi undici mesi. La città “pullula”, gente che sciama, occhi puntati e attaccati alle vetrine, per i saldi, per l’occasione migliore. Ultime ore per riappropriarsi del proprio tempo. Una corsa in tram, il 7, immagianando di vivere la Torino anni ’70. “Salire sul predellino per prenotare la fermata”, immaginare il bigliettaio con il pollice “ricoperto” per “pescare” meglio i biglietti e provare a immaginare, come una volta, “una città al lavoro per tutti”, con le sue fabbriche, i suoi operai, l’odore del pane fresco e dei cornetti caldi, davanti a Lingotto, che non potevi vedere, dietro quella recinzione, la sua pista, il ronzio dell’elicottero, la collina e il Cto dall’altra parte. E poi, ancora Mirafiori, i giornali freschi, La Stampa, i volantini di partito, talvolta un giovane Fassino, ora sindaco della nostra città…le 127, le 128, le cinquecento, le 850, questi tram, che scorazzavano verso lo Stadio Comunale, il Toro che vince lo scudetto…provare a ricordarla, così. Lasciare il tram e prendere la bicicletta e scoprire una Torino ugualmente bella, rifatta. Diversa. Negozie che ora non ci sono più. Come il negozio di trenini, in via Pietro Micca, che ora ha reso triste la Befana e tantissimi bambini, perchè al posto del negozio di giocattoli, si trova altro. (Paissa). Negozio di scarpe, in piazza Carlo Felice, ora diventato panetteria; caffetteria in via Garibaldi, ora….Provare a scoprire o trovare e ritrovare storie che hanno lasciato il segno, come in questi giorni, la storia “in attesa” di Diego e Marilisa. Provare a rileggere alcuni desideri e speranze riposte sull’albero posizionato nell’atrio di Porta Nuova. (“l’anno prossimo, pero’, rivogliamo il caro e vecchio albero”). E ricordare come Astin 813 vorrebbe un fidanzato per il 2014, Valentina che chiede e vorrebbe la gioia di rimanere incinta e diventare finalmente mamma, a chi, nonostante Natale sia passato, chiede alla Befana, insieme a tanti dolci chiede un po’ di stabilità e creare un futuro insieme come Paolo e Federica da Livorno, a chi come zia Marina comunica a Babbo Natale che puo’ portarle cosa vuole, tanto “per quest’anno è già felicissima”, firmato zia Marina, a chi chiede che “l’anno prossimo facciamo le feste tutti insieme Torino-Milano-Brindisi, tutti insieme, a metà strada” (bella iniziativa, speriamo solo che questa metà strada non sia ancora causata dalla crisi economica), a chi saluta Karim, “ciao Karim, saluta tutti gli angioletti, Ti vogliamo bene e ci manchi tantissimo. Buon Natale, tesoro”, con un cuore con le ali disegnato; a chi come Simone chiede una cosa che non ha mai avuto “nell’affrontare qualsiasi cosa nella vita, la pazienza”; a chi dice a Babbo Natale che non vuole niente “perchè il regalo più bello della mia vita è già arrivato mesi fa, si chiama Anna, l’amore della vita”; ad Annarita, che ha un due richieste, e una promessa, una per se stessa e una per le persone “disperate”, affinchè possano avere un po’ di serenità ” Ora che ci siamo ritrovati farò di tutto per ridargli l’amore e la felicità che gli è stato tolto in passato, nel cuore e nell’anima”; a chi come Camilla e Sabrina chiedono invece a Babbo Natale di riprendersi il dono dell’anno scorso, chiesto per Maria loro amica del cuore, il Signor Effe, “l’anno scorso il tuo regalo è stato un flop. Riprenditi il signor Effe. Le ha portato solo nervosismo…a lei, ma anche a noi. Portale invece un vero principe che le regali gioia e allegria. Babbo Natale sei la nostra ultima speranza”. E infine chi “vorrebbe stare insieme, uscire per ragionare. Firmato, “il cervello.” Esami da superare, di ogni tipo, salute, amore, soldi. E forse, per ricordare alcuni politici nelle loro abbuffate, qualche ricevuta fiscale “corposa”. Ma anche il numero dei commensali, a dire il vero. E poi, biglietti ferroviari dall’Italia intera….
Insomma, Passion LIVES here. A Torino.