Nuovi negozi per Torino

DSC00016DSC00027Osservando attentamente la nostra città, dal’alto del tram verde, il 7, si possono ritrovare tantissimi posti interessanti e molto cari ai torinesi. Angoli della nostra città che credavamo in un verso, e, senza accorgercene, lo hanno mutato.  Per molti di quelli, pero’, per ritrovarli esattamente come erano, occorrerà frugare tra le pieghe della memoria. E fare uno sforzo immenso. Lungo il tragitto, si intravedono luoghi, un tempo adibiti al lavoro e ora, trasformati  in altri tempi. Il lavoratore “sfrattato” ha sfilato  la tuta blu, lasciando  il posto a semplici consumatori.  Negozi trasformati e vetrine che non espongono più gli oggetti di un tempo.  Al posto del vecchio e caro negozio di gocattoli, ora si trova Paissa. Povera Befana, sprovvista dei famosi trenini corredati da scambi, motrici, vagoncini  rotaie e tutto il resto utile per immaginare lunghissimi viaggi in pomeriggi interminabili. Poveri bambini, che hanno lasciato sul posto lacrime trasformate in pozzanghere. Tutti a pulire il famoso camino, aspettando il trenino,  la macchina, il peluche e invece…Scendendo dal tram storico,  e percorrendo a piedi alcune vie, direzione stazione  Porta Nuova,  quasi raggiunto l’hotel Roma, si  ha la possibilità di incrociare  un altro mutamento del tempo: “Pane, Pizze, Focacce” sono ora in bella vista, dove un tempo si esibivano “in punta di piedi ” tantissime paia di scarpe.  L’elenco dei mutamenti potrebbe continuare, un po’ come il nuovo concetto di lavoro. In continuo aggiornamento.  Nel giardino antistante la stazione ferroviaria, un orologio in fiori ha smesso di segnare le ore, o, semplicemente,  è assente da anni, e mai più si è provveduto a trovare un valido sostituto.  Personalmente, mi piacerebbe riaverlo per poter verificare  l’ora e lo stato del mio orologio. E’ cosi’  anchele per le vecchie care bilance, azzurre,  sotto i portici della stazione, Un ricordo, invece, ma senza rimpianti, la cooperativa e i suoi lavoratori col berrettino rosso, dove, con poche monete, qualcuno lustrava le scarpe. Vecchi lavori.  Il vecchio capolinea del 51, in via Sacchi, non esiste da un pezzo. Anche di quello, si sono perse le tracce. Ma, a dire il vero, siamo sulla buona strada, con poche tracce anche oggi.  Qua e là qualche pezzo di rotaia ricorda il passaggio del tram. Ora, spesso, ci si attacca, al tram.  Questo pezzo di città, a molti ricorda Roma, zona stazione. Sarà. Forse perchè le città vicino le stazioni, hanno quasi tutte lo stesso aspetto. Un po’ nostalgico, un po’ malinconico. Alcune insegne M rosse, come “passion lives here” troneggiano nella bellissima piazza, Carlo Felice; molte biciclette gialle stazionano, pronte all’uso, come in tantissime aree della nostra città. Questa si che è una bella apertura europea. Alcune  sponsorizzano il panettone Galup,  e rendono in tal modo  piu dolce e piacevole la pedalata nella nostra città, alla scoperta di luoghi e negozi che mutano. Senza renderti conto.

Intanto la campanella della scuola ha ripreso a suonare. Ci ritroviamo ancora una volta “ingessati a scuola” e al penultimo posto dei Paesi Ocse sulla spera pubblica per istruzione. Diecimila immatricolati in meno all’Università e una buona dispersione scolastica.  Che fare?