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Vacanze (natalizie) Romane

20191227_163432Roma è  per sempre. Vacanze Romane al confine tra studio  e relax. Arte, storia, giubileo, acquedotto, Costantono, Terme, diDiocleziano, Tito, Traiano, i Raffaello ed i varii Caravaggio, le opere del Bernini, Borromini, le tele delCaravaggio e le opere del Bramante. La prima cosa da fare, per me, oggi, è  ragggiungere il Parco degli Acquedotti e vedere che effetto che fa, tra  clima estivo e quello invernale, il colore, il sole al tramonto, immaginando questa grande bellezza spaziandola lungo il corso dei secoli. I colli romani, quando si fa sera, sono bellissimi, illuminati, tantissimi piccoli presepi. Tra Subaugusta e Cinecitta lo sciamare delle persone è  davvero incredibile, eppure, il centro è  parecchio lontano, da qui. I locali, i bar, le pizzerie al taglio brillano di clienti. Profumi e sapori di qualcosa di lontano e vicino nel tempo. Anche io, allargando lo sguardo oltre Cinecittà, Anagnina, scorgo Tor Vergata, e sento un profumo, quello di un Master, ottenuto un paio di anni fa, con le partenze, gliarrivi, lo studio, i compiti, le fatiche e le gioie. Mi infilo nella metro e non appena sento “prossima fermata San Giovanni”, scendo. Un colpo d’occhio ai ricordi delle manifestazioni, dei tempi andati, di quelle per la pace, con le bandiere arcobaleno e magliette dei “Not in my name”, le piu belle, forse, con gruppi diventati amici in treno e lungo via Merulana, poi quelle sindacali, politiche, dei vari Giubileo e dei capodanni, in particolar modo quello del 2000 a piazza del Popolo, del Coin, lelle rotaie di tram lucide e colorate per  le buone feste e pagine e pagine di Pasolini. Spengo i ricordi ed entro in questa bellissima Basilica, osservo la porta Santa, la varco,  entro,   spengo il caos della capitale e mi chiudo molto alle spalle.  Bonifacio VIII rappresentato da un Giotto indice il primo Giubileo, nel 1300, mi perdo nella storia. Faccio silenzio, mi raccolgo…

Macchina da scrivere

Torino Porta Nuova. Stazione metro. Pannelli dei ricordi…26 1 2016.foto Romano Borrelli.Porta Nuova TorinoSe il telefono a disco, fisso e aggrappato al muro mi ha ricordato cosa,  o meglio, colei che difficilmente  non scordero’, zia Mariuccia, la macchina da scrivere, invece,  sul pannello di Porta Nuova, a Torino,  e’ stata, vedendola,  un fiume in piena di ricordi. Meglio: una messe di ricordi: ecco allora  il film ed il flah della mitica “Taglia”, la prof.di (“dattilo”) con i suoi urli rituali : “dovete coprire le tastiere! 3 errori un voto in meno!”…Si partiva dal voto dieci, ma, velocemente, colpiti dall’ansia, si poteva arrivare a…quattro. E poi i rulli, i tabulatori, il nastro da cambiare, i libri sotto le ascelle per imparare a scrivere con la schiena dritta, la “coperta” (un foglio bianco) alla tastiera e la testa girata a destra sul libro a spirale con una musica di sottofondo che, ragazzi miei, tasti di macchine da scrivere lanciati  a grandi velocita’ di battuta, per 29 o 30 ragazz* moltiplicando per tutti quei tasti, la classe diveniva un ippodromo o la pista di Monza con F1 ai blocchi di partenza!!!Che tempi!! Dattilografia, stenografia, e calligrafia (quest’ultima, da poco  abolita), chiudevano, (ancora per poco), la fila delle materie nella pagelle. Ottimi voti da accarezzare il sogno di una scuola di “oratoria” a Roma, per stenografo parlamentare. Che …Cima”!!!Da li a qualche anno, una staffetta generazionale avrebbe mandato quelle materie in pensione,  immettendo nel mercato del sapere, “trattamento testi ed elaborazione dati”, meglio definite, classi di concorso 075-076. Vogliamo parlare poi dei pc di quel periodo? Si ma…un’altra volta, talmente erano grandi e ingombranti che un’aula non era affatto sufficiente!!! No, no, meglio evitare. Col tempo, la macchina da scrivere non e’ stata un oggetto di culto o soprammobile, ma ha continuato a svolgere il suo onesto lavoro:  e’ stata strumento utile per i “curriculum” da inviare…”a pacchi”, come diceva la nipote di zia Mariuccia a sua figlia che poi era quella mia lei. Ma nei ricordi di quegli anni dei curriculum “da spedire a pacchi” ci collocavamo esattamente  a ridosso della famosa notte che avrebbe detto addio al Millennio: 31 dicembre 1999.  Era l’anno in cui,  per molti,  i bancomat avrebbero potuto dare forfait.  Tutto invece ando’ come doveva andare, i bancomat vomitarono ancora  lire mentre i curriculum non vennero spediti a pacchi. Il nuovo Millennio, io e la lei,  lo salutammo, sfaccendati, o quasi, a Roma,  intenti ad ascoltare Ligabue a Piazza del Popolo. Poi arrivo’ il tempo della fantasia al potere, le parole presero il sopravvento e si cominciarono ad impastare ricordi e fantasia. Il blog sostitui penna e diario, la scrittura comincio’ il suo “corso” e l’imperativo divenne provare a seguirli con profitto e impegno; piazza Castello divenne una tastiera e una L28 inizio’ ad ispirarmi in questo nuovo lavoro. Purtroppo non feci mai quel corso di oratoria “stenografica” a Roma per diventare “stenografo parlamentare” ma rifeci numerose volte Via del Corso dopo il concerto di Ligabue…e i tasti della memoria continuamente battono e scrivono i loro ricordi. Oggi che  dalla stenografia, o con la stenografia, si sono raccolte in un libro 600 domande di giornalisti appartenenti a nazionalita’ diverse, a Papa Francesco: “Risponde Papa Francesco”, a cura di Giovanni Maria Vian, Editore Marsilio.  Con un po’ di amarezza ho pensato: qualche risposta avrei potuto stenografarla io. Che …”Cima”!