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Macchina da scrivere

Torino Porta Nuova. Stazione metro. Pannelli dei ricordi…26 1 2016.foto Romano Borrelli.Porta Nuova TorinoSe il telefono a disco, fisso e aggrappato al muro mi ha ricordato cosa,  o meglio, colei che difficilmente  non scordero’, zia Mariuccia, la macchina da scrivere, invece,  sul pannello di Porta Nuova, a Torino,  e’ stata, vedendola,  un fiume in piena di ricordi. Meglio: una messe di ricordi: ecco allora  il film ed il flah della mitica “Taglia”, la prof.di (“dattilo”) con i suoi urli rituali : “dovete coprire le tastiere! 3 errori un voto in meno!”…Si partiva dal voto dieci, ma, velocemente, colpiti dall’ansia, si poteva arrivare a…quattro. E poi i rulli, i tabulatori, il nastro da cambiare, i libri sotto le ascelle per imparare a scrivere con la schiena dritta, la “coperta” (un foglio bianco) alla tastiera e la testa girata a destra sul libro a spirale con una musica di sottofondo che, ragazzi miei, tasti di macchine da scrivere lanciati  a grandi velocita’ di battuta, per 29 o 30 ragazz* moltiplicando per tutti quei tasti, la classe diveniva un ippodromo o la pista di Monza con F1 ai blocchi di partenza!!!Che tempi!! Dattilografia, stenografia, e calligrafia (quest’ultima, da poco  abolita), chiudevano, (ancora per poco), la fila delle materie nella pagelle. Ottimi voti da accarezzare il sogno di una scuola di “oratoria” a Roma, per stenografo parlamentare. Che …Cima”!!!Da li a qualche anno, una staffetta generazionale avrebbe mandato quelle materie in pensione,  immettendo nel mercato del sapere, “trattamento testi ed elaborazione dati”, meglio definite, classi di concorso 075-076. Vogliamo parlare poi dei pc di quel periodo? Si ma…un’altra volta, talmente erano grandi e ingombranti che un’aula non era affatto sufficiente!!! No, no, meglio evitare. Col tempo, la macchina da scrivere non e’ stata un oggetto di culto o soprammobile, ma ha continuato a svolgere il suo onesto lavoro:  e’ stata strumento utile per i “curriculum” da inviare…”a pacchi”, come diceva la nipote di zia Mariuccia a sua figlia che poi era quella mia lei. Ma nei ricordi di quegli anni dei curriculum “da spedire a pacchi” ci collocavamo esattamente  a ridosso della famosa notte che avrebbe detto addio al Millennio: 31 dicembre 1999.  Era l’anno in cui,  per molti,  i bancomat avrebbero potuto dare forfait.  Tutto invece ando’ come doveva andare, i bancomat vomitarono ancora  lire mentre i curriculum non vennero spediti a pacchi. Il nuovo Millennio, io e la lei,  lo salutammo, sfaccendati, o quasi, a Roma,  intenti ad ascoltare Ligabue a Piazza del Popolo. Poi arrivo’ il tempo della fantasia al potere, le parole presero il sopravvento e si cominciarono ad impastare ricordi e fantasia. Il blog sostitui penna e diario, la scrittura comincio’ il suo “corso” e l’imperativo divenne provare a seguirli con profitto e impegno; piazza Castello divenne una tastiera e una L28 inizio’ ad ispirarmi in questo nuovo lavoro. Purtroppo non feci mai quel corso di oratoria “stenografica” a Roma per diventare “stenografo parlamentare” ma rifeci numerose volte Via del Corso dopo il concerto di Ligabue…e i tasti della memoria continuamente battono e scrivono i loro ricordi. Oggi che  dalla stenografia, o con la stenografia, si sono raccolte in un libro 600 domande di giornalisti appartenenti a nazionalita’ diverse, a Papa Francesco: “Risponde Papa Francesco”, a cura di Giovanni Maria Vian, Editore Marsilio.  Con un po’ di amarezza ho pensato: qualche risposta avrei potuto stenografarla io. Che …”Cima”!