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Vacanze (natalizie) Romane

20191227_163432Roma è  per sempre. Vacanze Romane al confine tra studio  e relax. Arte, storia, giubileo, acquedotto, Costantono, Terme, diDiocleziano, Tito, Traiano, i Raffaello ed i varii Caravaggio, le opere del Bernini, Borromini, le tele delCaravaggio e le opere del Bramante. La prima cosa da fare, per me, oggi, è  ragggiungere il Parco degli Acquedotti e vedere che effetto che fa, tra  clima estivo e quello invernale, il colore, il sole al tramonto, immaginando questa grande bellezza spaziandola lungo il corso dei secoli. I colli romani, quando si fa sera, sono bellissimi, illuminati, tantissimi piccoli presepi. Tra Subaugusta e Cinecitta lo sciamare delle persone è  davvero incredibile, eppure, il centro è  parecchio lontano, da qui. I locali, i bar, le pizzerie al taglio brillano di clienti. Profumi e sapori di qualcosa di lontano e vicino nel tempo. Anche io, allargando lo sguardo oltre Cinecittà, Anagnina, scorgo Tor Vergata, e sento un profumo, quello di un Master, ottenuto un paio di anni fa, con le partenze, gliarrivi, lo studio, i compiti, le fatiche e le gioie. Mi infilo nella metro e non appena sento “prossima fermata San Giovanni”, scendo. Un colpo d’occhio ai ricordi delle manifestazioni, dei tempi andati, di quelle per la pace, con le bandiere arcobaleno e magliette dei “Not in my name”, le piu belle, forse, con gruppi diventati amici in treno e lungo via Merulana, poi quelle sindacali, politiche, dei vari Giubileo e dei capodanni, in particolar modo quello del 2000 a piazza del Popolo, del Coin, lelle rotaie di tram lucide e colorate per  le buone feste e pagine e pagine di Pasolini. Spengo i ricordi ed entro in questa bellissima Basilica, osservo la porta Santa, la varco,  entro,   spengo il caos della capitale e mi chiudo molto alle spalle.  Bonifacio VIII rappresentato da un Giotto indice il primo Giubileo, nel 1300, mi perdo nella storia. Faccio silenzio, mi raccolgo…

Musei Vaticani

Roma, h.7.45, metro, direzione Battistini. Fermata: Cipro, Musei Vaticani.

H.8.00 Musei Vaticani. Pensavo di essere uno dei primi, questa mattina, alle 8, e invece…E invece è  successo che non soltanto in molti, avevano fatto lo stesso mio ragionamento, e quindi, in coda per accedere ai Musei Vaticani eravamo davvero TANTISSIMI, ma, sulla corsia di destra eravamo ripetutamente sorpassati da chi la prenotazione l’aveva fatta su… internet! Sembrava di essere sull’autostrada, io, una piccola panda superato da altre cilindrate. Per fortuna avevo portato da leggere, non uno, ma due quotidiani, cosi, tanto per…Nel frattempo, intorno, si creava un bazar ad itinere: c’era chi cercava di vendere di tutto: acqua gelata a due euro, biglietti supera code, biglietti senza supera coda, guide di Roma, biglietti di ogni tipo,  barzellette per intrattenere…Poi, qualche poliziotto o vigile ripristinava lo status quo. Ma erano solo momenti. La fila era lunghissima e controllare tutto è  davvero non facile. Sulla destra intanto correvano quelli col “telepass”. E non uno, ma…altre folle oceaniche muniti di lascia pasdare stampato. Beati loro, ho pensato. Come che sia, raggiungo il portone d’ingresso dei  musei alle 9 e 15. Biglietto, audioguida e pinacoteca il primo obiettivo. Si, d’accordo, c’ero già stato, ma, come si fa a non tornare, magari esigendo da se stessi più attenzione, magari muniti di penna e blocchetto? E poi, l’arte, davvero non ha prezzo. Perché così mi sono palesato questa volta, munito di tutto punto. Giotto, e il trittico, Perugino, Raffaello, Caravaggio…e giu con appunti. Alle 12, come da scuola, intervallo, un caffè,  veloce, ecologico (presumo bicchiere di carta paletta riciclabili, e allo stesso tempo, un pochino “amaro”: si, un euro e 20 mi è  sembrato davvero…ripeto, l’arte non ha prezzo, ma questo, con l’arte poco ha a che fare!). Restiamo in tema, dopo il caffè   andato “di traverso” via verso tutte le altre bellezze qui presenti per approdare poi alle stanze di Raffaello, le stanze dei Borgia con i capolavori del Pinturicchio, il pittore appunto dei  Borgia, (queste mi erano “scappate” nelle altre visite, eppure avevo interesse a vedere la ragazza dalle sembianze di Lucrezia Borgia e la Madonna col viso, si dice, di Giulia Farnese, e ovviamente, Alessandro VI Borgia e suo figlio Cesare) e la stanza della segnatura di Raffaello, la Cappella Sistina. E qui si è  concluso il secondo tempo della visita. Meraviglia delle meraviglie. Trovato un posticino dove sedermi lo difendo con tutto me stesso per un’ora circa. Le figure rappresentate sulla parete dal grande Michelangelo nel suo Giudizio  sono 300 e per osservarle e studiarla davvero tutte occorre del tempo, tanto…Per trovare tempo?Bhe, qui si che si potrebbe lavorare…

Musei Vaticani (Pinacoteca)

20190730_164659A Roma fa caldo, ma non eccessivamente. Si vocifera che il merito sia stato di una pioggia dei giorni scorsi, ed è  meglio così, perché  anche con questa fortuna il caldo, a me,  pare davvero eccessivo. In piazza della Repubblica noto con felicita che davvero la stazione metro è  stata ripristinata e riaperta al pubblico. Mi munisco di un biglietto metro 24 h, scale metro, metro e mi lascio condurre fino a Cipro Musei Vaticani, cominciando la visita dalla Pinacoteca. Giotto (“Trittico Stefaneschi”), Cola dell’Amatrice con  “Assunzione della Vergine”  e Perugino, “Madonna dei Decemviri”, Pinturicchio con “la Madonna col bimbo sul davanzale”. E poi ancora Filippo Lippi, Beato Angelico, Melozzo da Forli. Comincio dalla Pinacoteca per avere una visione organica, dopo i tesori umbri, in particolare per arricchire le conoscenze sul Perugino, che qui si trova anche in Cappella Sistina con “La consegna delle chiavi”. Insieme a questo approfondimento un “ripasso” di Raffaello e Caravaggio 20190730_163830 “La deposizione”, facendo mentalmente un parallelo con “la Pietà” di Michelangelo”.

20190730_160648Del primo,  Raffaello, “la Madonna di Foligno”, ” “La Trasfigurazione”, e “Incoronazione della Vergine” e ancora, Annunciazione, Nativita` e presentazione di Gesù  al Tempio. E ovviamente gli arazzi. Ogni volta è  sempre come la prima. Con la speranza  di poterli riprendere all’avvio della scuola.

A secco

Roma 3 10 2015.V della Cordonata.foto Borrelli R.Mentre la storia  di  Lucrezia Borgia (la mia ultima lettura, di Maria Bellonci,  Oscar Mondadori) lentamente si dipana, pagina dopo pagina, per avviarsi alla conclusione, lungo le  strade tra Ferrara e Roma,  ovvero “Emilia e Flaminia,  l ‘acqua,  nella capitale scarseggia e i “nasoni”,  le fontanelle in ghisa sparse per la città  eterna,  potrebbero presto chiudere per alcune ore.  “Il lago di Bracciano,  riserva idrica della capitale si è  assottigliato di un paio di metri e cosi un milione di romani potrebbero restare a secco in alcune ore della giornata”,  così si sente dire,  parlare,  quando si introduce il tema,  acqua,  emergenza siccità,  emergenza Roma. Intanto riprendono forma per le vie,  di alcune citta’ del Sud, immagini proiettate dalla tv, le autobotti e il commercio dell’acqua. Rammentano le autobotti del Salento,  quando quasi ogni abitazione era dotata di una cisterna. Per noi bambini l’arrivo dell’ autobotte era sempre una festa,  ennesima modalità  di gioco e divertimento,  in aggiunta alle interminabili altre che aprivano e chiudevano la stagione estiva,  rottura dell’ordinario,  entrata nello straordinario piuttosto dilatato.   Tutti a bere quell’ acqua fresca nei bicchieroni,  dal nome particolare, “bucala o ucala” e tutti a spostare ora di qua ora di la’ il manicotto tra un albero e l’altro quando la cisterna era ormai colma e bisognava pensare alle piante del giardino,  data l’acqua in eccesso. Anche loro, le piante,  presumibilmente,  in festa,  al solo sentire il rumore e quel profumo caratteristico  dell’acqua,  in estate,  quando si riversa in zone di terra secche e rosse da mesi.    La parola d’ordine,  oggi,  e’ razionamento. Purtroppo. Penso a Villa D’Este e tutte quelle bellissime fontane.  Quanta bellezza. Elementi naturali,  fuoco prima,  con incendi e devastazioni di ettari ed ettari di terra in fiamme, paragonabili ad intere città  come Torino,  Milano,  Firenze. Devastazione  prima, e acqua ora che scarseggia e che entrambi i temi e le emergenze impensieriscono fortemente.  E’ come se mancasse l’intero lago di Como! Gente che torna in preghiera,  ora. Intanto si attribuiscono responsabilita’ e ci si avvia allo stato di calamita’. Una corsa contro il tempo,  per trovare soluzioni o per una “pioggia” a… “pioggia” su quasi tutto il territorio nazionale. Colpa delle condutture colabrodo per altri. Colpa dell’inquinamento per molti. Responsabilita’ di tutti,  nelle piccole azioni quotidiane,  wuando lasciamo andare l’acqua senza attribuire ad essa alcun valore. Il pensiero dell’acqua mi riporta ad Assisi,  all’affresco di Giotto,  alla fonte,  a “sora” acqua. San Francesco,  vicino alla sorgente. Acqua che lava e purifica. Sempre.  Occorre subito un’inversione di rotta, modificare i consumi,  usare accortezza e non sciupare  l’oro bianco”,  prima che sia troppo tardi. Il razionamento è  imminente e il termine,  razionamento,  non prospetta nulla di buono.

La Cappella degli Scrovegni a Torino

20170402_123836Domenica sotto la pioggia,  a tratti battente,  obliqua,  perpendicolare e talvolta  fastidiosa. L’annuncio “anticipato” primaverile-estivo non c’è  stato. Tutto rimandato. Alla prossima. La scelta e’ tra un buon libro,  un film,  mostra. Qualcuno ha sostenuto che da queste parti c’è  un modello della Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto

dal 1 aprile fino al 30. Ma qui non siamo a  Padova. In ogni caso opto per la riproduzione di Giotto. Intorno alle 10 decido di vedere il modello presso l’Istituto Fa a di Bruno,  in via San Donato. I pannelli riproducono in maniera fedele la Cappella degli Scrovegni. Le guide sono preparstissime e pazienti e il giro intorno ai tre registri  dura ’45 minuti circa. Dal modello il pensiero va a Padova (ultima foto). Certo non e’ la Cappella degli Scrovegni ma ne è  valsa davvero la pena. Ho pensato di accompagnare qualche classe. Un’ottima idea mi pare. Come questo Giotto a Torino.

Firenze. Cimabue, Giotto, Donatello…

20170103_104940 firenze-3-1-2017-foto-borrelli-romanoA Firenze,  il  gennaio,  il freddo e’ pungente,  ma il cielo e’ chiaro. Il vento è  forte e fastidioso,  ma le piogge,  probabilmente,  saranno passate sul versante romagnolo. O chissa’. Come che sia,  sono qui,  libri alla mano,  in attesa. E i gradini da scalare sono molti. Non importa. La coda,  formatasi in attesa davanti ai monumenti,  da visitare, studiare,  fotografare e’ in religioso silenzio e in attesa di una “celeste apparizione”.  Siamo in una lenta processione,  come in attesa (non me ne voglia nessuno) di una Santa Eucarestia. Difatti, sul lato opposto,  (quale lato effettivamente non so),  “al dado” le formelle,  rimandano e restituiscono ai “doni” dei Sacramenti”.  Sul lato Est mi perdo e mi ritrovo tra un Isacco,  la navigazione e altro ancora. Gia’ perché davanti a tanta bellezza è  davvero gioia allo stato puro.  Come un incontro tra due innamorati. L’attesa e poi l’abbraccio,  sciolto,  in tantissime emozioni dalle sfumature piu svariate. Il 20170103_114205campanile di Giotto,  (un dado, solo), e tutto il resto  sono da scalare20170103_112845. Quest’anno, ( scolastico ) di meraviglie di Giotto ne ho collezionate davveroun bel po’.  “Restituite”,  ovviamente,  in svariate forme, agli studenti. Un pochino per volta,  gradino dopo gradino,  eccomi in “cielo”. Il fatto,  questo evento, rimanda a memoria le scalate di alcuni campanili torinesi,  quando in uscita didattica con una classe del mio Istituto,  ne anticipai le possibili emozioni. Fatto. firenze-3-1-2017-foto-borrelli-romanoUna foto,  anche io a testimonianza dell’evento,  e vedere cosi l’effetto che fa20170103_113507. “Vengo anche io” avrebbe cantato il medico Jannacci. Ecco,  Firenze e’ ai piedi di molti. Anche i miei. Poi è  la volta della cupola del Duomo. E poi… piazza della Signoria,  Ponte Vecchio, Santa Croce20170103_142533 firenze-santa-croce-3-1-2017-borrelli-romano-foto… per Cimabue,  Giotto,  Donatello…firenze-santa-croce-giotto-foto-borrelli-romano20170103_134152Giotto si inserisce all’interno di una “galleria” personale che continua e continuera’,  risorse permettendo. Cimabue ed il Crocifissofirenze-cimabue-foto-borrelli-romano20170103_134401 mi rimandano a pagine di storia,  studiata con grande passione, ai giorni tremendi dell’alluvione,  il 1966 e la “Meglio Gioventu”. Il film,  la storia,  l’alluvione.

A Padova: Scrovegni e Giotto

Torino 5 11 2016. E’ ancora buio quando esco di casa. La notte avvolge e la pioggia si fa sentire,  addosso e sulla strada creando quell’ effetto lucido che piace tanto. Devo raggiungere velocemente Porta Susa,  la moderna stazione torinese,  sotterranea,  in vetro e acciaio,  che sembra la balena e noi tantissimi “Pinocchio alla ricerca di Geppetto”;  e cammino rapidamente non per il tempo che stringe  ma per  quel semplicissimo fatto che oggi, giorno di semiliberta’ da dedicare al recupero “psico-fisico” ho dimenticato (cosa che nei giorni lavorativi faccio abitualmente) di allungare la visuale oltre le finestre della cucina al fine di comprendere “il che tempo fa”. Quindi,  appena sceso le scale di casa e appena oltre il portoncino che segna il confine fra privato e pubblico,  scopro che piove e,   onde evitare di bagnarmi decido che saltero’ tra una goccia e l’altra fino aala balena.  La freccia bianca che  tra poco mostrera’ sui binari i bellissimi occhi chiari e il suo musetto areodinamico raccogliera’ nel suo grembo,  un po’ come la balena vetro e acciaio,   un bel   po’ di gente. Verso Milano,  Verona,  Padova,  Venezia. Tempo 4 ore e si è  a Padova. La pioggia scende obliqua sul vetro dell’enorme finestrino mentre osservo i colori della vegetazione,  che muta in continuazione. E’ il senso del viaggiare.   E’ da un po’ che manco da questa “direttrice” e un po’ meno a. . . viaggiare in treno. Ne sento il bisogno. Come una medicina. padova-5-11-2016-foto-borrelli-romanopadova-5-11-2016-foto-borrelli-romano20161105_14343220161105_154023-1Una mezz’ora in piu’ alle 4 ore e si e’  al mare,  meglio, in  Laguna. A Padova piove. Compro un ombrello  e “un caffe’. E . . . come oramai si sa,  cerco il quotidiano locale:”Il Mattino”. Poi la via centrale,  un giardino,  sbaglio strada,  ma arrivo ugualmente alla “meta”:padova-5-11-2016-foto-romano-borrelli La Cappella degli Scrovegni”. Per passione e formazione,  anche se non “certificata”. Resto incantato davanti ai cicli narrativi di Anna e   Gioacchino,  Maria,  Giuseppe,  Gesu’,  il giudizio universale. Davanti ad alcune narrazioni cerco e colgo gli intrecci. Da restare meravigliati perennemente. La meraviglia,  lo stupore,  la lettura visiva dopo quella approfondita con il testo di Chiara Frugoni. Niente da fare: la storia dell’arte mi affascina da… “morire”. Come si accede? padova-5-11-2016-foto-romano-borrellipadova-scrovegni-5-11-2016-borrelli-romano Una prenotazione e via, e poi  a studiare i cicli del Giotto.  Il Crocefisso poi e’ davvero uno spettacolo. 20161105_123955In questo modo,  dopo il campanile di Firenze,  Assisi e la Cappella degli Scrovegni è  stato predisposto un bel po’ di materiale per gli studenti. Unico neo: troppa pioggia ben bilanciata dalle bellissime e buonissime pasticcerie della citta’. La città  è  davvero bella e così ogni aspetto religioso e civile. Non mi sono fatto mancare neanche il viaggio su un tram unico,  con una rotaia e senza pantografo aereo. Ci tornero’ con la speranza di un clima più  clemente. Intanto il tempo stringe e il ritorno si avvicina.

Per chi suona la campanella

11-9-2016-torino-foto-borrelli-romanoI quotidiani nelle edicole di oggi e la tv ci informano e ricordano l’ 11 settembre: del 2001 e del 1973. Le torri gemelle e Allende,  il Cile.  Il terrorismo in diretta e il golpe in Cile.  “Cosa facevo nel 2001? “Avevo un esame,  uno degli ultimi,  ma appena seppi cosa stava capitando accesi la tv,  come tanti altri in quel momento.  Mi inchiodai li davanti,  affondando sul divano,  incredulo,  stupito,  davanti a quelle immagini e tanto orrore. Quanti morti. Di li a poco capi anche che il Movimento no-global avrebbe subito una battuta d’arresto. E così la nostra libertà  di movimenti.  Stop.  E cosi fu. Guardai. Ancora. Spensi la tv. Chiusi la porta. Scesi velocemente con il libretto universitario a sinistra e col mio Nokia a destra chiamai M. per raccontarle e accordarci per la sera.  Mettemmo da parte incomprensioni e litigi e parlammo e lei mi raccontava durante il mio tragitto. Mi avviai verso Palazzo Nuovo.  L’esame… Poi ripenso a oggi,  a domani. Una targa dalle parti di Porta Susa mi dice “qui De Amicis scrisse Cuore”. La scuola. E così siamo arrivati alla vigilia del suono della prima campanella di una lunghissima serie: trilli da 50 minuti che accompagneranno milioni di ragazz* e professori tra passioni,  felicita’,  didattica,  competenze,  sapere,  conoscenze. Visi nuovi e conosciuti,  qualcuno assonnato altri reattivi,  altri abbronzati,  altri innamorati: ansie,  aspettative. Passione,  fantasia,  obiettivi. Chi ci sarà  e chi sarà altrove. Si racconta che il Principe di Conde’ abbia dormito profondamente…. beato lui. Certo non cerchero’ la merendina da mettere nella cartella come il mio primo giorno di scuola,  quello delle mie elementari,  e domani  non sarà mica  tempo di vendemmia come allora o del dopo Santo patrono d’Italia, appena trascorso a casa,  come un tempo accadeva al primo suono della campanella;  resta comunque dentro,  certo,  la stessa emozione di quel giorno.  Tra discussioni degli ultimi giorni sentii bisbigliare “noi,  che dalla scuola non ce ne siamo mai andati… “.  Che dire,  Buon inizio di anno scolastico,  2016-2017. E’ stata una bella parentesi estiva,  “una bella estate”,  iniziata in treno leggendo Pavese,  una ragazza seduta su di un treno affollato diretto verso il mare disegnava  il suo futuro. Una bella matita. Domani incontrero’ altri disegnatori. Buon viaggio. In questo Paese di santi,  navigatori ed eroi.20160911_193910

ps. i libri estivi sono stati davvero ben scelti. Un pochino caro quello su “Quale Francesco” (Chiara Frugoni).

Perugia

20160730_09094820160730_091020Perugia 20160730_120515batte Roma. In fatto di caldo!Perugia 30 7 2016 foto Borrelli Romano. 20160730_083521Dunque oltre le foto,  alcune,  le postero’in seguito,  dopo aver visitato nell’ordine visita alla Galleria Nazionale dell’Umbria,  per vedere il “Perugino” la sua scuola e…. oltre,  Cattedrale con annessi e connessi,  Fontana e architettura.  Questo almeno dopo una abbondante colazione al caffè  Fortebraccio. 20160730_093802Ah,  qui le bustine di zucchero sono riposte in una tazza sul bancone   ed hanno sull’estrno,  diversamente da come capita per le frasi dei bacetti perugina. Intuibile facilmente il perche’. Cosa mi sara’ mai capitato nella mia? “Mi sono buttato dentro di te come fossi stato,  all’improvviso,  spintonato” (A. Pazienza). “Santa pazienza”,  esclamo io . La apro,  verso il contenuto nella tazza del cappuccino,  mescolo “bene-bene”e bevo,  meglio,  “sorbisco”.  Esco dal bar,  e cerco l’edicola,  per una antica abitudine di comprare e informarmi dai  giornali locali, la realtà  territoriale in cui vivo,  anche solo per pochi giorni: “ecco signore, il  Corriere dell’Umbria”, e l’edicolante mi allunga il quotidiano20160730_124126.  Perugia Cattedrale 30 7 2016 foto Borrelli RomanoLa Cattedrale è  qui a… una decina di gradini. Ci entro.A sinistra,  entrando,  all’incirca a metà  della Cattedrale,   la lunetta di Giannicola Di Paolo (Cristo risorto) e appena dotto la Vergine che implora Cristo nel salvare il popolo perugino implorante (1500 circa). Vedre in alto post del blog. Una visita attenta (e’ stupenda) e… poi il “Perugino”  e il suo allievo Giannicola Di Paolo,  con affresco della Madonna Della Grazia del XVI secolo racchiuso in un tabernacolo neogotico con cornice dorata del 1800 circa (lato destro entrando). Perugia catt.30 7 2016 foto Borrelli RomanoPerugia,30 7 2016 foto Borrelli Romanoper  una buona oretta Perugia, 30 7 2016 foto Borrelli Romanoconcentrato solo sulla fontana e suoi significati per cercare di interpretarla,  individuare personaggi e storie e mesi e cicli della natura e  raccolte varie. E poi trovare la bellissima “Perugia”… 20160730_082925nella seconda fontana. La Fontana Maggiore e’ uno dei principali monumenti di Perugia databile intorno al 1275-1278 costruita da Nicola e Giovanni Pisano. Si trova in fondo al corso principale,  in piazza IV Novembre. Corso che di sera si trasforma in un flusso continio di ragazz*  direzione fontana,  scalini della cattedrale,  piazze varie,  piccole pizzrtie al taglio lungo il braccio sinistro e il corso parallelo.  Corso che presenta al suo centro,  meglio,  pancia,  un grumo  di locali raffinati che rappresentano la tentazioni di quanti la propria pancia dovranno pur calmarla. La fontana  fu progettata in stile gotico e rovinata dal terremoto del 1348. E’ stata realizzata in pietra d’Assisi e la mia attenzione-su di essa consisteva nel sottoporre a verifica  le mie conoscenze sui 50 bassorilievi e 24 statue con cui dono state ornate le due vasche. Onestamente poche,  pochine, quelle di mia conoscenza. Nella vasca inferiore sono rappresentati i mesi dell’anno e i segni zodiacali e scene di tradizione agraria feudale e po20160730_082734i arti liberali e personaggi biblici: San Pietro,  San Paolo,  San Lorenzo,  Davide,  Salomone,  Mosè… Poi Università  e musica,  arti,  retorica.. . E qui fiorisce in ogni dove. Nei pressi di un oratorio tra chissà  quali scale “metriche” e non solo e “archi” sono stato invitato ad ascoltare Mozart e per uno che non ne capisce nulla… bellissimo! Poi, un salto presso l’ Università  e circa diecimila gradini e qualche centinaio di archi30 7 2016, Perugia.Borrelli Romano fotoPerugia.30 7 2016 foto Borrelli RomanoPerugia.30 7 2016 foto, Romano Borrelli. Ancora una volta Nel pomeriggio…. Assisi. Una Audioguida e vai con Giotto! Assisi 30 7 2016 foto Romano BorrelliAssisi 30 7 2016 foto Romano BorrelliAssisi 30 7 2016 foto Borrelli Romano

 

Aprite le Porte

Roma 8 12 2015.foto Borrelli RomanoOre 9.00. Il tempo non prometteva nulla di buono: qualche goccia mattutina  lasciava pensare al peggio. Di primo mattino individuo un bus per recarmi a San Pietro, evitando la metro. Un 85 fino a Termini e poi un “Express” fino a via della Concilazione. L’espresso caffe’ e’ stato la “porta” mattutina, insieme ad un buon maritozzo. Piu’ li mandi giu’ e piu’ ti tirano su.  “Potrebbe piovere”! Sostengono alcuni alle fermate e sui bus.  E invece no. Per fortuna. Scendo dal bus nei pressi di San Pietro e percorro via della Conciliazione:  mi sottopongo ad un duplice controllo. Ok. Nulla di particolare. Posso accedere. I fedeli sono qui, nei pressi del colonnato del Bernini , da un bel pezzo. Forse dalle prime luci dell’alba. O forse prima. Sono una marea. Provenienti da tutta Italia. Tra poco saranno in mondovisione, insieme ad un evento, apertura del Giubileo,  un rito che si ripete dal 1300, istituito da Bonifacio VIII. (Nella foto il dipinto di Giotto conservato in San Giovanni in Laterano a Roma).  Bonifacio VIII s.G. in Lat.foto Borrelli RomanoFedeli assiepati nella piazza. A Roma, da sempre, per guadagnare la vita eterna. Marea ma mica tanto.Chi dice sessantamila chi meno. I colori.sono tantissimi: giallo, dei volontari, blu della polizia, nero carabinieri, il vermiglio della Crocerossa e le tantissime tute mimetiche, presrnti anche a due a due nelle stazioni metro. Presenze asdidue, volatili ed rlucotteri che scrutano questa imminente apertura della Porta Santa, rito “inventato” da Alessandro VI, cioe’ Rodrigo Borgia nel 1500. Personaggi citati da Dante (Bonifacio VIII) e da Savonarola (Alessandro). Mi ritrovo qui, in piazza San Pietro, a conclusione dei giorni di vacanza, spesi in parte alla scoperta (o riscoperta) dell’ arte cristiana ( insieme ad uno studio attento delle Basiliche, oggetto di “Porte Sante”) e di un periodo di volontariato presso la Caritas, in via Casilina, come precedentemente raccontato. Ho richiuso da poco i volumi d’arte che mi hanno accompagnato in questi giorni e in queste notti di studio e “vigilanza” . Li ho riposti e custoditi nello zaino, pronti per essere ripresi, sfogliati e “restituiti” ai ragazzi. Voglia permettendo. Loro, almeno, degli studenti, non mia. Visto che ce ne ho messa parecchia. Di voglia e impegno. Attendo, ora, l’inaugurazione straordinara del Giubileo della Misericordia, e della Porta Santa, a San Pietro. Alzo gli occhi, di tanto in tanto, e li allungo in questa sterminata piazza, corredata da Presepe, Albero di Natale e Obelisco. In lontananza vedo sfilare vesti bianche e in sottofondo il Coro accompagna l’entrata in Basilica, dei Vescovi. Le statue sul colonnato paiono tanti “fedeli spettatori”. E noi qui, liturgicamente fedeli, in un campo di calcio, dove non esistono perdenti. Solo vincitori. Basta saper fare “rete” passando nella porta giusta.  E la Porta Santa si ispira al Dalmo 101, 19-20, salmo che lega il simbolo di porta al concetto di giustizia che poi e’ presente sia nel perdono che nella misericordia.  Ma il riferimento e’ anche al Vangelo di Giovanni (10,9). I due maxi-schermo piazzati ai bordi della piazza ci proiettano  immagini interne alla Basilica. Boati, musiche, canti, bimbi sulle spalle dei padri e giovani coppie mano nella mano. Suorine rosario alla mano e frati che impugnano la chitarra.  E’ una festa, un tripudio, un giubilo, un…”Giubileo”. Appena il Papa dice “Gioia Perfetta”, spunta il sole.  Luce nella luce. Le provenienze, su questa piazza, sono le piu’ svariate. Roma 8 12 2015 foto Borrelli Romano“Apritemi le porte della giustizia”. Siate misericordiosi! E la benedizione di Francesco scende su di noi, tutti. Molti, a questo punto, sfollano. Attorniati da pettorine di diversi volontari. Qualcuno ne approfitta e chiede foto a carabinieri simili a statue. E’ stata una bella esperienza. Una festa. Che chiude, anzi no, apre, una stagione straordinaria. Che terminera’ il 20 novembre del 2016: una maratona di 347 giorni. E intanto domenica prossima sara’ la volta  della porta di San Giovanni in Laterano. Lentamente, come al termine di un concerto di una partita di calcio recuperiamo la metro. Con nuovo metro di giudizio o discernimento. Piu’ misericordioso.

Altri attendono per il passaggio sotto la Porta Santa: “Ecco dunque il Pontefice che batte la porta con tre colpidi martello, mentre esclama dapprima “apritemi le porte della giustizia” poi entrero’ nella tua casa, Signore. Aprite le porte perche’ Dio e’ con noi” ( cronista dell’epoca, Burcardo di Strasburgo).

Per tutto il pomeriggio sul cielo di Roma gli elicotteri ronzano insieme ai volatili.