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Un cappuccino “insieme alla storia” al bar “la casa del caffè”

Torino 4 novembre 2014. Comune. Foto, Romano BorrelliAll’uscita dal lavoro, l’atmosfera era proprio quella adatta. Giusta. Pioggia battente. A tratti, nebbia, asfalto bagnato e che luccica e riflette. E ti rifletti. Le 16.45. Le mani sono fredde ma il tempo non abbastanza per cercare in qualche fondo di un qualche armadio di una qualche stanza di una sola casa, in affitto, i guanti che di anno in anno rivestono le dita fino ai polsi. No.

Ho voglia di un cappuccino, da sorseggiare in un posto particolare, in una casa. Del caffè. Come la pioggia insistente picchia sulla testa così il pensiero di riprodurre su fogli realtà e fantasia diviene di ora in ora sempre più insistente.  Raggiungo il bar. Ordino il cappuccino e scambio qualche chiacchiera con Giancarlo e Gaetano, nella realtà. Torino, Bar Casa del caffè. 4 novembre 2014. Foto, Romano BorrelliIl cappuccino arriva. Caldo, bollente, schiuma compatta. Nessun foro. Sono rimasto solo, nel locale, insieme a Giancarlo e Gaetano, dall’altra parte del banco, e i personaggi che affollano i mie pensieri; chi mi precedeva ha pagato, salutato e riversato il suo “a domani”. Mi “accuccio” attorniato da cioccolatini di ogni sorta. Il cappuccino ha fatto il suo corso. Forse è arrivato fino alle mani, alle dita. Ora sono calde e pronte a scrivere. Chiudo gli occhi, dopo aver visto e assorbito tutto il possibile. Pago. Declino il mio saluto e il mio “a presto”, anzi, prestissimo.  Afferro la maniglia della porta. Mi assale una necessità impellente, non fisiologica. Ho voglia di saltellare tra questi colori di queste minuscole pozzanghere davanti al Comune, così come capitava nelle serate invernali davanti al Valentino, quando una lei mi costringeva a immergere scarpe e piedi nella neve, per quel senso, che solo lei, a dire il vero, provava. Oggi invece saltello, tra una pozzanghera e l’altra, meglio, tra il riflesso di un cerchio e l’altro, meglio ancora, tra gli anni nella storia. Il blu è il 75, il 76, il 77, il 78, il bianco, gli ottanta, fino all”85. Saltello, tra i colori, come fossero i quadretti numerati, quel gioco che piaceva tantissimo ai bambini. Saltello negli anni. Il rosso me lo invento, li, davanti al portone, dove immagino che da un momento all’altro possa uscire Diego. Diego Novelli, i comunisti, la galassia della sinistra, le mani e il mani. Festo. Era proprio questo che desideravo. Prima del cappuccino. Anzi, il cappuccino era “propedeutico”. Salto, gioco, nei miei momenti di libertà, nel mio riappropriarmi delle cose che piacciono. Sfoglio pagine di anni passati, formati, sformati dall’usura e dal tempo,  e compongo.  Prima o poi, Novelli, uscirà. Piove, parecchio. Ma è piacevole, e onestamente, non mi importa molto. Ci sarà anche in solitudine qualcosa di romantico. L’acqua ormai è entrata abbattendo ogni barriera protettiva, dapprima le scarpe, poi i calzini. Non importa. E’ il mio tempo. Mentre saltello realizzo che è passato il 50. Anzi, sta passando, dopo la solita sosta e il suo cra, cra, cra e “orecchio dell’elefante” arancione,  per l’ennesima volta fatto rientrare e rilasciato subito dopo.. Ora è fermo. Speriamo non esca Novelli dal Comune, proprio ora, rischierei di non vederlo, di perdermi un pezzo di storia e non riuscire a presentargli Laura e Mario. Il resto, lo inventeremo.

Ps. Colgo l’occasione per dire di aver visto, anni 2014, Juri Bossuto, saltando tra un cerchio e l’altro, proprio qui, davanti al Comune di Torino. Un ringraziamento per aver mostrato un forte senso di amicizia rendendomi noto, per primo, il suo ultimo lavoro. I cerchi sono oramai alle spalle e con ogni trasformazione possibile mi ritrovo “cosa unica” con l’acqua della pioggia e la luce specchiata della casa di tutti i torinesi.  E’ stato un piacere sfogliare alcune pagine del geande viaggio che si chiama vita. Calzini bagnati ma con lo spot al libro, ai libri e di “librarsi” un pochino.

Ps. 2. Certo che questo posto e’ fonte di soddisfazioni,  per me e blog, articoli sulla luce, la lettera del sindaco Fassino per gli auguri al sig. Torre, il lavoro di Juri….tutto sotto i riflettori. Prima e dopo…..

 

ps. Spegnamo l’ignoranza.

Care compagne e cari compagni, siamo ad un passaggio politico fondamentale

Riceviamo e Pubblichiamo:

16 dicembre 2009

Care compagne e cari compagni, siamo ad un passaggio politico fondamentale. Nel Paese si respira un’aria pesantissima. La crisi, i licenziamenti, l’attacco alla scuola e all’Università pubblica, la stretta repressiva che già si intravede in seguito all’episodio di Milano che ha coinvolto il presidente del Consiglio. E ancora: la criminalizzazione dell’opposizione, la sistematica censura nei confronti delle forze della sinistra d’alternativa, come dimostra lo stridente contrasto tra l’oceanica manifestazione contro Berlusconi del 5 dicembre insieme alla riuscitissima iniziativa della Federazione che si è tenuta al mattino e il silenzio della quasi totalità dei mezzi di comunicazione. Il Partito della Rifondazione Comunista dà fastidio, come dà fastidio e fa paura ai poteri forti il processo di riaggregazione a cui stiamo – con la Federazione della Sinistra – dando vita. In questo scenario si colloca la IV Conferenza nazionale delle/i Giovani Comuniste/i: un appuntamento decisivo, dalla cui riuscita dipende il futuro della più grande organizzazione giovanile della sinistra nel nostro Paese e, conseguentemente, una parte non irrilevante del futuro delle lotte di un’intera generazione. La nostra area, Essere Comunisti, ha in questo senso una responsabilità molto grande. Per la prima volta, dentro l’organizzazione giovanile, il ruolo che giocheremo non sarà di resistenza e di minoranza. È cambiata completamente la fase e dunque deve cambiare completamente anche il nostro modo di intendere l’organizzazione. La tenuta delle/i Giovani Comuniste/i dopo la scissione è stata possibile grazie al nostro lavoro. Ora inizia la seconda fase, quella del nostro rilancio politico e organizzativo e dell’apertura di un percorso unitario. E tutto questo, la vittoria o la sconfitta di queste sfide, dipende in primo luogo da noi, che siamo riusciti a consegnare a questa organizzazione per la prima volta dalla sua nascita un documento unitario che raccoglie la stragrande maggioranza delle iscritte e degli iscritti e che tiene insieme, in un’operazione faticosissima ma entusiasmante di sintesi, tanti percorsi e diverse culture politiche. Ci sono poche ma decisive cose che siamo chiamati a fare: – curare con attenzione certosina il tesseramento 2009: abbiamo tempo fino al 31 dicembre 2009 per rinnovare a tutte le compagne e ai compagni la tessera 2009, per convertire in tessera Gc l’iscrizione dei compagni nati dopo il 1° gennaio 1979 ma che per diversi motivi avessero in tasca al tessera del partito, per iscrivere tutti i nostri simpatizzanti, per reclutare nuove compagne e nuovi compagni; – diffondere tra gli iscritti e fare conoscere a tutte/i il testo del documento unitario, che allego e che trovate sia sul sito nazionale dei Gc (www.giovanicomunisti.it), sia sul sito dell’area (www.esserecomunisti.i), sia sul nuovo sito appositamente creato (www.generazionedisogni.it) per la mozione; – organizzare presentazioni pubbliche del documento e riunioni con i nostri iscritti; – sollecitare l’insediamento delle commissioni per la conferenza, di cui i nostri compagni devono essere parte preponderante ed essenziale; – individuare per ogni federazione e – nelle grandi federazioni – per ogni circolo o zona un referente che sia costantemente in contatto con il gruppo operativo nazionale. Infine, alcune informazioni operative: – le conferenze provinciali vanno svolte tra il 7 gennaio e il 16 febbraio; – nella Commissione nazionale per la Conferenza abbiamo indicato i compagni Danilo Borrelli e Virginia De Cesare.Fate riferimento a loro, oltre al sottoscritto per qualsiasi necessità.

Non mi resta che augurare a tutte e a tutti buona conferenza!

Un abbraccio, Simone Oggionni

“Vendola e Di Pietro, candidature senza moralità”

Liberazione 29-03-2009. Presentato il simbolo di Rifondazione per le Elezioni Europee
Liberazione 29-03-2009. Presentato il simbolo di Rifondazione per le Elezioni Europee

“Vendola e Di Pietro, candidature senza moralità” Inserito da Il Brigante Rosso (del 05/04/2009 @ 12:46:09, Tratto da Il Corriere della Sera)

“Le do una chicca…” La manifestazione della Cgil è appena finita che già il segretario del Prc Paolo Ferrero è impegnato in un’altra iniziativa. Una chicca? Candidate Shel Shapiro che è stata la vera star della manifestazione? “Bè.. ha detto delle cose giuste”. Ma non è del cantante dei Rokers che il leader di Rifondazione vuole parlare: “Quando Gramsci era nella sinistra socialista non fu lui a essere candidato”.

Scusi, parla di Gramsci perché Vendola e Di Pietro intendano?

“Guardi che ci vogliono un minimo di moralità e di etica di partito. Io sono d’accordo con Franceschini e con D’Alema: quelle due candidature sono una presa in giro degli elettori. Eppoi il fatto che anche a “casa nostra”, cioè nella sinistra, si inseguano le modalità di Berlusconi è francamente penoso. La visione plebiscitaria della politica è una vera sciocchezza”.

Di Pietro si candida per fare l’“anti-Berlusconi”.

“Questa è un’affermazione ridicola: Di Pietro sta nel gruppo liberale a Strasburgo, il che significa che vota quasi sempre con il Ppe. In parole povere, lui e Berlusconi, soprattutto sulle questioni economiche e sociali, in Europa parlano lo stesso linguaggio. Quindi chi vuol prendere in giro con questa storia dell’anti-Berlusconi?”.

Non temete di perdere voti dal momento che si candidano due figure di spicco come Di Pietro e Vendola?

“Ma io farò lo stesso la campagna elettorale e mi sbatterò per tutta Italia per i nostri candidati. Farò come ha fatto Berlusconi con Cappellaci. Già, in Sardegna un signor Nessuno ha battuto Soru”.

Dà ragione a Franceschini che dice “no” alle candidature di bandiera. Apprezza che sia anche andato in piazza con la Cigl?

“Per me quello di Franceschini è stato un gesto positivo. Certo, ora devono seguire i fatti, perché coerenza vuole che il segretario del Pd assuma i contenuti di quella manifestazione come piattaforma politica, altrimenti la sua è stata soltanto una comparsata elettorale. Perciò invito Franceschini a battersi con il Prc contro l’accordo separato sul contratto e contro il taglio salariale ai lavoratori”.

Saranno assai contenti di questo suo invito Beppe Fioroni, Francesco Rutelli ed Enrico Letta, tanto per fare dei nomi.

“So benissimo che la ricetta della Cgil è pressoché identica alla nostra mentre è molto distante dalla linea del Pd. Ma in questo momento di crisi si può finalmente ricostruire un insediamento vero dei comunisti”.

Con il Pd?

“Ovvio che no. Però io chiedo al Pd di mutare rotta, di combattere insieme a noi contro il referendum elettorale, di non limitarsi all’anti-berlusconismo ma di fare invece una battaglia anche contro la Confindustria e quando serve pure contro il Vaticano, perché fa specie sentire che Fini è su posizioni più di sinistra di Franceschini”.

Forse, Ferrero, se il segretario del Pd la sentisse parlare si pentirebbe di essere sceso in piazza con la Cgil…

“No, perché io credo che in questa fase ci sia uno spazio per ricostruire una sinistra degna di questo nome in Italia”.