Davanti all’attraversamento di corso Principe Oddone (circoscrizione 7)il semaforo scandisce nitidamente i suoi tre colori. In attesa che scatti il verde , che non e’ un “indizio ministeriale” sulle tracce, l’effetto (“siamo tutti politologi” )trascinamento elezioni amministrative mi porta a pensare, (osservando questo posto) a come era e come e’, ora che si, effettivamente il ‘900 si e’ concluso domenica alle 23, a seggi chiusi e urne aperte. 16 anni dopo l’effettiva conclusione, e in un altro Giubileo. Altra era. Il trincerone della ferrovia “confine” tra circoscrizioni. La memoria, l’unico luogo in cui le cose si ripetono. Qualcuno ha scritto che il tetmine del 900 sia arrivato 5 anni prima di quanto previsto dal partito guida della nostra citta’. A scuola, in attesa, tra una parola e l’altra, tra lo snocciolare dati e attribuire colpe e responsabilita’ (e perche’ no, irresponsabilita’) ho pensato che le cadute abbiano un’origine temporale precisa, sfuggita a tanti. Una notte d’inverno, gennaio 2011, quando il popolo dei lavoratori davanti Mirafiori venne lasciato in solitudine a decidere di se stesso mediante un referendum. Poteva essere lasciato solo chi non aveva (e non ha ) “dineros ” per mangiare abbracciando invece “il capitale”? No, non stavo pensando a Marx. Pensavo che l’abbandono delle periferie (descritto in questi giorni, cosi come il tram tre che ciondola da piazza Hermada alle Vallette), abbia origine in quella notte figlia di un’altra notte di fine anni ’90, con leggi annesse alle leggi interinali e liberalizzazioni varie. Periferie abbandonate, solitudine del cittadino, pensioni da fame, case o meglio patrimonio immobiliare lasciato sfitto in attesa di tempi migliori per vendere (o svendere)costruito anche con indebitamento pre -olimpiadi, e triste storia nel venirlo a sapere da quotidiani di informazione, e occupazioni varie senza tenere conto di integrazione diffusa, etnie, ricollocazione, dignita’, di pensioni da fame e fine degli ammortizzatori sociali (cassa, mobilita’ e anticamera del licenziamento) in una citta’ che si converte dalla manifattura alla cultura, al terziario. Le politiche, non i politici sono da moduficare.Le politiche: ma come si fa a proprre un’uscita anticipata dal lavoro ad una persona di 60 anni dopo una vita alla catena di montaggio ( un mutuo tetminato per una cada lasciata al figlio disiccupato e referendum Mirafiori si/no alle spalle?). In una Torino ancora…operaia, accendendo un mutuo… a Torino, una citta’ di neanche 900 mila abitanti e di questi 100 mila universitari. Una stanza, un posto letto? Quanto fa?250 euro?Un posto letto?Scherziamo?Ma quando un padre di famiglia con pensione o stipendio ne tira fuori 250 con che cosa vivono ora i due nuovi nuclei? Ma l’istruzione non e’ garantita? Ma dove e’ sta benedetta classe media?Con lo spacchettamento poi del wrlfar: tagli da “su” tagli dal centro, tagli dalle petiferie. Comunicazione: dove fare volantinaggio quando le fabbriche hanno chiuso i battenti per collocarsi altrove? All’uscita dai call center dove fioriscono laureati (quando non escono dall’Italia) a 600 euro al mese spalmati su turni impensabile, cuffie alle orecchie? I circoli o le sezioni poi, che mancano. Italia non ti riconosco, scrive Revelli. Renzi ora dice di voler ascoltare la gente, bisogna, ma non era lui che “escludeva” col suo “sistema” partiti, sindacati e associazioni varie rivolgendosi direttamente? Bastava partecipare ad un collegio docenti: come si fa a proporre un bonus di 500 euro per alcuni escludendone altri nella stessa comunita’ che si chiama scuola? Ah, con contratto fermo da?8 anni? Il tutto, in un periodo in cui non si puo’ dire nulla perche’ tutti si arrogano patenti varie, mi ha fatto dimenticare la bellezza della giornata odierna: la maturita’, la notte prima degli esami. Il “confine” tra l’eta’della spensieratezza e quella adulta. Pensando al domani. Pensando alle elezioni, di ieri e quelle che verranno. Di quelle del 1946. Della partecipazione, delle donne. E
Qualcuno sostiene che ora “sara’ tutta un’altra musica”. Non so. Il popolo e’ sovrano e sceglie.
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Seggi chiusi
Seggi chiusi e urne aperte. Exit poll. Avanti Appendino a Torino e Raggi a Roma, probabile primo sindaco donna nella storia capitolina. Pd: voto amministrativo o politico? Lunga e’ la notte dello spoglio.
A mezzanotte e dieci minuti alcuni dati: a Torino 693 sezioni su 900 e rotti, Appendino al 54 per cento, Fassino 45 per cento. A Roma Raggi ormai una certezza.
A Roma Giachetti fa i complimenti alla Raggi. Virginia primo sindaco donna. A 37 anni. Che fa il paio con Torino. Una coppia di donne. Fossero un film: “Arrivederci Roma” e Torino: l’altra faccia della stessa Roma”. E quest’ ultima e’ stata anche una canzone di Venditti.
A mezzanotte e venti Fassino dichiara che il nuovo sindaco di Torino e’ Chiara Appendino. Bruciati oltre dieci punti di vantaggio. Chissa’ che ora non si apra una riflessione sulla bellezza dell’ italicum.
E’ cominciata oggi la lunga corsa verso elezioni “globali”.
Noi ci si rivede ad ottobre. Per una sana e robusta Cistituzione. Da difendere.
Dopo 23 anni al Comune si cambia.
“Il caso da’ i pensieri e il caso li toglie: non c’e’ nessun’arte ne’ per conservare ne’ per acquusire”. (Pascal)
Tempo Elezioni. A meta’
Archiviato il primo turno ci siamo svegliati lunedi mattina a…meta’ strada. Meta’ come il tempo a meta’ decisione. Caldo, pioggia, fresco, temporale. Si va al ballottaggio. Naturalmente per i politici “tutti vincono e tutti perdono”. Ora e’ tempo di apparentamenti anche se nessuno li vuole. Almeno cosi dicono. Si va al ballottaggio: o Fassino o Appendino. Anche le circoscrizioni sono state “spogliate” oramai gia’ da un giorno ma tanta era la stanchezza per scriverne. Non posso e non voglio. E poi, ora le forze servono per altri scrutini. Bellissima esperienza nella sezione C. con numerosi incontri e storie raccolte. Emozioni allo stato pure. Un anno scolastico che volge al termine. Si chiude un anno. Tra poco sara’ archiviato a parte un’appendice: la sedia della maturita’ e la penna che fara’ “clap clap”. Ma non sono le mani a farlo? Intanto piovono gli invite per pizze e cene. Ma saro’ coerente. Pet il resto….ho iniziato 4 libri ma non riesco a concentrarmi su uno. Rientro dal lavoro sotto un’afa (altra meta’) e il benzinaio innaffia le piante. Ecco, un gesto che contiene voglia di mare. L’estate sta arrivando. A meta’.
“Just the woman I am”
Week-end coloratissimo, ieri, lungo le strade e le piazze torinesi. Una marea umana, tinta di rosa, prevalentemente donna. Ma non necessariamente, come testimoniano alcuni scatti. Almeno “otto” in attesa dell’8 marzo. Ideatori della terza edizione “Just the woman I am”, il Cus Torino, il Politecnico, l’Univerdita’. Un abbraccio tra donne e ricerca, meglio, una corsa con “una donna per amico”. In piazza San Carlo almeno 60 mila pronti ad osservare la partenza di 11 mila pettorine o forse piu’ pronte a muoversi lungo le strade cittadine. Addirittura chiuse le iscrizioni per overbooking. Una piazza dove nella storia si sono dati appuntamento sindacalisti, politici, lavoratori e…”Se non ora quando”. Migliaia di palloncini sulla nostra citta’ e occhi puntati verso il cielo. Per una buona e pronta ricerca bisognera’ pur muoversi. Uno spettacolo unico.Tutto rosa, nel blu. Al suono e al canto di “una donna per amico” alle 16.30 il via sotto l’arco gonfiabile. Un via decretato dal sindaco Fassino.
Un cappuccino “insieme alla storia” al bar “la casa del caffè”
All’uscita dal lavoro, l’atmosfera era proprio quella adatta. Giusta. Pioggia battente. A tratti, nebbia, asfalto bagnato e che luccica e riflette. E ti rifletti. Le 16.45. Le mani sono fredde ma il tempo non abbastanza per cercare in qualche fondo di un qualche armadio di una qualche stanza di una sola casa, in affitto, i guanti che di anno in anno rivestono le dita fino ai polsi. No.
Ho voglia di un cappuccino, da sorseggiare in un posto particolare, in una casa. Del caffè. Come la pioggia insistente picchia sulla testa così il pensiero di riprodurre su fogli realtà e fantasia diviene di ora in ora sempre più insistente. Raggiungo il bar. Ordino il cappuccino e scambio qualche chiacchiera con Giancarlo e Gaetano, nella realtà. Il cappuccino arriva. Caldo, bollente, schiuma compatta. Nessun foro. Sono rimasto solo, nel locale, insieme a Giancarlo e Gaetano, dall’altra parte del banco, e i personaggi che affollano i mie pensieri; chi mi precedeva ha pagato, salutato e riversato il suo “a domani”. Mi “accuccio” attorniato da cioccolatini di ogni sorta. Il cappuccino ha fatto il suo corso. Forse è arrivato fino alle mani, alle dita. Ora sono calde e pronte a scrivere. Chiudo gli occhi, dopo aver visto e assorbito tutto il possibile. Pago. Declino il mio saluto e il mio “a presto”, anzi, prestissimo. Afferro la maniglia della porta. Mi assale una necessità impellente, non fisiologica. Ho voglia di saltellare tra questi colori di queste minuscole pozzanghere davanti al Comune, così come capitava nelle serate invernali davanti al Valentino, quando una lei mi costringeva a immergere scarpe e piedi nella neve, per quel senso, che solo lei, a dire il vero, provava. Oggi invece saltello, tra una pozzanghera e l’altra, meglio, tra il riflesso di un cerchio e l’altro, meglio ancora, tra gli anni nella storia. Il blu è il 75, il 76, il 77, il 78, il bianco, gli ottanta, fino all”85. Saltello, tra i colori, come fossero i quadretti numerati, quel gioco che piaceva tantissimo ai bambini. Saltello negli anni. Il rosso me lo invento, li, davanti al portone, dove immagino che da un momento all’altro possa uscire Diego. Diego Novelli, i comunisti, la galassia della sinistra, le mani e il mani. Festo. Era proprio questo che desideravo. Prima del cappuccino. Anzi, il cappuccino era “propedeutico”. Salto, gioco, nei miei momenti di libertà, nel mio riappropriarmi delle cose che piacciono. Sfoglio pagine di anni passati, formati, sformati dall’usura e dal tempo, e compongo. Prima o poi, Novelli, uscirà. Piove, parecchio. Ma è piacevole, e onestamente, non mi importa molto. Ci sarà anche in solitudine qualcosa di romantico. L’acqua ormai è entrata abbattendo ogni barriera protettiva, dapprima le scarpe, poi i calzini. Non importa. E’ il mio tempo. Mentre saltello realizzo che è passato il 50. Anzi, sta passando, dopo la solita sosta e il suo cra, cra, cra e “orecchio dell’elefante” arancione, per l’ennesima volta fatto rientrare e rilasciato subito dopo.. Ora è fermo. Speriamo non esca Novelli dal Comune, proprio ora, rischierei di non vederlo, di perdermi un pezzo di storia e non riuscire a presentargli Laura e Mario. Il resto, lo inventeremo.
Ps. Colgo l’occasione per dire di aver visto, anni 2014, Juri Bossuto, saltando tra un cerchio e l’altro, proprio qui, davanti al Comune di Torino. Un ringraziamento per aver mostrato un forte senso di amicizia rendendomi noto, per primo, il suo ultimo lavoro. I cerchi sono oramai alle spalle e con ogni trasformazione possibile mi ritrovo “cosa unica” con l’acqua della pioggia e la luce specchiata della casa di tutti i torinesi. E’ stato un piacere sfogliare alcune pagine del geande viaggio che si chiama vita. Calzini bagnati ma con lo spot al libro, ai libri e di “librarsi” un pochino.
Ps. 2. Certo che questo posto e’ fonte di soddisfazioni, per me e blog, articoli sulla luce, la lettera del sindaco Fassino per gli auguri al sig. Torre, il lavoro di Juri….tutto sotto i riflettori. Prima e dopo…..
ps. Spegnamo l’ignoranza.
Giuseppe Torre da 80 anni sacrestano a Maria Ausiliatrice
Torino, 21 febbraio 2014. Eccovi – come promesso – il bel racconto del Nostro “Sig. Torre” nella odierna edizione de La Stampa scritto dalla giornalista MARIA TERESA MARTINENGO.
Da Ottanta anni sacrestano a Maria Ausiliatrice
Novantotto anni appena compiuti e poco meno di ottanta trascorsi a prendersi cura della Basilica di Maria Ausiliatrice ogni giorno. Una vita speciale, quella di Giuseppe Torre, di Villafalletto, classe 1916, coadiutore salesiano (laico con le stesse regole dei sacerdoti), spesa nella cittadella di Don Bosco, vista mutare nel tempo come pochi altri.
Gli auguri del sindaco. Ieri Torre – gentile, entusiasta, sempre pronto all’aiuto – ha ricevuto gli auguri del sindaco.
Glieli ha portati un giovane amico, Romano Borrelli, che ha segnalato a Fassino un torinese schivo ma importante per l’impegno dedicato a uno dei gioielli della città, la basilica di Valdocco. «Torino si rispecchia anche in anonimi portatori di dignità e solidarietà che hanno contribuito a farla diventare la nostra preziosa Torino», ha scritto il sindaco, che ha definito Torre «persona fuori dall’ordinario, attenta e sensibile». …
Ieri, 20 febbraio, riportato il saluto del sindaco di Torino Piero Fassino a Giuseppe Torre, su TorinoClick:
Gli auguri del sindaco di Torino Fassino a Torre Giuseppe

Torino, 20 febbraio 2014. Cari lettori, in mattinata, il Sindaco di Torino, Piero Fassino, come aveva promesso, ha fatto pervenire presso questo blog gli auguri al sig. Torre Giuseppe, una vita “al lavoro” e di lavoro, a Torino e per Torino. Il sindaco si è raccomandato che gli auguri pervenissero al sig. Torre in giornata, con le scuse di un piccolo ritardo. Ma si sa, la politica è in fermento. Al nostro giornale cittadino, mi è parso giusto e doveroso segnalare la persona, la storia. La sua storia è stata raccontata, qui sopra con passione. Ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere Torre, quando ero piccolo. E davvero, la reputo una grande fortuna. Una grande fortuna, ma anche tenacia, sacrifici, e gioia nell’ascoltare una fonte così preziosa come Torre Giuseppe. Il lavoro, lo studio, gli esami, la scuola, gli affanni, la voglia di riscatto. Momenti in cui molto sembra girare come non si vorrebbe. Ma poi, l’impegno e la passione nelle persone prendono il sopravvento. Una passione vivere di passioni e veder realizzato il proprio lavoro. La felicità è stata condivisa nel pomeriggio insieme nello stesso luogo, Maria Ausiliatrice, Valdocco, a Torino, dove il Sig. Torre Giuseppe ha scritto una fantastica storia. Domani mattina anche La Stampa, interverrà sulle pagine cittadine, dopo aver letto il blog, su mia indicazione. Se non è una notizia questa…
Lettera del sindaco di Torino a Giuseppe Torre

Ancora tanti auguri, Torre. E un grazie per i messaggi che hai saputo instillare. La passione nelle cose fatte bene. Anche quando si corre il rischio di essere tacciati di “martellamento”. Ma le storie a metà, non vanno bene. Le storie vere, devono avere la giusta pagina, la giusta conclusione.
Per questa bellissima giornata, vorrei esprimere alcuni ringraziamenti. A chi ha sostenuto la mia persona, nonostante i sacrifici, la famiglia, fratello, l’amico e collega di precariato, ing. Domenico Capano che agli inizi di questo blog insistette tanto affinché cominciassi a scrivere, il prof. Giovanni Carpinelli, che per due volte mi ha dato fiducia seguendomi nelle tesi universitarie, i lavoratori in genere che faticano ad arrivare alla fine del mese e chi il lavoro non lo ha o lo ha perso, i Salesiani che mi han dato accesso ad ogni cosa chiedessi per questa bellissima storia, e Roma, la Pisana, Felice Reburdo, un don da fabbrica, un prete operaio, chi mi ha dato voce e chi no e non ultimo i ragazzi che incontro ogni mattina a scuola, con i loro pensieri, le loro difficoltà, ma anche tanta gioia di vivere. E poi, la sinistra, la fiom per la richiesta, sempre, di giustizia sociale. I loro visi, i loro grazie il loro buongiorno. Inoltre, persone che per passione mi hanno portato ad assorbire – come una spugna – tantissimo, anche quando sembrava tutto difficile tranne che per me. Anche quando le energie mancano e la passione pulsa. Ancora. Che fantastica storia è la vita…
Allora, lettori, a domani, su La Stampa:

Negli articoli precedenti del blog raccontata la vicenda del Nostro Giuseppe:
Torre, un uomo che non sta mai fermo
E così ho avuto il piacere di partecipare alla grande giornata, del compleanno di Giuseppe e di un grandissimo riconoscimento, giunto apposta da Roma. Quanta emozione! Una bella lettera dal Rettor Maggiore, dei Salesiani, don Pascual Chavez.
Un monumento alla storia di un uomo grande come Giuseppe che ha dedicato una vita intera al quartiere Valdocco e a tutta Torino. Chi è passato da queste parti, nel periodo dell’adolescenza, ricorda le cioccolate con la carta color lilla “Kerestin”, dispensate nei periodi di festa e non solo. Chi è dalle parti di Porta Palazzo ricorda la cura nello scegliere i fiori, le piante, i migliori, le migliori. Chi vendeva le stoffe, in Piemonte, in Lombardia, lo ricorda sempre “munito” di garbo e dolcezza. E così, per ogni attività, da lui svolta, senza sabato o domenica. Sempre pronto e disponibile nella sua parte di educatore. Entrando in questa cittadella, si sente ancora il rumore di un pallone, di qualche pallina da ping-pong, qualche quaderno, libro e una matita. Esattamente come un tempo. elle giornate di neve, sotto i portici, i tavoli riservati ai “pellegrini di passaggio” erano pronti a diventare tavoli da ping-pong con le racchette generosamente da lui prestate. Ma a volte, si sa, nella storia è bastato anche un solo fischio. Così, tanto per iniziare. Per un buon inizio è sufficiente questo.
Ora, sarebbe bello ricostruire un pochino le vicende delle sue radici e, chissà, se davvero qualcuno della sua famiglia, per motivi di lavoro, “volo'” verso l’Argentina. E provare a vedere se sussistono legami di parentela con Giuseppe.
Bhe, non resta che mettersi in “cammino”.
Intanto sarebbe bello un augurio da Villafalletto, luogo che ha dato i natali questo uomo e, perché no, dal nostro caro Sindaco di Torino, Fassino. Sono certo che non mancheranno questi ulteriori auguri speciali.
Settimana europea dell’ambiente (mobilità)
Settimana europea dell’ambiente. Bus e tram, gratis, per oggi. Solo per oggi. Dopo aver aumentato i biglietti e “razionalizzato” le corse, ovvero, ridotte, perchè oggi, razionalizzare, vuol dire, ridurre, vuol dire estendere le mansioni del lavoratore con identica retribuzione di anni or sono (anche quando il lavoratore non è competente, non è infermiere e si pretende che lo si faccia, non è giardiniere, e si pretende che lo si svolga e così via. Già da anni, in molti, “padroni” e dirigenti vari hanno anticipato le sortite degli ultimi giorni: “bisogna lavorare di piu”…Forse bisognerebbe analizzare i dati mettendosi dalla parte dei lavoratori, che hanno già dato, e parecchio: i consumi pro-capite si sono ridotti in maniera esponenziale, causa reddito individuale ridotto o inesistente, (cifre paragonabili a quelle del 1997), spesa ridotta delle famiglie, disoccupazione in aumento, paragonabile ad una grande città, dal 2011 ad oggi…. servizi tagliati… Giornata europea dell’ambiente, oggi…. dopo una lunghissima “galoppata” di motori e non di cavalli che ha portato ad avere 1,4 automobili per ogni patentato, dopo aver inquinato il piu’ possibile…eccoci oggi ad usufruire dei mezzi pubblici, gratis. A Torino. Intanto, previsioni nere per il mercato dell’auto. Domani possibile faccia a faccia Fornero-Fassino, a Torino. Ad agosto, solo tante vendite di km zero. Per il momento, restiamo in attesa della fatidica data, del trenta ottobre, giornata in cui si saprà forse qualcosa in piu’ sul destino di tanti lavoratori, da anni ormai, decimati e allo stremo. Solo oggi mezzi gratis? Si. E così, dopo due pesi e due misure, dopo le storture e i paradossi, scopriamo che proprio oggi, la mobilità, forzata, l’ha dovuta subire una bellissima gattina, Lucy, insieme ai numerosi fratellini e la mamma………Colti di sorpresa, ingannati da una mano d’uomo che li ha riposti in cassettine e portati in seguito al gattile. Sembrava di rileggere alcune pagine de La Storia, di Elsa Morante. Dopo che una mano generosa ha portato per giorni e giorni latte e crocchette, a mamma gatta e gattini, accudendoli e donando loro quel po’ di affetto umano, altre mani d’uomo, invece, li hanno colti di sorpresa, quei poveri mici, con l’inganno, pur di portarli via………Altre crocchette offerte a tradimento, pur di portarli via, perchè davano fastidio a qualcuno, e quando qualcosa o qualcuno da fastidio, si vorrebbe non vederlo, eliminarlo dalla propria vista, non cosiderarlo, spegnere ogni voce di dissenso. L’inganno umano…..ecco la brutta bestia. Un plauso a chi, invece, quotidianamente se ne era presa cura. Fortunatamente, non tutte le mani d’uomo sanno d’inganno.
Piero Fassino non lo scordare mai o stai con la Fiat o stai con gli operai
Lo slogan “Piero Fassino non lo scordare mai o stai con la Fiat o stai con gli operai” intonato dai compagni della Federazione della Sinistra nella biciclettata del 12 maggio 2011 assieme al candidato sindaco di Torino Juri Bossuto! Uno stupito Sergio Chiamparino, sindaco uscente di Torino, ode lo slogan mentre si trova a pranzare in un ristorante all’aperto con degli amici. Nel video seguente Chiamparino ripreso dalle telecamere.