Archivi tag: Campanile Duomo di Lecce

Ciao, Lecce

20140826_112839Lecce, sei stata una “mano forte” per aprire ancora meglio e di più gli occhi a tutta la tua grande bellezza.Lecce. Sposi sulla villa. Foto, Romano Borrelli E’ stato bello vedere questa giovane coppia fare fotografie in un giorno così importante, sulle tue strade.  20140826_11193620140826_111621Sono giorni di festa in questa bella citta’. Sono giorni dedicati ai rientri. Anche oggi il caffe  ‘ha un gusto diverso dal solito.Lecce, stazione. 26 agosto 2014. Foto, Romano Borrelli E’ il caffè che batte l’ora, oggi. Ma Quarta, oggi, ora, e’ il nome del caffe’, dell’energia,  vita. Lecce, 26 agosto 2014. Caffè Quarta. Foto, Romano Borrelli  Il tempo del rientro, del ritorno. Ma e’ un arrivederci, a presto. Niente promesse, solo questione di tempo. E di cuore. Ovunque mi imbatta in una cartina del Salento faccio scorrere su di essa il dito e rimando a memoria nomi e luoghi di un tempo strepitoso, passato qui, calcando questa terra rossa, vivendo ogni momento come fosse il primo in cui ho aperto gli occhi.  Bellissime le luminarie della citta’, il centro, Lecce, 26 agosto 2014. Il centro. Foto, Romano Borrelli la “villa” , il palco per la banda. A Lecce  oggi e’ ancora festa, dei santi patroni,Lecce 26 agosto 2014. Lecce. Foto, Romano Borrelli i turisti, i palazzi, i caffe’. Turisti a frotte fanno registrare il tutto esaurito. Chiedono in continuazione dove si trova il centro,Lecce 26 agosto 2014. Foto, Romano Borrelli Santa Croce, il DuomoLecce 26 agosto 2014. Il Duomo. Foto, Romano BorrelliLecce, 26 agosto 2014. Il Duomo, Foto, Romano BorrelliLecce 26 agosto 2014. Foto, Romano Borrelli (2) con il suo stupendo campanile,  santa Irene, il gazebo per Salento in bus. Hanno tutti zaini al seguito, trolley nella mano e macchinette o cellulari. E’ una Lecce che sbanca davvero.  Niente da dire. Una coppia di giovani sposi, bellissimi, (chissà se si riconoscono, sarebbe bello descrivessero in quale Chiesa si sono sposati)  sale sulla villaLecce 26 agosto 2014. Piazza Sant'Oronzo. Coppia di sposi. Foto, Romano BorrelliLecce 26 agosto 2014. Piazza Sant'Oronzo. Sposi. Foto, Romano Borrelli e noi fra poco sul treno. Poca voglia, di parlare, di dire, tantomeno rientrare. Due opzioni, Torino, il rientro, Roma, un’alternativa. 20140826_112855Una freccabianca, una freccia argento. Che fare? L’ abitudine e’ una bruta malattia. No, non ho nessuna intenzione di ripetere schemi consolidati e  ripercorrere una strada battuta da poco, solo pochi giorni fa, a di ferragosto. No, il grigio, la nebbia e la pioggia mi sa che attenderanno ancora un po’. Certo, possono e devono attendere. Ecco, ho lasciato andare l’abitudine per fatti suoi. Il treno per Torino è scivolato via, verso il suo destino. Ho preso il sottopassaggio e ho cambiato meta. Sono qui, binario uno.

Roma,  la meta. Che dire? Amaro ma buono questo caffe’, forte come sempre, robusto, e scuro. Un augurio forte, dal cuore, per la candidatura a capitale della cultura europea. Lecce 2019.  Ancora il caffè, il pasticciotto Lecce, il pasticciotto della stazione. 26 agosto 2014. Foto, Romano Borrelli(la signorina del bar mi suggerisce di prenderne un po’  da portar via e di surgelarli. Parentesi nella parentesi, penso che i migliori che abbia mangiato siano stati quelli di Sandonaci e Gallipoli) e poi  non mi resta che chiudere gli occhi, e conservare questi colori che il Salento mi ha regalato, luce nella luce, il mare, il caldo, sole, radici, e riaprirli fino alla prossima.

Ciao Lecce, ciao . Grazie, Salento. Grazie, radici che mi avete come sempre accolto a braccia aperte. Abbi cura degli ulivi, che stanno poco bene fa che acqua e sole e salute non gli manchino mai, fa si che alla loro ombra possano innamorarsi ancora in tanti, fa che tutto sia pronto per il prossimo mio tornare. Se tu avessi gambe ti direi di venirmi a prendere alla stazione, compiere insieme a me quel breve tratto di viale fino alla macchina, cosi come fanno i miei, con un pasticciotto sul cruscotto e il caffe Quarta nel “termus”. E vorrei che mi abbracciassi, come fanno loro. Ma in mancanza mi sapro’accontentare  del tuo cartello azzurro, blu notte e di quella voce tanto bella che mi annuncia con gli  arrivi e le partenze: Lecce. Ti diro’, mai come quest’anno mi sei piaciuta da morire. Mi piace la tua fedelta’. 

 

Il viaggio e’da poco terminato, ore 17.20 20140826_175653..approdo nella citta’ eterna dopo aver passato Brindisi, Bari, Barletta, Foggia, Benevento, Caserta. Era da un po’ di anni che non percorrevo questo tratto ed era abitudine il senso inverso, andando verso Sud, non verso Nord. E non ricordavo neanche che per alcuni versi sembra, in quella tratta, di andare per mare.20140826_17210920140826_17260720140826_183923Il gabbiano, sara’ sceso anche lui dal treno? Probabilmente…in questo momento sono in coda ad aspettare il mio turno per una esposizione di grandi bellezze320140826_185435Autorutratti di Frida: con scimmia, con collana di spine  e colibri, con treccia., seduta sul letto o io e la mia bambola,  ed ancora La giustizia per via della rappresentazione di una figura femminile bendata, un bimbo con il mappamondo. Una serie di quadri da raccontare ai ragazzi, contestualizzandoli nel periodo storico e di una grandissima artista, versatile, con una storia densa alle spalle.20140826_18582320140830_12053820140830_12061420140830_12043720140826_204725Tre ore buone buone per la mostra….esco, appena sullterrazzo……dimenticavo, ormai e’ tardi e….buonanotte, Roma.

Lecce

20140807_09351020140801_20350620140801_20483720140801_17302220140801_16211820140801_17300320140801_17290020140801_170327Come gia’ scritto, la c20140801_191401osa migliore per conoscere parte del Salento e’ provare a prendere un bus, e andare. Mi dirigo a Porto Cesareo nei pressi delle scuole, dove il bus (Salento in bus)  proveniente da “altri lidi” (Gallipoli)  si dirigera’ nel giro di cinquanta minuti a  Lecce, denominata la Firenze del Sud. Il bus, a dire il vero si fa aspettare un po’, come capita con alcune donne, ma, come gia’ scritto altre volte, in tempo di vacanza siamo tolleranti, pazienti e generosi. (per la cronaca il bus, questo,  parte da Gallipoli alle ore 14 per arrivare, se tutto fila, alle 14.50 a Porto Cesareo).  Il biglietto non e’ caro e lo spettacolo che la natura dona in questo tratto di strada, è garantito. Pago una sovratassa per l’emissione del titolo di viaggio a bordo, come capita altrove. Sarebbe bene munire la femata di una emettitrice automatca, perche’ onestamente non si capiva dove poter comprare il biglietto. Vero e’ che siamo in un inizio di pomeriggio particolarmente caldo e risulta faticoso girare nei pressi dei giardini antistanti la fermata al fine di poter  comprare il biglietto. Dopo la partenza sfilano via alcuni paesi e tra questi, Leverano (dove è in corso la festa della birra) Copertino… Dal bus noto i contrasti tra quella che e’ la  vocazione contadina e quella turistica. La terra con le sue  sue bellezze e i suoi frutti resistono nel temo come se questo non fosse mai passato. Fazzoletti di terra con pomodorini  ricavati in ogni angolo, possibile, rendendo evidente l’alternarsi del tempo: il passato e il presente. Dopo quasi un’ora di strada e bus quasi pieno, si giunge a Lecce. La fermata “Salento in bus” e’ situata proprio davanti un gazebo dove fino a sera sono assicurate le risposte ad ogni tipo di informazioni dei turisti; gazebo poco distante dalla Camera di Commercio e un dieci minuti a piedi, zaini o trolley alla mano, dalla stazione. (Una cortesia a chi di dovere: qualche cartello che ne indichi dalla stazione la strada per arrivare a questo incrocio di bus, stazione di arrivo e di partenze  in un incrocio di culture. Due auspici: un noleggio di biciclette nei pressi del gazebo. Piu’ paline alle fermate degli autobus che ne indichino i passaggi, le ore e fermate, il che vale soprattutto anche per le fermate iniziali del percorso e della zona in cui ho usufruito fino ad ora dei bus). Una breve sosta in stazione, perche’ questa volta, pasticciotto e caffe’ Quarta, saranno gustati con calma, senza il dolcificante delle lacrime, senza la mazzetta dei giornali per lenire almeno le prime ore di una lunga e lenta sofferenza. Oggi sorrisi. Ma lacrime e sorrisi sono emozioni sorelle nella loro friabilità, e allora, le lacrime si offrono. O si ricevono E allora, se così, sono l’ultima cosa che si ha il diritto di sprecare.  Gustare queste bonta’, mentre la voce femminile  ci fa sapere di porgere  “attenzione, allontanarsi dalla linea gialla. E’ in arrivo al binario uno, frecciabianca, proveniente da…”  . Mangiare il pasticciotto, buono ovunque e bere il caffè Quarta. I.c.s.: buono ovunque.  Con la dovuta lentezza e osservare gli altri, intenti alla partenza, o all’ arrivo. Trecce, cappellini e zaini, direzione sud, con la Sud-est e direzione Nord. Oggi il sole spacca anche le pietre. Un via vai continuo con la voce che annuncia treni per posti sperduti, all’inizio o alla fine di questo tacco. Gagliano evoca antichi ricordi, in altro mare, a nord, questa volta. Il trenino e’ pronto. Leggo attentamente la cartina esposta nel bar della stazione, con  le sue meraviglie, del Salento e della citta’ e la sua offerta culturale, davvero notevole, prendendomi il tempo giusto e necessario per individuare e scegliere cosa visitare, come  fosse una tesi di laurea, che non si termina mai di scrivere e di leggere. Percorro il corso antistante la stazione. Un viale alberato con un chiosco. Una via taglia il viale, e anche qui, sembra di essere a casa, a Torino, coi salesiani e don Bosco.  Mi immergo nel centro. I turisti sono tantissimi. Le case, bellissime, in tufo. Negozi di cartapesta e trionfo del barocco. I leccesi sono gentili e particolarmente accoglienti. I negozi aperti dal sorriso leccese per qualsiasi informazione e necessità’ e non per una vendita dei loro prodotti ad ogni costo. Indicano vie e città da scoprire lasciando le loro faccende per mettersi al servizio del turista, con un entusiasmo e una meraviglia fanciullesca, con la consapevolezza di essere loro il primo biglietto da visita per un ritorno da qui al 2019. Anche l’ ufficio informazioni turistiche si e’ mostrato particolarmente attento e gentile nel restituirmi ogni tipo di risposta alle mie domande. Ho notato con piacere che i lavori per quell’appuntamento, fervono. E Vendola, ne è un accanito tifoso. Lecce, la Firenze del Sud. Raggiungo piazza Santo Ronzo, con l’ anfiteatro, piazza Mazzini per fare ritorno verso Santa Croce. Entro. Iniziata nel 1549, con i lavori della facciata di impianto generale, e semplice,   sotto la dominazione spagnola  con l’attiguo convento.  Lavori protrattisi fino al 1695. Una basilica nata come simbolo di fede cristiana in relazione alla battaglia di Lepanto (1571) quando i Turchi furono sconfitti definitivamente. Nel 1549 i lavori iniziarono sotto la direzione dell’Arch. Gabriele Riccardi e il suo impianto ricorda l’influenza del gusto rinascimentale della prima metà del ‘500.  Il portale centrale è del 1606 ed è inserito tra due coppie di colonne. I due portali minori mostrano, a destra, lo stemma dell’ Ordine dei Celestini e a sinistra lo stemma dell’Ordine di Santa Croce.  Si possono notare anche piccoli rosoni sui portali minori. L’interno della Basilica è a croce latina. Uno spazio tripartito da una serie di colonne. Sui capitelli delle colonne è possibile notare la raffigurazione dei volti degli apostoli. Due coppie di colonne introducono al transetto corto  con le figure degli Evangelisti, Luca e Marco sulla destra e Matteo e Giovanni sulla sinistra I capitelli si presentano con foglie d’acanto, figure tratte dalle Sacre Scritture. La cupola risale al 1590. Gli Altari posti all’interno della Basilica sono numerosi.  A destra troviamo l’Altare di S. Antonio con la tela, pare di Oronzo Tiso che ritrae una serie di santi e angeli che osservano il Santo al quale compare il Bambino.20140801_18470320140801_18574320140801_18534420140801_18403920140801_180405 Dopo le bellezze del barocco leccese di Santa Croce, un salto presso la Chiesa Cattedrale e una visita alla sua cripta. Meglio lasciar parlare alcune foto. Una bellezza davvero grande. Sotto la cattedrale una cripta, del XII secolo rimaneggiata nel XVI secolo con aggiunte barocche. E’ davvero  stupenda, composta da 92 colonne con i capitelli decorati da figure umane. E’ presente un corridoio longiutdinale contenente due cappelle barocche. Tra le colonne un dipinto del XVI secolo raffigura San Giovanni e la Madonna ai piedi della Croce.20140801_17031220140801_17001120140801_16414320140801_16542520140801_16483520140801_16515420140801_175752

Un po’di spazio e punti di sospensione per continuare il racconto e tornare in piazza sul far del buio. Molto movimento. Parecchio…. Il Duomo di Lecce è collocato nell’omonima piazza, costruito una prima volta nel 1144 e poi nel 1230. Venne ricostruito per volontà del Vescovo Luigi Pappacoda e dall’Architetto leccese  Giuseppe Zimbalo a partire dal 1659. Il Duomo è dedicato a Maria SS. Assunta. Presenta, nel suo interno, una pianta a croce latina e si presenta a tre navate. Nel Duomo vi sono 12 Altari più quello Maggiore.

Piazza Duomo e il suo complesso architettonico constano anche di un bellissimo Campanile, alto 68 metri. Lo si ammira a sinistra del largo ed è uno tra i più alti d’Europa e domina nel suo slanciarsi verso l’alto l’intero centro storico. La sua costruzione è a base quadrata e consta di cinque piani, decrescenti verso l’alto, ognuno con la sua balaustra decorata. Ogni livello presenta una finestra con arco.

La sera poi, un tripudio di colori rende vivo il centro e la zona dell’anfiteatro. E’ davvero capace di generare grandi emozioni, penso sempre, e non solo in una serata estiva, bella come questa. Monumento di epoca romana  situato appunto nella centrale piazza dedicata a Sant’Oronzo. L’anfiteatro risale all’età augustea. Insieme al teatro è il monumento più espressivo dell’importanza raggiunta da Lupiae, ovvero l’antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C. Vederlo di sera è uno spettacolo. Vi sarà sicuramente una rappresentazione, a vedere il gioco di luci e la musica proveniente. Sono defilato, ma pare esservi una rappresentazione. Provo a chiedere ad alcuni leccesi quante persone poteva contenere. Mi rispondono circa 25 mila spettatori.

Ormai è tarda sera. Con una piccola idea su questa candidata europea alla cultura lentamente ritrovo la strada del ritorno. Piccola perché le bellezze contenute sono davvero tante. Occorre molto tempo per visitare la città.