Lecce, sei stata una “mano forte” per aprire ancora meglio e di più gli occhi a tutta la tua grande bellezza. E’ stato bello vedere questa giovane coppia fare fotografie in un giorno così importante, sulle tue strade. Sono giorni di festa in questa bella citta’. Sono giorni dedicati ai rientri. Anche oggi il caffe ‘ha un gusto diverso dal solito. E’ il caffè che batte l’ora, oggi. Ma Quarta, oggi, ora, e’ il nome del caffe’, dell’energia, vita. Il tempo del rientro, del ritorno. Ma e’ un arrivederci, a presto. Niente promesse, solo questione di tempo. E di cuore. Ovunque mi imbatta in una cartina del Salento faccio scorrere su di essa il dito e rimando a memoria nomi e luoghi di un tempo strepitoso, passato qui, calcando questa terra rossa, vivendo ogni momento come fosse il primo in cui ho aperto gli occhi. Bellissime le luminarie della citta’, il centro, la “villa” , il palco per la banda. A Lecce oggi e’ ancora festa, dei santi patroni, i turisti, i palazzi, i caffe’. Turisti a frotte fanno registrare il tutto esaurito. Chiedono in continuazione dove si trova il centro, Santa Croce, il Duomo con il suo stupendo campanile, santa Irene, il gazebo per Salento in bus. Hanno tutti zaini al seguito, trolley nella mano e macchinette o cellulari. E’ una Lecce che sbanca davvero. Niente da dire. Una coppia di giovani sposi, bellissimi, (chissà se si riconoscono, sarebbe bello descrivessero in quale Chiesa si sono sposati) sale sulla villa e noi fra poco sul treno. Poca voglia, di parlare, di dire, tantomeno rientrare. Due opzioni, Torino, il rientro, Roma, un’alternativa. Una freccabianca, una freccia argento. Che fare? L’ abitudine e’ una bruta malattia. No, non ho nessuna intenzione di ripetere schemi consolidati e ripercorrere una strada battuta da poco, solo pochi giorni fa, a di ferragosto. No, il grigio, la nebbia e la pioggia mi sa che attenderanno ancora un po’. Certo, possono e devono attendere. Ecco, ho lasciato andare l’abitudine per fatti suoi. Il treno per Torino è scivolato via, verso il suo destino. Ho preso il sottopassaggio e ho cambiato meta. Sono qui, binario uno.
Roma, la meta. Che dire? Amaro ma buono questo caffe’, forte come sempre, robusto, e scuro. Un augurio forte, dal cuore, per la candidatura a capitale della cultura europea. Lecce 2019. Ancora il caffè, il pasticciotto (la signorina del bar mi suggerisce di prenderne un po’ da portar via e di surgelarli. Parentesi nella parentesi, penso che i migliori che abbia mangiato siano stati quelli di Sandonaci e Gallipoli) e poi non mi resta che chiudere gli occhi, e conservare questi colori che il Salento mi ha regalato, luce nella luce, il mare, il caldo, sole, radici, e riaprirli fino alla prossima.
Ciao Lecce, ciao . Grazie, Salento. Grazie, radici che mi avete come sempre accolto a braccia aperte. Abbi cura degli ulivi, che stanno poco bene fa che acqua e sole e salute non gli manchino mai, fa si che alla loro ombra possano innamorarsi ancora in tanti, fa che tutto sia pronto per il prossimo mio tornare. Se tu avessi gambe ti direi di venirmi a prendere alla stazione, compiere insieme a me quel breve tratto di viale fino alla macchina, cosi come fanno i miei, con un pasticciotto sul cruscotto e il caffe Quarta nel “termus”. E vorrei che mi abbracciassi, come fanno loro. Ma in mancanza mi sapro’accontentare del tuo cartello azzurro, blu notte e di quella voce tanto bella che mi annuncia con gli arrivi e le partenze: Lecce. Ti diro’, mai come quest’anno mi sei piaciuta da morire. Mi piace la tua fedelta’.
Il viaggio e’da poco terminato, ore 17.20 ..approdo nella citta’ eterna dopo aver passato Brindisi, Bari, Barletta, Foggia, Benevento, Caserta. Era da un po’ di anni che non percorrevo questo tratto ed era abitudine il senso inverso, andando verso Sud, non verso Nord. E non ricordavo neanche che per alcuni versi sembra, in quella tratta, di andare per mare.Il gabbiano, sara’ sceso anche lui dal treno? Probabilmente…in questo momento sono in coda ad aspettare il mio turno per una esposizione di grandi bellezze…Autorutratti di Frida: con scimmia, con collana di spine e colibri, con treccia., seduta sul letto o io e la mia bambola, ed ancora La giustizia per via della rappresentazione di una figura femminile bendata, un bimbo con il mappamondo. Una serie di quadri da raccontare ai ragazzi, contestualizzandoli nel periodo storico e di una grandissima artista, versatile, con una storia densa alle spalle.Tre ore buone buone per la mostra….esco, appena sullterrazzo……dimenticavo, ormai e’ tardi e….buonanotte, Roma.