Al “casello” del supermercato

Torino. Scuola Holden. Foto, Romano BorrelliTorino, scuola Holden. Foto, Romano BorrelliIn coda al supermercato.  Tutti in fila, al pari delle auto che si avviano lentamente verso i caselli,  in periodo  da esodo estivo. Ci sono i numeri, le casse, i semafori. Piu’ quelli rossi che i verdi, a dire il vero. Anzi, una sola alla cassa. Pos-sibile? Yes, “loro have to”,  lei “pos”. Da tanto. Da oggi per altri.  Come tutti. Per un “pedaggio” da 30 euro in su. In coda si sentono storie di ogni tipo. Vere o presunte. Lavoro in primis. Come quelli che raccontando di colleghi di lavoro che fanno tutto loro, da lunghissimi 25 anni o forse più e i giovani, naturalmente,(a sentir loro) che non fanno nulla. Quindi, fannulloni. Penso allora che in ogni posto di lavoro, qualcuno si caratterizza sempre. Altri  riportano discorsi tra fidanzati: “Allora, ieri sera, con la fidanzata, abbiamo visto quanto possediamo in cassa, al fine di poter organizzare le vacanze estive. Sai, non abbiamo un c…o. Cioè, non abbiamo nulla. Avremmo voluto tanto andare a Ibiza. Ci resta come possibilità una vacanza da  due settimane in Salento, da un’amica della fidanzata. Ma sai, questo vuol dire mangiare, dormire, giro di parenti che nemmanco conosco. Paesi impronunciabili sotto un sole cocente”. Qualcuno, in coda, “entra a gambe tese” nel discorso  facendogli notare che sta parlando del Salento: a zero euro. Come la vendita di una macchina. Kilometri zero. “Una meraviglia”, continua sempre il “giocatore” che è intervenuto. Lui risponde: “16 ore di viaggio. A Nardo‘!” Nardo’, manco avesse detto Cucusciansci, spettatore del Maracanà, stadio Brasiliano A parte che a Nardo‘ ci abita la Pina e Sergio, famosi fruttivendoli e già questo basterebbe per soddisfare  la curiosità. Di Nardo’.  Ma ragazzi, il Salento!!! E di discorsi in discorsi la mia curiosità, spinto dalla lettura del  libro di Maria Persosino, “Le scelte che non hai fatto” (Einaudi) è quella di  verificare se chi sta davanti alla cassa mette la barra “cliente successivo” per separare la sua merce da quella del cliente successivo. Le manie di molti, di tanti. Niente. Tutti quelli che erano diretti sulla” A16″, supermercato-casa,  non hanno mosso neanche con un dito la famosa barra…spaziatrice. La musica di sottofondo intanto induce a pensare agli esami di maturità in corso. Il ’68 in  Francia, il ’69 in Italia, il movimento studentesco e la classe operaia, lo Statuto dei Lavoratori e le conquiste. Un pensiero al mio professore, di corso e di esami, divenuto poi relatore e uno al controrelatore. Altra musica. Altri film. Veri-veri.  Un romanzo a scelta: “struttura de il Piacere”.  Poi, il racconto di un film, Taxi-driver,   e ancora semafori, targhe, campi, il tassametro. Il pc e la chiavetta che non va. Povero candidato.  Già, la chiavetta. “Non importa, dice un commissario, sollevando il candidato. Tanto è un capolavoro. Lo hanno visto tutti“. Film che io non ho mai visto. Come altri. Play list mai arrivate e mai ascoltate. I titoli di coda passano, lentamente, come il candidato. The End. La scuola è terminata, il candidato si è sollevato.  Dalla sedia. Ed è sollevato, dopo questa ultima fatica. La ragazza con la frangetta si prepara ad entrare in scena. Tesina in mano. Il pubblico è folto. Da parte mia ho appena pagato il pedaggio. E’ stato salato. The end.