Buon biglietto a tutte, tutti.

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Non si poteva che cominciare l’anno augurando un “buon biglietto” a tutte, tutti. Un buon viaggio, proprio come era stato auspicato, sull’albero, la vigilia di Natale, all’inseguimento di una passione. A chi, con lo zaino si appresta ad un nuovo viaggio e a chi senza. Un biglietto, un po’ come la pesca. Questione di fortuna, qualcuno sostiene. E allora, che dire? Buon biglietto a tutti. Proprio tutti. Che sia quello buono. Il biglietto, pero’, non arriva così, per caso. Un biglietto è anche questione di stile. E di passione. Completa. In ogni cosa. Lungo la strada, tappeti di petardi, micce, miccette, fuochi di ogni tipo, contravvennendo a quelle che erano state le disposizioni. E così, lungo la strada che conduce alla grande stazione. Nella pancia della stazione brulicano segmenti impazziti, felici. Chi va, chi torna. Chi brinda al nuovo amore dell’anno e all’anno dell’amore e chi invece torna come era partito. Zaini nuovi, colorati, appoggiati a terra, a fare da sedile, o da lettino, per il recupero fisiologico, del sonno mancato. Guide aperte, orari dei treni, e cellulari sempre on. Certo, un po’ di musica ci starebbe bene, in questa pancia che rumoreggia, dopo aver mangiato e bevuto troppo. Il tabellone della stazione, color giallo, arancione, arrivi-partenze, scala continuamente, orari, treni, tipo di treno, fermate, ricordando continuamente che è il primo gennaio 2014. Per un giorno si dimentica molto, tutto. La speranza, la gioia, il sorriso sono di casa. Finalmente. Passion lives here. I viaggi, i viaggiatori, i sognatori. Qualcuna prepara un viaggio in Argentina. Nello zaino poche cose. A casa sta lasciando uno zaino pieno di vita. Una laurea, contratti a tempo, stage, in nero, tantissima preparazione, tantissima cultura, eppure, nessuno se ne accorge, nonostante centinaia di curriculum. Lei che crede e questo Paese che non crede molto in lei. L’Argentina, è la terra con ampi spazi. Una parentesi. Uno stacco. Qualcuno ricorda di un viaggio, verso il Brasile, mancato tantissimi anni fa. La valigia, di altro tempo, quella no. La valigia dei sogni, arrivò a destinazione. Il sogno e la persona, no. Su quella nave, non salì, mai. Chissà. A volte il destino è più forte dell’uomo. Una semplice congiuntivite fermò un desiderio, un sogno. Già, Brasile. L’anno del Brasile…….Ecco perchè, a distanza di tantissimi anni, continua a sentire nostalgia di un sogno infranto. Ma il destino, o chissà chi, ha voluto diversamente.
Buon viaggio.

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