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Ivrea, la solidarietà Gusta

Martedì 16 febbraio 2010. Oggi, ultima battaglia con le arance, ad Ivrea. Casse e casse piene d’arance pronte, ben posizionate, striscioni, aree delimitate, residui di allegria, pronta a riprendere vita nel pomeriggio, sono i residui delle due giornate appena trascorse. Sull’asfalto i resti della battaglia, all’ospedale di Ivrea più feriti dello scorso anno con un costo per la collettività evitabile, per un carnevale. Un plauso va alla grande solidarietà e sensibilità dei cittadini piemontesi nei confronti dei lavoratori. L’iniziativa di domenica, a Torino, con la vendita delle arance, a favore dei lavoratori Eutelia-Agile ha avuto successo. Ad Ivrea, gli aranceri hanno dedicato molta attenzione agli stessi lavoratori. Speriamo si tengano accesi i riflettori su questa ed altre vertenze. E che molte altre vengano illuminate. Presto. Anche nel mondo della scuola; ieri a Torino hanno manifestato i lavoratori delle cooperative: quasi trecento, a Torino e provincia, rischiano il posto di lavoro causa tagli. Su La Stampa di oggi, infatti, si poteva leggere che alcune scuole sono senza soldi per pagare i supplenti. Coperte, sempre coperte… corte. Ma perché toglierle sempre ai “poveracci”? Cominciamo dall’alto della piramide.

Quando la solidarietà bussa alle palpebre dei nostri occhi

Torino, 14 febbraio 2010. Questa mattina non il sole, ma fiocchi, copiosi, di neve, hanno bussato alle palpebre di molti innamorati. Una giornata romantica per loro. Per altri, alle porte di Torino, la giornata si consumerà con lanci di arance nel famoso Carnevale di Ivrea. Per altri ancora, la giornata sarà di speranza: speranza di avere o riavere un lavoro. Altri cercheranno di sperimentare ancora una volta una forma di solidarietà con lavoratori che da mesi non percepiscono “il becco di un euro”: la solidarietà ai lavoratori Eutelia-Agile. Una solidarietà cercata, grazie alla vendita delle “arance metalmeccaniche”, in un luogo, piazza Castello, a Torino, che vede girovagare coppie di innamorati felici. Presenti all’iniziativa, il segretario della Federazione, Paolo Ferrero, e alcuni consiglieri regionali di Rifondazione Comunista. Molto attivo fra questi ultimi, Juri Bossuto. Presenti inoltre il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Armando Petrini, il segretario della Federazione di Torino, Renato Patrito, il consigliere di circoscrizione 7, Giuliano Ramazzotti, il segretario del circolo Centro, Elio e tanti, tantissimi compagni, tutti pronti a dare una mano in una giornata in cui, Torino, si è svegliata imbiancata dalla neve. La vendita continua anche in questo momento. Al mattino, breve incontro con Fabio Sebastiani, giornalista di Liberazione: incontro a cui hanno partecipato altri compagni e, fra questi, il già citato segretario del circolo Centro, Elio, e Maurizio Pagliassotti. Lotta alla precarietà; sicurezza sul lavoro; lavoro internazionale gli argomenti trattati. Oltre a qualche accenno su quanto capita in rete.

La giornata, continua con momenti di festa. Speriamo in un’ottima riuscita.

Contrasti

Ieri, giovedì 11 febbraio, tempo meterologico “impazzito”. Città sotto la neve. Col treno, i soliti ritardi. Non solo all’andata, ma anche al ritorno. Linea ferroviaria in questione, Aosta-Ivrea-Torino. Alla stazione di Torino Porta Susa, il treno delle 16.35, partito da Ivrea, ( e proveniente da Aosta) arrivava con 15 minuti di ritardo. Lungo il tragitto,ho colto l’occasione per dare un’occhiata ai giornali. “Famiglie piu’ povere”; su questa notizia ho focalizzato maggiormente la mia attenzione. Una famiglia su cinque vive con meno di 1282 euro; una su tre ha un debito alle spalle. Situazione drammatica. Sempre sullo stesso treno, alcune ragazze discettavano di un colloquio di lavoro. “Quanto dovrebbe essere lo stipendio, per quel tipo di impiego?” chiedeva un’amica all’altra. Risposta: “Con un anno di esperienza almeno 1800 euro”. Che contrasto con la situazione reale. Beate loro! Normalmente ad una domanda del genere si dovrebbe rispondere: in questo modo: “minimo sindacale”. Contrasti. Proprio in una cittadina che si appresta a vivere la gioia di uno storico carnevale. Ci si tirerà delle arance. Alcuni pagheranno, per tirarle. Profumatamente. Non saranno i soli. Altri hanno già pagato, per raccoglierle. In molti sensi. Altri ancora, invece, proveranno a venderle, per spirito di solidarietà, “metalmeccanica”, nei confronti di operai, lasciati a casa. Senza un posto di lavoro. Contrasti.

Per la cronaca, questa mattina, il treno Torino-Ivrea-Aosta, delle 7.33, ci ha fatto subire circa venti minuti di ritardo. Ad Ivrea. Ancora qualche giorno inoltre per poter usufruire della modesta cifra di rimborso sull’abbonamento mensile. Pochi euro per tanti disagi. Che vergogna!

“Spremuti d’arance”

Terminate le vacanze, la vita, per molti, ricomincia nell’identico modo: “nulla di nuovo all’orizzonte”. L’alta velocità è il tema dominante. Sui giornali. La bassa velocità, con annessi ritardi, e annesse disfunzioni, come vagoni ghiacciati, si inscrivono invece sulla pelle delle persone. Ritardi, stipendio decurtato, ore da recuperare, temi che tornano prepotentemente all’ordine del giorno. Lunedì mattina, ore 7.30. Torino Porta Susa. Treno per Aosta, in ritardo. Dieci minuti, divenuti poi 15 sul tabellone luminoso. Diventati poi oltre 40 ad Ivrea. “Extended play”. Identica sorte al ritorno, con una variante: carrozza priva di riscaldamento. “L’alta velocità rende migliore la qualità della vita”, afferma qualcuno. Anche a costo di perforare una montagna, magari contenente amianto. Non concordo. Perchè non insistere nel migliorare le infrastrutture esistenti? Considerazioni già fatte. Che rendono però visibile il legame con altre situazioni…Alta velocità, bianco. Pendolari, nero. Vince bianco. Peccato, vediamo se, con l’istruzione le condizioni di partenza si riequilibrano. Dipendente con posto fisso, bianco. Precario, nero. Vince ancora bianco. Vincerà ancora, per tanti anni. Peccato, proprio nella scuola. Ma proprio qui, il bianco è bianco-bianco, con i fondi d’istituto. Pochi bianchi molti neri. Forse sarebbe meglio eliminarli, quei fondi. E se i precari provassero ad alzare la voce? “Nero-nero”.

Per non parlare poi dell’agorà di agosto: un “caporale” chiama. Non tutti possono partecipare alla raccolta “dei frutti” settembrini. Chi raccoglie fino a fine attività didattica, chi fino ad agosto, chi di fatto, chi di diritto. Nel privato, poi, i neri-neri sono raggruppati in una vastissima categoria: spremi e butta. Mezzo milione “neri” fuoriusciti dai cancelli delle fabbriche? Poi esistono i quasi neri, che sono in cig, o in mobilità. Ma esistono anche i neri-neri, i disoccupati. Che brutto periodo! Eppure, proprio in Piemonte, a Torino, terra di santi sociali, già nel novembre del 1851 veniva stipulato il primo contratto d’apprendistato. Diritti. Altri tempi. Oggi, rifiuti.

Oggi “è il mercato, bellezza”. Vuoi vedere che dopo aver tanto spremuto, aumenterà anche il prezzo delle arance?