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“Sonja”

E`da molto che non scrivo. Mi riprometto “domani lo faro”, in realtà, le giornate e le serate trascorrono pigramente tra studio, schemi, mappe per il giorno dopo senza produrre nulla. Poi, una riflessione in classe, un evento ela tastiera riprende il suo corso. Lentamente.
La bellezza salverà  il mondo”, scrisse nel 1800 il grande autore russo, Dostoevskij.  Eppure, prestando ascolto ai notiziari o sfogliando le pagine dei quotidiani, si scopre che la bellezza, nella psiche di qualcuno, non salva affatto il mondo, ma contribuisce a ucciderlo. Già,  perché l’omicidio dello scorso febbraio, avvenuto in quella zona di Torino che fiancheggia il Valentino, il polmone verde della nostra città,  ha da oggi un colpevole. Quale il motivo di tanta crudeltà? Un coetaneo uccide un suo pari, con un colpo alla gola, semplicemente perché “aveva l’aria (così sostiene chi ha sentito i notiziari) di un ragazzo felice, spensierato, sereno”, colpevole solo di passare da li, diretto al suo lavoro, un sabato mattina, diverso e cosi uguale a tanti altri. I Cappuccini sulla collina, la Gran Madre oltre il ponte, la scaletta che rasenta il fiume, i tira tardi del venerdì sera rinchiusi in uno dei tanti bar del centro, coppiette sorprese dai primi raggi solari che annunciano primavera esponendo centimetri di pelle per lasciarsi baciare e bruciare  la pelle e i sentimenti dalla grande Stella, del cielo, o di turno, lo sferragliare rumoroso e lento dei tram che stordisce e culla i passeggeri al suo interno. Tutto sembra prendere o riprendere vita mentre un ragazzo di trent’anni sta per lasciarla. È sereno, felice, nessuna traccia del suo passato lascia intendere quel che da li a poco succederà. Un lavoro, una famiglia, amici. Fatalità, un incontro che non è  neanche uno sfiorarsi. Siamo oramai abituati ad una vita frenetica, porte girevoli da autogrill,in questa società liquida, senza legami, con tanti contatti e pochi amici, ma, che qualcuno possa essere infastidito dalla felicità di altri, questo, ancora non era mai capitato nelle lunghe serie di fratture e bruttezza che inquinano l’animo umano. Fin dalla notte dei tempi, del mito delle origini, siamo  abituati a tanta cattiveria dell’uomo che lo abbruttisce sempre più;restiamo e speriamo in un nuovo Umanesimo -Rinascimento, una nuova ecologia, che mai più produca morte verso un suo simile o un Capidoglio spiaggiato, morto con 22 kg di plastica ingoiati, buttati in mare da un uomo che produce e consuma senza criteri e senza attenzione e cura a ciò  che dovrebbe amministrare nel modo migliore. Senza parlare della discarica rinvenuta nei fondali dello stretto di Messina. La contabilità  delle bruttezze che inquinano l’uomo ed il suo habitat potrebbero continuare, snocciolando dati e prospettive. Oggi, piu che di bellezza che salvera’ il mondo, pare  aver letto gran parte di “Delitto e castigo”. Siamo in attesa di una Sonja, per ciascun uomo. Quella si, che sarebbe capace di salvare il mondo. E con la sua bontà, forse anche  l’uomo.

14 Febbraio

Milano Porta Garibaldi. Foto, Romano Borrelli Anni senza il “Pirata”. Anni con il pirata entrato nella leggenda e su you tube. Anni di anniversari. Tempo, storia, passato che non passa mai e ” il passato che non e’ mai morto e non e’ mai passato” (Faulkner).  Chi si lascia chi si prende, chi si perde, chi si trova e chi si ritrova. Giorno d’amore e giornate d’amore. Si era li e qui, a San Marino, per un pelouche e qui ad aspettarlo, sui monti, al lago o in riva al mare. E anche Roma, per un “Not in my name”. La città sotto di noi, quella Eterna davanti a noi. Qui e là.  Per un fiore o un libro. Da leggere, proteggere, coccolare. Per me, per lei, per noi, che anche lei, ama leggere e parlare. E ragazza alla quale leggere, parole e pagine, prima di una dolce buonanotte. Libri. In città, in centro, in periferia, in una libreria. Sulle ali di una poesia. Eravamo tra le pieghe di un libro e lo siamo ancora oggi perché in fondo,  non ci stanchiamo e non ci si stanca mai di leggerlo, l’amore, tra le righe e tra le pieghe per immaginarlo e sognarlo, rincorrerlo. Chi lo scrive, chi lo legge, chi lo ascolta, chi lo vive. Musica e’. Applaudirlo, viverlo, rammentarlo. Ogni giorno di ogni anno. Chi vende rose e chi le compera. Chi le dona e chi le riceve e chi le invia. Chi le accoglie, chi le raccoglie.Torino 14 febbraio 2015. Piazza Statuto, foto, Romano Borrelli Chi prepara menù e mangia e chi aspetta di mangiare. Chi resta come un baccalà e chi questo se lo mangia. Prima, durante e dopo gli amorini ripieni.Torino 14 febbraio 2015, via Garibaldi. Foto, Romano BorrelliChi seduto, chi in piedi, chi corre e chi sta fermo. Chi parla e chi ascolta. Chi vero e chi no. Torino Piazza Carlo Felice. Febbraio 2015.Foto, Romano BorrelliChi passione e chi freddo, gelato. Chi aspetta e chi no. Sapore di un bacio. Non lo dimentichi. Torino, Piazza Carlo Felice. febbraio 2015.Foto, Romano BorrelliChi bacia e chi “Kiss-me” su video. Per rivedere la volata migliore. Otto baci per otto coppie. Chi sale in cattedra a spiegare cosa è l’amore  e chi sul campanile a contemplarlo e  a viverlo. Quando scende. Chi lo porta in piazza e chi lo esibisce nel bel mezzo di una canzone, una musica,Torino 14 febbraio 2015, atrio stazione Porta Nuova. Foto, Romano Borrelli una poesia, d’amore,  l’amore. Chi lo acvompagna e chi si fa accompagnare, con le note e sulle note di un pianoforte.Torino, 14 febbraio 2015. Stazione di Torino Porta Nuova. Foto, Romano Borrelli. A Milano come a Torino. L’amore nelle Grandi Stazioni “tra alta e bassa”  e tra alti e bassi. Passato, presente, futuro. In fondo, “L’amore è tutto ciò di cui hai bisogno” (John Lennon), mi ripeteva e si ripeteva. E comunque, come sostiene Bauman, “non si puo’ imparare ad amare e in qualsiasi momento giunga, l’amore, ci coglierà sempre impreparati”. Il tabellone della stazione di Torino Porta Susa ci  ricorda che oggi è il 14 febbraio.Torino Porta Susa. Tabellone. Foto, Romano BorrelliIl tempo dell’amore non scade fra poche ore. E non è per un giorno solo.Torino, Cappuccini. Foto, Borrelli Romano

La mia Torino 24/05 continua

Torino 24 maggio 2014. Ore 18.30 circa. Fra tenerezze e...crampi. Foto Romano Borrelli

DSC00988La lunga giornata volge al termine. Stanchezza, fatica, fame prendono il sopravvento. Cominciano davvero a farsi sentire. Ma la forza dei sentimenti, è più forte. Anche quando non hanno modo di esprimersi dopo un anno e si sciolgono in un abbraccio, commosso, intenso, interminabile. Quando il tempo sembra non passare mai e l’attesa diventa infinita, come prima di una finale mondiale. Ci si siede e si aspetta. Pazientemente. Altri ne approfittano, seduti, consumando la propria cena al sacco. Nel frattempo sono in arrivo gli ultimi, con mezzi di locomozione di fortuna, più ecologici, come una bicicletta. Al lavoro anche alcune volontarie che dedicano del tempo alla preparazione delle candele.Torino 24 maggio 2014. Ore 19.00 Cortile Basilica Maria Ausiliatrice. La preparazione delle candele da parte delle volontarie. Foto Romano Borrelli

Torino 24 maggio 2014. Ore 18.30. Cortile Maria Ausiliatrice. Per chi usa la bici, pur di esserci. Foto Romano BorrelliTorino 24 maggio 2014. Cortile Maria Ausiliatrice. Ore 19.15 La cena. Foto Romano BorrelliTorino 24 maggio 2014. Ore 19.00 Cortile di Maria Ausiliatrice. Aspettando, insieme. Foto Romano Borrelli

 

Dopo Nosiglia, è tempo per il Rettor Maggiore. La porta di casa rimane sempre aperta.

 

Torino 24 maggio 2014.Ore 18.30 Cortile Maria Ausiliatrice. Riabbracciarsi...un anno dopo. Foto Romano Borrelli

Quando la solidarietà bussa alle palpebre dei nostri occhi

Torino, 14 febbraio 2010. Questa mattina non il sole, ma fiocchi, copiosi, di neve, hanno bussato alle palpebre di molti innamorati. Una giornata romantica per loro. Per altri, alle porte di Torino, la giornata si consumerà con lanci di arance nel famoso Carnevale di Ivrea. Per altri ancora, la giornata sarà di speranza: speranza di avere o riavere un lavoro. Altri cercheranno di sperimentare ancora una volta una forma di solidarietà con lavoratori che da mesi non percepiscono “il becco di un euro”: la solidarietà ai lavoratori Eutelia-Agile. Una solidarietà cercata, grazie alla vendita delle “arance metalmeccaniche”, in un luogo, piazza Castello, a Torino, che vede girovagare coppie di innamorati felici. Presenti all’iniziativa, il segretario della Federazione, Paolo Ferrero, e alcuni consiglieri regionali di Rifondazione Comunista. Molto attivo fra questi ultimi, Juri Bossuto. Presenti inoltre il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Armando Petrini, il segretario della Federazione di Torino, Renato Patrito, il consigliere di circoscrizione 7, Giuliano Ramazzotti, il segretario del circolo Centro, Elio e tanti, tantissimi compagni, tutti pronti a dare una mano in una giornata in cui, Torino, si è svegliata imbiancata dalla neve. La vendita continua anche in questo momento. Al mattino, breve incontro con Fabio Sebastiani, giornalista di Liberazione: incontro a cui hanno partecipato altri compagni e, fra questi, il già citato segretario del circolo Centro, Elio, e Maurizio Pagliassotti. Lotta alla precarietà; sicurezza sul lavoro; lavoro internazionale gli argomenti trattati. Oltre a qualche accenno su quanto capita in rete.

La giornata, continua con momenti di festa. Speriamo in un’ottima riuscita.