E’ cominciata la settimana di passione e di amore per la lettura, nel capoluogo piemontese. In un Paese in cui “i lettori da un libro l’anno” sarebbero in aumento. Tendenza che muta, unica nota positiva. Solito salone, solita zona, Lingotto, ex fabbrica di automobili. Storia del movimento operaio torinese.
Settimana di passione, ma anche di tristezza, delusione, amarezza, sapere che tantissime ragazze e ragazzi, con cartelli al collo manifestavano nei pressi del Salone del libro, la propria contrarietà ai tagli che l’università si appresta a subire. Tantissime ragazze e ragazzi stesi a terra urlano che loro, noi, la crisi, non la vogliamo pagare. Una crisi che si manifesta, si materializza in mille pieghe del nostro quotidiano. Pecora o non pecora, i treni continuano a ritardare, come è successo in settimana. Ancora una volta ritengo ingiusto parlare di alta velocità quando esistono linee poco funzionali, a binario unico, con motrici a gasolio, che viste da dentro, fanno davvero ridere. I ritardi significano recuperi, decurtazioni dello stipendio, che a fine mese significa busta paga meno pesante e per molti altri, uno sconfinamento di conto corrente che andrà ad ingrossare e ingrassare le banche. Qualcuno si preoccupato di “suggerire” alle banche di abbassare i tassi sugli scoperti in questi periodi di crisi? O pensionati, cassintegrati, disoccupati, devono sentirsi umiliati come è capiatato a molti se il loro conto “sfora”? Si, signori, perchè da una parte, quei “giocolieri di soldi” umiliano le persone che hanno bisogno, concedendo qualche euro in piu’, “forzando” come si dice, la procedura, dall’altra godono, perchè quella concessione significa interessi passivi. Studenti e scuola “rasi al suolo”; una scuola che sembra “coniugarsi” con il verbo al passato, ovvero, la scuola di pochi, dei ricchi, dei facoltosi. Ora aspettiamo gli effetti della crisi petrolifera, causata dal disastro ecologico, lontana migliaia di chilometri, ma che si ripercuoterà su ogni aspetto della nostra vita. Perchè tutto è interdipendente. Posti di lavoro che andranno in fumo. Quanti? Se la situazione non migliorerà sicuramente migliaia. Prezzi alti, ancora piu’ alti dei prodotti alimentari. Ormai abituati a confondere prezzo con valore, dove, pensando al prezzo, abbiamo avuto piu’ prodotti a scapito della qualità, (così, il prodotto che non ci soddisfa, lo “cestiniamo” e compriamo altro; facendo dilagare i profitti dei soliti). E le nostre tasche e le nostre vite, sempre piu’ vuote. E così, piano piano, ci stanno radendo al suolo tutti. Gli uffici dell’inps, pieni all’inverosimile, come non mai… eppure, qualcuno, continua a dire che tutto “va be”.
No, gente, “noi, la vostra crisi, non ve la dobbiamo pagare”.
Solidarietà agli studenti.