La lettura del romanzo “Agostino” di Alberto Moravia si è conclusa da poco. Un romanzo breve, ambientato in Toscana, probabilmente Viareggio, tempo di mare, tempi di cambiamenti e riti di passaggio. Agostino bambino, ad inizio villeggiatura, si ritrovera’ vrn presto, nel corso di quella, ragazzo, cresciuto, segnato, dalle angherie di un gruppo di ragazzi ai quali chiedeva tutto sommato, amicizia, tempo, di entrare a far parte della loro compagniadai modi rudi, ruvidi, diversi dai suoi e che forse, si direbbe oggi, lo “bullizzano”. Agostino troppo buono, ferito, dalle certezze e dalla compagnia. E ferito piu che da una “carezza” della mamma, la delusione, di non essere il solo “uomo” a ricevere le sue attenzioni. Tra le pagine se ne respira l’odore del mare, della sabbia, dell’estate e della liberta’, della voglia di esser grandi. E’ il passaggio, dal secchiello e paletta, rimasti in cabina, alla costruzione di altri castelli, pur di diventare grande, o almeno, dimostrare di esserlo agli occhi di chi lo ha canzonato e a se` stesso. Uno dei temi dominanti e` il tradimento, forse questo, si, un vero pugno nello stomaco. La descrizione delle classi sociali, poverta’, ricchezza. Compio un “giro” tra la rete a cercare produzioni cinematografiche del romanzo, piccoli video sul film “Agostino” mentre sulla stessa si intrecciano e scontrano “partiti” a favore o contro, di questo o quello, in una cornice, definita, da crisi istituzionale. Chi esce e chi entra da Palazzo Chigi, trolley alla mano, come viaggiatori sospesi gia’ segnati in un destino indecifrabile. Ah, questa politica. La voglia di riprendere l’Orologio di Carlo Levi e risfogliarlo per la terza volta è grande… come medicina e antidoto, come desiderio di ritrovare qualcosa che ora manca; ma non e’ una lettura solitaria che si impone… anche ” La ragazza di Bube”, di Cassola, si affaccia in una forte volontà. Di fedeltà, valori, amore, politica, quasi a riscattare Agostino e la politica.
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Peppino Impastato
Nella mia Torino oggi ho attraversato banchi che sembravano strade ma forse non lo erano e strade che dovrebbero essere disegnate sui banchi e non sono state. Banchi di studio, da studio, di mercato. Ho sperato che qualcuno mi chiedesse a proposito dell”antenato”di twitter, fb, i blog, ovvero la radio, una radio in particolare. Ho sperato che da alcune di queste stupende case storiche provenisse il suono di una radio e mi rendesse in questo modo presente e vicina quella voce, valori,persona. Spesso la vita e’un ballo e ci si pizzica, sovente, in una competizione sfrenata, di individualismo esasperato, mentre la pizzica, e’ un ballo fino all’esasperazione, e questa si, che e’una cosa bella e divertente, anche quando non la si balla e la si guarda soltano, assaporando profumi e odori di Sud.
In un bar un calendario mi ricordava che era il 9 maggio.
La gente sui tram e nella metro mi ricordava che la fiera internazionale del libro era cominciata.
Una lettura attenta, con o senza occhiali. Una buona lettura, insomma. Di alcune pagine di storia. Da un balcone, lentamente, il suono di una radio. La speranza non ha mai fine. Prima lentamente, poi, via via piu forte. Cerco di capirne la direzione.uno, due, dieci, cento passi. Ne colgo finalmente il senso. Lo scetticismo lentamente svanisce. Forse sara’ come la fine di un film. Alzo gli occhi, per provare a capirne la direzione. Il cielo di Torino sembra di mare, solcato da qualche gabbiano. Si comincia a rammentare. Ciao Peppino Impastato.
Appello al voto di Paolo Ferrero alla Federazione della Sinistra e perché!
IL VOTO ALLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA VALE DOPPIO!
“A Torino si corre da soli in quanto il Pd si è inchinato di fronte ai diktat di Marchionne … Il voto utile è quello alla Federazione della Sinistra …”
Video molto interessante:
Spot elettorale della Federazione della Sinistra per le amministrative 2011
Piero Fassino non lo scordare mai o stai con la Fiat o stai con gli operai
Lo slogan “Piero Fassino non lo scordare mai o stai con la Fiat o stai con gli operai” intonato dai compagni della Federazione della Sinistra nella biciclettata del 12 maggio 2011 assieme al candidato sindaco di Torino Juri Bossuto! Uno stupito Sergio Chiamparino, sindaco uscente di Torino, ode lo slogan mentre si trova a pranzare in un ristorante all’aperto con degli amici. Nel video seguente Chiamparino ripreso dalle telecamere.
Andrea Camilleri: “Tutti in piazza con la Fiom il 16 ottobre”
Appello accorato del grande scrittore Andrea Camilleri a tutti gli Italiani di Buona volontà alla partecipazione alla manifestazione nazionale dell Fiom del 16 ottobre 2010 a Roma.
Statuto dei Lavoratori
Buon compleanno, Statuto dei Lavoratori. Ieri, professori universitari, politici, studenti universitari e molti altri hanno partecipato presso la Sala Rossa del Comune di Torino a rendere vivo lo Statuto dei Lavoratori, nato il 20 maggio del 1970. Un cammino iniziato già anni prima. Una legge sotto continui attacchi. Da difendere. Da estendere. Con lo Statuto dei Lavoratori, la Costituzione entra in fabbrica, luogo inteso come posto di lavoro. Pensare al prima che entrasse in vigore e pensare al dopo. Pensare a quell’anno, il 1970. Ripensare alla primavera di quell periodo, e all’autunno successivo, durato 35 giorni, e all’inverno successivo, che stenta a terminare. Spesso, da precario della scuola, nella mia “fabbrica” fatico a pensare che la Costituzione sia entrata in quelle mura. Si lavora in edifici fatiscenti. Troppo freddo, troppo caldo. Muri scrostati, servizi che non funzionano e che non vengono riparati. Porte non funzionanti. Non entra la Costituzione e da precario potrei uscire, insieme a tantissimi altri con un solo cenno, come avveniva un tempo. Ma il tributo piu’ grande lo hanno ricevuto gli oratori che hanno contribuito con le loro lotte a rendere vivo lo Statuto. Che brividi. Il nostro grazie non sarà mai abbastanza grande.
Un altro grazie al ricordo di come era prima della promulgazione dello Statuto dei Lavoratori, il mondo del lavoro, con le schedature degli operai. Informazioni dei propri dipendenti, raccolte ed archiviate.
Rimando alla lettura del libro di Bianca Guidetti Serra, così, per farsi una idea, di come era il prima.
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Attualità delle analisi e proposte del compagno segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero
A Genova.
Genova. Chissà perché, questo pensiero, oggi, ne rimanda altri. Rimbalzano. Oppure no. Conosco il perché. “Scuola come riscossa” e “Un viaggio lungo cinque anni”. Pensieri, storie, prospettive, quelli di Simone. Che si ferma, si pone domande, si racconta, si preoccupa. Chiede, ciò che ora sembra non esserci. Una distanza. Scuola e Università sono grandi preoccupazioni. Come altri temi. Il lavoro, che manca. Posti di lavoro che si perdono in continuazione. Tagli agli organici, che verranno, come programmati. Tartassati, sempre i soliti. Licenziamenti, come sui quotidiani si accennava ieri, a “chiamata”. Poveri sempre più poveri. Ricchi sempre più ricchi. Chi non ha casa e chi la possiede “a bella vista” (magari senza conoscere colui o colei che gliel’ha pagata). Nonostante ciò, ci si ostina a far finta di nulla. Forse ci si nasconde. La Grecia è vicina. La Grecia è qui. Non una protesta. Nulla di nulla. No, signori, non tutto va bene. Va male. Va malissimo. Vedo centri di volontariato pieni di gente che aspetta il proprio turno per ricevere “una borsa” di viveri. Vedo code presso l’Inps. Code presso i patronati. Ansie. Preoccupazioni. Voi, non le vedete? Mi piacerebbe leggere più ragazzi che si pongono domande, come Simone. Che si interessano, partecipano, dibattono, prendono posizione. Come è stato Carlo. Dove è andato a finire quel “movimento dei movimenti” di Genova 2001?
Scuola “rasa” al… suolo
E’ cominciata la settimana di passione e di amore per la lettura, nel capoluogo piemontese. In un Paese in cui “i lettori da un libro l’anno” sarebbero in aumento. Tendenza che muta, unica nota positiva. Solito salone, solita zona, Lingotto, ex fabbrica di automobili. Storia del movimento operaio torinese.
Settimana di passione, ma anche di tristezza, delusione, amarezza, sapere che tantissime ragazze e ragazzi, con cartelli al collo manifestavano nei pressi del Salone del libro, la propria contrarietà ai tagli che l’università si appresta a subire. Tantissime ragazze e ragazzi stesi a terra urlano che loro, noi, la crisi, non la vogliamo pagare. Una crisi che si manifesta, si materializza in mille pieghe del nostro quotidiano. Pecora o non pecora, i treni continuano a ritardare, come è successo in settimana. Ancora una volta ritengo ingiusto parlare di alta velocità quando esistono linee poco funzionali, a binario unico, con motrici a gasolio, che viste da dentro, fanno davvero ridere. I ritardi significano recuperi, decurtazioni dello stipendio, che a fine mese significa busta paga meno pesante e per molti altri, uno sconfinamento di conto corrente che andrà ad ingrossare e ingrassare le banche. Qualcuno si preoccupato di “suggerire” alle banche di abbassare i tassi sugli scoperti in questi periodi di crisi? O pensionati, cassintegrati, disoccupati, devono sentirsi umiliati come è capiatato a molti se il loro conto “sfora”? Si, signori, perchè da una parte, quei “giocolieri di soldi” umiliano le persone che hanno bisogno, concedendo qualche euro in piu’, “forzando” come si dice, la procedura, dall’altra godono, perchè quella concessione significa interessi passivi. Studenti e scuola “rasi al suolo”; una scuola che sembra “coniugarsi” con il verbo al passato, ovvero, la scuola di pochi, dei ricchi, dei facoltosi. Ora aspettiamo gli effetti della crisi petrolifera, causata dal disastro ecologico, lontana migliaia di chilometri, ma che si ripercuoterà su ogni aspetto della nostra vita. Perchè tutto è interdipendente. Posti di lavoro che andranno in fumo. Quanti? Se la situazione non migliorerà sicuramente migliaia. Prezzi alti, ancora piu’ alti dei prodotti alimentari. Ormai abituati a confondere prezzo con valore, dove, pensando al prezzo, abbiamo avuto piu’ prodotti a scapito della qualità, (così, il prodotto che non ci soddisfa, lo “cestiniamo” e compriamo altro; facendo dilagare i profitti dei soliti). E le nostre tasche e le nostre vite, sempre piu’ vuote. E così, piano piano, ci stanno radendo al suolo tutti. Gli uffici dell’inps, pieni all’inverosimile, come non mai… eppure, qualcuno, continua a dire che tutto “va be”.
No, gente, “noi, la vostra crisi, non ve la dobbiamo pagare”.
Solidarietà agli studenti.
Video di Luigi Saragnese
Alle elezioni regionali la Federazione della Sinistra si presenta con un proprio simbolo e un proprio programma. Sanità e Diritto all’istruzione per tutti, innanzitutto.
Vota Saragnese!
Il video è presente anche nel suo gruppo facebook:
Saragnese: un candidato alle regionali piemontesi per l’interesse pubblico