Ditemi, cosa mai ci potro’ fare se gia dalle prime luci dell’alba voci materne si prolungano e perdono per strada prendendo il portoncino, insinuandosi lungo le scale a fare la parte del “chicchirichi” per aprirmi definitivamente gli occhi. “Laura hai preso le maglie?” Madri dal fare protettivo che accompagnano con le loro grida, figlie dirette verso i recuperi scolastici, con le ultime raccomandazioni strillate dal balcone. Maglie. Qui, su al nord hanno un altro significato. Giu, al sud, un altro sapore. Maglie
. Immediata la voglia di dolce e crema, di uno dei tanti pasticciottini di Gallipoli o comunque “di giu'”. E se poi sono preparati dal maestro Antonio Campeggio, ancora meglio. E pazienza se tutta quella bonta’ ha contribuito a mettere qualche etto di ciccia. Questa e’ l’ unica ciccia che riesco a pensare, altro che…”arte”…E come se si mangia bene…”.
Qui, al nord, si cambia composizione e contenuto all’armadio, io sentendo quella parola ho in mente solo e soltanto “composizione treno:s i cambia a Maglie, si cambia a Zollino”.
Gli unici cambi che ho ancora in testa. Insieme alla scuola. Che cosa ci posso fare se dalla tv e dalle pagine dei giornali qualcuno, a proposito della scuola, documento di 136 pagine tra le sue mani chiede una mano e i miei ricordi vanno a Lecce e sposini con la mano di lei che sorregge lui.
“Il Salento ti da una mano”..
M
aglie, vestiti, scuola, libri, da leggere e vestirsi di libri (un plauso ai ragazzi della scuola Romolo Zerboni di Torino per questa bella opera d’arte, e questa si, lo e’, posta nell’atriomdella biblioteca civica di Torino). E’ancora estate, almeno sul calendario, e basterebbe vestirsi di libri pensando a Maglie. L’unica composizione, quel trenino e tanto Sud Est….Salento dolce, dolce Salento….