IO non mi vergogno.

Io non mi vergogno di essere un dipendente pubblico, così come non mi sono mai vergognato di appartenere alla classe operaia, di mangiare un panino con i rumori assordanti di una fabbrica, in un posto chiamato cella, che era un riquadro riservato agli operai durante le pause che non si recavano in mensa. Gli odori nauseabondi erano una sorta di condimento. Non mi sono mai vergognato di avere una tessera sindacale Fiom che per me andava mostrata con fierezza e senso di appartenenza. Non mi vergognerei oggi di dire che lavoro per la pubblica amministrazione. E, non mi vergogno di guadagnare meno di mille euro, ma mi vergogno al pensiero di constastare che in Italia migliaia di persone non li guadagnano nemmeno, o non guadagnano affatto, e non sono considerati da nessuno. Mi vergogno perchè si è raggiunta una tale situazione che molti pensano di non essere niente e nessuno: rifiutati dalle banche perchè non guadagnano e non hanno possibilità di avere un prestito, un mutuo, niente; un futuro negato a milioni di persone lavoratori e non. Mi vergogno perchè l’amore nelle canzoni non ha barriere, mentre i soldi, la mancanza di lavoro continua a costruirle. Qualcuno si vergogna del fatto che oggi il debito pubblico ha raggiunto il suo record storico. Vi è qualcuno che si vergogna per averci lasciato in eredità tutto ciò? Vi è vergogna per avercela “menata” per venticinque anni con la storia del: si deve privatizzare, si deve liberalizzare, si deve esternalizzare. Qualcuno si vergogna di ciò? Basta con gli slogan e con le offese alla dignità dei lavoratori.