Dal tram storico una panoramica veloce su piazza Statuto. Con mio padre asserragliato al posto del bigliettaio immagginando, lui, i suoi anni “alla Fiat”. “La vecchina””, luogo di incontro per molti dove si era soliti comprare giornali e biglietti del tram ha lasciato il posto ad altra attivita’ gestita da Federica. Il tempo corre e scorre velocemente nonostante questo tram verde, nonostante il posto del bigliettaio, nonostante quel 7 stampigliato addosso a questo “bel carrozzone” del tempo andato. Mi manca il carrozzone e la sua musica, la sua voce, il suo incedere a volte lento altre veloce altre ancora a strappi. Comunque sia e’ da un anno che non ne ravviva il passaggio.Come che sia la vecchina non ha staccato il dovuto biglietto, Federica e’ al suo posto e con garbo e gentilezza accoglie quanti chiedono informazioni sui prodotti esposti nel duo chiosco per la felicita’e la gioia di tanti bambino. Opto per un caffè sperando di trovare un tramonto in una tazza. L’insegna sostiene che qui “creano emozioni” e le racchiudono in una tazzina. Nel loro fondo, in fonfo, una poesia. L’arte della parola. La bellezza della parola nel suo cuore. Uno spazio temporale della durata di un battito di ciglia, una mescolata di zucchero lunga 140 caratteri, il tempo di un pensiero. Da blog. Da piazza a piazza. “Basta poco per ritagliarsi un momento di poesia nella giornata. Alzo gli occhi al cielo, lo stesso cielo. Calpesto la stessa terra. E mentre le due mani intrecciate spariscono all’orizzonte in me rimane un retrogusto dolce, di qualcosa che fu, di tutto l’amore divorato, mai assaporato, ….” Non solo Sunday Poets. Life poets. Basta poco per pensare, fare, ricordare una poesia in una tazza, in una tazzina. Sorseggio comunque il mio caffe’, lentamente, sognando in questo cantuccio altri e dolci cantucci.” Scorro”velocemente il tutto, qui dentro, con gli occhi. Un tempo, recente, c’erano postazioni pc ad ogni tavolino. Domando e rispondono, i baristi, che presto i pc torneranno al loro posto. Ottimo luogo per sorseggiare un caffe, fare colazione e per giornalisti di cronaca cittadina costretti a scrivere il pezzo sulla nostra citta’. Poi, riprendo la camminata verso il centro. Prendo stradine con palazzi antichi affacciati su quelle. Dalle finestre giungono voci affaccendate nel far prendere aria a stanze ed oggetti, coperti e ben curati tenuti a debita distanza da intemperie. Di casa in casa immaggino il cuore antico di Torino, salotti oggetti librerie e libri di ogni fattezza, stanza e corridoi che finalmente mi aprono le porte alla piazza. Quella reale. Piazza San Carlo, la fontana (bevo, al Toret. Uno degli 859 toret in giro per la città. Ah, “I love toret”), la stazione,( Porta Nuova), il pianoforte, chi lo suona, chi osserva solo e gente che ascolta certe note di certe notti. Un giro da Feltrinelli e qualche libro da comprare. E’ sempre bello notare quanta gente trolley alla mano, “annusa” in continuazione libri per una buona compagnia tra Tortona, Stradella, Fidenza e Falconara. Verso il mare…”Te lo ricordi il mare, vero?” Il mare delle Torrette ha avuto sempre un suo fascino intellettuale. Poi, il rientro e un libro come buona compagnia e bei sogni in tasca… Ho sognato tanto. Tantissimo. In 2 o 3 vite. Fa freddo. Ma non troppo. I colori sono comunque un nuovo annuncio. Gli alberi ancora scuri si riempiono di nuovi colori ed emanano nuovi profumi. Il tram rientra. Mio padre felice pensa a come oggi le giornate di lavoro siano più corte delle sue. “Il tram ha fatto in fretta”, considerando solo il tempo del nostro gironzolare “nella storia”. Peccato mancasse tutto il resto. Prendo il libro, i cioccolatini e comincio a sfogliare. La carta non gira, il ricordo e il suo, quelli si:”il carrozzone… “. La musica gira, continua, il carrozzone porta via. Nuovi giri. Aprile è il mese della poesia.