8 marzo

Torino 6 3 2016,foto Borrelli RomanoAl di la dei mazzettini di mimose, cioccolatini perugina o meno e involucri di poesia, e che tanto fanno piacere (e ne danno) ricordiamo il vero significato di questa giornata che affonda le radici nel 1908 (8 marzo): la morte di tantissime operaie in una fabbrica americana mentre erano intente al loro lavoro. Magari non una festa ma un momento di riflessione su tante mancanze, intese come privazioni. Mi piace ricordare tra i tanti volti femminili incrociati tra le pieghe e le pagine di libri, quello di Mala, una storia autentica, d’amore. Solidarieta’, amicizia, lealta’, altruismo, accoglienza, dono.Tutta al femminile.

E’ sera tardi quando rientro a casa. L’aria mi schiaffeggia il viso. Ho tolto la sciarpa ma forse non era ancora il tempo giusto. Oltre al freddo che mi costringe ad “incassarmi” sono assediato da un intenso profumo di mimose, qui, dalle parti di Borgo Dora. La quiete e’ interotta da continui rumori di tasti nel loro lungo  comporre storie e rumori, di tacchi, stivaletti e sneakers, di parole che riempiono fogli e che incarnano vite e persone. Donne.Volti di donne e madri. Donne. Sono tutte belle nel loro raccontarsi questo 8 marzo (e tutti i loro giorni) e altro e oltre. Visi di donne da raccontare: nere, bione, castane, rosse, frangette, lunghi, corti, velate o meno. Lasciano al loto passare profumo di mare. Segni particolari: intense, profonde, bellissime. Recuperano vie a gruppi felici e contente, pizzerie, trattorie, una semice passeggiata…in rosa. La mongolfiera staziona, stanca, dopo ripetuti aria-terra, terra-aria e a chissa’ quante coppie avra’ fatto spazio oggi. Anche le locomotive, nere, massicce, in deposito presso la Torino-Ceres, corso Giulio Cesare, questa sera, non sbuffano. Riposano. “Toc-toc-toc” , rumore di tacchi, rumori eleganti di donne altrettanto eleganti. No, non preoccupatevi: non e’ qualche politico che bussa. Sono donne che passeggiano. Donne. Al loro passaggio una scia profumata. Mimose. Chissa’ a cosa pensano le donne…