Neve, Gliz, Aster: 10 anni dopo. E la scuola, oggi

Torino 26 2 2016.foto Borrelli RomanoNeve,  Gliz e Aster, ripescati, ripuliti e rimessi a nuovo fanno ritorno in piazza Castello. 20160226_175132Dieci anni dopo. Fervono i preparativi per celebrare la ricorrenza delle Olimpiadi invernali torinesi.  Bracere a lato. Tute da volontari e volontari attempati in giro per la citta’Torino 26 2 2016. Foto Romano Borrelli. Zaino adagiato sulle spalle.  Arancio, giallo e rosso cinabro.  Scarponcini a cinque cerchi e felpe con “marsupio” e pass con foto incorporata.  L’Olimpico che “sbuffa” col suo bracere. “Torino, passion lives here. Si prepara la notte Bianca”. Dei musei. La citta’ si prepara a rivivere e ricordare quell’evento e quegli eventi che un po’ l’hanno cambiata.

 

Lavori in corso. Torinesi attenti osservatori sul confine tra due circoscrizioni: la 7 e la 4. Tutti fermi. Torino 26 2 2016 foto Borrelli RomanoCitta’ in movimento. E cosi noi. Altra zona di Torino, altra circoscrizione. La scuola. La classe. Movimento. Metro Torinese. Con classe. Una, due fermate di metro.20160226_142613 Sotto la pancia, sopra la pancia, sotto il tabellone arrivi/partenze. Atrio Porta Nuova.  Un pianoforte suona per noi. Accenniamo passi di danza, cosi, per scherzare, prima del lavoro da svolgere. Bicchieri di plastica e sorrisi “lungo i viaggi” ci sfiorano. Qualcuno sorride a qualcuna e qualcuna sorride a qualcuno. Signore e signori va ora in onda ” il gioco degli sguardi”. In stazione si respira aria di viaggio, anche solo con la fantasia. Ora pero’ tocca “lavorare”. A cavallo tra lettere, psicologia e religioni. Indossiamo la veste da attenti osservatori. Ci esercitiamo sulla descrizione fisica dei personaggi. Nessun dettaglio deve essere tralasciato. Persone che divengono personaggi. In arrivo. In partenza. In attesa. Abbracci, che mancavano. Piu’ a lui che lei e viceversa. Maschi, barbe, baffi, capelli lunghi, raccolti, lettori di ogni tipo. Donne. Eleganti, mani tra i capelli, tra doppie punte, su chignon, sciolti, biondi, rossi, castani.  Berretti da mozzo, donne capitane coraggiose e da sempre in viaggio. Concentro l’attenzione su chi legge cosa. Mi piace vedere quanto amore sprigionano le loro mani tra le pieghe…di un libro. Andare sullo scaffare, una volta allontanatesi e rileggere due righe di quel libro appena posato. Entrare cosi nella loro fantasia. Tra puntini di sospensione, come quelli sul viso appena “ricoperti”. Trucchi si e no, lettrici,  forti oppure no.  Perche’ ognuno di noi al mattino e’ un po’ se stesso e unnpo’ di quello che vorrebbe essere. Ci ritroviamo venti minuti dopo, sotto il tabellone . Esattamente da dove era stato dato il “mandato” del lavoro.  Obiettivi e scopi. Poi, sovrapponiamo i nostri lavori. Torniamo nelle viscere della nostra citta’ dive un altro pezzo di mondo, viaggia abitualmente da dieci anni. In metro. In uno dei suoi vagoni, con alcuni studenti,  impattiamo “nel personaggio”, quello giusto, ideale per un racconto, dopo averlo cercato e immagginato tra sale d’attesa, atrio e binari eccolo esattamente davanti a noi. Come fosse in attesa.  E’ seduto. Gambe divaricate. Camicia leggera color salmone. Pantaloni di tela scuri e due paia di scarpe diverse una dall’altra: una da ginnastica, l’altra elegante. I calzini, diversi anch’essi. Indossa un cappotto scuro. Sulla manica sinistra manca il bottone. La sua bocca e’ simile a quella di un bambino: aperta e sdentata. Al suo interno notiamo (perche’ lui ce ne offre lo spettacolo), una gomma americana trasformata in una pallina da ping-pong:  si muove velocemente ora a destra ora a sinistra , gonfiandone le “reti” o paretidella sua bocca. Di tanto in tanto parte uno schiocco. Ha capelli grigri con un lieve riportino. Occhi scuri e qualche “scritta” sul suo viso che segnano gli anni,  ormai per lui,  passati. E’ un intreccio di strade e chissa’ quanto avrebbe da raccontare se solo riuscissimo a porgli donande e se solo V.smettesse di ridere. E far ridere. E’ contagiosa e mi contamina. L’uomo dalla gomma americana e’ un personaggio. Velocemente arruviamo a destinazione. La nostra fermata e’ li, come sempre.  Si aprono le porte. Scale mobili. Saliamo. L’asfalto, l’edicola, i rumori delle auto, inghiottiti nel giro di pochissimonda altri rumori. Abbiamo viaggiato per un po’. Anche solo con la fantasia. Ora cominceremo a scrivere. E descrivere. Abbiamo lavorato e ci siamo tanto divertiti. Il tutto mentre V. se la ride ancora tanto. E noi con lei.

Competenze e conoscenze: con flipagram “nella storia”

20160219_142207La notte ha pareggiato quel po’ di terra resa  “prigioniera” (insieme ad un paio di alberi) dal cemento di un edificio scolastico. Un cortile, un giardino portato a nuova vita dai ragazzi (ragazze)che lo abitano e lo vivono. All’inizio, sulla carta, era un compito. Come spiegare un “tema” della disciplina e della cittadinanza attiva. Dal “Giardino al…giardino”.  Poi, “learn by doing” come si dice, o strada facendo, come si fa e si dovrebbe saper fare (ah queste benedette competenze legate al saper fare!) il raggio di azione e osservazione si e’ dilatato.  Le loro mani puliscono, piantano, spargono fertilizzante. Al lavoro D., R., D. Ora le piante son cresciute: sono belle colorate. I ragazzi dalle loro aule osservano il giardino e questo li ascolta tutt*, nel cortile della scuola. Amori, amicizie, relazioni, confidenze. Ogni emozione ascoltata e’ una emozione conquistata.  Bigliettini, lettere, ancora al tempo di facebook. Quanto Pascoli si potrebbe trovare in questo piccolo fazzoletto di terra. Nel cortile, come e’ noto, son cresciute generazioni intere, quando i cellulari non si sapeva bene cosa fossero. Si raccontavano e si inventavano storie. Si giocava tra “strutturati e non”. Si “salvava” il tutto a memoria e il giorno dopo quelle storie fantasicate e provate si “esportavano” nelle aule della scuola. (Oggi che si esporta con lo smartphone?). Nel cortile e dal cortile nascevano amori e relazioni durature. Poi, dai balconi un urlo, un grido verso  il cortile: “E’ prontooo”. Qualche voce di adulto gridava a squarciagola: era giunta l’ora di pranzo e per forza di cose il gioco volgeva al termine. Ci si lasciava cosi, momentaneamente, il tempo di un pranzo veloce,  condito da qualche parole di “lessico famigliare” .  “Ciao dopo pranzo ci rivediamo” era il saluto e l’arrivederci.  20160219_142148

E Torino, la nostra citta’, (ricordiamolo), grazie al cortile di un oratorio e’ divenuta famosa in tutto il mondo. E  come si vede, e scrivo, il tema del mio percorso e’ azzeccato in tutto. Ma restiamo al cortile, della scuola, questo piccolo “embrione” di lavoro. Riguardo il filmato, appena montato e scopro che si trova di tutto: il tema del lavoro, educazione civica, cittadinanza attiva, inclusione, mobilita’, comunita’, partecipazione, solidarieta’, attenzione all’ambiente, eco-sostenibilita’.  “Sono i ragazzi di oggi”con musica di Eros Ramazzotti. Ora tocchera’ al gruppo delle donne: nomi di donne, nelle tradizioni religiose,  dal diario segreto al blog, voci di piazza, voci da cortile. Voci. Di donne. Storie.

Quel che manca in un viaggio che continua

20160215_124816Il viaggio continua, la passione continua, Torino 2006 – Torino 2016, scale mobili della metro guaste in continuazione. Sali, scendi, scendi, sali. “Puff puff pant pant. Mancano le parole, talvolta, per scrivere, per pensare e scriverle. Mancano le mie e le tue. Uno, due, tre studenti passano al mio fianco, moduli di iscrizione alla mano: “prof.ma se posso entrare o uscire un’ora dopo e prima, perche’ non farlo? Le assicuro che le sue  lezioni sono interessanti, belle, storia delle…storia di tutto, ma….siamo un po’ egoisti e miopi. Ci priviamo di qualcosa per un calcolo miope “. Ci sarebbe da scrivere una lettera e un articolo. Di quelli che nessun giornale pubblicherebbe e nessun giornalista scriverebbe. “Il coraggio uno non puo’ darselo” scriveva Manzoni facendolo dire a don Abbondio. E io pure,  non ne ho voglia, di scrivere, al momento, onestamente. Ma domando e mi domando: come si fa a lavorare in tali condizioni? Conoscete la storia di quel calciatore venduto anzitempo…

Ho voglia pero’  di pensare e scrivere che mi mancano le parole, le tue, scritte. Mi manca quella “corrispondenza” solo nostra. Mi manca di piu’.

Manca anche Mario, 11 anni senza. Sempre dalla parte giusta. Un uomo al servizio della politica.

 

L’amore e’

Nel cielo un colore bugiardo, non un rosso fuoco di passione. Ma e’ febbraio, comprensibile. Oggi e’ San Valentino, giornata  tradizionalmente dedicata agli innamorati20151024_18075220151024_181005. Il primo pensiero e’ un lavoro da far svolgere ai ragazzi sulle origini del santo, della festa, dell’amore attraverso l’utilizza di “app”, come piace a loro. “Didattica dal basso”. I musei hanno sponsorizzato continuamente nelle giornate passate (su alcune pagine di quotidiani locali) che nella giornata (ma …una sola?) dedicata all’amore “entrano due e paga uno”; frecciarossa, due per uno; mostre, locali, idem….Ovunque mi giri, fiori e profumi e profumi di donne, segni particolari:  bellissime…Alla Gam ultimo giorno di mostra. 20160214_17514420160214_175114Composizioni di fiori, meraviglie, dipinti e natura e colazione sull’erba.  Per non pensare esco di casa. Colazione, come al solito, posto. Non sull’erba. Qualche fermata di bus sul corso, reso simile, dai lavori in corso, ad un dopo battaglia. Arriva, salgo, mi accomodo in un bus che circola solo per me.  Poso una parte del viso sul vetro del finestrino che mi rimanda l’immagine. Sono spettinato e cosi i miei pensieri. Cammina lentamente e la nenia mi culla e mi “massaggia” il corpo. Le palpebre ne approfittano e socchiudono le saracinesche. Prenoto la fermata, scendo dal bus e raggiungo il giornalaio, compro i quotidiani, come una lunghissima abitudine che si ripete da anni. Ho l’ansia di scoprire il vincitore di Sanremo. Ieri purtroppo non ho avuto la forza di resistere per scoprirlo. La Juve ha vinto e il Napoli ha perso: “Stadio” in delirio. Vasco presenta e Stadio vincitori all’Ariston di Sanremo. Inaspettatamente. Patty solo sesta. Rientro. Stesso percorso al contrario. Frugo tra le tasche del cappotto alla ricerca delle chiavi. Le trattengo sul palmo delle mani, incerto sul da farsi. Entrare o stare ancora un po’ fuori casa. Scelgo per la prima opzione.  Infilo le chiavi nella toppa, apro, entro, chiudo, butto le chiavi sul tavolo e faccio aderire il mio corpo, cappotto compreso, al divano. Non voglio pensare, al momento. Decidero’ piu’ tardi sul mio da fare, ultimati compiti e “Corrispondenza” per domani.  Mi copro il viso con il giornale. Il nastro della memoria non vuole proprio saperne di stare zitto. “Cocciante, Barbarossa, Giorgia, Pausini, Zero, Alex Britti, Morandi e Barbara Cola, Patty Pravo, La terra dei Cachi…” e registratore alla mano per “record-are” dalla televisione e risentirle giorni dopo…” Come eravamo buffi. E  intanto giu’ a ridere da sotto il giornale…Solo un attimo. Ripenso alla “Corrispondenza”. Un amore ai tempi dei social di qualche recente passato. Come e’ bello questo libro, sembra una storia vera. Un messaggio gia’ preparato tra le mani in attesa di uno squillo, un giorno, un mese, tempo. Quanto. Era San Valentino. Una corrispondenza appena nata dalle parti del mare sul mare social. Sembra una storia vera….come si fa a vivere cosi un amore assoluto….? Ma quanto e’ bello ‘sto libro ma quanto e’ bella la vita. Questione di stelle. “Visitatrici”, nel loro comparire, scomparire, comparire.  Stelle visitatrici che continuano a girare nella loro/nostra orbita. Cadono e altre sono ancora visibili. L’amore. Ahhh! ( sospiro). Alzo gli occhi al cielo, la trattengo fino a quando e’ possibile. E quando cio’ non sara’ piu’ possibile allora vorra’ dire che non saro’ stato un buon corteggiatore. O forse no. Un semplice errore nell’aver concepito questo dubbio in una “corrispondenza”.

 

 

 

 

 

2006-2016: Passion lives here

20160210_182526Bandiere rosso cinabro a 5 cerchi sventolano nei cieli di Torino. All’uscita dalla metro i ragazzi incontrati e conosciuti negli anni passati, al tempo del tirocinio,  mi salutano con affetto. Loro scendono, nella pancia cittadina, io risalgo, verso la citta’ e intanto le loro voci mi raggiungono:”ciao Romano, ti vogliamo  bene” mentre girati verso di me fino a scomparire ai miei occhi muovono le loro  mani in un ciao infinito. Intanto, appena fuoriuscito dal tunnel e assaporato il chiarore del tardo pomeriggio torinese noto che il vento smuove la bandiera e accarezza i miei ricordi: scarponcini, felpa, giubbotto, sciarpa e guanti, team leader, bollini, pista, bus, corsie protette, notti bianche, stadio olimpico, eroe a Gottinga e Barriera, dalle parti di un distributore, una margherita e una stella scesa “for me”. Un atleta. Pure io. Torino, “Passion lives here”. Casa Italia, casa Canada, casa piccola in Canada, davanti alla Camera di Commercio, piazzale Valdo Fusi.La neve tardiva e tanto da fare…Era il 2006. Neve e Gliz ridevano e salutavano quanti si trovavano da quelle parti, a Porta Susa; la metro Collegno Porta Susa e noi torinesi che cominciavamo ad imparare cosa  era una metro, fatta per magri con pilota automatico. Porta Susa che lentamente cedeva il passo e a noi restava solo l’immaginazione…di quanto sarebbe avvenuto. Il vento muove, smuove, nelle orecchie le prime note canticchiate ad un Sanremo appena cominciato. Io intanto faccio il tifo per Cieli Immensi di Patty Pravo…..

Ciao Roma…La Storia dal finestrino

20160208_100158Spalmato sul mio sedile “Freccarossa mille” osservo il lento fluire della citta’ eterna. Sulla sinistra San Lorenzo: medito alla “app-asseggiata” sui luoghi de La Storia. Roma.foto Borrelli Romano.8 2 2016Dal finestrino del treno vedo Nino giocare con Bliz e Useppe nella loro prima passeggiata in groppa al cane del fratello. La presenza del “grande male”, Ida che rientra da scuola, Roma e ancora Roma. Quante emozioni mi ha passato questo libro e quante ancora ne passa.  La prima cosa che faro’, appena “sbarcato” e rientrato a casa,  sara’ ricercare la mia copia dell”85’…Anche L.apprezzo’ il dono del libro. Un monumento. Era da parecchio tempo che desideravo questa passeggiata. Ora pero’ devo per forza di cose sorbirmi una lunga ed estenuante “corrispondenza” cellulare.  Fosse stata quella di Giuseppe Tornatore sarebbe stato tutto diverso. Sicuramente. Ma ora i miei “prossimi” sono coinvolti nel loro watsappare a distanza. Una domanda: ma per loro, chi sara’ mai questo benedetto prossimo? Sul lato destro della frecciarossa e’ schizzata via la Caritas di via Marsala e la Porta santa. 20160208_155659Residenza del prossimo.

La Storia

20160208_185827Non ho molte cose da scrivere se non pensieri da offrire. Tra ostacoli di varia natura, finalmente son riuscito ad andare “app-asseggio” sulle orme de “La Storia” di Elsa Morante. E’ stato un tour emozionante, tra le strade e le case dello Scalo San Lorenzo. Il libro in mano, La Storia, coi passi gia’ segnati, un ombrello nell’altra. La geografia della capitale, della citta’ eterna, di un quartiere si distende davanti a me e sotto i miei piedi. Marciapiedi, vie, svolte, le mura in fondo a via dei Volsci e un treno in manovra sopra la massicciata che tossisce.   La vita delle botteghe, in questo fazzoletto da vita col suo linguaggio, colori, odori di botteghe varie.  Roma e’ bella quando pioviggina. Roma e’ bella quando c’e’ vento. Roma e’ bella quando i treni rasentano quel “torrione” sulla massicciata e io …la Storia, mia e di…Ida, Nino, Bliz me la coccolo.20160208_093806 Che bella. Due ore, da via dei Volsci20160208_093849, il 15, 20160208_094845la scala D, il cortile, “sfogliando” vie del libro. Il mio preferito. Entro, chiedo, nessuno sa rispondermi:” aho’ che hai mai sentito de la Morante? Qua ce sta uno…..”. Peccato penso. Le insegne degli alberghi oltre il tunnel, un’altra storia, con inizio e fine. Nomi di donne. Roma, Roma, Roma. Roma 8 2 2016  foto Borrelli RomanoRoma e’ bella quando il fiume compie il suo cammino, lentamente, come un pellegrinaggio,  ed io inconsapevolmente, quando il giorno cede il passo al tramonto, partecipo al sorgere di un nuovo amore. Due ragazze si tengono per manoRoma.foto Borrelli Romano8 2 2016, parlano in inglese, ma uno, linguaggio,  e’ maccheronico. Sul ponte, isola alle spalle, si fermano, mi chiedono di farle una foto. Si abbracciano, si baciano. La foto e’ stata scattata,  ma loro continuano a baciarsi.  Si son dimenticati che ho il loro I-phone. Non disturbo il “neonato” e per far passare tempo,  attivo il “video”. “It’s the first kiss”, mi dice quella “maccheronica” smettendo di baciare l’altra, tenendole i capelli.  Una mano compare e scompare tra quella masssa di capelli. Poi mi guarda e quando capisce che sono italiano mi informa che la loro, o la sua passione e’ appena nata. “Sto bruciando”, mi sussurra. E’ avvinghiata, mi manifesta l’amore per l’altra. Ha l’aria di chi vorrebbe dirlo al mondo intero. Si giustifica. “I miei non lo sanno” mi dice…si avvicinano entrambe. Sono bellissime. Due more, capelli lunghi, lisci una, crespi l’altra. Occhi scuri. La straniera ha un piercing e mi guarda quando parlo. Vorrebbe che la sua”fiamma”traducesse….porgo il cellulare e bacio ad entrambe le mani. Si dicono parole dolci, scrivendole nel marmo di una citta’ eterna: Roma, Amor, permutazioni matematiche. La fontana di Trilussa, Testaccio il corsodegli amori.

Da Torino a Roma

 

Mose' di Michelangelo.foto Borrelli Romano.RomaUn sorriso, un viaggio, lunghi entrambi, quanto basta e non importa il  quanto ma quanto intensi. Roma 7 6 2016.foto Borrelli RomanoNon importa la meta ma il viaggio stesso. Siamo arrivati a Roma, quasi una classe. Di classe. Si e’ scelto come trascorrere le vacanze, due giorni che attaccati al sabato e domenica fanno 4.  Le nostre vacanze di Carnevale un pochino anche con gli ultimi. Coriandoli e stelle filanti pet noi e il nostro coraggio. “Mi riguarda”.   Partenze con mezzi e orari differenti ma un unico obiettivo: conoscere e capire di  piu’ di quel che sappiamo e siamo. Un pomeriggio, una sera, una notte e Roma e’ nostra. Non e’ un “sacco” ne vogliamo saccheggiarla, Roma, ma riempire solo e soltanto il nostro, di sacco. Di conoscenze. Ritrovarsi sulla spiaggia verso le 14 dopo aver dato una mano per come potevamo e per come sapevamo,  “per ultimi insieme agli ultimi” e’ stato bello, empatico, formativo. Chi ha e chi no. Il mondo diviso. Molti di noi non vedevano il mare da un po’, praticamente dall’anno scorso. Ostia.6 2 2016.foto Borrelli RomanoOstia. Foto Borrelli Romano.6 2 2016Non e’ dei migliori ma il mare e’ sempre il mare. Calmo, come noi, ora. Viaggio come spostamento e interiore. Surf in mare e spiaggia compatta, scura. Devo dure che alcun* sono stati grandi: dopo un viaggio lunghissimo con Megabus, dodici ore circa, da Torino, per fare del volontariato bella capitale. Un impegno che  sottolinea certamente una gran voglia di fare meglio, per un altro mondo possibile. Una scena da film vedere i ragazz* correre e lasciarli li, nei loro spazi e vita. Poi, un ciao e un arrivederci al servizio serale. Gli ultimi saranno i primi e noi affianco a loro. Io intanto ne approfitto e vado a fare incetta di cultura. Parto dal Mose’

Roma 6 2 2016.foto Borrelli Romano
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di Michelangelo e molto altro. Per il “flipagram” …quelli di prima devono fare i compiti.

Intanto assaggio qualche cosa di buono da mangiare condivisa da alcun*….compagni….Roma 7 2 2016 foto Borrelli RomanoCompagni che significa condividere il pane. Giro e rigiro alcune zone di Roma, per arte e cultura. Incrocio sacche di poverta’ a me sconosciute. Un fuoco per scaldarsi, tende come riparo e casa e cartoni per dormire. Nascosti, a due passi dal via vai frenetico.

Poi, a sera, Roma by night.Roma 6 2 2016 foto Romano Borrelli20160206_184521

 

Museo della frutta

Torino 2 2 2016 museo della frutta.Borrelli RomanoUn leggero venticello alza foglie e polvere e i ricordi ritornano all’antico splendore. Bellissimi lineamenti un po’offuscati si incrociano tra scale che scendono e scale che salgono. Incontri metropolitani con la “storia” in un viaggio di 7 fermate che diventa ancora piu’ compresso quando e’ piacevole. Un po’ come l’amore, quando chiudi la porta e il mondo fuori. “Esageruma nen” direbbe qualcuno. Pero’ a me onestamente fa piacere incontrare (casualmente) il sapere nella persona di un docente universitario (prof. Carpinelli). Mi piace il modo di indurre alla riflessione. Gia’: quando e’ nata l’adolescenza? E nei quadri, gli adolescenti come erano raffigurati, ammesso lo fossero…Giornate intense. Dal museo della frutta nella sua concezione sociale. E poi, se tutto e’ “per colpa di una mela”, al tempo delle mele cambiano i volti ma i ragazzi restano sempre appartenenti al” tempo dell’amore”. L’amore, questo grande tema. Gia’, su questo tema non si pettinano mica bambole. Il museo della frutta vale la pena essere visto, per le qualita’ e tipi di frutta in esso presenti e catalogati. E poi, con una buona dose di fortuna, entrando da altro corridoio dello stabile, dopo aver attraversato un cortile e aver preso l’ascensore fino al primo piano, notare una lei in coda ad altre, libri e libretto in mano, profumo dolcissimo, capelli neri e lunghi, occhioni scuri un po’arrossati e stiracchiati, segno di notti all’insegna di caffe’, tratti delicati, labbra che picchettano tra loro nomi e date, come una lenta litania, ultimo esame universitario, l’ansia a farla da padrona, su e giu’ per il corridoio, il tutto pochi istanti dopo aver aperto una porta nel mentre del suo su, e ci scontriamo-incontriamo, un attimo, i fogli sparsi, libri a terra e cosi il libretto e i suoi 30. Ci accovacciamo contemporaneamente. I corpi si raccolgono e raccattano l’ordine, meglio, disordine sparso, i pensieri sono agli studenti,  raccolti in altro corridoio (con insegnante!) per uno, all’esame imminente per l’altra, gli occhi invece no….Sempre tutta colpa di una mela.  Dall’aula universitaria rimbomba un nome ed un cognome…”Scusa, devo andare”, mentre le mani si sfiorano. Museo della frutta, dicevo. Lungo i corridoi del museo, in bella vista una macchina da scrivere, old style. Ripenso alla “L28”. Respiro. Inspiro. Vado. Torino 2 2 2016.museo della frutta.Borrelli.Romano, a due passi da scuola, al giardino, al tema del lavoro sul tappeto, meglio, sul blocchetto, la comunita’ scuola a lavoro e al lavoro (visione oggettiva, soggettiva, nella narrazionere-relazionale) lavoro oggettivo, soggettivo, da enciclica, istat, quotidiana. Le donne, nella storia; il Serming, nel presente, il Carnevale, le maschere, il levare qualcosa, il sovvertimento dei rapporti sociali…Il giovin signore, Parini, Campana e Marradi e l’energia elettrica, “l’alternanza scuola-lavoro, troppa, troppa poca, dipende, inutile, chissa’….”. Va ora in onda, “la scuola al lavoro” nella sua alternanza scuola-lavoro. E non solo.