Diego Novelli e il libro “Le bombe di cartapesta”

Torino gennaio 2015. Diego Novelli, foto, Borrelli Romano.

Continuando la conversazione con l’ex-Sindaco di Torino, Diego Novelli gli pongo alcune domande sul perché del libro “Le bombe di cartapesta”.

“Il libro è stato scritto perché mi era stato richiesto dalla Casa Editrice. Lo scopo era quello di pubblicare qualcosa, come già avvenuto per altri autori, tipo racconti inerenti la loro vita, il lavoro, l’ infanzia”.

A Diego Novelli fu chiesto di raccontare la sua storia di Sindaco. “Risposi si  con un certo entusiasmo.”

” L’ idea di rimettermi alla macchina per scrivere  mi entusiasmava. Unico neo, il tempo. L’occasione mi fu fornita da  un viaggio di lavoro negli Stati Uniti. Allora ero Presidente della Federazione mondiale dei Sindaci delle città unite con sede a Parigi,  un incarico della durata di tre anni. Ero stato invitato ad un convegno sulla pace nel mondo, alle Nazioni Unite. Salgo sull’aereo per recarmi a New York dicendomi: perché non usare questo lungo viaggio per scrivere il libo? E così è stato. Una telefonata da parte dell’editore proprio alla vigilia del volo mi aveva creato un certo imbarazzo… Ed eccomi qui a bordo. Un libro scritto quasi in diretta su un DC dell’Italia volo numero 615 alla volta degli Stati Uniti. Sono le  ore 12. 30 di un giorno qualsiasi del mese di giugno. L’aereo sta rollando sulla pista quando la nostra hostess ci comunica che il nostro volo durerà 7 ore e 50 minuti dal decollo. Ci provo. Mi ci butto. Non leggerò giornali o riviste non mi farò distrarre da nessuno perché voglio cercare di mantenere l’impegno assunto. Pronti via…Sono nato il 22 maggio…e inizia la storia della mia famiglia, da bambino, di mio padre, Direttore Generale di  una grande azienda. …Io non ero ancora nato, quando sotto il fascismo uno dei provvedimenti presi dal regime fu quello delle misure contro le imprese straniere che operavano sul  nostro territorio. Quella di mio padre era una azienda belga che fu, in seguito a quelle disposizioni, costretta a chiudere i battenti. Trovare lavoro a Torino per uno che sdegnosamente aveva rifiutato la tessera del partito fascista era praticamente impossibile. Così, dall’agiatezza economica che aveva conosciuto la mia famiglia siamo caduti in indigenza se non proprio in miseria. E lì, a completare il quadro, sono arrivato io. L’ultimo di tre già nati, ospite tardivo e inopportuno, sono nato io, Diego. La passione di mio padre  per il melodramma spiega i nomi dei quattro suoi figli: Walter, Edgardo, Alfio, Diego”.

E così Diego snocciola date e ricordi. La scuola, la Cesare Battisti, la maestra, i compagni di scuola, la guerra. Il dieci giugno del 1940. La povertà, la radio, il discorso del duce in un bar di zona San Paolo…Riannoda il filo e riparte…” e poi quando siamo arrivati mio padre viene a sapere che mio fratello, il primo si era arruolato volontario per andare in guerra. Un colpo duro, per mio padre, che si era sentito tradito. Il regime imbottigliava la testa. Poi, mio fratello, ha fatto la guerra ma dopo l’8 settembre ha fatto il partigiano con l’altro fratello. In queste poche pagine racconto quando la sera dell’8 dicembre del 1942 siamo stati colpiti nel rifugio dove eravamo, da una bomba, e fummo sepolti da una casa. Io, piccolino e magrolino, fui il primo a uscire da quel mucchio di macerie, tra morti e feriti”.

Diego poi passa a raccontare lo sfollamento e  la guerra della Resistenza. “Non avevo  più voglia di vedere altri morti prodotti dallle guerre e anche per questo motivo mi trovavo  su quell’ aereo diretto negli Stati Uniti.  Andai negli Stati Uniti dal Segretario Generale dell’Onu, per consegnargli un appello scritto con il sindaco di Madrid a nome della Federazione Mondiale delle città unite”.

A quell’ appello risposero oltre tremila città di 90 Stati dei cinque continenti… “Nonostante le  le tante cose che vorrei dire, la radio di bordo ci dice che stiamo per arrivare”…ma della professione di Sindaco dissi ben poco…tranne che il mestiere di Sindaco, Diego non l’ha scelto.

 

4 pensieri riguardo “Diego Novelli e il libro “Le bombe di cartapesta””

  1. bellissimo e interessantissimo articolo. Denota un impegno per una città intera e un bene verso il Sindaco ricordato da tantissimi. bravo Romano e tanti auguri perchè davvero meriti

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  2. Grazie a te a ai tanti della zona che magari pur salutandoci ci conoscevamo appena. Mi fanno picerei complimenti. A volte pero’ vuoi il
    oco tempo, vuoi la testa scarivca di pensieri o invece piena di ricordi, lensieri e parolee vuoi per quel senso di “non essere mai abbastanza sulle giustezze” perche’ qulacosa si e’ smarrito o portato via, ti mancano le parole. Sei in affanno su molto, ti interessi di quello che il vento ha lentamente smussato…poesie, musica, filosofia….e cosi viaggi, ti allontani, ritorni….in solitarieta’.
    Ciao ciao

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