A San Giovanni la piazza è vuota. Poco distante, ma sempre nel cuore del catino, una zingara, mascherina sulla bocca, predice con l’aiuto dei segni, dei gesti, il futuro di un uomo, o degli uomini, leggendo una mano, e il domani cosi sembra più leggero, meno ansiogeno, almeno in cambio di una moneta. Speriamo abbia ragione. Il vento, leggero, agita un pochino, il tanto che basta, un paio di bandiere. E non soltanto. Agitati sono in molti. Occhi in alto e cuore verso la speranza. Le immagini non promettono nulla di buono, come le nubi prima di in temporale. Tutto così veloce, come il tempo, che trasforma e modifica il tessuto urbano sopra e sotto le città che le immagini ci proiettano. Stanotte dormiremo, domattina chissà con quali immagini ci sveglieremo. Avrebbe dovuto essere un martedì grasso, ricco di dolci, bugie e frittelle, chiacchiere o frappe, ma di “grasso “è rimasto ben poco. Domani sarà digiuno. Primo giorno di Quaresima. Le ceneri.
Oggi, primo marzo. La primavera è vicina.
