Piove ininterrottamente da ore su Torino e privincia. Guardo dalla finestra della Reggia di Venaria il continuo gocciolare a catinelle, obliquo, perpendicolare, e le foglie, distese all’interno del cortile, marcire sotto il peso di numerosi piedi che passeggiano incuranti del meteo. Avrebbero meritato una miglior fine quelle foglie, dopo la tanta ombra concessa solo fino a pochi mesi fa.
Il salone, il corridoio, la stanza, i ragazzi che corrono, ambienti come la mente, come la stanza del figlio. “Facciamoci la corte” e una donna sui cartelloni pubblicitari strizza l’occhio per invitare alla visita. I percorsi proposti sono interessanti e belli:
Brueghel e gli zar. Noi scegliamo Brueghel. I giardini si bagnano ma manifestano comunque tutta la loro bellezza. L’acqua scende a catinelle e sale a centimetri nei fiumi e a pozzanghere. Non molla la presa. La Ceronda si affaccia e “slava”. Qualcuno chiede come stanno il Po e i Murazzi. Vedremo. . .