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Care compagne e cari compagni, siamo ad un passaggio politico fondamentale

Riceviamo e Pubblichiamo:

16 dicembre 2009

Care compagne e cari compagni, siamo ad un passaggio politico fondamentale. Nel Paese si respira un’aria pesantissima. La crisi, i licenziamenti, l’attacco alla scuola e all’Università pubblica, la stretta repressiva che già si intravede in seguito all’episodio di Milano che ha coinvolto il presidente del Consiglio. E ancora: la criminalizzazione dell’opposizione, la sistematica censura nei confronti delle forze della sinistra d’alternativa, come dimostra lo stridente contrasto tra l’oceanica manifestazione contro Berlusconi del 5 dicembre insieme alla riuscitissima iniziativa della Federazione che si è tenuta al mattino e il silenzio della quasi totalità dei mezzi di comunicazione. Il Partito della Rifondazione Comunista dà fastidio, come dà fastidio e fa paura ai poteri forti il processo di riaggregazione a cui stiamo – con la Federazione della Sinistra – dando vita. In questo scenario si colloca la IV Conferenza nazionale delle/i Giovani Comuniste/i: un appuntamento decisivo, dalla cui riuscita dipende il futuro della più grande organizzazione giovanile della sinistra nel nostro Paese e, conseguentemente, una parte non irrilevante del futuro delle lotte di un’intera generazione. La nostra area, Essere Comunisti, ha in questo senso una responsabilità molto grande. Per la prima volta, dentro l’organizzazione giovanile, il ruolo che giocheremo non sarà di resistenza e di minoranza. È cambiata completamente la fase e dunque deve cambiare completamente anche il nostro modo di intendere l’organizzazione. La tenuta delle/i Giovani Comuniste/i dopo la scissione è stata possibile grazie al nostro lavoro. Ora inizia la seconda fase, quella del nostro rilancio politico e organizzativo e dell’apertura di un percorso unitario. E tutto questo, la vittoria o la sconfitta di queste sfide, dipende in primo luogo da noi, che siamo riusciti a consegnare a questa organizzazione per la prima volta dalla sua nascita un documento unitario che raccoglie la stragrande maggioranza delle iscritte e degli iscritti e che tiene insieme, in un’operazione faticosissima ma entusiasmante di sintesi, tanti percorsi e diverse culture politiche. Ci sono poche ma decisive cose che siamo chiamati a fare: – curare con attenzione certosina il tesseramento 2009: abbiamo tempo fino al 31 dicembre 2009 per rinnovare a tutte le compagne e ai compagni la tessera 2009, per convertire in tessera Gc l’iscrizione dei compagni nati dopo il 1° gennaio 1979 ma che per diversi motivi avessero in tasca al tessera del partito, per iscrivere tutti i nostri simpatizzanti, per reclutare nuove compagne e nuovi compagni; – diffondere tra gli iscritti e fare conoscere a tutte/i il testo del documento unitario, che allego e che trovate sia sul sito nazionale dei Gc (www.giovanicomunisti.it), sia sul sito dell’area (www.esserecomunisti.i), sia sul nuovo sito appositamente creato (www.generazionedisogni.it) per la mozione; – organizzare presentazioni pubbliche del documento e riunioni con i nostri iscritti; – sollecitare l’insediamento delle commissioni per la conferenza, di cui i nostri compagni devono essere parte preponderante ed essenziale; – individuare per ogni federazione e – nelle grandi federazioni – per ogni circolo o zona un referente che sia costantemente in contatto con il gruppo operativo nazionale. Infine, alcune informazioni operative: – le conferenze provinciali vanno svolte tra il 7 gennaio e il 16 febbraio; – nella Commissione nazionale per la Conferenza abbiamo indicato i compagni Danilo Borrelli e Virginia De Cesare.Fate riferimento a loro, oltre al sottoscritto per qualsiasi necessità.

Non mi resta che augurare a tutte e a tutti buona conferenza!

Un abbraccio, Simone Oggionni

Sconfitta ma dato incoraggiante

Ieri sera si è svolta presso la Federazione di Rifondazione Comunista di Torino una riunione d’area, Essere Comunisti. Non entro nel merito degli interventi. Ognuno di noi, (eravamo una trentina) partecipava emotivamente, con un ascolto attivo, anche se, ancora frastornati. Una sconfitta, certo, ma un dato incoraggiante se paragonato all’esito di un anno fa: l‘esito fallimentare dell’Arcobaleno. Dall’introduzione del Segretario regionale di Rifondazione, Armando Petrini, che non voleva essere soltanto un’analisi del voto, si è avuto un panorama più chiaro rispetto alle notizie e alle idee che formuliamo con quelle rispetto alla situazione attuale e alle prospettive del nostro partito. Ringraziamenti a tutti per il lavoro svolto, nonostante le avversità con cui abbiamo fatto i conti: deficit di comunicazione, soglia di sbarramento, scissione nella scissione in alcune federazioni. Perdita secca del 60% dei consiglieri nelle amministrazioni, rispetto a cinque anni fa; dato deludente, nonostante gli sforzi, per il nostro candidato, Tommaso D’Elia. Abbiamo totalizzato un deludente 1,8%. Un ultimo dato, i Comunisti Italiani risultano meglio strutturati rispetto a Rifondazione. Insomma, davvero “chi siamo e non essere detti”, si, come dire, diceva Liberazione qualche giorno fa, “o ti racconti o sei raccontato“. In ogni caso, la nostra esperienza, quella europea, che ha visto le forze comuniste ed anticapitaliste, non va messa “in soffitta”, ma va continuata. Così e di questo si discuteva ieri sera, fino a notte inoltrata, con numerosi interventi. altri dati sono stati riportati. Quello più vistoso fa riferimento alla percentuale enorme dell’astensionismo che ha colpito, in maniera meno rilevante, l’Italia. Poi, i due milioni di voti persi dal Pdl e i quattro milioni di voti persi dal Pd. Interessante anche l’intervento di Luigi Saragnese. Prima di recarmi in Federazione, e nei giorni passati, ho ascotato numerosi amici e colleghi di lavoro, che hanno bocciato “la scissione”, scissione non voluta certo da chi è rimasto nel partito, e in ogni caso, la somma aritmetica, in politica, non è mai un dato verificabile a posteriori. I tre e qualcosa di Rifondazione piu’ i tre e qualcosa di Sinistra e Libertà, non è detto che avrebbero dato un risultato pari a 6 e qualcosa. Io ripenso ai dati raccolti nelle sezioni dove ho svolto l’attività di rappresentante di lista e li ho sintetizzati cumulandoli con altre sezioni della circoscrizione 7. Rifondazione comunista che ha ottenuto sempre buoni risultati si è fermata al 4,15%; per la cronaca Sinistra e Libertà al 3,76%; Partito Comunista dei lavoratori, 0,75%. Un quartiere dove ottiene buoni risutati anche l’Udc, con 6,44%.Continuo a pensare al lavoro svolto in un anno, con tutte le attività connesse, e più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto sarà faticoso e impegnativo il cammino verso la riproposizione di quello che vuol essere un partito capace di rappresentare certe fasce di popolazione. Ripenso a agli avvenimenti degli ultimi venticinque anni, con la vittoria dei manager, e la loro prepotenza, ma soprattutto, la voglia di molti nel cercare di emularle le loro gesta, al solo scopo di trarre profitti nel giro di pochissimo tempo, abbandonando lo studo ,e la passione degli studi classici, dei personaggi storici che hanno scritto davvvero pagine interessanti di storia, e quello che più preoccupa è il fatto che recuperare tutti questi anni sarà sempre più difficile. Già, “chi si ferma è perduto” sembra questo il motto di molti, che non tiene conto dei tantissimi che arrancano, che stanno dietro, che non hanno il passo giusto. Ma per questi “nuovi dei” al “chi si ferma è perduto” aggiungono anche il “business as usual”. Eppure anche la Cei, Conferenza Episcopale Italiana, qualche giorno fa, per mezzo del suo segretario generale, Mariano Crociata, affermava che “Il lavoro, che già prima era precario, ora lo è diventato ancor più e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza”. Già, le forme di lavoro. Ieri sera pensavo a noi, che ci siamo scritti e parlati, da Daniele a Rosina, da Barbara a Massimo, e con quanti non scrivono ma raccontano, come i delegati della Fiom Denso di Poirino, (che si avvicinano a nuove elezioni, e che da qui ribadisco: votate Fiom!): noi non siamo cambiati, svolgiamo con passione e interesse le identiche cose di prima, solo che la forza di cui disponevamo un tempo era maggiore rispetto ad oggi. Forse questa espansione della Lega è dovuta anche al fatto che siamo un Paese dove otto su dieci hanno genitori, nonni, e noi stessi, che continuiamo a vivere negli stessi posti, esasperando, forse, forme di “localismo”, là dove le ideologie erano pregnanti. Ora, l’essere “intermittenti” non delega, perchè è la paura che attanaglia. E così, davvero, per capire ciò basterebbero due immagini che mi ha suggerito la lettura di un libro (e chi mi ha riportato indietro con la memoria), a pochissimi mesi fa. La differenza la fanno due personaggi: una dipendente Alitalia, e le foto di alcuni giornali che mostravano manager intenti ad abbandonare il proprio posto di lavoro dopo il tracollo finanziario. Poca comprensione per la prima, rappresentante in quel periodo, di molti altri colleghi, con situazione analoga, comprensione per i secondi. Peccato che anche “l’uscita” di questi ultimi, dal loro posto di lavoro, fosse accompagnata da una “buona uscita”: bonus, incentivi, maxi liquidazione, ecc. La differenza? Bhè, lasciamola raccontare da lei: “Per capirci: da precaria, lavorando 90, a volte 94 ore mensili, guadagnavo 2500 euro. Secondo il nuovo contratto, invece, non solo avrei dovuto arrivare a 100 ore, ma avrei pure dovutgo guadagnare di meno”. Quanto? “Mille euro circa”. Ora, mi domando come mai, così vasti strati di lavoratori preferiscono farsi rappresentare da soggetti politici vicini al capitale. E non ho parlato di un altro mondo, quello dei nuovi operai, gli addetti al call center. Ormai siamo in molti ad avere in dotazione una specie di “Vacma”, quello affidato ad alcuni ferrovieri, ovvero la Vigilanza Automatica e Controllo e Mantenimento dell’Attenzione, con cui siamo controllati nella nostra intermittenza. Eppure, nonostante ciò si preferisce affidare la rappresentanza a soggetti vicini al capitale. Per questo, da qui, reclamo nuovamente due cose. Contratto per tutti coloro ai quali sta per scadere (a giugno, nella Pubblica Amministrazione saranno in molti senza contratto); la seconda, agli operai della Denso dico: “Ridate fiducia a Palazzo Claudio e un voto alla Fiom, per riprendervi il vostro destino”.

Riunione d’area e tabella adesione sciopero

Ieri non è apparsa alcuna notizia sul blog per via dell’impegno avuto ad una riunione d’area politica (Essere comunisti).
Ho fatto un intervento sulla necessità di mantenere intatta l’identità politica del partito della Rifondazione Comunista aprendo alla questione morale che attraversa trasversalmente quasi tutti i settori politico-economici italiani e, sulla necessità di un recupero, che richiederà uno sforzo di lungo termine, con la base, cercando di ritrovare prima di tutto una coscienza sociale.
Secondo, ho detto della necessità di ritrovare un linguaggio nuovamente comprensibile fra noi ed il nostro elettorato, spiegando che molti nella centralità di questo lavoro (malpagato e precario) non si
riconoscono più; a conferma, secondo me, vi è stata la scarsa partecipazione alla commemorazione dei caduti della Tyssen di Torino e della non soddisfacente partecipazione del mondo della scuola alla manifestazione.

P.S.
Allego un file pdf sulla partecipazione allo sciopero del 12 dicembre 2008, necessario per contribuire nel mio piccolo ad una corretta informazione mediatica, tanto carente di questi tempi.

tabella-adesioni-sciopero-12-12-081