Prima del rientro (a scuola) un’occhiata al cielo sopra via Garibaldi, a Torino: colori stupendi tra una poesia lunga una via. Dopo la poesia, la prosa. Poi di corsa lungo la stessa. Una bilancia in attesa pronta ad indicare la direzione. Potesse parlare e sparlare, lei.  Ha gli occhi ma e’ priva di orecchie, per la fortuna di molti. Ha una lingua rossa e spernacchia dando giri di testa a quanti non hanno svolto al meglio gli esercizi. Altri spargono sale lei, la bilancia, sparge consigli, miti. Dopo i “riti” dei panettoni e pandoro. Poi le classi e i…consigli. Un caffe’, “una storia sul piattino” (un’altra) e la storia, da spiegare. In classe. Alle spalle un trimestre, davanti un pentamestre. Importero’ voti a qualcuna? “Ho ancora tempo”, mi dico guardando l’orologio. Un salto in libreria. Mi aggiro tra 2 pile di libri, li conto e sono 12. Qualcosa di religioso. Mentre i miei occhi perlustrano e le mani sfogliano una ragazza si avvicina alla cassa per ritirare un libro, appena arrivato. “Debora…”. Riconosco la voce: il piu’ il meno, il libro in mano. Il Libro…