31 Dicembre 2015

Torino 31 12 2015. Foto Borrelli RomanoMi trovo in stazione dove ho da poco accompagnato il 2015. Fra qualche ora infatti, munito di un  fazzolettino bianco alla mano sventolato fuori dal finestrino, dovra’ partire e salutarci. Viso rigato da qualche lacrima sara’ costretto a restare chiuso in un cassetto e tirato fuori da qualcuno quando comincera’ la gara dei “ti ricordi quando tra noi c’era ancora il 2015?”  Devo dire onestamente che mi dispiace molto, doverlo salutare. Lo archivio dopo aver scritto una bellissima pagina di storia, pur nella fatica e sofferenza quotidiana. Ma alla fine dell’anno, “accademico”, l’esultanza assicurata. Senza questo passaggio non starei ora in “cattedra” a racconarla, la storia, non piu’ e non solo a scriverla.  E passato all’incasso dopo tanto “incazzo” accoppiato allo “scazzo”. Ma questo era. Ma che ci posso fare..a me piace la storia e amo studiarla, leggere e continuare a scriverla e descriverla. Forse perche’ in fin dei conti nulla e’ dato per sempre. Tutto e’ sempre e continuamente in discussione e ogni giorno di lotta, di fatica, di condivisione. Ho avuto moltissimo. Foto Romano Borrelli.Torino.2 7 2015 ultimo esameQualcuno e’ sparito e altri si son fatti conoscere. Nel bene e nel male. Ecco, a tutt* auguro un buon 2016, di cuore, dal mio, al cuore, vostro. In attesa che un treno parta e un altro arrivi, il 2016, approfitto per dare un’occhiata ai messaggi dei viaggiatori, torinesi e nonTorino 31 12 2015  p.Nuova.foto Borrelli RomanoTorino albero p.Nuova.foto Borrelli RomanoTorino 31 12 2015 albero P.Nuova. Borrelli RomanoTorino 31 12 2015 .Nuova.foto Romano Borrelli20151231_16445720151231_16445720151231_164601. Sono felice di aver chiuso il 2015 con la lettura del libro “Vino e pane” di Ignazio Silone. Ho sezionato i personaggi, li ho inseriti in apposite cartelline, analizzati nelle loro fattezze fisiche e psicologiche, li ho fatti interagire e sottolineato passi importanti. Lo proporro’ come lettura ai miei studenti. Affinche’ sappiano trarre utili insegnamenti e valori fondamentali per la loro vita. Bhe’ che dire se non augurarvi un buon 2016? Di maratone e olimpiadi, europei di calcio e calci alla sfortuna. Spero che sia come una bella donna: paziente, accogliente e disponibile all’ascolto. Buon anno e ….buon viaggio. Resistente e di solidarieta’. Che sia un anno buono. Che ci aiuti ad amare: amiamo sempre poco e troppo tardi. E ce la possiamo fare. Fra poco ci mettetemo a tavola, cornice ideale per “vanno ora in onda ricordi, tensioni e rancori”.   Proviamo a lasciarli fuori casa, lontano dalla tavola. “Vino e pane” e allegria. Anna Frank sosteneva che “la gente sia davvero buona nel proprio cuore. Non posso costruire le mie speranze su una realta’ di confusione, infelicita’ e morte”. E allora…”wonderful tonight”….31 12 2015 foto Borrelli RomanoTorino 31 12 2015 foto Borrelli Romano

30 Dicembre 2015: una storia tra le mani

20151230_171108Devo ammetterlo: mi fa enormemente piacere vedere le vetrine di un locale, bar e altro ancora, con 4 libri, in sequenza, appena letti dal sottoscritto. Avrei voluto saltare seduta stante,   le braccia in aria e pugni chiusi come quando sui campi dell’oratorio la domenica mattina facevamo il nostro goal alla squadra dei marroni. Bhe’, non potendolo e non avendone voglia di saltare, causa i kg di indumenti addosso, (diversamente da quelle domeniche mattina quando la leggerezza era la condizione), poso il palmo della mano sulla porta del locale, spingo ed entro. Un lungo bancone all’entrata e un altro nel suo retro, circondato da numerosi tavolini numerati. Una sequenza infinita di specchi conferisce la sensazione di essere in un ampio locale, come accade in certi presepi di paese,  per aumentarne la profondita’.  Luci e gocce di luce che scendono dalle stelle del soffitto mentre altre stelle restano sedute a guardare e farsi guardare ed altre ancora, molto piu’ semplicemente, ad incantare chi le osserva. Il tempo di sedermi e mi raggiunge una ragazza con il menu’: alcuni minuti e ritorna al mio tavolo prendendo l’ordinazione. La digita su di un palmare e allungo il dovuto. Pochi euro che onestamente, da seduto, non e’ molto. “L’ordinazione”, si scusa la signorina, “tardera’ qualche minuto.  Sa, la panna la facciamo noi, qui”. Dimenticavo di scrivere: avevo ordinato una cioccolata con panna. Nel frattempo frugo nel mio zainetto e vado alla ricerca del mio ultimo libro da leggere, un blocchetto e la biro.  Al tavolo vicino al mio, due ragazzi sui trenta e una loro coetanea, forse di qualche anno piu’piccola. Cappotto blu posato sullo schienale della sedia di lei,  e borsa in plastica con uno “svolazzo” di farfalle colorate (impresse su di essa), capelli neri lunghi e lisci, profumati al punto da coprire altri odori e raggiungere le mie narici fino a stordirmi, viso roseo, occhi neri, alcuni minuscoli nei sulla guancia destra. Guance con uno sfondo roseo. Senza trucco e senza inganno. Il maglioncino di lana blu scuro, una dolce vita, luccica ad ogni suo movimento. Due puntini scintillano esattamente sopra due limoni. L’orecchino che intravedo sembra un brillantino, un prisma. Mi piace. Noto che anche i suoi occhi, di tanto in tanto, quando si girano, luccicano. “E’ un bel viso”, aggraziato, penso. Di tanto in tanto le dita della mano si allungano verso il cucchiaino nell’intento di mescolare qualcosa, ma non il contenuto, ormai avviatosi per altre strade. Osservo le sue dita e la mano liscia, allungata, curata. E cosi le sue unghie. Quando adagia il cucchiaino, e’ come si ridestasse da qualche pensiero. Gli occhi tornano a luccicare come prima. I due ragazzi in sua compagnia, di tanto in tanto si danno il cambio nel parlarsi e a turno puntano il dito in varie zone di un foglietto patinat ) adagiato sul loro tavolino, il 23. Un foglietto turrito da tre tazzoni dove fino a qualche minuto prima giaceva al loro interno un contenuto simile a quello appena planato sul mio tavolino, il 24.  Apro il libro e comincio a leggere. Quasi mi dimentico il luogo e le parole degli altri. Siamo davvero in molti affamati di dolce, zucchero e dolcezze varie. Il piu’ delle volte non ne abbiamo il coraggio a manifestarne desideri o aspirazioni. Bocche e nasi all’interno di tazzoni infiniti e nasi imbiancati da una panna bianchissima e soffice. Dopo una decina di pagine di intensa e sperduta lettura noto che il tavolo accanto al mio e’ vuoto e nessuno ha sostituito i tre. Non mi sono neanche accorto che quelli avevano preso la porta dell’uscita. Tra una riga e l’altra. Muovo leggermente le gambe da sinistra a destra e cosi il corpo racchiuso in una doce vita trecciata blu. Il movimento  del corpo si abbina a quello degli occhi e questi per un istante si posano sul lucido pavimento del locale, sul quale giace una fotografia. Ma chi le fa piu’ le fotografie di quel tipo? La raccolgo e la studio. “Probabilmente sara’ caduta dal tavolo a quei tre nel loro recuperare l’uscita” penso. E’ una bella storia. Sulla fotografia, in bella posa, una figura femminile. Sembra la ragazza che era seduta alcuni istanti prima vicino al mio tavolo.  Il retro della foto riporta scritto a penna una data. “Molto probabilmente non puo’ essere lei”, penso. La posa la ritrae in un posto simile a questo, fuori dalla vetrina. La ragazza della foto ha capelli lunghi e occhi scuri e anche lei un piccolissimo neo. La giro e la rigiro. Oltre  la data un nome di via: “Roma”. Probabilmente e’ identico il  posto, una trentina d’anni prima. O forse piu’. Ma chi sara’ la donna della foto? Unico indizio: bellissima. Anzi no: bellissime. Esco dal locale. Disseminati lungo le vie del ritorno verso casa numerosi locali dove fervono i preparativi per il cenone di domani. Ma questo ora non importa. Questa sara’ un’altra storia. A partire da domani.Torino, Ristonomia.Foto Borrelli Romano

“Vino e pane”. E non solo

20151226_180222E’ ancora  in corso il derby panettone-pandoro (e lo sara’ ancora per molti giorni a venire) ormai da alcuni giorni (su molte tavole italiane), qui, almeno da quando il “duplice fischio” della scuola ha decretato il fine lezioni per il 2015. Un derby giocato su piu’ campi da gioco, come a  ricordo delle vecchie  radiocronache domenicali di Ameri, interrotte, di tanto in tanto da altro campo principale  (ricordando le interruzioni di Ciotti) dove la disputa, oggi, a tavola, e’ tra tortellini-agnolotti (buoni questi ultimi della Ristonomia a Torino). Tutto il calcio minuto per minuto?No. Tutto il cibo inghiottito, minuto per minuto. Campi lunghi e ben distesi. Storie e altri Natale che si sommano nel chiacchiericcio fra comnensali recuperando attori e protagonisti che fino a pochi giorni fa erano solo marginali, vedi bimbi e anziani. Letterine, medicine e bugiardini estratti e mischiati a caramelle e fazzolettini  usati, fuoriusciti dalle tasche di vestiti nuovi (o “vecchi” come nuovi) e tutti a dire ” come ti sta bene”.   Mani rosee di bimbi e mani callose, clessidra del tempo passato, della grande saggezza della quale si ha sempre bisogno. Sono giorni duri per stomaco e fegato di ciascuno: ma ognuno vuole essere allo stesso tempo “giocatore” (testa china sul campo rettangolare, bianco lino se pizzato, meglio ancora) e tifoso, e quindi… Raddoppi compresi. Volendo recuperare un gioco che negli anni ’80 elargiva milioni potremmo dire:”Bis”.  Ma qui, a ravola e nei pressi si elargiscono grandi quantitativi di calorie. Ovviamente. Per non parlare poi, per chi puo’ permetterselo, dei “fumogeni” lasciati dal dopo rosso o bianco, con bollicine o senza. Dipende. 26 12 2015 p.zza san Carlo.foto Borrelli RomanoCin- cin. Talvolta ci si alza, da tavola, per sgranchirsi un po’ le gambe, giusto per ricominciare poi. Piu’ in…forma. Due passi per la citta’, con le sue luci, le sue decorazioni, alberi di ogni forma e fattezza. Torino 28 12 2015 foto Borrelli RomanoE durante lo sgranchirsi tra altre nuvole di fumo o di smog qualcuno ostenta una corsetta,sull’asfalto torinese,  giusto per smaltire un paio di calorie. Beati loro. E tra un tempo e l’altro termina tra le mie mani, sulla tavola, la lettura di “Vino e pane” di Ignazio Silone. Un bellissimo libro che lascia parecchio. Bello, davvero. Una catena di personaggi che lasciano il segno. E alcuni di essi una morale, un insegnamento. Don Benedetto, professore settantacinquenne conosciuto nel primo capitolo, insieme alla sorella Marta. Sorella che nel rispetto del Vangelo si e’ scelta la parte del lavoro (e non la migliore, cone Maria). Sono entrambi in attesa, di ex alunni del don ora fatti uomini, sulla trentina.  Un ritrovo organizzato dalla sorella per festeggiare. Un brindisi dopo anni di ritirata, in un luogo solitario dell’Abruzzo. Ma fra quei due che saliranno su dai fratelli manca il persobaggio principale della storia: Pietro Spina divenuto ben presto don Paolo Spada per mantenere fede ai suoi ideali in un periodo dove tutti salivano sul carro del vincitore. Pietro Spada, un comunista, cresciuto nelle sofferenze da piccolo: i genitori morti precocemente, il terremoto, la morale, l’etica, il senso di giustizia sociale. Tutto porta a dire che c’e’ molto di Ignazio Silone dietro Pietro Spina o don Paolo. E poi la bellezza di Cristina Colamartini, un piede in convento e uno in famiglia, per un obbligo morale dettato dalla presenza di altre tredonne in casa, bisignose di cure e attenzioni (la nonna incapace di vestirsi ma desiderosa di vivere il resto della vita senza confessarsi: perche’ se non e’ colpevole di nulla?) capace anch’essa di dare la propria vita per un amico sprovvisto di tutto (nelle pagine finali commovente la sua decisione di inseguire l’amico dal quale  ha letto nel memoriale una bellissima “confessione”). E ancora Annina (quanto e’ bella nei suoi valori che la rendono ancora piu’ bella!) e Bianchina nella sua semplicita’. E poi Luigi…

Buon Natale 2015

Roma 8 12 2015. Foto Borrelli RomanoUn augurio a tutti, di cuore: Buon Natale. Un buon viaggio a tutt*. 20151225_120916Ogni città conosce le sue porte e così ogni uomo e ogni donna. Che ogni porta possa introdurre a  serenita’ e spirito di pace con un ritorno alle promesse bibliche e con senso di speranza nel futuroTorino 25 12 2015 foto Borrelli Romano.  Nstale. Per un po’ di giorni la rivincita delle relazioni e l’interruzione del coprifuoco dell’indifferenza. Tra le mani le pagine del libro di “Vino e Pane”, di Ignazio Silone, in una giornata dalle grandi abbuffate, e contraddizioni tra spreco e penuria, ricchi, poveri, abbondanza, scarsita’, nord, sud.  Una ricerca della Codacons ha riferito che le casalinghe quest’anno avranno speso per il cenone di 8 persone una cifra intorno ai 300 euro. Altri magari non avranno mangiato nulla e altri ancora si saranno recati alle mense dei poveri. Un pensiero a Roma, al pranzo offerto ai poveri a Santa Maria in Trastevere, oggi, dalla Comunita’ di S.Egidio. Un ricordo a quella basilica, cosi bella,  visitata, osservata, fotografata, studiata, coi suoi mosaici  e le sue colonne una diversa dall’altra (altro pensiero alla Caritas di Roma, via Marsala, con la porta Santa da poco aperta).  Un pensiero ad anziani e bambini non piu’ “statuine da presepe” nella quotidianita’ ma protagonosti recuperati e attori principali con le storie di vita narrate di altri Natale che emergono dalla loro memoria e letterine lette ad alta voce tra un battito di mano e un altro. Per il resto…scriverò fra…qualche pagina. La trovo molto interessante come iniziativa capace con gesti semplici di arrivare dritta al cuore. Meglio, dovrei scrivere, la ritrovo, come iniziatica,  e per alcuni versi e  passi, attuale.  Molto. Da registrare il Presepe di piazza Castello, a Torino, con le sue 25 caselle ormai tutte libere.Torino 25 12 2015.foto Borrelli Romano Buon Natale.

23 e 24 Dicembre 2015

Vigilia e antivigilia.23 e 24 dicembre. Tabellone dei treni. Arrivi, partenze, orari, binari. Orologio. Datario.23 12 2015porta Nuova To.foto Borrelli RomanoUltime “battute di caccia al regalo” prima di Natale. Sciamare continuo per le vie torinesi alla ricerca dell’ultimo “regalo” o pensiero.  Rosso e poco costoso. Via Garibaldi, Lagrange, Roma con tratto pedonalizzato e luci sulle teste, vie laterali e periferiche, vie cge dal “Borgo delfiume” si distendono verso la prima periferia”: via Livorno con l’Ipercoop e la Bennet nei pressi, Parco Dora e il luogo dove correvo, le vie  Borgaro,  Stradella, Chiesa della Salute, piazza Stampalia… I molti alla ricerca di un “capo rosso”, ma anche due! Ieri un salto, non “registrato ” qui sopra,  sotto l’albero di Natale, Torino Porta Nuova 23 13 2015.Borrelli Romano atrio della stazione di Torino Porta Nuova, nell’ultima performance dei “ballerini” 20151223_165605vestiti di bianco muniti di tablet, e trasformatisi in intervistatori:”Scusi che ne pensa dello spazio di Porta Nuova” gestito da artisti come noi , con balli e canti?” Penso, rispondo, che la restituzione dello spazio pubblico “al pubblico” sia un fatto positivo e un’azione democratica. Alla domanda su mie proposte verso gli spazi ancora liberi di Porta Nuova (cosa metterei) rispondo: “vorrei una zona della biblioteca, qui, addetta ai prestiti libri”e una postazione “share-bike” del Comune.   Alzo gli occhi al cielo e osservo Porta Nuova in parte restituita: e’ bella nel suo rosso mattone. Mi piace. Mi e’ sempre piaciuta. La ricordo come era in passato. Un pizzico, come una puntura di insetto. L’albero con gli auspici dei torinesi e non  oggi lo abbiamo trovato “impresso” come ogni anno sulla carta stampata. Ma non la notizia dell’ultima performance degli artisti e delle interviste. Eppure era notizia questa! Chissa’ come mai… Voi che dite? Peccato per gli auguri dei miei studenti: neanche uno che abbia toccato la sensibilita’ della cronista e abbia meritato la “dignita’ di stampa”. Per me tutti i pensieri dei miei studenti erano invece  bellissimi.  Per loro la “dignita’ di blog” e della rete.20151223_150519E poi non era mica una gara la nostra!” Il galoppino” fa il suo lavoro e noi il nostro.  Terminato sotto l’atrio della stazione di Porta Nuova  il libro di Patrick Modiano (ancora uno) “Perche’ tu non ti perda nel quartiere”. Una mano di Annie, la vigilanza, l’affetto, il bene verso chi incapace (ma non diro’ per quale motivo) di badare a se stesso. Adoro la scrittura di Modiano, premio Nobel per la letteratura nel 2014. Mi piace la descrizione dei suoi personaggi, femminili, nelle sue storie, parigine o francesi che siano. Descritti bene, una penna, a tratti delicati e dolci, capace di farteli amare. Adoro la figura di Annie che… ” come la puntura di un insetto il passato ritorna e ti lascia ancora un po’ di tempo in cui sentire il vuoto di un rumore che piano piano si allontana”. Dalla scalinata della Gran Madre, Torino 24 12 2015 p.z G. Madre-Vittorio. BorrelliChiesa di Torino, il passato, la nebbia, se sia dei ricordi o quella torinese, non saprei, di certo da quella del cuore, una giacca blu, una frangettina, un minuscolo neo, sulla guancia, occhi scuri e un sorriso avvolgente che cattura, scompare e ricompare, la voce di donna che implora  come una bimba”portami ancora ti prego su quella piazza, cuore nel cuore di questa citta’”. Come una puntura di insetto che lascia ancora un po’ di tempo che non esaurisce e ti si appiccica addosso come una seconda pelle. Come sono belli i personaggi femminili di Modiano. Come sono delicate certe punture di insetto che dilatano il tempo aperto ai ricordi.  Cosi pensavo questa mattina, 24 dicembre sul sagrato della Gran Madre. Il sacrista, mazzo di chiavi in mano, le muove all’interno del loro cerchio. Le agita affinche’ producano rumore e farti capire con garbo che e’ ora in cui bisogna uscire, scendere i gradini e “sgombrare”. Poca misericordia per quel tempo dilatato da una puntura di insetto che si chiama ricordo. Vabbe’ scendiamo. Il bus e’ fermo. Partira’ fra poco. Non importa. Scelgo il mio posto tra tantissimi liberi. Accuccio anche la puntura di insetto e la cullo. Sono sempre piacevoli le visite di un certo tipo. A sera, i pompieri “aprono” la penultima casella del presepe. I bimbi, affacciati li davanti, sulle spalle dei loro padri e risucchiati dalle nebbie torinesi (e la galaverna?) ricevono in dono dolciumi. Per le strade oramai desertificate si spargono profumi delle piu’ antiche tradizioni culinarie italiane e non solo. “Spezzare il pane” e “Vino e pane”, non solo fue libri o atto matetiale e culturale ma che diventa sacro quando… Gambe sotto i tavoli, gomiti sulle tavole e pance leggermente appoggiate, pronte a dilatarsi da qui a mezzanotte quando per molti sara’ ora della Santa Messa di Mezzanotte.24 12 2015 Torino.foto Borrelli Romano

Domenica. “Spezzare il pane”

Torino 20 12 2015.Bianchi.foto Borrelli RomanoAvevo deciso di fare un salto al Circolo dei Lettori, a Torino, in via Bogino, dove era in programma la presentazionee del libro di Enzo Bianchi “”Spezzare il pane”, Edizione Einaudi, pag.100, 17 euro. Non e’ il primo di Enzo Bianchi che leggo.Mi piace molto il suo modo di scrivere. Il libro lo avevo gia’ comperato alcuni giorni fa, insieme a molti altri. Nei giorni scorsi infatti avevo fatto incetta di libri in numerose librerie, per averne di scorta, con  il timore di restare senza. E poi si sa: le librerie sono negozi di abbigliamento interiore. Qui si provano capi per il nostro “corpo e anima”, qui si pensa alle anime altrui e a come scovare storie preziose per le anime alle quali ci rivolgeremo. Felice inoltre che su “La Stampa” di ieri tra i consigli di Michela Murgio vi fosse Gilead, il capolavoro di Marilynne Robinson della Einaudi. Un libro che ho letto, riletto, studiato, sottolineato, arato, regalato. La storia di un anziano pastore dell’Iowa che sapendosi anziano e malato scrive un testamento al figlio giovanissimo.una forma di diario.La storia di tre generazioni di pastori.Quante emozioni. Un pastore in pace che dona pace attraverso il suo diario. Una domenica mattina di cultura e di lettura rovinata pero’ dalla  mano di qualche incivile che ha deturpato il monumento a don Bosco sulla piazza Maria Ausiliatrice e il muretto di recinzione della Basilica stessa. Foto Borrelli Romano.Torino d.Bosco.20 12 2015Torino mon don Bosco 20 12 2015 Borrelli Romano“Grida” insensate con vernice rossa.Torino Maria Ausiliatrice foto Borrelli Romano. Ma la giornata aveva ancora qualcosa da riservare: una telefonata anonima aveva annunciato che all’interno della Mole Antonelliana simbolo della citta’ e Museo Nazionale del Cinema, era deposta una bomba. Zona evacuata e transennata con una dose di paura iniettata a moti, torinesi e turisti.

Per restare al tema del libro, e presentazione annunciata ieri sulla carta stampata, Torino 20 12 2015 Bianchi.foto Borrelli Romano si descrivono piccole parti per introdurre al tutto. Tanti piccoli cerchi concentrici che conducono a qualcosa di piu’ ampio. Pensiamo al volto di una persona che rimanda all’essere, al centroche rimanda ad una citta’ e infine al focolare domestico per rimandare alla famiglia. E quando si dice famiglia si pensa anche alla tavola, al cibo, alla donna, alla sua cura nel prepararlo e all’uomo. Una storia nella storia. Gesti, pieni, vuoti, che si allargano, prendono e riprendono senso. Preparare il cibo come atto d’amore elementare. Preparazione del cibo e dimensione del tempo. Tempo di festa e di vigilia. L’atmosfera della preparazione e delle norme che l’accompagnavano.L’attesa di un incontro e della preparazione delle cose da dirsi, dire, raccontare. La dimensione fondamentale del narrare facendo posto all’altro, accogliendolo. Preparazione del cibo: esercizio di umanizzazione. I ricordi di Enzo Bianchi vanno al suo pellegrinare per mercati.  Almeno una volta la settimana. Li snocciola i suoi ricordi. Si sofferma a quelli di Vicenza e Padova, questo in piazza delle Erbe, cosi ordinato, con i suoi alimenti, sempre ben disposti.  Il riferimento ad Artusi: “chi mangia e non sa cosa e’ uno sciocco”.  Il riferimento ai temi di discussione, quando si e’ a tavola: cibo, sesso, morte. Le nobili vicende umane  che fanno e scrivono storia. Il far da mangiare che include la scelta e il rispetto. Bisogna stare al ciclo delle stagioni e godere di quello e quanto la terra ci dona. Senza esigere prodotti lontani. La preparazione, la disponibilita’ di chi prepara e accoglie. Si dilata il tempo. Il convivio. La centralita’ della donna e il suo ruolo. E quello dell’uomo, incapace spesso di dire grazie o solo abbozzare un sorriso a chi prepara e serve.  Centralita’ della donna come lo e’ oggi, nelle Scritture. E ancora il bisogno del cibo contrapposto alla gratuita’ del vino. E la democrazia della tavola e a tavola. E infine l’umanizzazione a tavola. Ieri e oggi. La presenza di tv e cellulari che barbarie.  Penso ai ragazzi, a scuola….alle loro “appendici” tascabili. Povero me. Poveri loro. Poveri noi.

Ma il risvolti…no no…

Torino 19 12 2015, foto Borrelli RomanoIn attesa del mio turno. Per un “coup” ai capelli. Quante cose si sentono. E si vedono. Ma il risvoltino proprio no….e invece si!!! Si alza uno sui 25, capelli corti, ovviamente, e di dirige verso la cassa. Attende il proprietario che faccia cassa. E’ felice e raggiante, esibizionista al…”ribasso”. Il parrucchiere pirta lo specchio, per fargli notare la…sfumatura! Noooo!!!Non ci posso credere!!! Usa lo specchio per il risvoltino!!!Un paio di girotondi per mostrarli meglio…nulla da aggiungere. Un tempo il girotondo si faceva per farsi dire come si stava con la nuova acconciatura.  Questo e’ uno dei casi in cui narrazione e verita’ non procedono su binari paralleli ma convergono…Evidentemente. Diamoci un taglio, per favore. Al risvoltino.Torino 19 12 2015 foto Borrelli Romano

Sapore di un bacio

Torino Porta Nuova18 12 2015.Foto Borrelli Romano“Massiiiii che son felice!”…di poter vivere in pieno le emozioni, i sentimenti, gli stili di vita quando i ragazz* te li comunicano e ti rendono partecipe della loro vita. E comprendi meglio quanto stia capitando nei momenti piu’ “dolci”, di convivialita’,  quando infili sotto i denti una fetta di panettone per scambiarsi gli auguri e nell’aria ormai Natale e’ alle porte. Diciamoci la verita’: “e’stata dura. Tre mesi e tot in cui alcune giornate sono state pesanti, faticose, e ci si demoralizza, e poi le incomprensioni, le regole da far rispettare e i no che si devono quando non si vorrebbero, l’altalena degli alti e bassi, gli umori, i giudizi ma poi… Poi ti consegnano i loro lavori, i loro desideri, aspirazioni da portare sull’albero, li leggi mentre li hai tra mani, come bimbi tra le braccia  e in quel momento comprendi  di quanto sia necessario per loro un punto di riferimento. Tutto il resto, non importa. Ti vedono rientrare , ti corrono incontro e domandano “prof. lo ha messo il mio lavoro sull’albero?” E tu rispondi si, e quando nei loro occhi spunta un dubbio, allunghi il cellulare e fai vefere la foto con i lavori a destinazione. E i loro occhi si illuminano e in quei pochi secondi capiscono di essere importanti davvero, che valgono, che meritano. Nell’ora di  “liberta’”  ho infilato velocemente il mio parka, fogli loro alla mano, due fermate di metro, Marconi, Porta Nuova, scala mobile ed eccomi al centro dell’atrio di Porta Nuova. Tempo zero e ho consegnato all’albero altri fogli, altri lavori.  Qui ne ho trovato uno che meriterebbe pagine e pagine di giornale: un ragazzo, una ragazza, frequentano la scuola, si amano, si promettono, dediderano …hanno le idee chiare. Salutano come facciamo spesso con un bacio stampato, sulla loro missiva.  Rientro, trafelato.  Ho il mio libro “La Ferocia”20151218_063207 sotto il braccio, appena ultimato in questo “pendolo” metropolitano:  giornalisti, medici, ingegneri, avvocati, giudici, fratelli e sorelle. Personaggi letti e riletti che li tieni ancora un pi’, con te, sotto braccio. Clara, in particolare. Alla fermata della metro Nizza un incidente particolare, a tratti curioso: un’auto per evitare altra auto ferma sulla careggiata (via Nizza) devia sulla destra distruggendo qualche sparti traffico. Nessun ferito. Solo paura. Per un passante che vedendo la  scena sviene e…l’autoambulanza, poverino,  sara’ per lui. Immagino la presenza di  un “galoppino” che tenra di recuperare informazioni tra i presenti che ingigantiscono e deformano  nel loro passaparola quanto visto e sentito, da altri.  Un “fotografo” scatta, probabilmente per il giorno dopo, per la carta o per la “faccia”: libro. Per la carita’, meglio il mio lavoro. Le vivo, le emozioni. Non consumo. Penso: “ah come sono felice di questo mio lavoro. I ragazzi  sono tutto, anche nelle loro contraddizioni”. In fondo hanno sempre il sapore di un…bacio. Anche sulla carta. Non li dimentichi.

Grazie dei fiori, grazie

17 12 2015 To Porta Nuova foto Borrelli Romano.Mi piace l’idea che qualcuno sopra  o sotto l’albero nell’atrio di Torino Porta Nuova possa portare dei fiori, delle rose. “Il piu’ grande spettacolo dopo il big-bang”. L’idea mi e’ piaciuta, mi piace e mi ha letteralmente lasciato basito. Avrei abbracciato, pur non conoscendola, quella ragazza, piena di mistero e fascino allo stesso tempo. Albero di Natale. Un truipudio di lettere, auspici, auguri stanno lentamente rimpolpando l’albero di Porta Nuova, cosi magrolino, in tempo di ecnomia “ristretta”.  E i fiori, “consegnati” dalla giovane donna,  il loro profumo, insieme al suo,  inebriante, una vertigine, sul precipizio. Avevo nella cartellina i lavori dei ragazzi di prima superioreTorino 17 12 2015 foto Borrelli Romano.Porta Nuova che non potendosi muovere li hanno consegnati alsottoscritto, con l’impegno di lasciarli sul belvedere dei viaggiatori. Mi verrebbe voglia di leggere una poesia, qui, davanti a tutti:  ne sfoglio tante dal mio blocco, di Pascoli, Leopardi, Montale, ma una piega del blocco si sofferma “a Laura….”…osservo le movenze della ragazza “che al cor…” e penso…”grazie dei fiori”…un omaggio a quanti in un modo o nell’altro…viaggiano.

“La ferocia”

Il libro mi piace. Parecchio. Devo correre, pero’, nell’ultimarne la lettura. Dovro’ terminarlo prestissimo. E’ scaduto il tempo del prestito. “La ferocia” di Nicola Lagioia e’ davvero piacevole, scorrevole. Ne avevo sentito parlare spesso, l’estate appena trascorsa. Quando le passeggiate erano tra i muri a secco intento ad ammirare il tramonto, il tuffo del sole a mare.Foto Borrelli Romano, 25 8 2015, Belvedere, Le. L’azzurro, il verde, il bianco. “Bisogna ricevere del bene per separarlo da cio’ che non lo e’.  La teoria del rombo con cui si scrive e si fa finzione cinematografica: due poli, un personaggio, buono, semplice, Michele, una sorella, gli amori, tanti, giusti, sbagliati la coca, gli affari, la famiglia, i fratelli, i geometri, il padte Vittorio, la mamma, Annamaria, un topo di fogna, una gatta domestica e ancora i poli, domestica si ma sempre felino. Decido di leggere un po’ delle sue pagine in biblioteca civica dove hanno allestito uno stupendo albero di Natale: fatto con i libri, per la gioia di grandi e piccini.14 12 2015 biblioteca civ. To.Borrelli Romano foto Poi un caffe’ al Mercato Mettopolitano. 20151213_115119Sfoglio pagine come anni e lustri. Io da qui, dalla vecchia e cara stazione di Torino Porta Susa, i treni continuo a sentirli sferragliare ancora, cosi come continuo a vedere le macchine depositate proprio sul davantidella stazione, dove proprio non si poteva parcheggiare, pena la multa. E cosi il giornalaio e la panchina sul tronco uno e il rosso e il bianco-giallo dei trenini che facevano tanto metropolitana. La penna e’ pronta, il blocchetto pure. Avrei voglia di raccontare e romanzare di quella panchina, dei suoi e nostri anni ’90, del 95, dell’85, del 28 novembre e di molto altro ancora, se solo…

In serata il passaggio sotto la porta del Duomo di Torino. Una piccola frazione di stella o di luna a sorvegliarci nel nostro girovagare…metropolitano.Senza mercato, pero’.Duomo Torino.foto Borrelli Romano