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Porto Cesareo: tra barche e mercato


20 8 2015, Porto Cesareo, Le.foto Borrelli RomanoPorto Cesareo, Le, 20 8 2015, foto Borrelli Romano20 8 2015 Porto Cesareo, foto Romano BorrelliPorto Cesareo, Le.20 8 2015, foto Borrelli RomanoPorto Cesareo, Le.20 8 2015, foto, Borrelli Romano

La notte ha appena salutato la luna e le stelle ed e’ scivolata via velocemente secondo alcuni, pigramente per altri, verso altri “lidi”.


Un nastro d’asfalto separa il mercato dalla banchina del lungomare dove stazionano turisti e stanziali in attesa di qualche arrivo, dal mare con unnracconto senza fine:infinito come l’orizzonte. Resto colpito dai nomi delle barche e dal lavoro dei pescatori.Nomi di donne e biblici raccontano storie di mare e d’amore: Giada, Lisa, Luna, Elisa, Laura. E poi, Noe’, Isacco, Ester…Idem dicasi dalle reti dei pescatori che non dicono esplicitamente ma raccontano a colpi di fantasia, almeno quella mia: marinai che aggiustano, cuciono, rammendano, riparano,”nodi” che raccontano pur non facendolo apertamente. Solo il mare conosce certi segreti. E allora, proviamo adascoltarlo, questo mare. Un pescatore dà una mano di vernice ad una barca, ma, buttando le mani avanti ci tiene a puntualizzare ai miei occhi: “non è la mia, è di un mio amico”…..Quasi come avesse un’amante da nascondere. Chissa’ quale significato nasconde quella mano di vernice…se…Un fulmine a ciel sereno. Ilmare a quest’ora è stupendo…un libro aperto. Un mare cristallino, manciate di conchiglie sparse, qualche “abboccamento”. Dal lato mercato, qualche sigaretta accesa e mai fumata.Solo odore. Solo un “piumato” 20 8 2015 Porto Cesareo.Le.foto Borrelli Romanopare il più grande raccoglitore di segreti e di storie.Si lascia “scivolare” ogni cosa è su ogni cosa.Chissà da quanto tempo è qui.È paziente.Quando tutti hanno terminato di raccontare, prende e va: fende l’acqua, saluta e se ne va.20 8 2015 Porto Cesareo,Le.foto Borrelli Romano


Buon ferragosto

DSCN3373DSCN3324Porto Cesareo, Torre Chianca (in ristrutturazione), Torre Lapillo (Lecce). Puglia, Salento.

15 agosto 2013.

Nell’epoca  digitale, di digitali nativi, di fine dei rullini e delle cartoline, ovviamente delle penne, lapis, blocchi, e abbecedari inclusi, che non si trovano più, o quelli reperibili datati e desueti, due bellissime fotografie sostitutive , da questa insenatura di Torre Lapillo, con alle spalle Torre Chianca e Porto Cesareo (che ovviamente non si vedono),  con l’augurio di un buon ferragosto a tutte, tutti.

Tempo un pochino nuvolo con vento. Incerto, instabile. Come il tempo sentimentale. Come l’occupazione. Come le retribuzioni. Come tantissimi valori. Avvolti nella nebbia o vacillanti e liquidi.  Già dalle primissime ore dell‘alba, i primi vacanzieri, si sono accaparrati quei piccoli fazzoletti di sabbia lasciati liberi, a nostro uso e consumo, dalla concessione selvaggia. A volte, nei tratti liberi, al posto delle persone e dei manichini, molti vacanzieri egoisti han lasciato sedie a delimitare il territorio. Come fosse loro. Non bastava loro aver costruito quasi a ridosso della sabbia. Sabia che avanza e pazientemente si ritira, lentamente, instancabilmente. Un orologio fragile. Tic, tac, come un pendolo. Come lo spazio, come il tempo, come il cuore. Tempo e spazio si contraggono e possono essere breve o corto a seconda di cosa siamo propensi a  riempire. Di tanto in tanto qualche cicatrice umana, deturpa questo paesaggio. Pazienza. Ovviamente per lo spazio occupato in anticipo, non per le cicatrici che deturpano il paesaggio. Un elicottero continuamente sorvola mare e spiaggia. Pare una mosca fastidiosa. Di tanto in tanto alza vento, qualche goccia d’acqua (di mare) e qualche granello di sabbia. Turisti con ampie colorazioni su parti del corpo, merito di qualche gioco effettuato in uno degli stabilimenti balneari situati nei pressi. In un altro è in corso una gara di opere d’arte: materiale da costruzione: la sabbia. Sabbia che si ritrae, si espande, e nel continuo flusso non lascia segni, cicatrici. Cronometro alla mano e giudici ai bordi due squade si contendono il premio. E portano senso di festa in ognuno. Altri si preparano al “don” del “Do the Harlem Shake”,  e così, pronti a ballare e scatenarsi senza freni inibitori. Buoni profumi, buoni sapori, tanti saperi. Ricordi e pensieri.