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Buon ferragosto (2019)

20190814_193124.jpgVento, in via del mare, nuvole di ogni fattezza, e “il vento è  cambiato”, si sente surrurrare, in un periodo in cui in tanti cercano il mare e anche la politica ha messo il costume e fa parlare di sé. Sulla spiaggia invece continuetanno a far parlare di loro quei quattro che piazzeranno ombrelloni dalle prime luci del mattino per rendere “bene personale” la spiaggia, bene di tuti. Dalla parte opposta della via, che congiunge una frazione ed un paese che in questo periodo si trasformano in una città unica e compatta, strozzata dal caos e dal caldo, una Chiesa  dedicata all’Assunta è  aperta, per lasciar passare aria e luce. Penso velocemente a tutte le Chiese dedicate all’Assunta, in giro per l’Italia. Sono mentalmente a Orvieto, a Siena e in tutte le regioni e città che mi accompagnano nelle spiegazioni dell’anno scolastico. Torno qui, “ad ora”, e spazio con l’occhio all’interno della Chiesetta dedicata all’Assunta. L’acqua, come pioggia, è solo accennata, nei pronostici, dopo le quattro gocce quattro di ieri pomeriggio. Non punteggia nessun tipo di strada, né  asfaltata né  di breccia. Un tempo era piccolina, come struttura ed il popolo dei fedeli era obbligato a partecipare alla funzione anche in piedi, anche fuori, tanto la voce del sacerdote, giungeva anche in quella piazzetta che serviva a quattro auto in parcheggio. Oggi, non più. È  grande, spaziosa, ed è  stata modificata, mi pare, nel corso degli anni, la struttura, così, osservo, incuriosito,da fuori. La gente da`una occhiata veloce, distratta, sul qui ed ora, ma non sul dopo, sul pranzo, borse della spesa in mano e borse frigo appena riempite,  e  poi, scivola via, tra la confusione che neanche a Natale in via della Conciliazione a Roma….I bar sono aperti dall’alba ed una gran confusione regna sovrana, tra scontrini, caffè pasticciotti, e code diverse da farsi e spazi ugualmente diversi dove servirsi. È giovedì, giornata di mercato, inoltre è  ferragosto, e sulla via si parcheggia come capita, come serve, forse, con poca disciplina abituati a calma e leggerezza. Angurie, fichi, uva, pesche, i prodotti più richiesti, ma la domanda è  su tutti i fronti, per il pranzo di ferragosto.

È  ferragosto e ripenso a quello di Verdone, a Roma. Verso Cracovia? Buon ferragosto a tutte e tutti.

Buon ferragosto

DSCN3373DSCN3324Porto Cesareo, Torre Chianca (in ristrutturazione), Torre Lapillo (Lecce). Puglia, Salento.

15 agosto 2013.

Nell’epoca  digitale, di digitali nativi, di fine dei rullini e delle cartoline, ovviamente delle penne, lapis, blocchi, e abbecedari inclusi, che non si trovano più, o quelli reperibili datati e desueti, due bellissime fotografie sostitutive , da questa insenatura di Torre Lapillo, con alle spalle Torre Chianca e Porto Cesareo (che ovviamente non si vedono),  con l’augurio di un buon ferragosto a tutte, tutti.

Tempo un pochino nuvolo con vento. Incerto, instabile. Come il tempo sentimentale. Come l’occupazione. Come le retribuzioni. Come tantissimi valori. Avvolti nella nebbia o vacillanti e liquidi.  Già dalle primissime ore dell‘alba, i primi vacanzieri, si sono accaparrati quei piccoli fazzoletti di sabbia lasciati liberi, a nostro uso e consumo, dalla concessione selvaggia. A volte, nei tratti liberi, al posto delle persone e dei manichini, molti vacanzieri egoisti han lasciato sedie a delimitare il territorio. Come fosse loro. Non bastava loro aver costruito quasi a ridosso della sabbia. Sabia che avanza e pazientemente si ritira, lentamente, instancabilmente. Un orologio fragile. Tic, tac, come un pendolo. Come lo spazio, come il tempo, come il cuore. Tempo e spazio si contraggono e possono essere breve o corto a seconda di cosa siamo propensi a  riempire. Di tanto in tanto qualche cicatrice umana, deturpa questo paesaggio. Pazienza. Ovviamente per lo spazio occupato in anticipo, non per le cicatrici che deturpano il paesaggio. Un elicottero continuamente sorvola mare e spiaggia. Pare una mosca fastidiosa. Di tanto in tanto alza vento, qualche goccia d’acqua (di mare) e qualche granello di sabbia. Turisti con ampie colorazioni su parti del corpo, merito di qualche gioco effettuato in uno degli stabilimenti balneari situati nei pressi. In un altro è in corso una gara di opere d’arte: materiale da costruzione: la sabbia. Sabbia che si ritrae, si espande, e nel continuo flusso non lascia segni, cicatrici. Cronometro alla mano e giudici ai bordi due squade si contendono il premio. E portano senso di festa in ognuno. Altri si preparano al “don” del “Do the Harlem Shake”,  e così, pronti a ballare e scatenarsi senza freni inibitori. Buoni profumi, buoni sapori, tanti saperi. Ricordi e pensieri.