Le sere sono di quelle di fine primavera, quando il profumo di fiori e frutti diviene particolarmente intenso dove la città dirada, sfumando, lasciando il posto alla periferia, odori che invadono il circostante insinuandosi nelle narici. Dal capolinea del tram, Superga si affaccia sulla collina ed è bellissima, e non si capisce se, oltre i finestrini, è lei ad illuminare la città o se sia questa ad esaltare il circostante. O forse entrambe mentre la Mole guarda il tutto con un pizzico di invidia. A due passi e qualche fermata da qui, oltre l’ex l’Italgas e il Campus Universitario uno slargo si apre sulla destra, oltre il fiume, e su quello, “Le panche” presidiate da frotte di studenti che caratterizzano il tutto. Alcuni con le infradito ai piedi e altri bottiglie in mano e tantissimi parlano e ricordano e aprono l’immaginario; discutono su Montalbano, Camilleri e dei suoi libri, di De Crescenzo e della ua filosofia e di Paolo Borsellino e la lotta alla mafia. Potrebbe sembrare di essere al mare, con la spensieratezza e l’impagno, degli esami alle spalle e di nuovi da venire.
L’estate è lunga e sognare si sa, costa proprio niente.