Fine giugno

20190630_103715Ultimissime ore prima del trasloco di giugno dalle pagine del Calendario di Frate Indovino, e non solo. L’abbraccio “caloroso” dell’ultima settimana lascerà  impresso e “appicicato” un ricordo rovente al pari, già scritto, detto, del giugno 2003. Talmente soffocati che una buona fetta di italiani hanno anticipato le loro vacanze per sfuggire alla canicola e alla morsa del calore. Un tempo, a luglio, erano i dipendenti della Olivetti di Ivrea che aprivano il discorso fetie, oggi, invece… bisognerebbe essere sociologi del lavoro per capirne qualcosa in piu. O dei colonnelli Bernacca. Qualcuno se  lo ricorda? Giugno ha il sapore del grano, delle pannocchie di mais, di agrigelaterie, poco distanti dalle citta` e dalle fabbriche ma immerse in fazzoletti verdi, polmoni d’aria  per qualche  ora di festa, agriturismi posizionati in posti semi nascosti delle colline, dei primi viaggi verso la Riviera, Ligure o Romagnola, e delle escursioni in montagna direzione Valle, Gressoney. E delle zanzare, delle guide e di Ligabue. Week-end che interrompono il senso ordinario inaugurando l’entrata nello straordinario, per il giorno di festa. Ma quest’anno, giugno ha un gusto in più, almeno nella maturità di molti; giugno che lentamente esaurisce l’anno scolastico e gli ultimi studenti e studentesse in elenco del ’99. Tra poco si licenzieranno definitivamente dalla scuola quanti entrando non erano più bambini e uscendo non saranno ancora uomini, e , per loro si aprirà  la vacanza più lunga della vita, dal gusto speciale e nuovo, della domanda uno, due o tre, ma sempre per molti versi, mito e rito, e per gli anni a venire, qualcuno canterà  sempre “Notte prima degli esami”.  Speriamo almeno che…buone vacanze in buone letture. A proposito di letture, ho terminato da poco quella  del libro di Carmen  Pellegrino, “Se mi tornassi questa sera accanto”, libro munito di dedica, ma, lasciato, purtroppo, per tanti motivi, in qualche ripiano della libreria. Una bellissima storia d’amore, di memoria, memorie, mancanze, sensi di colpa, rimorso, perdono, di fiume, fiumi, di acqua, di ritorni e di lettere fra chi ha perso qualcosa e da sempre ne aspetta il ritorno. Una storia, anche, tra Giosuè  e Lulù,  in un prima e in un dopo. Con un monito, nel trovare sempre, anche nella “disperanza”, la forza giusta per andare avanti.

Ikea

Temperature folli, da 2003, che  per durata e intensità  le ricorderemo per sempre, come il finale, di quell’ estate, un black out che sistemo` l’Italia intera, fermando treni, coppie e  compagnie a settembre. Faceva caldo ovunque, in Barriera come in Abruzzo e Salento.  Che fare allora, dove andare ad accumulare fresco e raccattare storie a centinaia come mozziconi di… matite? Da Ikea, il luogo ideale per chi ha “ikea” di montare la casa a casa propria. Da Ikea, che idea! Cucine, camere da letto, soggiorni, vivai, e via-vai continui gia dalle prime ore del mattino. E scrivanie, pensando a quei poveri maturandi in attesa di essere esaminati dopo aver visto e interpretato una immagine. È  il mese del tuo comepleanno? Ikea ti offre fetta di torta e caffe prima di andare incontro alla tua casa ideale. E poi, manciate di storie, pronte per essere accolte e raccolte, in ogni rappresentazione a alla cassa. Tutti architetti quasi come allenatori della nazionale, di calcio, trasformati per un giorno davvero caldo. Oltre le vetrate del grande complesso le macchine corrono su nastri d’asfalto che congiungono Torino e periferia, a due passi dalla metro. In attesa della tregua, prevista per sabato.

“Idda”

20190624_085756Era lì, da qualche parte, smarrito come un bimbo, che grida “mamma-mamma”, perché, diciamoci la verita, per le autrici, i libri sono un pochino come loro figli, che “lo vuoi tenere un pochino?”e , lui , piccolino, resta in attesa di essere preso in mano, anzi, tra  “le braccia”, con il profumo del suo “borotalco” che è la carta stampata, che solo i libri nuovi sanno emanare. Sono i “libri in attesa”che per un motivo o per un altro prendiamo e ne rimandiamo “la conoscenza” a data da destinarsi. “Idda”, (libro edito da Einaudi) in dialetto salentino, “lei”, di Michela Marzano, libro composto da 53 capitoli brevi suddivisi in  4 parti, ambientati tra Parigi e Salento,  zona tra Brindisi e Lecce, vigne e ulivi, cicale e terra rossa, tradizioni e orecchiette da mangiare, ambientato tra “ieri” e “oggi”, passato e presente. Chissà  per quale motivo era in “deposito”, dimentico di averlo lasciato da qualche parte della casa:   “come funziona la memoria”? Una storia nella storia o due storie a y che convergono, o un “polinomio da mettere in “evidenza”. La musica di Zaza “Si je perds” come sottofondo e la ricetta migliore per il “clafoutis”: noccioli si o  no? Lo leggo si o no? La storia scorre, bene, a mio modo di vedere, libro impegnato, ben costruito. La memoria, la ricerca delle radici:”scusa, tu,  che albero ti senti?” E via talloni a terra ti immagini in un crescendo, schiena, spalle, braccia, chioma…”Scusa ma tu sei un albero con le foglie o senza?” E ancora: “scusa ma tu ti senti dai tanti rami intrecciati o senza?” Ulivo millenario o palma con un ciuffo solo, con  un ospite come il tarlo che al pari di mille pensieri ci divora?” La necessità,  la voglia di dimenticare e un fatto ben preciso che induce per forza di cose a dimenticare, quando qualcosa “degenera”. E sullo sfondo, ma non troppo,   la forza dell’amore che esiste, resiste, e recupera, rimette in gioco, vince su tutto, anche quando basta poco, una parola fuoriuscita dai ricordi dell’infanzia, inaspettata, durante la lezione universiitaria, “l’ua”(uva) che ha radici ben forti, come l’amore della famiglia. L’amore che esiste e resiste contro tutto e tutti. E allora, “statibe citti” (state zitti) e “tia ca nu sai, statte citta” (tu che non sai sta zitta). Ho pensato, appena terminata la lettura, che il libro avrebbe potuto avere come titolo “Idda: Annie-Giulia-Maria”(metto e tolgo il “-” ma il risultato, cambiando gli addendi, non muta) che avrebbe raccontato come un incipit moltissimo delle vicende di coppie descitte tra gli orli delle pagine con virtù  e difetti, quali, Giorgio e Giulia, Jean e Annie (il passato, la storia, le storie, l’amore) la ricerca storica), Ale e Pierre (il presente ed il futuro). Una storia molto femminile, con una Ale, protagonista attiva, ricercatrice, in tutti i sensi, perfezionista, che sa quel che vuole: rimettere ordine senza procrastinare; una Annie, che sapeva cosa voleva, una Giulia, che avrebbe potuto dire e dare moltisssimo ma non sarà così. Sarà infatti   Ale a raccogliere “la staffetta” nel continuare la corsa, nel fare, ricercare tanto quanto Annie-Giulia-Maria. Ma questo sarà presumibilmente materiale per il nuovo libro.

Temi e ricordi

Ho provato a cercare tra i temi dei miei ’90 quello su cui mi ero cimentato ma ho fatto molta fatica a riconoscerlo.  Anni in cui erano sfumati i mondiali delle notti magiche e seppur da giocare sarebbero presto sfumati anche quelli Usa, chiudendo cosi il ciclo Sacchi. Rileggendo le tracce consegnate ieri però, ricordo di aver  preso in prestito il libro di Bartali un paio di volte in biblioteca e di aver letto Sciascia  come compito scolastico, suggerito poi più volte  come lettura. E ricordo anche il volto di chi ce lo fece leggere, alle medie, la professoressa M.

Il “mio” tema era forse sulla tecnica, efficienza, tecnologia o qualcosa che aveva a che fare con quelle “magie” che si chiamano ristrutturazioni e che sotto la vernice nascondono altro, o chissà,  qualcosa del genere. Ricordo però  volti e visi dei commissari all’orale ed in particolare  le domande sul vino e “la sua fermentazione  con annesse formule chimiche, il latte, intero, parzialmente scremato e scremato” e molto altro ancora , come fosse stata una interrogazione infinita in un “infinito viaggiare”. Poi, il “tempo inglese”….ah si…”in England you can esperience four ….”

Maturità 2019

E cosi il grande giorno per i 17.500 maturandi torinesi è  finalmente giunto, studenti carichi delle stesse ansie di chi è  prossimo a pronunciare un “si, lo voglio”. Una “maturità” nuova per alcune tipologie: la seconda prova, che conterrà  due discipline (per esempio, psicologia e igiene o cultura medica, per i professionali ad indirizzo socio-sanitario), la prova orale, con il bustone da scegliere (tra tre) al’interno del quale ci potrà essere una immagine, una foto, che, individuata e collegata mentalmente ad argomenti approfonditi nel corso dell’anno scolastico, darà  il “là”  allo studente. E poi, l’addio alla tesina  che ha lasciato il posto al “prodotto” che racconta un pochino di…”alternanza”, e non solo. Sbirciando fuori dalle nostre case risulta  facile immaginare mani alle prese con ferri da stiro che lasciano impronte e calore su camicie bianche, linde, pronte a raccogliere e concentrare “aloni” frutto di ansie, preoccupazioni  stress emotivi. “Il vestito, mamma, dove lo hai messo?” Poi, tutto il resto: carta di identita o documento di riconoscimento, dizionario è bic. Non serve altro. Ma il tema, in teoria, è  quello che da sempre ha prodotto meno paure negli studenti. Qualcosa da raccontare, descrivere, uno la possiede sempre, e anche a chi è  a corto di idee, nel giro di un paio d’ore qualcosa nella sua mente si illumina. La mattinata di oggi, sarà  solo uno dei tre timbri che davvero sanciscono la fine di un ciclo che resterà  per sempre, come la “notte prima degli esami” e la “matematica che non sarà mai il mio mestiere”.  Presidente, commissari, interni, esterni, il cellulare da una parte, il viso stropicciato, e via. Un rito di passaggio, sempre stato così,  forse ora attenuato, come altri riti di passaggio. Molte cose son cambiate nel corso degli anni, delle maturità, dalla nostra, dalla mia, da chi ha già sostenuto il tutto e restano solo  “tracce di memoria”. Già  Caproni sembra lontanissimo nel tempo, per esempio. E la macchina dei carabinieri che portava i plichi nelle scuole? Quando i “click” e password e rete avevano ancora i calzoncini corti, lontanissimi dalla maturità.

Vasco e Sally

Ieri sera la tv commerciale ha riproposto i recenti concerti di Vasco, a Milano. Immediato il ricordo di Milano, luglio ’90, stadio esaurito, impensabile, maturità alle spalle per tanti e caldo e zanzare sulla pelle, l’estate entrata di diritto nelle vite di tanti. Poi, i ricordi accelerano con la musica, i mesi pasano e l’anno pure, giungendo cosi, (un anno) dopo, al  Delle Alpi, il tram 3 per raggiungere la Continassa, il prato già  pieno di fans da “dirlo alla luna”,  il telo a coprire il prato di uno stadio nuovo di zecca. Il primo concerto di una lunga serie di tram e treni e metro  tra Torino e Milano, eppure, tra le canzoni ascoltate ieri, una, Sally aveva un pochino il gusto della pioggia, la nicchia di una Madonnina in corso Vercelli, un bus, il 46,  l’odore dei libri di una signora  Marchesa biblioteca,  il freddo “riparato” da un abbraccio, il caldo dell’estate di Barriera, l’urlo di San  Siro ed il cielo lasciato ai passeri. Mentre noi, stavamo con i piedi per terra. “Da da dan….senti che fuori piove…senti che bel rumore….da da dan…..”

Fuori. Dalla scuola. Con rimpianto.

20190614_124013Ultima campanella per gli studenti oramai alle spalle, come libri di testo oramai riposti in qualche angolo della cameretta, e già  da un pezzo; archiviati anche gli scrutini “a batteria”, profitto, condotta, sommersi, salvati e “pfi” nuovo di zecca nei professionali, e ultima campanella per chi, ed erano davvero tanti, nel mio Istituto,  quelli che dalla scuola, nella loro vita, non ne sono mai “usciti fuori”: i pensionati, e, a dirla tutta, quest’anno, erano davvero una marea, per molti alta, per altri bassa, in ogni caso, ricca di emozioni e intrisa di storia, personale e altrui. Solo al momento del taglio della torta , col suo gusto dolce un pochino amaro,  che ripone davvero  tutto confinandolo nei ricordi, e dei loro e nostri ringraziamenti, ho realizzato che non basterebbe uno stadio intero per i saluti delle ragazze e dei  ragazzi che hanno “interpellato” quotidianamente nella loro vita professionale. Facciamo una media di 25 studenti per classe per 40 anni  moltiplicati per 6 classi in ciascun anno scolastico? E poi, volti di colleghe e colleghi, e Ata, genitori. Ecco, il conto è  presto fatto. E al pomeriggio, finita la festa, mentre molti si apprestano ad incontrare i genitori degli studenti, pagelle alla mano, i “quasi pensionati” li vefi ancora lì,  in aula insegnanti a “”fascettare”” temi dell’ultimo anno scolastico, un tatto di penna, una firma, un sorriso, una lacrima, per un momento che desideravano e che ora è  troppo pesante da affrontare. “Vuoi un libro?Non mi serve piu, oramai sono fuori…dalla scuola”.

2 giugno

20190602_0637332 giugno, festa della Repubblica.  Con un pensiero al Quirinale, la casa di tutti, ai giardini, a quella bellissima terrazza e il tramonto in una tazza davanti alla grande bellezza, eterna. Pagina nuova del calendario, giornate sempre più lunghe, e finalmente anche il sole comincia a fare la sua parte, quella  del leone, dopo un mese circa di pioggia; Vasco a San Siro inaugura una infilata di concerti che tengono insieme tre o quattro generazioni, sotto un palco enorme; fine della scuola oramai alle porte. Pochi giorni separano i nostri studenti dagli scrutini, ma venerdì saranno davvero tutti bellissimi come …un “7 di giugno”, a prescindere. Chi con i debiti e chi con i crediti,chi verso il mare chi montagna, è chi a Torino.  Nel frattempo si lucidando le nuove  sedie della maturità.  E pare già sentire riecheggiare la voce del grande Mike: la busta uno, la due, la tre, e….rischio…la maturità è  solo questione di giorni.