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Ceglie e il mare

Questo particolare di Ceglie Messapica è talmente bello che ne vale la pena riproporlo……….e riproponiamo anche questo mare, così cristallino……tra Porto Cesareo e Torre Lapillo….

E’ stato molto bello, questa mattina, sfogliare La Stampa, e poter leggere  a pagina 23, “Il Bello e il Buono”, l’itinerario di Roberto Duiz sul Salento. Sulla spiaggia, due termini chiave hanno focalizzato la nostra attenzione:  Salento, paragonato ad un “ombrello”, chiamato anche in questo modo per le condizioni climatiche, e Salento come “nave” carica di ogni ben di Dio, come, modestamente ho riportato in questo blog, a partire da olivi secolari e vitigni, in perfetta solitudine o tra masserie magari riconvertite in nuovi agriturismi.  Appropriato il riferimento ai tufi, utilizzati in ogni costruzione….quelle “cave” svuotate, osservate sulla direttrice che porta da Avetrana a Taranto…….Ricordo i vecchi “leoncini” che viaggiavano a ritmi di “tre quattru iaggi”…………per poi scaricare su terre che all’epoca erano lande desolate………..La giornata di “Pippi” era scandita da questo lavoro, in un Italia da boom…polvere che si perdeva ad ogni viaggio, depositata sull’asfalto e sulle strada dopo aver “ribaltato” i “quatieddi” (tufi) o anche detti “fedde”……….polvere di tufo così bianca che al solo guardarla ti accecava……ora, le cave sono vuote e il paesaggio, ahimè…………costruzioni, costruzioni, costruzioni, fin dove non si doveva….una ferita…..Le orzate non si serrvono piu’, ma in compenso si trova il caffè ancora a 80 centesimi, e in altri, anche a meno. Osservo cosa succede al Pincio, a Roma, e penso a quanto la mano d’uomo sia davvero pericolosa, in molti frangenti…A proposito, a quanto si è ridotto il pil proveniente dall’agricoltura? A me piace pensare questa terra in tutta la sua bellezza………..In attesa della lunga notte della Taranta, e la sua notte di Melpignano……….con la speranza che il mal costume venga “pizzicato” per  dispiegare la tutela del bene comune……spiaggia, mare, terra…..