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11 luglio

Orvieto 9 7 2016 foto Borrelli RomanoFrugo  nella tasca dei pantaloncini,  prima a sinistra,  poi a destra,  alla ricerca delle chiavi del portoncino di casa.  L’unico tintinnio però  è  di qualche spicciolo rimasto da chissa’ quale viaggio.  Resto,  di chissa’ quale mostra o galleria. Perche’il viaggio e’ trasversale,  a cavallo tra storia,  geografia,  storia dell’arte, architettura,  religione,  usi,  costumi. La vita si sa e’ un viaggio e ciascun viaggio e’ una metafora di vita. Ma quel che mi servirebbe ora manca.  “Dovro’ aspettare che qualcuno entri”,  penso. ..   Come si vede,  siamo sempre in attesa di qualcun*.  Allargo l’orizzonte e scruto una panchina,   dalla parte opposta della strada che si offre alla mia vista e stanchezza. Mi strizza l’occhio e mi invita.  Ripiego verso di lei,  mi siedo e aspetto che qualcuno dall’altra parte della strada inserisca le chiavi nella toppa e  apra quel benedetto portoncino.  Aspetto,  come il cane aspetta il rumore del carretto,  o,  orecchie attente,  un ipotetico intruso. Aspetto,  come il bimbo il suo riposo notturno. Il tempo passa,  i bus caricano passeggeri madidi di sudore.  La voce metallica del bus si sprigiona e investe l’aria circostante  ad ogni apertura di porte mentre da esso si   scarica fuori aria fresca condizionata che si disperde in tempo zero;  intanto  il bus incorpora e sale a bordo   calore,  “sprovvisto” di biglietto. L’autista ha un fazzoletto al collo e il braccio fuori dal finestrino. “Direzione,  numero e prossima fermata”,  nel mentre si aprono le porte sento la stessa filastrocca una infinita’ di volte: numero, linea,   direzione,  prossima fermata. Tutto cio’ mi ricorda che sono “atterrato”in citta’ ancora una volta,  ritornato  dai miei “pellegrinaggi”.  Citta’ che in quel fazzoletto di terra tra corso Principe Oddone e corso Regina Margherita (a due passi da piazza Statuto) e’ avvolta da un nastro d’asfalto intorno ad una rotatoria perenne. Solo il tempo di disfare lo zaino,  cambi,  ricambi,  libri (viottoli cartacei e vere autostrade da sfogliare,  Costantino in primis) biglietti e “viaggero'” (un tempo avrei pensato tratte e paghero’). “Comunque andare”.  Ancora.  11 luglio.  L’Italia campione del mondo. Zoff,  Gentile,  Cabrini,  Scirea… Cabrini al 5 sbaglia il rigore: e la leva calcistica del ’68  risuonava ma solo in quel momento,  poi Rossi,  l’urlo di Tardelli e Pertini che esultava. Pertini Presidente della Repubblica . Pertini Partigiano. Pertini con la pipa,  gli occhiali e un mazzo di carte di ritorno dalla Spagna.  Controllo le cose da fare,  gli appunti presi,  e questi si che non li scordo,  nel blocchetto sempre a portata di taschino. “Davvero? Davvero?” faccio il verso alla ragazza della pubblicita’ che si vuole sempre connessa.  Si. Tra i tanti foglietti,   uno che L.  mi regalo’ con un appunto,  sul viaggio.  “Le nostre valigie battute erano ammucchiate di nuovo sul marciapiede,  avevamo una lunga strada davanti. Ma non importava,  perche’ la strada era lontana”(Jack Kerouac). Sorrido,  torno a Orvieto,  a riguardare le cose, con gli occhi,   le prospettive sono varie. Orvieto 9 7 2016.Borrelli Romano foto Un cartello e come viaggiare.  Essere come vuoi d’ una questione di scelte.  Oh,  finalmente entra qualcuno. Salgo. Ho lo zaino da preparare.  Il viaggio continua. Gli esami di maturita’ anche. Almeno fino al 13. Poi,  vacanze vacanze.

Torino Porta Nuova. L’albero e i sogni

Foto Borrelli Romano. Porta Nuova, albero. 2014Albero Porta Nuova, foto Borrelli Romano, 2014Albero Porta Nuova, foto Borrelli Romano. 2014Albero Porta Nuova, foto Borrelli Romano, 2014.Albero Porta Nuova.foto Borrelli Romano, 2014.20141206_191005Foto Borrelli Romano, albero staz. P. Nuova 2014Porta Nuova albero, foto Borrelli Romano, 201420141206_190658Porta Nuova, albero, foto Romano BorrelliAlbero Porta Nuova, foto Borrelli Romano.2014In attesa della metro, in una delle due stazioni torinesi, nuova astronave, identificata ormai da lunga pezza come una balena spiaggiata, rilanciata tra le pieghe dei quotidiani cittadini come “pancia da riempire” e “segnalare“. In attesa, in una delle due stazioni della stazione, direzione la Grande Stazione, ancora con il trucco da sistemare. Siamo in tanti, quaggiù, anzi, nel sottosuolo, con le nostre memorie, nelle suole, nei piedi, fotografie di mappe, cartine stradali, cittadine, di ieri, di oggi e domani da farsi. Siamo in tanti e sembriamo tutti diretti verso lo stesso luogo. Molti decisi ad uscire, dalla trincea dello shopping, o rientrare, da quella. Gran caos di borse, zainetti, all’interno di uno dei due vagoncini che si trascinano da Fermi a Lingotto e viceversa. Davanti i bambini, alle prese con una finta guida di questo Val. Un salto veloce a Porta Nuova. Penna e foglio tra le mani, per molti, alla fiera dell’agenda torinese anche di non torinesi, di transito. Per la lettura di un libro che appartiene a tutti.  Che ci racconta questa grande agenda aperta che si chiama Albero di Natale di Porta Nuova, così magro ma pronto per una cura ricostituente grazie a questi speciali addobbi, di sogni, auspici, desideri? Saluti alla mamma (che la mamma e’ sempre la mamma), un primo Natale insieme di una coppia che scrive a 4 mani la felicita’,  una 2 A del Berti che si propone di classe e ripropone e rilancia una solidarietà di classe (fortunatamente qualcuno ci pensa ancora, anche se non ho ben capito perche'”Casamento no”. Ma chi e’ Casamento?Se qualcuno del Berti e’ in ascolto, anzi, in lettura….fatecelo sapere!), una critica, o meglio, un auspicio per treni più puntuali, Cecilia e Luca che provano a scrivere l’amore con un linguaggio universale, quello della musica, e provare a cantarlo oltre i due mesi, con “più” musica per tutti“, ovviamente, magari come la cantano e l’ascoltano loro; un biglietto di sola andata, per Roma, di chi non vorrebbe più viaggiare in “solitarietà” e che apprezza tutto quello che si nasconde dietro un biglietto.  (eccolo ritrovato, un biglietto, di sola andata………….ma non era quello dell’anno scorso. Difatti, una sfilza di biglietti ferroviari incollati sul paginone de La Stampa (24 dicembre 2013) faceva  sfoggio sull’ albero, e, come capita su certi libretti universitari, una “lode sul giornale“. (Meglio, una menzione), un fine week-end scritto in carattere cirillico su foglio Hotel Urbani, in via Saluzzo, a Torino, (ah, se così fosse…….magari una paginetta del grande Dostoevskji…le notti….bianche) e richiesta di lavoro, di turni, con la rinuncia dei regali. Margi di Bra vuole passare l’ anno integra e tutti gli esami. La richiesta di aiuto per un’ottima scuola da scegliere,  un  grazie, bellissimo, dolcissimo, di una ragazza, che provava commozione, l’anno scorso, nel leggere i biglietti, e che ora, quest’anno…forse in “solitarietà”, ringrazia amiche e amici per averle dato la forza necessaria a rivitalizzare. Infine, una ragazza, apre la borsetta, estrae un rossetto e su di un foglio, scrive velocemente, pensando di non essere vista, la sua richiesta: “Voglio essere felice”.

Infine…un blog sopra l’albero.Atrio Stazione Torino P. N. Foto Romano Borrelli