Nuovi appuntamenti alle porte, e con essi, un carico forte di ansia per alcuni e di aspettative per altri, molti. Domande di prima, seconda e terza fascia, da consegnare domani; moduli per la cui comprensione a volte non è sufficiente una laurea, e neanche due. Moduli A1, A2, A2 bis; domande per supplenze temporanee, accettate, forse; domande senza risposta, perché nonostante la crisi, dichiarata da tutti, si continua con “la macelleria sociale”. “Tagli” nella scuola, che vuol dire meno professori, meno tecnici, meno amministrativi, meno collaboratori. Nonostante ciò, “tagli”. Oggi, trenta giugno, non è soltanto la chiusura per la presentazione delle domande, ma è anche il giorno in cui molti “faranno mesto rientro a casa”, dopo aver “pulito accuratamente il proprio armadietto” e “consegnato il badge”. “Tante grazie” sarà la frase di circostanza di qualche dirigente scolastico; fuori uno avanti un altro, forse. Ma non per tutti. E se non è giugno, sarà il 31 agosto, fine della nomina annuale. Da Domani Daniele sarà sicuro di non dover sopportare ulteriori ritardi, causa treni di Trenitalia. Da domani, Daniele saprà che il suo pessimismo è “oggettivo”. Qualcuno ti darà “sta esagerando”. “Crisi? La vede solo lei!”. Spieghiamoglielo, Daniele. Ma spieghiamoglielo con piu’ forza a tutti quelli che non hanno espresso un atto di “solidarietà” preferendo i trenta euro anzicchè lo sciopero quando era ora. Provvedimenti presi? Un amumento della disponibilità della social card da 40 euro al mese prevista per 1.300.000 persone e data soltanto a 600.000 (ma qualcuno la usa?); non potevate inserire direttamente i 40 euro nelle pensioni minime ed evitare la mortificazione pubblica degli usufruenti? Ma, “soprattutto uno schiaffo ai lavoratori che hanno sin qui già perso il lavoro. Ci riferiamo, a quei 400 mila precari, quasi tutti giovani, che non si sono visti rinnovare il contratto dall’inizio della crisi” (La Repubblica di sabato, 27 giugno 2009, pag. 31, Tito Boeri). Significativa questa cifra, come significativa sarà la cifra che dal primo lugno andrà “ad ingrossare la cifra”. Daniele sarà uno dei tanti. Tassametro nuovamente azzerato. Tempo vuoto, “davanti a noi”. “E’ vuoto, perchè non restano tracce del prima, non ci sono progetti per il dopo” (Furio Colombo, pag. 67, “La paga). Stop and go. Lavoro a tempo determinato, disoccupazione a tempo determinato. La tristezza è che il vuoto è ancora più vuoto perché slegato da slanci di solidarietà, di idealismo, di “sentimento”, di “passione” come affermava un professore questa mattina. Manca un modello, manca l’ispirazione. Questi pensieri e l’illusione di una “domanda” da presentare in venti scuole, a tassametro variabile, hanno impedito, in questi giorni di scrivere: troppi amici, (me compreso), ripiomberanno nel “gusto amaro della verità”, una precarietà che invade troppi aspetti della nostra vita. E, nonostante cio’, molti, incontrati per caso, hanno rivolto i loro complimenti a questo blog, alle sue “anime belle”, capaci di “esprimere “sentimento” come ha affermato un gentilissimo professore proprio questa mattina.
Giovedì ci saranno le elezioni sindacali presso un’azienda metalmeccanica, la Denso di Poirino, dove lavorano numerosi amici. Ripenso a Barbara, sindacalista Fiom, oberata da tantissimi impegni, (in famiglia e sul lavoro), tantissime domande, richieste, mai sufficienti per chi lavora, soprattutto in catena di montaggio. E, spesso si cerca di liquidare con le solite affermazioni: “non fai abbastanza”. Vorrei incitare tutti i lavoratori della Denso a votare Fiom, così come era stato fatto per la Skf. “Votate Palazzo Claudio. Votate Fiom”. Palazzo e Barbara, tra mille difficoltà si rifanno a modelli, a ideali: hanno un’ispirazione e traggono forza dalla Fiom. Poniamo, ponete, un argine a quel “mostro” che è stato creato col passaggio dalla manifattuara alla finanza, ponendo sul trono “il libero mercato” e stretto in un angolo gli operai, la classe operaia. Questo progetto va “aggredito”, grazie alla guida di persone come Barbara, come Palazzo e all’organizzazione che li sostiene, la Fiom. Si parla di costi del lavoro per cercare di aggredire ancora una volta la classe operaia. Perchè come afferma Furio Colombo nel suo libro “La paga“, “Esistono operai con tre dita, ex operai senza una mano, ma non esistono operai fannulloni”. Esistono operai che continuano a morire sul posto di lavoro. Esistono operai, con “la paga”, ma da fame, esitono lavoratori pubblici, a tempo, che presto ingrosseranno le fila dei disoccupati. Per questo, andava e va gridato, “Contratto, contratto”. Intanto, per coloro che andranno a votare, un coro unico, chiaro: “Palazzo, Fiom”.