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Torino. E’ generale. Sciopero 12-12-2014

TORINO 12 dic 2014, foto Borrelli Romano20141212_102529TORINo 12 dic 2014 foto Borrelli Romano20141212_10295220141212_100451Torino 12 dic 2014,foto Borrelli RomanoTorino 12 dicembre 2014, foto di Romano BorrelliTorino 12 dicembre 2014 foto di Borrelli RomanoTorino, 12 dicembre 2014, foto Borrelli Romano20141212_10312420141212_10333212 dic 2014, Torino, foto Borrelli Romano12 dic 2014, Torino. Borrelli Romano12 dic 2014 Torino. Romano Borrelli12 dic 2014 Torino. Borrelli Romano12 -12-2014, foto Borrelli Romano12 12 2014, Torino. Foto Borrelli RomanoTorino, 12 dicembre 2014, foto Romano BorrelliTorino 12 dicembre 2014, foto, Romano Borrelli20141212_120612Torino 12 dicembre 2014, Piazza San Carlo, foto, Borrelli RomanoLasciamo parlare le immagini di questa bellissima piazza. Giovani, operai, cassintegrati, studenti, universitari, in mobilita’, e gente costretta a licenziarsi pur di averla ancora e uscire dalla tagliola Fornero, professori, tecnici, amministrativi, collaboratori, disoccupati, vigili del fuoco, donne, uomini per dire e gridare che “non ci siamo”. Una giornata colorata e parecchio, gelata per dire no, che cosi proprio non va.

Lungo il corteo amiche, amici, compagne, compagne…Turigliatto (Franco) in testa,  Airaudo  (Giorgio) e tantissima bella gente.

Il corteo, “fratello gemello” del primo maggio termina, meglio,  “sfocia” in  piazza San Carlo con un interessantissimo elenco di articoli della Costituzione e l’intervento della Camusso. Una parte del corteo da Piazza Castello prosegue verso via Pietro Micca per svoltare poi a destra verso il Comune. Da qui, svolta a sinistra  verso via Garibaldi fino a dividersi in due tronconi ulteriori…

Ps. Tra questo mare di gente ho potuto constatare che e’ partito ufficialmente il mantra “ci dobbiamo assolutamente vedere prima di Natale…combiniamo dai!”

Oramai la giornata è terminata. Si conta quanta gente ha aderito allo sciopero, quanti erano presenti in piazza e via dicendo…pero’ fa riflettere il fatto di aver cominciato la giornata con un caffè, tra le pieghe di un racconto, di una storia  e questa si è trasformata in realtà. Torino 12 dicembre 2014, Bar Casa del caffè, foto, Romano BorrelliPiazza San Carlo sembrava la piazza di altri tempi, di altri anni. Piena, partecipata, colorata, attenta. Ogni parola del comizio non sfuggiva e non doveva sfuggire. Quella parte del corteo, defilatasi, arriva a due passi dello stesso bar. E il cordone dei poliziotti, fermo, sotto l’arco,  riflesso  contro le vetrine del bar…uno sguardo reciproco e poi…ognuno per la propria strada…via Garibaldi il primo, il Comune il secondo…

Ora non resta che dire: è stata una bella giornata. Buonanotte Torino. Uno sguardo alla Mole e…un saluto alla piazza.Torino, 12 dicembre, piazza Castello e la Mole. Foto, Romano Borrelli

Caffè Presidenziale

 

Torino 11 dicembre 2014, piazza Castello foto, Romano BorrelliUn caffè Presidenziale, dopo quello Reale…Per Torino, in centro, si registra la presenza del Presidente della Repubblica. In piazza Castello sventolano le bandiere tedesca-italiana. “Vietato”(anche se e’obbligo, “galateo”, meglio,  non usare tale termine (vietato) nei casi in cui si tratta del Presidente della Repubblica) nel pomeriggio, l’accesso. Una due giorni un pochino…  “tedesca”.

Per la cronaca, Marta ha cambiato cappello e da questo non è sortita nessuna storia. Non si sa bene se la fermata della metro sia stata una “lampada Osram” o se dell’altro ci sarà. Ci sarà, si sente nell’aria.  In ogni caso, non sono… “lacci nostri”. E a proposito di lacci, qualche pagina merita di essere sfogliata. Prima di dormire.

Momo è passato a trovarmi. Un saluto, veloce. Era in giro per consegne, di curriculum. E poi ci teneva a rivedere la penna che fa (faceva) clac-clac, quella della maturità. Di tanto in tanto legge e rilegge gli articoli del blog sulla scuola e quelli relativi ai giorni della maturità.  Forse rimpiange già il tempo della scuola. Due chiacchiere sul mondo della scuola e sulle scuole e sullo stato della scuola e sui cambiamenti in fase d’opera. Una panoramica ancora sullo stato delle scuole della zona, Barriera e zona Regio Parco dove la musica, con i violini, “e’ un pochino diversa”. Chissà.

Torino 11 dicembre 2014,piazza Castello,  foto, Romano BorrelliTorino buonanotte.

Domani ci aspetta lo sciopero generale, ma non del tutto. La Cisl infatti non ci sarà…Ma non interessa molto, a dire il vero. Per il resto, speriamo sia bello, colorato, partecipato. Anche perche’ come otiene lo slogan con le motivazioni dello sciopero, “cosi non va”. Proprio non va. Non va proprio bene. Per quanto riguarda la citta’ di Torino, alle 9 e’ previsto il concentramento dei partecipanti in piazza Vittorio e dalle 9.30 il corteo si snodera’ seguendo il percorso classico del “1 Maggio”: via Po, piazza Castello, via Roma e conclusione con comizio in piazza San Carlo. Comizio che sara’ tenuto da Susanna Camusso, Segretaria Cgil e Gianni Cortese, Segretario Uil Piemonte.

A domani.

Al museo…della rete

20140827_150802Foto, Romano Borrelli. Interno cortile don BoscoSe vi e’ piaciuta questa commedia, allora, applaudite. Da parte mia, null’altro chiedo alla vita se non che si lasci guardare….caleidoscopio di gradazioni cromatiche, profumi, odori e ricordi. Chi vorra’ guardare e rileggere “questa creatura viva” potra’ farlo, chi se ne sentira’ partecipe e dedicato, o coinvolto, la sentira’ una creatura sua……e’ da un po’ che ci penso….chissa’ se prima o poi …magari si decreterà il termine di questa esperienza, partita da lontano, da un giorno freddo, invernale, gelido, per tanti motivi.  Da lontano ho appena osservato il museo del cinema, (il ricordo a Sergio Leone e un pensiero a Bertolucci) e pensato alla sua “pancia” e ai suoi nastri ,(o pizze) all’ultima mia visita, seduto a guardare, ai piedi della Mole, una stella e in piedi in cima alla stessa, a guardare le stelle per esprimere desideri in un dicembre fuori stagione e fuori dalle illusioni. Non ne so molto di film e di attori ma so che ….per ogni film, esiste un gran finale , e ognuno a modo suo potrebbe essere una grande bellezza….un film che riguarda me, tanti, una evoluzione di sentimenti, aspiraziomi, ispirazioni, fatiche, mare, amore, amori da amare, talvolta di mare, che da bassa marea divenne alta marea, e ci provi, ugualmente, a nuotare, nel mare della vita, in attesa, ma le braccia proprio non reggono e le gambe pure, e la testa anche. Il cuore fa la sua parte, e non e’ solo un disegno, in cielo, sulla sabbia, sulla neve. Sulle pale di fico d’india. E’ proprio questione di cuore. Impigliato tra la rete. Una battaglia sul filo dei numeri, dopo una poco chiara Intesa. Un numero. 23. Poi, 28, poi 85…Lettera 28 si, lettera 28 no, lettera si, lettera no. E…..”e tre”, dato che l’articolo 59 era un miraggio, non lo è stato quello del blog. :”salute”! In attesa, solo e Felice R. (Reburdo), In una mission impossible eppure riuscita. Come si dice, se questa commedia vi e’ piaciuta, bhe’ applaudite. Talvolta, una grande bellezza, da ammirare. Come una statua, di Cleo…patra.  Come Torino, da Superga. Il trenino che scende, dopo aver stretto in pugno Torino e il treno che parte, il giorno dopo, sfrecciando e allungando le distanze, rimarcando la ferita di un “territorio” , avvolto nelle nebbie padane di una solitudine. Tutto semplicemente “strepitoso”, parrebbe Che se poi fosse stata una commedia, bhe’…tutto sarebbe stato piu’ semplice.

Allora…ricordatevi di cambiare l’ora e…buon riposo, con una ora in piu’ nel letto.

Buon sciopero generale quando ci sara’…

Ps. chissa’se un giorno penseranno ad un museo della rete?..intanto, questo campo, di giuoco, una rete concorre a ricordarmela…e che rete. “Protocollata” qualche tempo faPs.2. Pubblicato articolo su famiglia Corgiat (panetteria) Pensiero Acutis, la storia di un internato militare. Note positive di quartiere e…

e…..se tutto questo e altro ancora  vi e’piaciuto, applaudite.

La prima campana: sciopero generale.

L’imminente apertura delle scuole, lascia sullo sfondo l’estate. Canzoni come “Spiagge” (Renato Zero) e “l’estate sta finendo” (Righeira) sono cio’ che rimane, ad ogni inizio settembre, del periodo estivo appena trascorso. Ansia e angoscia, invece, persistono per molti e ci accompagnano alla ricerca di una nuova “identità” lavorativa. Dove si verrà proiettati quest’anno? Alcuni, come fumo negli occhi, assunti a tempo indeterminato, assunti così”nel ruolo” di addetti al turibolo per incensare questo governo, sono stati catapultati, in una sorta di apprendistato dell’apprendistato, perchè dopo anni di precariato, nella stessa mansione lavorativa, devono obbligatoriamente superare il periodo prova: due mesi, chi quattro, chi un anno. Come se stesse iniziando un nuovo lavoro. Una moltitudine, invece, è rimasta fuori. Coloro i quali immediatamente hanno fatto di conto. A fronte delle immissioni in ruolo, questo era il terzo anno di tagli programmato.  E mentre i primi continuano col ciondolio del turibolo dopo anni di “compressione di ogni cosa e in ogni dove” molti, tantissimi, sono rimasti ad osservare. “Oggi non vado a lavorare”, pare essere il titolo di un film.  Solo che non è finzione.  Solo che i pescecani, non guardano. Mangiano. E come se mangiano. E nei molti che vivono nel limbo, in una condizione a tempo, magari con contratto a dieci mesi, la possibilità che quel contratto li faccia scollinare in una “convenzione Basilea” è forte. Ma che cosa sarà mai questa Convenzione Basilea? Vuoi vedere che a coloro che sono in possesso di un contratto a tempo  determinato magari gli è preclusa la possibilità di accedere ad un fido bancario, perchè le mensilità retribuite  da quel contratto sono solo dieci e non, magari, come avveniva (avviene?) a chi lavora in un luogo che ti pubblicizza la vita come una “scala mobile” (grazie al “paternalismo di una banca”) di mensilità magari ne percepiva 15 o 16?  E già, perchè sono i numeri che contano, bellezza! Non le persone.  Eppure quel paternalismo che rimanda alla Convenzione Basilea non è presente ogni qual volta vengono inviati gli estratti conti. Bontà loro. Grandi banche, banche grandi, grandi capitali, grandi patrimoni….governanti….non pervenuti. Come la mancata volontà politica di tassare i grandi patrimoni, le rendite, le transazioni finanziarie….E così, propirio per la voglia di dire no e provare a reagire a questo stato di cose, la prima campane a suonare è stata per  lo sciopero generale.  Contro una manovra brutale, pericolosa. Iniqua. Una manovra che, rifatta quattro, o cinque volte, colpisce sempe nello sesso modo sempre i soliti. Persone.  Pensionati, giovani lavoratori, precari. Persone e stato sociale sotto attacco. Una manovra che scarica i costi sul mondo del lavoro dipendente. E i contratti nazionali? Voglia di smantellarli? Forse il vento di Basilea, soffia anche su questi. Povera Costituzione, “luogo di equilibrio” tra diritti politici e sociali. Già, come sosteneva Zagrebelsky alcuni giorni fa “la condizione iniziale era quella in cui solo i proprietari avevano diritti. I lavoratori o aderivano alle condizioni loro proposte  oppure non ottenevano o perdevano il lavoro, potendo l’imprenditore attingere al ribasso da un serbatoio di forza lavoro in cerca di occupazione……stiamo tornando a questo in nome del mercato e della competitività?“. Già, Basilea, Italia, Europa.….e sembra uno sfottò se ricordi a chi ti sciorina “la convenzione di Basilea” uno che di conti magari ne capisce tantissimo, ma di empatia, zero, se asserisce la mancanza di colpe, sue, se le nostre mensilità sono solo dieci e non 15 o forse 16……..Forse bisognerebbe ricordarci delle “bolle di sapone”…..magari…Certo che le proteste “indignade” non sono davvero “campade” per aria. Speriamo in una maggiore e consapevole indignazione.

Colgo l’occasione, dato che ho citato la canzone “spiagge” per lanciare la proposta di un referendum, quello di rendere le spiagge libere, o come erano fino a poco tempo fa. Di ritorno da una delle spiagge piu’ belle d’Italia, ho pensato che forse, questa potesse essere una delle ultime volte che potevo accedervi con tanta facilità. Proliferano infatti gli stabilimenti balneari, 800 euro al mese, 35 o 45 euro al giorno, ombrellone e due sedie sdraio. Caro Vendola, le battaglie referendarie non terminano con l’acqua e il nucleare, per fortuna vinte. Bisognerebbe avre il coraggio di inserire nei bene  comuni la spiaggia, il mare………perchè devo pagare per accedere al mare? perchè in una zona della Puglia, quella dove sei stato alcuni anni fa, mi riferiscono,  non l’alta marea, ma l’ingordigia dell’uomo, si è mangiata una buona fetta di spiaggia? Per caso anche l’accesso al mare e sulla spiaggia è diventata questione per ricchi? Ma, qualche anno fa, non sostenevi, che anche i ricchi dovevano piangere? Vorrei le spiagge libere, per tutti. Ottocento sono gli euro guadagnati da un precario, che certamente non dovrebbero andare ad “ingrassare” uno stabilimento balneare. Senza dimenticare che un tempo, per accedere in quel posto bellissimo potevo benissimo usufruire di un treno serale, a 50 euro, ora, ridotto di numero di carrozze, mentre ore, mi si propongono due treni giornalieri, a quasi cento euro. Proporre o imporre? Fare un giro la sera in stazione per la scelta.

Ora, sciopero generale

Ricevo e pubblico da Simone Ciabattoni, partecipante allo sciopero del 28 gennaio 2011

SCIOPERO, SCIOPERO GENERALE!! QUESTO E’ LO SLOGAN CHE HA CHIUSO LA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DALLA FIOM A TORINO. URLATO DAI RAGAZZI DEL COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO ( SPEZZONE SOCIALE), QUANDO STAVA FACENDO IL SUO INTERVENTO ENRICO PANINI COMPONENTE DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DELLA CGIL. HA TRASCINATO TUTTA LA FOLLA , A SCANDIRLO, A TORINO COME A BOLOGNA IL GIORNO PRIMA, MA ANCHE A MILANO E POMIGLIANO, IN TUTTA ITALIA SI INCALZA CON FORZA LA CGIL A PROCLAMARLO. UN GRANDE COLPO D’OCCHIO A TORINO; MIGLIAIA E MIGLIAIA DI BANDIERE ROSSE SVENTOLANO LUNGO VIA CERNAIA DA DOVE E’ PARTITO IL CORTEO; SE ALLE 11.30 LA TESTA E’ GIUNTA IN PIAZZA CASTELLO DOVE HANNO ALLESTITO IL PALCO, LA CODA SI ACCINGEVA A PARTIRE. OLTRE ALLA FIOM ANCHE I COBAS, CUB, USB ( TRA I SINDACATI), STUDENTI POPOLO VIOLA E NO TAV, FEDERAZIONE DELLA SINISTRA, SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’, SINISTRA CRITICA, PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (TRA I PARTITI). TANTI I GIOVANI DELLA FDS CONTRO IL ” MODELLO MARCHIONNE IN FABBRICA E IN UNIVERSITA’, RICCA LA COMPONENTE DEI GC DIETRO LO STRISCIONE ” LA PEGGIO GIOVENTU'” IN RIFERIMENTO ALL’ARTICOLO SU IL TEMPO, ANCHE LA FGCI CON IL COORDINATORE NAZIONALE FLAVIO ARZARELLO. GLOBALMENTE LO SCIOPERO E’ RIUSCITO, L’ADESIONE,SPIEGANO I METALMECCANICI DELLA CGIL, E’ STATA SUPERIORE AL 70%. POLITICAMENTE RIMANE UN GRANDE VUOTO PERCHE’ IL MAGGIOR PARTITO D’OPPOSIZIONE NON INTENDE APPOGGIARE QUESTE ISTANZE; DICENDOLO ALLA VELTRONI …. MA ANCHE, SI TIENE IL PIEDE IN DUE SCARPE; SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI MA ANCHE AGLI IMPRENDITORI. NOI COMUNISTI NON CI STIAMO, SIAMO DALLA PARTE DI CHI GUADAGNA A MALA PENA 1000 EURO AL MESE. C’E’ UNA GRANDE VOLONTA’ DI UNITA’ DELLA SINISTRA E, COME HA DETTO IL SEGRETARIO PAOLO FERRERO ” E’ CRIMINALE MANTENERE LE DIVISIONI QUANDO C’E’ UN PUNTO DI VISTA UNITARIO”. A MIO PARERE NON CI DEVE SPAVENTARE L’ESCLUSIONE DEL PD TORINESE AD UNA ALLEANZA ELETTORALE CON I DEMOCRATICI NELLE AMMINISTRATIVE, SIA PERCHE’ NON SOLO I SOLI A DECIDERE MA TUTTA LA COALIZIONE, SIA PERCHE’ IN QUESTI GIORNI A MIRAFIORI E IERI A POMIGLIANO, ABBIAMO CREATO INSIEME AGLI OPERAI QUELLE MOBILITAZIONI UTILI A TRASFORMARE LE LOTTE IN ELEMENTI COSTITUTIVI PROGRAMMATICI. SAREMO CREDIBILI SOLTANTO SE CONTINUIAMO A GRIDARE CON FORZA LA NOSTRA CONTRARIETA’ ALLA SVENDITA DEI DIRITTI, ALL’AFFOSSAMENTO DELLA COSTITUZIONE DELLO STATUTO DEI LAVORATORIE , METTENDO AL PRIMO POSTO IL TEMA DEL LAVORO , COME PRIORITA’ DA AFFRONTARE. SE QUESTA ESCLUSIONE DELLA FDS SI CONCRETIZZERA’ REALMENTE, IL PD POTRA’ ESSERE LA CAUSA DELLA VITTORIA DEL CENTRO DESTRA A TORINO CHE IN 70 ANNI DI STORIA, E’ SEMPRE STATO ALL’OPPOSIZIONE! Simone Ciabattone, studente universitario, agraria

Lettera aperta alla Cgil, ora Sciopero Generale!

Cara Cgil,

a fronte delle dichiarazioni apparse questa mattina, relative allo sciopero, sul quanto e sul chi, ritengo urgente indire una grande mobilitazione ed uno sciopero generale. Personalmente ritengo non rilevante il numero degli aderenti; ritengo altresì utile  anche per  coloro che non hanno aderito allo sciopero che “FORBICE PERDE”. Prendo a prestito queste due parole per sintetizzare che i tagli effettuati nella scuola, nel breve periodo penalizzano forse un certo numero di lavoratori, (e per questo, caro Ministro, forse, molti non erano in piazza: perché han pensato egoisticamente che gli euro dovessero rimanere in tasca e beneficiare poi di eventuali diritti grazie allo sforzo economico di altri: solita Italia), ma nel lungo periodo, i perdenti saranno tutti.  Mi pare che in Francia, che non è certamente orientata a sinistra, stiano aumentando gli investimenti per l’istruzione). “Perdere la giornata lavorativa o rischiare di perdere il proprio futuro?” Preferisco perdere non solo gli euro di una giornata ma tutti quelli che saranno necessari pur di credere in un futuro diverso da questo presente. Forbice perde. Forbice perde, “risorse umane” tagliate. “Risorse” per non dire persone, è un concetto “soft”. Ma le risorse si usano quando servono, e si “cestinano” quando non più utili. Rende l’idea  la lettera di Gianni Rinaldini, Segretario Generale Fiom Cgil, inviata ai direttori dei giornali.  Possibile che molti ancora vogliano continuare a sentirsi “risorse” e non persone? Possibile che preferiscano quei 40 o 50 euro in più e barattare così un diritto, quello di potere essere “una persona”? E’ così

Manifesto vergognoso affisso in questi giorni nelle vie di Torino

difficile STABILIZZARE tutti i precari? Possibile che non si possano stabilizzare quelle persone che sono “risorse” per dieci, undici, quindici anni. Risorse “precarie”. Ma non capisco proprio dove è il risparmio. Perché non stabilizzarle? Possibile sentirvi in tanti, lamentarvi ma non opporvi? Sento troppo spesso lamentele e allo stesso tempo “Il sindacato non fa niente”, “Il partito non fa niente”: ma voi, che non avete scioperato, che fate? Capisco le disillusioni ma vi chiedo: Gridate in coro SCIOPERO GENERALE, chiedetelo a gran forza, tornate lottare per non più soffrire, senza lasciar lottare. Date forza ad un sindacato non concertativo, che sceglie la piazza e non “il tavolo” troppo spesso “frega-lavoratori”; ridate la forza ad un partito che crede nel movimento operaio, che tutela i precari, i disoccupati, i cassaintegrati, che crede negli investimenti nell’istruzione poiché solo con essi, e non con i tagli, si possa avere un futuro migliore. Non solo per noi. Per le generazioni future. Io non voglio una società di soli “ricchi” dove tutto è “ritagliato” come un abito confezionato su misura per loro. Ma come si fa a credere ancora alla TAV, ai posti di lavoro che porterà (come sostengono alcuni) quando sul territorio italiano, da Torino, vengono tagliate corse per Venezia, Trieste, Lecce e altro ancora?  E i pendolari, mortificati ancora su alcune tratte, a dover viaggiare su binario unico? (non perdo l’occasione per dire che il partito già un anno fa avesse chiesto, a nome di Juri Bossuto e Sergio Dalmasso l’intenzione di Trenitalia su una linea “declassata” Torino-Lecce). Come posso credere che su un campione di 250 famiglie, intervistate a Torino, la spesa media, per i regali di Natale, sarà pari a 740 euro? Ma chi avete intervistato? Per certo so che in molti la tredicesima non la percepiranno, che in migliaia sono in mobilità e altri sono disoccupati. Torino, città con alcuni cartelloni che inneggiano un concorso di un quotidiano: “raccogli i bollini e parteciperai all’estrazione di un posto di lavoro”. Come siamo caduti… Per certo so, che in molti, sono frastornati dalle luci di Natale, accese anzitempo, ma in migliaia sono costretti a risparmiare proprio sulle luci di casa. Qualche residente a Torino, si é accorto che ieri pomeriggio  vi era un presidio di lavoratori “Agile s.r.l.”?  Oppure le luci, i negozi, l’atmosfera natalizia ha fatto si che anche in questo caso “si aggirassero come fossero un morto”? Ecco come si materializza la battaglia “sul crocefisso” come simbolo ma svuotata di contenuti. Chiedo lo SCIOPERO GENERALE non tanto per un aumento di 150 euro in tre anni, che è di per se ridicolo, ma per coniugare i temi di urgenza necessità: tutela della costituzione, rispetto delle istituzioni, e liberarci dai molti politici che continuano a mostrare lontananza dalla realtà quotidiana.  Per favore, ricominciamo a squalificare socialmente qualcuno. Riflettiamo. Fermiamoci. Spegniamo la televisione di regime e pensiamo a quanto ha rovinato il suo potere di convincimento. E orientamento. Per favore, cara Cgil, indici uno SCIOPERO GENERALE. Cara Cgil, non ti chiedo di farmi un regalo, ti chiedo di prendere POSIZIONE per tutti coloro, e sai che saranno molti, tantissimi, che a gennaio calcheranno  i tuoi uffici, ma non per chiederti una agendina, ma per dirti che GLI AMMORTIZZATORI SONO TERMINATI e non sanno dove sbattere la testa.

Contro lo sbarramento: “saltare un giro è come proporre saltare un pasto per combattere la crisi”

In questi giorni mi sono soffermato su alcuni articoli de Il Manifesto. Sicuramente, l’intenzione di chi ha scritto l’articolo su quel giornale, Polo, con contenuto “fermarsi un giro”, (come veniva sostenuto sul Manifesto), era “sollecitare una riflessione”. Una riflessione che ha aperto un contraddittorio, una dialettica. Io penso che l’elezioni europee non abbiano come scopo “la stabilità” di un governo e, quindi, non ne capisco il senso del porre uno sbarramento.newsweek-veltrusconi Ma, a prescindere, penso che a tutti, ma proprio a tutti, debba essere garantita la rappresentanza. Sarà anche un “aiuto a far riflettere”, ma onestamente, chiediamocelo, quanti hanno capito questo e quanti hanno capito diversamente? Allora cosa proponiamo ai lavoratori, di saltare il giro anche con il contratto non firmato dalla Cgil? Saltiamo il giro e non chiediamo il referendum? Allora cosa facciamo, noi “classe operaia”, “fasce deboli”, “precari”, dato che non possiamo comprare per “far girare l’economia” come qualcuno, dotato di un’intelligenza molto raffinata, propone, “saltiamo un pasto”? Penso che esistano altre forme di dissenso, e soprattutto, se l’intenzione è quella di stimolare, “provocare” una riflessione, facciamolo, indichiamo il nostro ragionamento, da dove si vuole partire a dove vogliamo arrivare. Io, personalmente, “un pasto, non lo salto se ho già digiunato a quello precedente”, nè, tantomeno, “salto un giro”. Voglio che: tutto ciò che mi è intorno, che è politica, sia deciso anche da me. Non voglio certo delegare nulla ad altri che non mi rappresentano minimamente. E poi, se lo scopo è far uscire una indicazione netta, chiara, di un forte astensionismo, qualcuno si ricorda quanto già alta era questa percentuale nelle scorse elezioni o, al precedente digiuno come preferite? NO, “Io non salto il giro”.

Articolo di Rossana Rossanda