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Vasco e Sally

Ieri sera la tv commerciale ha riproposto i recenti concerti di Vasco, a Milano. Immediato il ricordo di Milano, luglio ’90, stadio esaurito, impensabile, maturità alle spalle per tanti e caldo e zanzare sulla pelle, l’estate entrata di diritto nelle vite di tanti. Poi, i ricordi accelerano con la musica, i mesi pasano e l’anno pure, giungendo cosi, (un anno) dopo, al  Delle Alpi, il tram 3 per raggiungere la Continassa, il prato già  pieno di fans da “dirlo alla luna”,  il telo a coprire il prato di uno stadio nuovo di zecca. Il primo concerto di una lunga serie di tram e treni e metro  tra Torino e Milano, eppure, tra le canzoni ascoltate ieri, una, Sally aveva un pochino il gusto della pioggia, la nicchia di una Madonnina in corso Vercelli, un bus, il 46,  l’odore dei libri di una signora  Marchesa biblioteca,  il freddo “riparato” da un abbraccio, il caldo dell’estate di Barriera, l’urlo di San  Siro ed il cielo lasciato ai passeri. Mentre noi, stavamo con i piedi per terra. “Da da dan….senti che fuori piove…senti che bel rumore….da da dan…..”

2 giugno

20190602_0637332 giugno, festa della Repubblica.  Con un pensiero al Quirinale, la casa di tutti, ai giardini, a quella bellissima terrazza e il tramonto in una tazza davanti alla grande bellezza, eterna. Pagina nuova del calendario, giornate sempre più lunghe, e finalmente anche il sole comincia a fare la sua parte, quella  del leone, dopo un mese circa di pioggia; Vasco a San Siro inaugura una infilata di concerti che tengono insieme tre o quattro generazioni, sotto un palco enorme; fine della scuola oramai alle porte. Pochi giorni separano i nostri studenti dagli scrutini, ma venerdì saranno davvero tutti bellissimi come …un “7 di giugno”, a prescindere. Chi con i debiti e chi con i crediti,chi verso il mare chi montagna, è chi a Torino.  Nel frattempo si lucidando le nuove  sedie della maturità.  E pare già sentire riecheggiare la voce del grande Mike: la busta uno, la due, la tre, e….rischio…la maturità è  solo questione di giorni.

Alba Chiara

La domenica  mattina è  spesso pigra e cosi io,  ingessato, dai movimenti lenti, anche dopo aver stropicciato rudemente il viso, aver azionato l’interruttore automatico che mi permette di affacciarmi con gli occhi sulla strada e preparato la moka. La  bellezza consiste in poche cose: farsi un caffè ristretto, sentire il suo profumo, il picchiettio della pioggia fuori, oltre i tre vetri che mi separano dalla strada, accendere la tv e sentire la storia di Vasco in tv. Mi fermo e cosi sento, vedo, ricordo, Laura, Luca, e “ogni volta”, “una vita spericolata”, tanto  da “dirlo alla luna”, e non importa se  con “gli angeli” , o senza o se  “siamo solo noi”…Le luci di San Siro si accendono nella testa e il Delle Alpi nuovo di zecca scoppia nel cuore; poi un bus, il 46, una 126 e una Peugeot 106 come casa….
Tutto il resto può aspettare. Compresa la tessera elettorale. Alla porta bussano le elezioni europee e quelle per il rinnovo del consiglio regionale del Piemonte. Ma ora,  ci sono i miei 20 anni, che passano una volta sola e che eccezionalmente ritornano, ora, e quante volte lo vogliamo, nella nostra mente, nel ricordo,  insieme  a “una vita spericolata” all’ombra di un'”Alba Chiara” che è  una bellissima donna di 40 anni. Chissa`se mangia ancora la mela e se diventa rossa e un  pochino si vergogna. Scusate. Era solo un “Piccolo, spazio, pubblicità”.

Ora, posso andare ad esprimere il mio voto.

“W la mamma”

Il tempo trascorre via velocemente e congiuntamente le occasioni per scrivere e ricordare nomi, date, eventi, fatti, storici, personali. Il 1978, Peppino Impastato, i 100 passi, la radio e il dissenso,  Aldo Moro, Roma, via della Camilluccia,  via Fani prima e via Caetani poi, il compromesso, altro decennio,  il Salone del libro, giunto anch’esso nei trenta, vestito di nuovi colori, e condito da polemiche, e via con gli anni, lo stadio San Siro e 80 mila posti vuoti, tranne che due solitari cuori spettatori  e l’amore sugli spalti, col grido di nessuno a nessun goal, un gazometro, forse due, Genova e soprattutto una canzone, di quelle che difficilmente si dimenticano: “w la mamma, di Bennato. Una canzone anni ’50, con una gonna un pochino lunga e Angeli che ballano il rock, una macchina, l’autostrada, l’autogrill, il mare e le cittadine romagnole che lasciano il posto a quelle marchigiane e poi abruzzesi fino al termine dell’Italia. Punto e a Capo. Anzi, nel Capo leccesi,  e a far compagnia, la canzone e la mamma. Col papà,  naturalmente. Quadro molto “Stanza del figlio” in cui tutti cantano aprendosi al futuro. Sarà  il motivo o il periodo, quella canzone è  sempre attuale, così come la mamma che come caspita faccia è  ancora un mistero a tenere insieme lavoro, spesa, casa, tabelline, vestiti, pappe ecc ecc. La giornata di oggi possiede il gusto di tanti sapori, profumi di ogni tipo e presenza sempre costante. Bhe, allora, tanti auguri, alla mamma e a tutte le mamme. Il tempo di prendete tra le mani la chitarra e…W la mamma.

Buongiorno mare

20140806_08470220140806_09313820140806_09341420140806_084411Buongiorno spicchio di Salento tra Lido Belvedere e Bacino Grande. Camminatori instancabili “stirano” questa coperta morbida e davvero super vellutata dai colori chiari, come questo mare, a tratti azzurro, a tratti verde.  Un lieve venticello aleggia su questi pezzi di tenda che si chiamano ombrelloni. Piedi a mollo e raccoglitori di conchiglie di tanto in tanto si soffermano a prelevarne alcune. Uno sfratto esecutivo per quei poveri animaletti che trovano ricovero durante l’escursione termica. Una conchiglia buona per posarci l’orecchio nelle giornate invernali e sentirne il mare quando cala la nostalgia. Un cagnolino va e viene, o meglio, entra ed esce dall’acqua. La schiuma biancastra non fa che aggiungergli un colore alla sua gia’ presente pezzatura. Un gruppo di cinque ragazzi, ha appena davvero levato le tende e si dirigono dall’altra parte dell’insenatura. Il  corredo è davvero tenuto stretto, tra le loro mani.  Il  sole ora sta facendo la sua comparsa a “tutto tondo“. Operatori ecologici,  il loro ingresso, cercando di ripulire quanto piu’ possibile. Curioso notare alcuni intenti nella loro corsa mattutina affondare le scarpe sul bagnasciuga Il mare lentamente avanza di alcuni centimetri fino a lambire i piedi. Scrive e disegna. Noi, interpretiamo. A nostro uso e consumo. Fantasia permettendo. Un profumo a me famigliare chiama, anzi, richiama. E’ l’ora del pasticciotto20140806_090618 e del quotidiano.

Good morning. Per il pasticciotto, questa mattina opto per la variante crema pasticcera e nutella insieme ad un “espressino”, caffè Quarta, schiuma di latte  con una sventagliata di cacao finale. Zucchero  e una bustina di miele tra le mani. A pochi km da qui, a Porto Cesareo. In piazza non vi e’ che l’imbarazzo della scelta del bar. I simboli, la Torre e la sirena, sono proprio qua davanti. E’ una catena di Torre e Torrette che non ti abbandona mai, nonostante il tempo faccia la sua parte. Scelgo un bar, ma non a caso. Ricordo che alcuni anni fa vi entrai e in sottofondo vi era una canzone dei Negramaro. Qualcuno disse che di tanto in tanto Sangiorgi, un caffe’, li, lo, gustava. Non so se era leggenda metropolitana o meno ma personalmente, quel bar, in quel momento, era San Siro. L’ inverno capita che, ascoltando per caso i Negramaro,  abbini questo bar e Porto Cesareo a qualche canzone del complesso salentino.   Un’insegna indica il caffè Quarta. Allora, andiamo sul sicuro. Occorre qualcosa di veramente forte per “Un amore cosi grande, 2014”.  Le signorine M.e P. sono gentili: indicano e spiegano le tipologie dei pasticciotti.  Per la cronaca il pasticciotto qui costa un euro e venti. Il, cappuccino, ben fatto, un euro. Il bar gelateria e’ situato proprio fronte mare e torre. 20140806_085920Il suo nome e’ Alexander.20140806_085821 Il luogo dove viene servita colazione e’ rigorosamente in bianco.  Il bianco, quest’anno, è davvero  di moda.20140806_092059Un tavolino e 4 sedie contraddistinte da un porta tovaglioli numerato. Al fondo un televisore, probabilmente per la sera. Immagino quanto sia difficile trovare un posto, qui, la sera, al pari i quanto lo e’ digitare su questo tablet.Decido, dopo aver dato uno sgardo al porticciolo, alle case del paese, le pescherie, di dare una occhiata al lavoro e ai lavoratori della pesca. L’arrivo delle barche, dopo una notte li lavoro. Quanto pesce nella rete? Cosa chi e quanto, nella rete? Operai digitalizzati. Vita e vite da pescatori. Un giro davanti la spiaggetta del paese. E’ rimasta tale e quale alla spiaggetta di Porto Cesareo che si vede in alcune cartoline datate. Per fortuna. Per molti affiorano ricordi.20140806_09311720140806_09295120140806_07354120140806_08025520140806_08464920140806_08451520140806_08443120140806_084411