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Roma

20190801_122014Roma mi piace immaginarla così, e poi “srotolarla” dagli occhi come  una pellicola di un film o un vecchio negativo di foto, un rullino, sa ripassare tutto insieme, e andare a ritroso, sul passetto del Castello, con la fantasia e  vedere e dare forma a  figure di Papi che corrono e si mettono al riparo da qualche congiura o possibile attentato, dare forma e vedere Papa Borgia in fuga, e immaginare  Giulia Farnese, Lucrezia, il fratello Cesare dopo chissa’   cosa e cortigiane e mettiamoci pure il Pinturicchio che chissà…retrodatare ancora e pensare all’Imperatore Adriano, col suo testone osservato nella Galleria Borghese che da questa fortezza, con i suoi fidi e corte  si muove verso Ostia antica e Tivoli, nella sua sontuosa villa. Roma è  presente e passato anche recente, nome di donna, capelli lunghi e neri, viso grazioso e acceso, occhi scuri e passione, e arte.

20190801_10052720190801_100748Roma è cavalcare lungo il corso della storia, all’ombra del Quirinale, lasciandosi alle spalle via XX Settembre, prendere due capolavori, di due grandi, che la storia ha sempre messo in competizione e rivalita`, tanto per cominciare; capolavori   che stazionano sulla stessa via, all’ombra del Quirinale, san Carlo alle Quattro Fontane, comunemente conosciuta dai romani come san Carlino, per le ridotte dimensioni, (Francesco Borromini, capolavoro dell’architettura  Barocca) e sant’Andrea al Quirinale, architettura barocca, (Bernini) e mettere  a confronto, i due prima di procedere ad ulteriori confronti verso gloriose bellezze e scendere verso  piazza Navona,ritrovarsi al loro cospetto e pensare di passare dal Barocco al Rinascimento, a concetti come staticità e dinamismo.

Roma

Roma è.  Così spesso ho scritto e così essa è.  Roma concede, Roma toglie, in una sorta di partita doppia. Roma è  storia, arte, religione, letteratura. Passato e presente, fuga dal quotidiano; rottura dell’ordinario ed entrata nello straordinario. Roma è  festa Eterna Bellezza .Roma è  sfida o complice rivalità tra B&B&Cche non vuol significare  bed and breakfast ma Bernini e Borromini, ai quali poi, aggiungiamo Caravaggio. Barocco romano. Cominciamo da quello, dai piedi dei contadini, nella Madonna di Loreto, con le mani giunte, bastoni inmano, a venerare la Vergine, Bimbo in braccio, sulla porta della Casa Natale, in uno dei suoi capolavori a due passi da piazza delle Cinque Lune, dal Senato, dal lento fluire del Tevere; a pochi centimetri da altro capolavoro, quello di Raffaello; piedi di contadini che sporchi di fango sembrano così veri e attuali; viso della Conversione di Matteo, del suo stupore, delsuo “proprio io?”, della Luce, che “quando entra entra”; del contatore di monete, assorto; del viso di Pietro, quello di Paolo, racchiusi tra San Luigi dei Francesi, Santa Maria del Popolo e Sant’Agostino. E  la presunta leggendaria rivalità  di Bernini e Borromini, in piazza Navona e via del Quirinale. La musica di una giostrina e profumi di dolci “stordiscono” la visita che continua come fosse sempre la prima volta. Roma sarà  sempre e sempre è  in una continua giostra che si chiama vita, perché la prossima volta, sarò  ancora qui a ri-ammirarli. Tutti.

 

Epifania, tutte le feste si porta via

“L’Epifania, tutte le feste si porta via”, così esordiva mio nonno, al mattino presto del 6 gennaio,  senza dimenticarsi  di noi nipoti,nel  porgerci una calza, corredata al suo interno da qualche mandarino, frutta secca, caramelle, quelle classiche monete al cioccolato, sigarette, rigorosamente di cioccolata e…lire, che ora come ora, non saprei ricordare e quantificare. E insieme alla calza, si ergeva a storico della domenica, inanellando “conditi” racconti privati all’interno della storia pubblica, spaziando da “tessere per lavorare”, orgogliosanente da lui, mai richieste, e anni nella resistenza, sua e dei suoi fratelli. E anni, suoi, di come era la Befana….Ricordo ancora il suo viso, invecchiato precocemente come potevano esserlo quelli di tutte le persone che hanno conosciuto la guerra, gli stenti e le sofferenze imposte dalla ricostruzione di un Paese che usciva da molto, con le “ossa rotte”. Poi era la volta del “manifestarsi” in cucina  di mio padre: “con la festa dell’Epifania, da domani, chi a scuola e chi al lavoro”, forse. “Ma se la fortuna dovesse mai  bussare da queste parti…” nell’atto di mimare che probabilmente non ci sarebbe piu’ andato,  sventolava come una bandiera  i biglietti della Lotteria Italia, abbinati a qualche programma televisivo. Come se la fortuna davvero avesse avuto il compito di bussare da quelle parti. Ma questo, era enunciato con solennita’ più forte  solo dopo il classico dolce, la focaccia del dopo pranzo che aveva oramai  sfrattato e dichiarato chiuse le maratone di pandoro e panettoni. In fondo, a ricordare bene, era proprio l’estrazione finale, la lotteria italia, l’atto conclusivo delle vacanze natalizie, piu’ che della focaccia e la sua fava. A sera, poi, tutti davanti la tv, a sentire il nome di citta’, e serie e numero dei biglietti estratti. A ricordare ancora bene, c’era poi sempre qualcuno che aveva parenti residenti in altre grandi e piccole  citta’, e/o piu’ spesso paesini, che richiedeva un paio di biglietti come regalo natalizio. E nello “scendere” per lo stivale, con il treno, là dove questo sostava un pochino, giu’ di corsa, fiondandosi, con il rischio di perderlo, lasciando famiglia e  bagagli, a fare incetta di biglietti nel giornalaio -edicola “stazione”. A sera poi, nel caldo della cucina, dopo che  qualche foglio, era stato sfrattato dal quaderno, lapis (come amava chiamate le matite il nonno)gomma a corredp e tutti in religioso silenzio. E ovviamente, le trascrizioni dei numeri e serie  e l’immagine di citta’ e potenziali vincitori. In ultimo, tornando al racconto mattutino, l’apparizione piu’ dolce, del 6 gennaio, era quella di mia madre, che ne ricordava, redarguendoci,  il senso religioso, della manifestazione di Gesu’ al mondo.  “Oggi Gesu’ appare ai Re Magi. Ricordate. I re che seguono la stella per rendere omaggio al Re dell’umanita’ fattosi povero”. E difatti, nel Presepe della Basilica di Maria Ausiliatrice, facevano la loro comparsa i Re Magi, amorevolmente posizionati dal sacrista Torre in una stanza della Basilica composta  da giochi di specchi. Quindi, a seguire, messa, oratorio e il “cate” (figura del catechista appartenente al mondo salesiano) che bombardava noi ragazzini, appena usciti da messa, sulla predica del prete,  sul senso della festa, dell’Epifania, il suo significato mentre  tutti noi scalpitavamo per una partita a pallone o calciobalilla. Poi fu il tempo delle “ragazze”fidanzatine, biondine o morette, guarda caso,   “animatrici”, che chiudevano il ciclo delle feste dell’oratorio, vestite, o mascherate, rigorosamente da Befane e che quindi ti  inchiodavano tutto il giorno a diventare spettatore di quello spettacolo senza nemmanco riconoscere la tua  lei. Ovviamente,  per la focaccia e la fava, la dea bendata, aveva deciso diversamente.Poi…e poi…a piazza Navona così come in quelle torinesi le Befane si fanno largo tra ingorghi stradali e code kilometriche direzione saldi e outlet. La gente pare impazzita. Qualcuno ha in mano foglietti di carta, con i prezzi dell’altro giorno, ante saldi e quelli di oggi, “saldati”. Manco fossimo nel 2002, anno dell’entrata in circolazione dell’euro, cartellini esposti, 4: lira prima, lira dopo, euro prima, euro poi. Commercialisti e ragionieri si aggirano per lo “Stivale”.

L’Epifania tutte le feste, con i soldi, si porta via…

Fiammetta

Fiammetta? Chi era costei? Provo a pensarla come una bellissima biondina dagli occhi azzurri con due trecce all’altezza delle spalle,  pantaloncini color sabbia,  canotta bianca e un paio di Superga,  che presta il viso carino e un po’ smorfioso ad una qualche pubblicità di oggi. Insomma,  una bella ragazza discesa dal cielo. Ma non e’ una ragazza di oggi: è anzi una donna…  rinascimentale!  Ci arrivo, davanti all’abitazione,  indicatami da un  cartello verde: è  una bella casetta del XV secolo dotata di un bel portico con tre archi frontali,  due laterali,  uno per parte,  un terrazzino con porte ad archi al primo piano,  un balcone con porta al secondo. Mi ci imbatto,  ma non per caso! Conoscevo la storia di questa Fiammetta Micheli,  una donna amata dal Valentino figlio del Papa Borgia. La palazzina e’ molto bella,  pare disabitata ed è  situata come scrivevo proprio in piazza “Fiammetta”. Si trova a due passi da piazza delle 5 Lune e a 5 passi da piazza Navona,  vicino la Basilica di S. Agostino,  dove pare,  pare, che Fiammetta Micheli,  gentildonna di Firenze avesse avuto li,  una cappella.  La storia di questa donna,  molto dettagliata,  occupa quasi una pagina del bellissimo libro su Lucrezia scritto dalla Bellonci. Vediamone alcune righe…. “… Fiammetta Micheli di Firenze detta ” del Duca Valentino” che lascio’ il suo nome ad una piazza nel quartiere del Rinascimento a Roma. Fiammetta apparteneva alla classe delle cortigiane ed ebbe,  tra le sue compagne,  un destino fortunato perché  (ce ne informa Pietro Aretino nei suoi “aggressivi” Dialoghi) riuscì  a farsi un posto onorevole nel mondo così da pervenire ad una vecchiaia e ad una morte da signora ricca e stimata,  e da possedere perfino una cappella nella Chiesa di Sant’Agostino.. ” pag. 186 Lucrezia Borgia, Maria Bellonci,  Oscar Mondadori).  La storia di Fiammetta,  cortigiana fiorentina, “che per il Valentino era salita alla fortuna e alla ricchezza e che stava diventando a poco a poco una donna pia”. Pag. 450 Lucrezia Borgia,  Maria Bellonci,  Oscar Mondadori). E,  come si capisce,  non ci sono  arrivato per caso,  nella suddetta piazzetta,  ma dopo aver visitato nuovamente la Basilica di S. Agostino.  Nella  suddetta Chiesa è  possibile ammirare un affresco di Raffaello (che rappresenta un profeta) e un bellissimo dipinto del Caravaggio,  la Madonna di Loreto,  situato all’entrata a sinistra. Due “vecchini” inginocchiati, mani giunte, davanti alla Madonna col bambinello in braccio.  I piedi sembrano dell’anziana coppia paiono reali,  di due contadini anziani che hanno da poco lavorato;  piedi di contadini fuoriusciti dalla terra, rossa,  che e’ talmente “reale” che  pare di toccarla. Ovviamente Fiammetta in Chiesa non c’è  e per scorgere una sua presenza occorre immaginarsela andando presso l’ abitazione dove misero in piazza,  insieme al Valentino,  il loro presunto amore:” che lo amasse,  come cortigiana,  è  inutile domandarselo: poteva e non poteva essere”,  ma agiata e buona riuscita della sua esistenza questo è  certo ricavabile da un testamento del 1512 ci scrive la Bellonci nella stessa pagina.

16 agosto: san Rocco

S.Rocco.Lorenzo Lotto 1549.Urbino.Borrelli Romano20160802_143512Chissa’ se davvero gli alberi la notte russano,  se dormono,  se si rilassano e si contraggono dopo aver trascorso una giornata intera ad alzarsi in continuazione,  fino in cielo,  come la Cagnotto. Chissa’ se si abbracciano tra di loro e… Quanto buon profumo ci regalano insieme all’ossigeno grazie a quel processo di fotosintesi (processo attraverso cui le piante usano la luce del sole per trasformare l’anidride carbonica e l’acqua in zuccheri).  Ma la notte no. Si riposano. Dormono davvero? Un salto al mare,  alle 8 dove ancora regna sovrana la maleducazione: spiaggia da tutto esaurito con ombrelloni e asciugamani ma “mancane li cristiani”. Rientro. martedi 16 agosto,  senza giornali: festivita’ di S. Rocco;  santo con la Croce rossa sul cuore,  abito da pellegrino,  mantello,  mantellina,  borraccia  e piaga della peste su di una gamba. Festa molto sentita da queste parti,  nel capo leccese. Un santo nato in Francia,  a Montpellier nel 1346 circa e morto a Voghera nel 1376 circa. E’ stato il piu invocato nel Medioevo come protettore della peste che all’epoca era un flagello. E’ patrono di molti, contagiati,  viandanti,  pellegrini,   operatori sanitari,  farmacisti,  volontari,  volontari,  cani e protettore delle gonocchia e delle articolazioni con le sue ferite e piaghe e il cane appresso con in bocca un pezzo di pane. Da queste parti,  in Salento,  sono molti i paesi che lo festeggiano e lo ricordano e tantissime le tradizioni culinarie in occasione della stessa perché  si sa,  il cibo è  veicolo culturale,  storico… ecc. ecc. Tra i “sentieri del gusto” molti i paesi che lo festeggiano come sano patrono, “luci” accese e colorate in suo onore: Leverano,  Torre Paduli,  Sternatia e giu’ giu’ nel… “capo”. Santità  attribuita dalla Chiesa intorno al ‘500. In tanti possiedono una piccola statuetta di San Rocco,  in legno,  da qualche parte,  in un angolino della casa. Anziane,  fazzoletto a coprire il capo,  lo pregano e lo invocano,  nei pomeriggi estivi. Anziani,  sigaretta in bocca,  colpo di tosse,  tra l’asma e il fumo che ne impedisce il buon respiro biascicano qualcosa,  tra implorazione e altro. Studenti che si rivolgono a lui insieme a San Giuseppe da Copertino. A Urbino mi è  piaciuta tantissimo la tela del Lotto,  fine 1400.  E quando penso ai pellegrini,  viandanti,  automatico è  il ricordo alla Madonna di Loreto del Caravaggio (Chiesa di S. Agostino,  a due passi da piazza Navona).

Ri-ri-ri buongiorno Roma

Roma.foto Borrelli RomanoRi-ri-ri verrebbe da chiedersi il lettore o potenziale letore. Bhe’ perche’ da qui il buongiorno e’ stato dato varie volte. Buongiorno Roma,  romane e romani,  sindaca o sindaco il che e’ lo stesso.  Mi son sempre piaciute le finestre sul mondo e forse per questo mi piace leggere i giornali in ogni citta’ in cui mi reco.  E poi,  le finestre sul mondo aprono nuovi sguardi,  portano aria fresca e ti proiettano oltre. Oltre me. Ma non era un vino? Non solo.  Grida, per le strade e piazze romane eppure fino a un’ora fa la citta’ era sonnacchiosa,  luce e ombra ricercata per quei pochi scommettitori e fini ricercatoti di angoli sconosciuti in una grande bellezza.  Ecco vorrei scrivere fino ;   giochi di bimbi festosi,  una colazione pronta  e una consumata a meta’.  E una da fare. La miaRoma Termini.10 7 2016 Borrelli Romano. Mi piace consumarla a Termini dove i viaggi  cominciano e…. terminano.  E’ tutto un gioco,  anche scivare trolley che ti vengono incontro per poi titirarsi con semplici scatti come onde marine.  Viaggi che terminano cominciano e talvolta continuano anche. Mi piace consumarla  qui, la mia colazione,  sotto la lampada Osram,   che e’ un po’ la mia finestra. Qui,  nell’atrio di Termini dove non si sprecano mai sorrisi…. lunghi come dei viaggi. Qui dove il tempo resta cristallizzato anche quando gli anni trascorrono. Qui dove allungavi qualche mille lire per un Porta Portese ad uno dei tanti giornalai per  la pesca di un lavoro. Roma.10 7 2016 Borrelli Romano fotoIl tabellone arrivi-partenze gira in continuazione e io e noi tutti con lui. Le storie si che  ci muovono sempre. E sai quante se ne potrebbero scriverle dopo averle ascoltate?  Allora sai che si fa? Mi ci tuffo,  nella citta’ Eterna. Oggi ho programmato la visita ai dipinti di Caravaggio. Vedremo cosa riusciro’ a pescare. Questo fa parte anche del mio lavoro. E allora, programmiamo questo lavoro,  un occhio al Senato,  un occhio a via del Corso.

Questa mattina avevo pensato di dedicarla ai dipinti del Caravaggio,  disposti in varie Chiese o Basiliche o gallerie. Roma.Caravaggio.10 7 2016 foto Borrelli Romano-Roma, 10 7 2016 Caravaggio, foto Romano Borrelli-Roma 10 7 2016, foto Borrelli Romano, Caravaggio-Caravaggio, Roma.foto Borrelli Romano.10 7 2016-Alla fine,  direi che e’ andata bene anche se non benissimo.  Di strada ne ho fatta parecchia e… poveri piedi:  (i piedi,  quelli rappresentati da Caravaggio nel dipinto della Madonna dei Pellegrini nella  Chiesa di S. Agostino,  stupendi) da piazza del Popolo a piazza NavonaRoma 10 7 2016 foto Borrelli Romano.p.zaNavona Roma 10 7 2016.p.za Navona, foto Borrelli Romano-, passando per via del Corso10 7 2016 Roma via d.Corso.foto Borrelli Romano passo piu’ passo meno. Ma ho tratto anche tanti particolari fonte di allegria. Bimbi che giocano in piazza del Popolo con un papa’ e preti lungo via del Corso.  Gia’,  in fondo a piazza del Popolo lato Nord vi e’ una Basilica al cui interno sono conservati dipinti del Caravaggio ma in quel preciso istante si celebrava la messa per cui velocemente ripiego su San Luigi dei Francesi.  Entro,  la messa e’ in francese. Qualcosa la comprendo. Sento la lettura,  Mose’.  Penso a quello di San Pietro in Vincoli,  quello di Michelangelo Roma 8 7 2016.Mose'.foto Borrelli Romanoche tanto mi emoziona. Per vedere il Caravaggio dovro’ attendere il termine della Messa. In fondo,  a sinistra,  la cappella Contarelli.  Anche qui era in corso la celebrazione della santa messa,  in francese. Le letture di oggi ci parlano di Mode’ e io non posso non pensare a quello di Michelanfelo in SanMa ho saputo attendere.   Il ciclo di Matteo,  vocazione,  ispirazione,  martirio.  Il ciclo appare in tutto lo splendore. Luci che continuamente si accendono e spengono. E’  tutto una meraviglia. Esco e vado a rivedere la Madonna dei pellegrini,  sempre di Caravaggio,  piazza delle 5 Lune e sono in S. Agostino. Qui si puo’ ammirare anche un dipinto di Raffaello.

Ieri un pomeriggio intenso e vorrei lasciar parlare le immagini. Roma9 7 2016 foto Borrelli Romano.Raffaello-Roma 9 7 2016 foto Borrelli Romano-

Roma e’…

Roma. Roma, ottobre 2015. Foto, Borrelli RomanoPer molti giungere a Roma Termini e muoversi è un po’ come giocare a perdersi, nel trovare l’uscita o un taxi. Dalle parti di Via Marsala il cantiere è ancora li. “Misericordia”. Roma, ottobre 2015. Foto, Borrelli Romano (2)A me piacciono i messaggi che nei pressi si elargiscono ad un occhio attento: “Chi mi ama mi segua”Roma 17 10 2015 foto Romano Borrelli, “Io e lei”Roma Termini 17 10 2015 foto Borrelli Romano. “Roma e’…” a ricordare che “l’amore e’…” o era. A Roma. Ad esempio. Mi trasformo cosi in un raccoglitore di storie. In attesa del bus 70, che tarda (secondo alcuni utenti, per altri e’ un dato certo: la velocità media dei bus a Roma e’ di 12 km all’ora) molti vanno all’ “Atac” lanciando strali e stracci. Poco fuori la stazione, stretto tra Colli Albani e altri colli allungati in attesa di vedere lo spuntare del bus, mi passa davanti il passato. Centocelle, Cinecitta’, Torre Maura, via Togliatti, la fine dei ’90 e “le fughe vigliacche“, il 2003 e il 2004, le manifestazioni “Not in my name”, il partito, il sindacato, la scuola. Il 70 arriva: saliamo: piazza della Repubblica, Corso Vittorio Emanuele, le Istituzioni e i suoi palazzi, l’Altare della Patria e il suo ascensore panoramico, nuovo di zecca, i Fori Imperiali e la loro “passeggiata nella storia”. Una storia nella Storia, l’alfa e l’omega della parabola di un primo cittadino. Roma, davvero, è una grande bellezza. Roma 7 10 2015 foto Romano BorrelliRoma 17 10 2015 foto Borrelli  RomanoRoma 17 10 2015 foto Borrelli Romano17 10 2015 Roma foto Romano BorrelliRoma.17 10 2015 foto Romano BorrelliFotografa: situazioni, emozioni, sentimenti, semplici incontri, amori e canzoni…”lasciarsi, un giorno, a Roma”. E si lascia fotografare. Se non ci fosse Roma, in molti. scenografi, sceneggiatori, gente comune, sarebbero depressi. Non solo gli sceneggiatori di fiction. E’ davvero una grande bellezza. Oltre che una lupa che allattaRoma 17 10 2015.Borrelli Romano foto. L’estate sembra non terminare mai, da queste parti. Il cielo sopra piazza Navona è una tavola di colori17 10 2015 Piazza Navona foto Borrelli Romano. Roma 17 10 2015 piazza Navona foto Borrelli RomanoRoma 17 10 2015 piazza Navona.Foto Romano BorrelliLe macchine fotografiche sono state sostituite da smartphone e tablet ma gli artisti della piazza, loro resistono. Compio il giro del mondo almeno un paio di volte, intorno alla piazza. Individuo l’identico punto di una serie infinita di foto racchiuse in una parentedi: la gita, l’85, l’87, un amore un altro perso uno trovato e un altro ritrovato. Una parentesi di riflessioni, ricordi, attese. Parentesi immutabili come alcune nubi di passaggio che altrove annuncerebbero temporale. Ma non qui. Una ragazza e’ seduta. Indossa un maglione con trecce, color vinaccia. Ha occhiali neri, calati sul naso. Capelli neri, qua’ e la’ un colpo di sole, su di loro, su di lei, quando le nubi, quelle del cielo e quelle dell’umore si allontanano oltre l’orizzonte e raggi di sole ci si appiccicano addosso in un giorno d’autunno che sa d’estate. Le nubi, quelle del cielo e quelle dell’umore si prendono sotto braccio. “Non vi preoccupate, ora ce ne andiamo” sembrano dire. E il disturbo, lo levano. La ragazza è assorta e contempla la mano della statua. L’artista pure, è assorto ma non si capisce in chi e cosa.  E’ il suo mestiere. Sono certo che siamo davanti ad un capolavoro. Di grande bellezza. Lo custodisco tra le mani. Questa sera la rivedrò. E’ un bel cd.20151018_201759