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Attualita’

Torino 7 7 2015 foto Borrelli Romano21 8 2015 verso Otranto foto Borrelli RomanoA guardare bene, in solaio, ci trovi cose buone. Attuali. Un paio di occhiali, rotti, ma possono essere riciclati, “non voglio spendere”, e un libro. Lo apro, lo sfoglio, alcuni passi sottolineati a quattro mani. “Le  nostre valige battute erano ammucchiate di nuovo sul marciapiede, avevamo una lunga strada davanti.Ma non importava, perche’ la strada era la vita’”. (Jack Kerouac), In realta’ gli occhiali, non sono e non erano i miei e il “solaio” e’ quello dei ricordi. C. un po’ come il Papa, andava su e giu’ alla ricerca di un filo di ferro per cercare di tenere insieme quanto non lo era piu’. E non solo montatura e lenti. Ma le lenti, erano buone. E i soldi, erano e sono pochi. Come sempre. C., l'”abbandonologo”  della struttura, infila il cappello (sempre lui) da minatore e via,  alla ricerca non di edifici abbandonati, da classificare, censire e raccontare ma di un semplice filo di ferro. Saltando anche lui nei meandri della memoria diceva:”   8, gli occhiali del Papa”, in tempi non sospetti, quando a girare , doveva essere la ruota, della fortuna. Ma per lui, girava poco, a dire il vero.  E quello era un gioco mentre tutto questo, no.

Il libro poi, lo tengo caro. Sulla strada…L.mi invitava a cogliere l’essenza del libro, “spremuta” pura di vit. “Guarda cosa che non estrae dal mio quotidiano stratificato.Le parole mi stimolano l’immaginazione. Le parole scavano e restano. Le parole…”Chissa’, forse anche io, pur non alla ricerca di borghi abbandonati, edifici pubblici o privati, sono o ero alla ricerca, come C., (o come Carmen Pellegrino, lei si, “abbandonologa” e un bel libro, “Cade la terra”). Ho trovato il libro e il ricordo delle mani di chi me lo diede.  “Cadiamo tutti. Eppure c’e’ qualcuno che  con dolcezza infinita/tiene questo cadere nelle sue mani”. ( Rilke, Libro delle immagini).

L’amore con gli occhi giusti. O con occhiali, giusti

DSC00562Aspettando il “colore” cangiante della Mole…arrampicato fin quassù, sul monte dei Cappuccini, a “vedere” una Torino diversa, sotto una luce ancora migliore, sensibile, accogliente, solidale, ancora più bella.Mondiale.  Con gli occhiali giusti, seduto su di una di queste panchine, che somigliano a tanti altari iinnalzato,  si riescono  a vedere i confini della nostra città e punti passati della nostra biografia “storica”.Moncalieri, Rivoli, Caselle, Superga, e per ciascuna di queste centinaia di ricordi, che affiorano, lentamente. Questo piccolo monte e’ una lanterna magica, una macchina da presa, e una macchina del tempo. Una macchina che guarda avanti, con occhi nuovi. Ai nostri piedi, il mito della velocita’, qui, qualcisa di eterno, un incongro con noi stessi e con altro.  Una piccola processione, con frate in testa, passa cantando. Giovani che mai avresti pensato passare da qui, a pregare e cantare. Il frate alla testa è di quelli tosti. Lo osservo attentamente. Sul suo viso paiono scritti i versi del Vangelo di Giovanni. E cosi presumo che sia. E li trasmette, con le le parole, i gesti, gli esempi. Tra le mani, una Croce”. Immediatamente rifletto sulla cristologia implicita ed esplicita. Chissa’. Periodo di Passione.Sulle panchine qualcuno scarta la sua cena: qualche tozzo di pane, una bottiglietta d’acqua, due chiacchiere, per chi ha poco e nulla più da offrire e di che nutrirsi. Quando la Parola conta.E aiuta a comprendere meglio il senso della parola e interpretare il silenzio di quelle persone che se ne nutrono. Sul cornicione di questa terrazza panoramica che fa tanto balcone di Giulietta e Romeo, coppie che pensano e ripensano l’amore e ridefinendolo finiscono per accoglierlo in maniera migliore. Ah, i contenuti. Da qui, si contempla, e lo si riesce a chiamare e definire in modo migliore, con gli occhiali giusti.  Si promettono il mondo, i ragazzi, e gli innamorati in genere e si concedono questo stupendo  panorama. E da quassù, uno sguardo alla processione che lentamente termina il suo corso e lassu’, a contemplare, che le cose si spieghino e ce le spieghi in modo diverso. E chi, avvolto in questo cielo torinese c non vedrebbe l’amore con gli occhi giusti? (Non con gli occhiali).  Con gli occhi giusti,  e gli occhiali, riesci a prendere la vita in modo positivo. Ma quali?Una statua fa ombra, un po’ a tutti. Ma forse, meglio dire, protezione. In lontananza, Superga.  Non la si vede molto bene, ma è la, a custodire nitidi ricordi. Il fiume scorre e riflette, luci, vita e amore Lasciata Piazza Vittorio,  (dove stazionano degli enormi occhiali Generali) e i suoi locali, sul corso, la villa di un altro “profondo”, “rosso“, diverso da quello di oggi pomeriggio, dopo averlo fotografato e scritto. Dai Cappuccini, la vista è davvero mozzafiato. I Murazzi, le luci, le arcate, il passeggio in un via vai continuo, sotto questo balcone, dall’altra parte del fiume, che pare di rileggere il libro di Alice Corsi. Pagina dopo pagina, personaggio dopo personaggio, universitarie, universitarie, …Tutto così magico.  Tutto cosi molto… Passion…Passioni che muovono, anzi, smuovono le persone ad andare oltre.

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