Il tempo rimasto è davvero poco e decidere cosa farne è impresa ardua. Non mi aiutano i ricordi sulle rette e i vincoli di bilancio:”burro o cannoni”? Al diavolo le curve e l’economia. Qui si parla di emozioni e sentimenti. Le giornate si accorciano e il tempo stringe. Bastasse solo la macchina da cucire per agire sul tempo… sarei a cavallo. Cavallo, vita, cerniera, cucire… ma qui ed ora non e’ affar da macchina da cucire. E allora quel poco che resta, di questa estate 2016, cerco di marcarlo a fuoco nella memoria colori, odori, profumi, persone, visi, voci. Dopo aver preso contatto con me stesso, e quindi appena sveglio, decido che il modo migliore per marcare tutto quello nella mente è salire in macchina e percorrere un po’ di km della Costa e salire in qualche punto più in alto, osservando Torre Lapillo, Torre Chianca, Porto Cesareo e oltre. Verso S. Isidoro, Porto Sevaggio e provare ad immaginare Gallipoli. Allontanarmi per poi avvicinarmi. Invidio un po’ il viaggio raccontato e scritto da Roberto Gianni’ sul Quotidiano di Lecce. È interessante e lo seguo sfogliando il quotidiano, fin dal suo arrivo a Taranto. E’ una bella storia d’avventura, un diario, un resoconto. Mi faccio un the, prima di nettermi in macchina. La bustina lentamente cede il suo colore al liquido bollente fino a diventare uniforme. Ecco, cosi dovro’ fare, assorbire lentamente tutto il circostante e farne il pieno per le giornate vuote di colori e bianche di nebbia. Dopo averlo sorbito mi metto in macchina e vado, direzione Taranto, fino a Torre Lapillo e oltre, ai confini del borgo.
Raggiungo Torre (Lapillo), e mi accorgo che molto è cambiato negli anni e ora pullulano ristoranti e alberghi. Ricordavo soltanto il B. O. e il Gabbiano. Dal B. O. bar la musica si spandeva e per noi ragazzi era un porto. A quel tempo erano situati dalle parti della fontana, vicino le giostre, dove ci si dava appuntamento e ci si incontrava, dopo le 21, per “fare le vasche”. Dopo il mare del mattino e del pomeriggio. E poi A. M. era piacevole, elegante e… interessante oltre che prosperosa e molto graziosa e piacevole era camminare e parlare di quell’autore che dava il nome alla via, Tolstoy, adiacente alla sua: Gentile. Avevamo 15 anni? Probabilmente, si. Parcheggio l’auto ai bordi dell Torre, con i suoi tre archetti e molti scalini.
All’ombra della Torre “accumulano” fresco tre anziani. Due si son portati la sedia da casa, come fossero fazzoletti di carta (gia’, perché non mettere delle panchine? una fontana? ) mentre uno è in bici. Canottiere e camice e gocce di sudore che incorniciano il viso. Dalla parte opposta arriva a piedi un amico, sigaretta tra le labbra e braccio e avambraccio occupato da una sedia pieghevole, e andamento lento. Le sedie qui sono utili e in paese, lo sono doppiamente: indicano un passo carraio ed un divieto di sosta. Guai a spostarle. I tre parlano di calcio. Mi chiedono di Milan Torino “ehi tie… “e in due battute me la raccontano loro, vedendo che ne sapevo poco, pur avendo i giornali sotto manoe pur tifando Torino. Non lo avessi mai detto. Uno mi dice provenire da Pinerolo. Ovvio “ehi… iou egnu te… “. Probabilmente avra’ visto recentemente un film di Toto’. O Fantozzi. O conosce il Galup. E’ di Veglie e mi domando come faccia a conoscere Pinerolo. E cosi ridiamo insieme, e parecchio. Mi congedo, da loro. Recupero gli scalini e vado su.
Salgo e arrivo in cima. Osservo come un marinaio. Mano a visiera.
Mi giro, rigiro viso e corpo e trattengo il tempo. Il mio. O forse vorrei. Taranto verso Occidente e Gallipoli a Sud. La taranta sta per mordere. Mordera’ il 27 agosto.
Trattengo fiato e tempo.
Il mare ha gli occhi lucidi. Forse ha capito che tra poco il sole non fara’ più l’amore. O forse si. Scendo gli scalini. Mi rimetto in macchina e vado oltre Torre Chianca, a Porto Cesareo. Qui c’è
la villa e passa la banda. E’ festa, e’ stata la festa di Santa Cesarea con processione in mare. E ora dicevo, musica, maestro e ” musicisti”. Camice bianche e pantaloni neri. Penso a Moretti: lui avrebbe canticchiato il motivo, come fece nella “stanza del figlio”, girando le scene in Ancona.
Suonano. Il ficarolo è sempre li che tenta di vendere “fiche e ficatigna senza spine” Il furgoncino si puo’ trovare dalle parti del bar “Bei tramonti” dove i turisti senza fine fanno la fila per consumare la loro colazione. Mi ci metto anche io in fila. Esagero Tre pezzi differenti. Mi accomodo e comincio dal pasticciotto. Molto buono. Termino con questo. Il resto, a casa. Individuo, seduto, il dottore di un tempo, il “ricamatore” delle ginocchia dei bambini. Bravissimo chirurgo, juventino sfegatato. Ha gli occhi piccoli. Parliamo e intercetta ricordi e tra una estate e l’altra mi inserisce nel discorso Boniek, Platini, Vignola, Tacconi, Mauro Baggio e Del Piero. E ridiamo! “Su dintatu nonnu” mi dice con orgoglio. “Fijama stae subbra”per dirmi che come molti si e’ traferita al nord. “Ma siamo tutti felici”. Ci salutiamo e “butto un occhio” alle barche in arrivo e ai pescatori. Da queste parti, quasi in ogni paese pare sia passato San Pietro…
Molto movimento. Parecchio. Giro. Le magliette “salentu, lu sule, lu mare, lu jentu”. Si. Per alcuni. Il ricordo.
Le cartoline. Ah, si. Qualcuno mi ha chiesto una cartolina. E allora,
“un abbraccio da Porto Cesareo”.
Archivi tag: Notte della Taranta
Oltre me…Il Salento!Tanto di…cappello!
“Grazie per l’ospitalita’, grazie per l’affetto, grazie per il calore e grazie per questa bellissima realta’”. Cosi Liga a Melpignano, cosi io, qui. Così ho voglia di dire salutando questo sole, sabbia e mare. Oltre me? Il Salento!Ho bisogno di qualcosa di forte e a quest’ora non puo’ che essere un caffe’, Quarta.
Il mio concorso, che non è fotografico, l’ho già vinto. Questa terra, questo mare, questo sole, …il caffe’ mi appartengono. Da sempre. Quello che ho davanti e’ un Belvedere.
Ora, dalla schiuma del mare allo spumone gelato
: dolcezza alla dolcezza, non puo’ che essere così. Per i titoli di coda, facciamo domani? Ora ho bisogno di raccogliere tutta l’attenzione che posso e lanciare una nuova sfida, da qui, dal Salento: lu sule, lu Mari lu ientu!
Taranta: buon 18 mo compleanno
“Ndo, Ndo, Ndo…” e “Beddra ci dormi”, voce forte del Liga più quella suadente di Alessia Tondo. Che bella “prova di maturita”” per questa notte del ragno 2015, appena trascorsa. Persone coinvolte 200 mila, come previsto. Treni, bus, da tutta Italia. Un morso della Taranta che ha “sposato” suoni rock. E qui chi si sposa scrive davvero una bella storia. D’amore. E mentre risuonano ancora “Ndo, ndo, ndo” nelle orecchie, mi sveglio, svogliatamente. Lentamente mi risveglio, coi soliti profumi lievemente mutati: la partenza si avvicina. I vicini di ca Continua a leggere Taranta: buon 18 mo compleanno
Verso Melpignano.Per la “taranta”. Da Lecce e da Otranto
Sperando di fare cosa gradita ecco gli orari treni Sud Est da Lecce e Otranto verso Melpignano. Il palco come sempre sara’ allestito nel piazzale dell’ex convento degli Agostoniani. Saranno in 200 mila per la diciottesima edizione della “Notte della Taranta”. 18 anni e come per ogni “compleanno” di maturita’ sara’ una grandissima festa. Bellissima come una ragazza che raggiunge i suoi 18. Una festa che avrà la sua campanella iniziale alle 20 e “seconda” chiamata alle 22.30. Maestro conertatore, Phil Manzanera. Ospiti tra molti Paul Simonon e…Ligabue…gia’ da queste parti da alcune ore. Sara’ fantastico sentirlo cimentarsi con testi e canzoni salentine. Sara’ davver un bellissimo evento. Indimenticabile. “I ragazzi sono gia’ in….giro” e fuori…voglia di bagno di folla. Tra storia, tradizione, cultura salentina. In attesa del ragno e…della sua tela. Storie salentine.
Continua a leggere Verso Melpignano.Per la “taranta”. Da Lecce e da Otranto
Lecce
Incredibile ma vero.Il treno “757” che avrebbe dovuto partire alle 20 . 20 da Torino Porta Nuova per Lecce è giunto a destinazione in orario.Il tempo di scendere, salutare e….si va ancora…Poi, dimenticavo: un caffe’ Quarta e un pasticciotto!!!come da prescrizione medica. Nello stesso posto dove avevo consumato i due (caffe’ e pasticciotto, vedi blog) l’anno scorso mentre promettevo a me stesso che sarebbe stata una storia (la mia) fantastica, unica, irripetibile. Ero qui, su questo stesso binario, a ferragosto, e poi ancora per la notte della Taranta e ora, eccomi ancora qui: sono ritornato.Con la mia valigia: i miei occhi, come sostiene il libro “Gli anni al contrario” e la mia…nuova laurea al posto della…valigia di cartone. Ho sentito il profumo di casa quando ancora mancavano km.Poi il profumo di caffe’ che invadeva binari e il deposito stazione ed entrava (ed entra nello stesso luogo)nel treno e ti sveglia:”oh, guarda che sei arrivato”! Scendi dal treno ti aiuti con gente che non hai mai visto prima ma che condividi il ritorno..A casa. Poi il bar poi…Una cinquantina di passi, il viale, i bus…non so dove andare: e’ tutto bello, tutto meritato. Non sento nulla addosso. A parte tanto calore. Solo un “cambio di vocale”: colori e trecce e code….di cavallo; sembra mezzogiorno ma non importa, tanto e’ lo stesso…330 giorni dopo….ancora il mare. L’estate e’ addosso, un anno e’ passato, l’estate e’ la liberta’….saluti dallo spazio…Lorenzo Cherubini canta e cosi pure il bus “Salento in bus” e tutti balliamo fino a quaando non rimane neanche un posto in piedi; musica nelle orecchie e panama in testa comincio a girare e quella mi duole…”baby I love you..” I cartelli mi indicano varie direzioni: Gallipoli, Porto Cesareo…Non so cosa scegliere.Tutto e’ casa. Sollevo il mio panama e saluto ogni cosa. Gli ulivi. Uno di quelli e’ danneggiato seriamente. Un altro e ancora un altro. Non siamo piu sul binario 10 di qualche anno fa o “al centro” e coda “fago”? PIANGO davanti all’ulivo.Poi decido, scelgo dove andare. A casa-casa. A porto Cesareo il bus prosegue per Gallipoli.Io scendo. Ho la navetta per Bacino Grande. Poi, la grande abbuffata. Sembra il titolo di un film. Nel pomeriggio un tuffo e una salutare nuotata…esattamente e veramente un anno dopo.
Dove eravamo rimasti? Da Torino verso Melpignano
Esiste qualcosa di romantico e nello stesso tempo proletario nel veder materializzarsi sul binario dieci della stazione Porta Nuova il treno notturno, Torino-Lecce, carico non solo di soggetti in movimento ma di aspettative e desideri di ieri, l’altro ieri e domani. Nel suo incedere e posizionarsi sul binario a marcia indietro con quelle due luci finali che sembrano due occhietti, sembra accogliere la mia idea sul viaggio e il bello del viaggio, che deve necessariamente terminare affinche’ qualcosa di piu’ bello e intenso possa prendere forma, corpo, nell’incontro del nuovo, con la sorpresa, dell’inaspettato. Davanti la stazione di Torino Porta nuova un hotel Roma mi rimanda a ieri e il treno all’altro ieri! Un incontro di altro agosto e di altro anno, una stanza, un biglietto e un finale poco compreso. Un autore tanto amato. Un biglietto che vale la pena
. La scala mobile della metro automatica, unica nel suo genere in Italia, mi espelle dalle viscere della terra e mi proietta nell’atrio della stazione poco distante dove erano riposti sull’albero di Natale i desiderata di viaggiatori e non. Sogni e aspettative non più chiusi nel cassetto di qualche ripostiglio o faldone, ma ora oggetto di studio a Roma. I sogni dei viaggiatori e i viaggiattori sognanti, dove terminano?
. Dove eravamo rimasti? Campeggiava fiero quell’albero e ogni suo ramo vene che portava avanti e indietro la linfa di una storia diversa.Sembrava tutto cosi perfetto: un viaggio per far viaggiare parole friabili come sabbia che si disintegrano e disintegrano, coccolone altrove. Pioveva ma non abbastanza da ripulirle, lavare il troppo sporco. Pioveva a dirotto lacrime il cielo di Torino quel fine agosto quando un famoso scrittore decise che… Dove eravamo, dove erano, quando qualcuno sussurrava “ti amo”? Gia’, in una stazione. L’atrio dove campeggiava la prima pagina de La Stampa posta sull’albero di Natale con l’amore di Diego per Marilisa. Dove eravamo rimasti, invece, oggi, una settimana fa? Bicchierino in mano un biglietto di ritorno, su al nord, una bustina di zucchero, rigorosamente gialla. Con tanti saluti dalla stazione e …un buon ritorno. Una bustina che ho girato e rigirato per una settimana inter e una promessa nello zaino e nella testa:il morso della taranta non mi prendera’, non si nutrirà. Verro’ ma non saro’il tuo pasto e ballero’ su quella terra che da una settimana e’ “un tempo, due temi, tre tempi e la meta’ di un tempo“. Quanto tempo! Quanto. L’ aspetto piu divertente di questo “conto” e di questo viaggio e’ incontrare uno chef che dopo 42 anni di onorata cucina di mare tenta l’ esperienza della cucina di… montagna.. E che scappa, dal nord, con le sue piogge e il brutto tempo. Pentole al seguito. Scappa come ogni persona, morsicata dalla taranta come sembriamo tutti noi ogni qual volta ci si approssima ad una citta’ per una sosta del treno. Scappiamo perché lì, nei pressi della banchina, il cellulare o il tablet prende meglio. Un tempo, quando si correva in prossimità della fermata, era per la sigaretta, oggi si scende per continuare la pubblicazione in un social network.
Esiste qualcosa di speciale in questa alba che si distende lasciando indietro le luci di citta’ a me conosciute. Qualcosa di bello sara’ entrato nel sangue ma non ha bulla a che vedere con la taranta. Lo sento.Compagni di viaggio riposano distesi cosi come si distende l’alba. Una giovane coppia salita “su, al nord” in cerca di lavoro, si apre, si racconta. Lei si presenta, “non sono coccolona come hanno definito alcune ragazze tedesche che continuano a permanere in casa dei genitori”. Ha voglia di impegnarsi per costruire un futuro, così lui. Hanno le idee chiare, in testa e l’amore in tasca. Hanno lasciato il sud, una settimana fa per questo incontro di una vita. Ora, decideranno, con calma il da farsi, dopo aver valutato ogni opzione possibile. Sono convinto che con l’amore in tasca si possa e si riesca. Ma la ricerca del lavoro non termina dalle parti di Piacenza dove e’ salita la giovane coppia. Sono stati ospiti da amici, nei pressi di Cremona, dove è stato loro promesso un lavoro. L’altro compagno di viaggio, prima accennato, un cuoco, ha provato l’esperienza dei saperi e dei sapori del nord. Ma dai suoi discorsi penso sia piu predisposto ai frutti di mare. Tutti e tre hanno lasciato questo spazio di condivisione forzata a Bari. Un incontro sempre piacevole quando si socializzano storie di una Italia che si muove. Il caffe’ in corridoio e si scopre che una ragazza ha trascorso le sue vacanze negli USA ma ha sentito forte il richiamo di rivedere la mamma. Anche solo per un giorno. Altri compagni di viaggio, i libri, reclamano il “giusto riposo“. Tra poco finiranno anche loro nello zaino dove potranno riposare per qualche ora. Probabilmente si sono resi conto di esser stati poco utili in questo viaggio. Dove è il lettore quando legge? Ecco, e quando non legge, dove si trova? Libri traditi. Libri da “ritirare”.
Me lo faranno pesare. Dopo Bari, dove mi viene dato un giornale e un caffè, l’approdo alla città salentina avviene intorno alle nove del mattino alla stazione di Lecce, là dove ci eravamo lasciati. Il tempo di mangiare uno
, due pasticciotti, sorseggiare il caffe’, comprare il Quotidiano di Lecce e una corsa verso la biglietteria Sud-Est,
in prossimità del binario uno e da qui, verso il sei sette, dove…………cominciano i grandi e co.ntinui movimenti verso Melpignano
( ma anche Gallipoli
e Galiano per Santa Maria di Leuca sono battute). Per Melpignano, alla notte della Taranta, sono attese piu di centocinquantamila persone. Treni a manetta, pieni. Circolazione a pieno regime.
E’ l’evento tanto atteso e che, implicitamente segna anche il lento finire dell’estate.
i
I treni verso Gallipoli, Gagliano
, Otranto e ovviamente Melpignano sono strapieni. Noto la circostanza: il treno notturno appena arrivato da Torino si specchia
in questo fantastico trenino, carico in ogni tratta di umanità.
Melpignano. Una stazioncina, una passeggiata a piedi e l’attesa. Si va e si viene. E’ ancora presto nonostante abbia la notte alle spalle. Oltre lo zaino. Quanta strada? Tanta.
Decido che è meglio ripassare qualcosa.
O ripassare da Otranto.
Dalla sua meravigliosa Cattedrale e cercare di osservare con piu’ attenzione la meraviglia dei mosaici e la storia impressa. Con la speranza possano diventare oggetto di curiosità, a scuola, tra i ragazzi.
E magari, chissà
…..Oltre…, anche da Santa Maria di Leuca. Continuo a muovermi tra trenini, straordinari programmati
, bus, cambi inaspettati ma anticipati da gentiissime persone che si scusano per eventuali disagi. Rivedo nomi di cittadine con i suoi abitanti. Vedremo. Intanto mi godo questo spettacolo.Poi, tra poche ore, comincera’ la XVII edizione della notte della taranta e allora sara’ musica per corpi, mani, braccia, gambe, al ritmo di migliaia di tamburelli.
Aspettando Roberto Vecchioni, la sua Samarcanda, aspettando Giovanni Avantaggiato cantore della tradizione salentina, anto a Corigliano d’Otranto.
Aspettando sera, davanti l’ex convento degli agostiniani.
Buon ferragosto 2014
Un bicchierino di plastica, con del caffe’, un po’ amaro, oggi, a dire il, vero con un profumo nell’aria diverso dal solito. Diverso dalle altre mattine, quando l’aria fresca della liberta’, del mare, dei pini ti entra nei polmoni con forza e piacere. Anche questa mattina l’ alba si e’ distesa e stirata velocemente e gia’ da un pezzo. Ma nell’aria, qualcosa sta cambiando. Forse sara’ la bustina dello zucchero, gialla, a rammentare che sarai uno dei tanti di questo periodo e uno dei pochi, oggi, meglio, il prossimo, a salire sul treno, con la valigia e al suo interni la speranza.
Meglio, il trolley. “Gente che va, gente che viene, e tanti motivi per tornare”. Le dita della mano non possono trattenerne il gusto, tantomeno, fermare la clessidra del tempo.Sfoglieranno, le dita,qualche pagina del Quotidiano di Lecce, una copia di testimonianza e di provenienza per quanti saranno ospitatitra questi sedili e qualche foglio con l’agenda delle sagre e festa patronale con i saperi ed i sapori restera’ a ricordo con noi, in qualche libro, a scuola, all’Universita’. I fischi di questi “contenitori” chiamati ” frecce” e che per una decina di che saranno una casa e si sdraieranno sulla dorsale adriatca si posizionano o arrivano e rumoreggiano come cinghiali alla porta. Ormai sei in trappola, viene da pensare. Ma a volte parole dolci e gentili come miele che si dispiegano in una banale e semplice informazione possono avere la forza di tramutarsi in parole dure al pari di pugni allo stomaco. “Scusi, e’ questo il treno che va a…?”
E una volta tanto avresti piacere a non rispondere, o farlo gentilmente, dicendo che “mi trovo qui per caso” o “ero di passaggio”, o ancora “aspetto una persona”. A ferragosto .Un gusto un po’ amaro, questo caffe’ ma che fortunatamente i ricordi, il pensiero e gli affetti si assimilano alla perfezione, tutto, e lo restituiscono zuccherato, immesso in “circolo” da una macchina meravigliosa che si chiama cuore. Tutto restituito in dolcezza, e gli occhi e la percezione delle cose e le relazioni con gli altri non sono piu cosi netti, dello stesso colore, o bianco o nero, ma verdi, azzurri, rossi, color sabbia, assorbiti da tanta bellezza visti oggi e ieri. Il cuore pompa tutto questo fluire e lo rigenera e ora e domani, nei giorni delle piogge ci ricorderemo di tutto cio’ e allora saremo argini, abbastanza robusti da trattenere smottamenti e dossi che la vita di tanto in tanto riserva, ora a destra, ora a manca e saremo abbastanza forti da non far straripare nulla. Avremo nei nostri occhi sole e mare e tramonti, luna spiaggia nelle nebbie e tra le nevi, gli affanni e gli inganni ma saremo e sapremo essere diga, per noi e per altri. Avremo il sorriso negli occhi e negli sguardi che si aprono al mondo proprio come si aprono davanti a tanta meraviglia. Sorrisi donati e restituiti e si sa, “un sorriso se non offende, ne fa sempre nascere un altro” (Robert Walser, in uno dei suoi romanzi piu belli, i Fratelli Tanner). Colori …La taranta non ci prendera’ e non saremo il suo pasto. Verro’ presto, a scovarti e a stanarti, ma solo per ballarci insieme (anche a Melpignano), e sara’ ancora festa, sotto questo sole, sopra questa terra, arida, mai avara e sempre generosa. Accogliente. Sensibile. Attenta. Come una donna. Con la terra rossa tra le dita e le lacrime agli occhi per la gioia e il piacere di esserci ritrovati. Ciao ciao Salento. E’ un arrivederci. La bustina dello zuchero, non la ho utilizzata . Solo per questo motivo , il caffe’ mi era sembrato amaro. Ma da sempre e’ lo stesso, forte, buono, capace di farti sentire meno solo. La dolcezza e’ nella speranza e nei tanti motivi per tornare. Presto. La ricchezza e’ che ho avuto la fortuna di vedere la tua bellezza, con semplicita’ e voglia di conoscerti un pochino di piu e meglio, nonostante le distanze e talvolta le difficolta’, ma non insormontabili, in ogni caso sempre nel rispetto, di conoscere per riconoscere il Salento, con Santa Maria di Leuca ed Otranto, storia dell’arte, arte cristiana e mosaici con il barocco, e gente mite perche’ si sa, “beati i miti perche’ erediteranno la terra”(Matteo 5,1-12). Riceverne carezze e reimparare ad accarezzarsi. Caresser e se caresser. Luogo di ritrovo di parole e contenuti. Do ancora una occhiata a questo bicchierino e all’ultimo sorso di caffe’. Pero’, era davvero buono. Inizialmente pareva amaro, ma ora, non piu’. Sono sereno, “sono allegro e felice: tutto in me e’ sorriso, un beato sorriso. Il cuore intero sorride”. (Klara in Fratelli Tanner). Ho ricevuto molto. Buon ferragosto 2014. Dimenticavo: grazie ed un augurio sentito per la candidatura di Lecce 2019 a capitale europea della cultura.
Notte della Taranta
Tutto pronto per il grande evento della Taranta. Il Salento e non solo si muove, e ballerà, stuzzicato, meglio, pizzicato dal richiamo della Taranta, presso il piazzale antistante il Convento degli Agostiniani, a Melpignano.
Tantissimi i protagonisti, tra questi, anche il “Cibo della Taranta” proposto da Slow Food” dopo aver selezionato tantissimi prodotti salentini. Che bontà! Mare, natura, musica, storia, un frullato di colori che suscitano emozioni anche nei piu’ aridi. Il mare, merita un’ attenta osservazione, una contemplazione infinita, con i suoi colori sfumati, dall’azzurro al verde, al blu, al grigio, al piombo. Il cielo, stupendo. La stazione di Lecce comincia fin dalle prime ore a raccogliere i primi con biglietto Melpignano e non solo. Sul primo binario, piaccia o non piaccia, altre emozioni si vanno coagulando, insieme ai saluti: un treno frecciabianca è pronto, direzione Milano. Il nord, meglio, quella parte di vacanzieri che lavorano al Nord, si raccoglie, confortato dai parenti, intorno ai primi binari della stazione di Lecce. Alcuni intenti a consumare velocemente la loro colazione, un grappolo d’uva, di quella buona, una pesca, una bella fetta d’anguria. Altri, il classico dolce con la crema e il buon caffè Quarta, quello forte, capace di dare tono diverso alla musica, triste, che si avvia a suonare su questi binari. I finestrini dei treni sono ormai sigillati da tempo, quindi, per i viaggiatori non esistono piu’ possibilità di potersi affacciare, intenti nello sventolio del fazzoletto bianco, così, per un ultimo saluto, un condensato di lacrime e ringraziamenti per una terra sempre madre e accogliente. In posizione defilata, alcuni lavoratori stagionali, alla ricerca, proprio come tanti anni fa, di un lavoro, ma non nelle fabbriche, ma nella terra. Un sacchetto con un panino ed una bottiglia d’acqua contiene tutto il suo mondo. Ora anche i tempi delle lacrime sono dettati dalla modernità. Il cellulare ha sostituito il fazzolettino, così come anni addietro la Polaroid, con la sua istantanea cambio’ molto nella nostra vita. Dall’altra parte dei binari, la musica comincia. Il trenino ormai famoso, tanto da aver avuto una parte in un bellissimo film, è ormai pronto. Tutti a bordo. Si parte. Per Melpignano. La Taranta aspetta.
Aspettando la notte della Taranta…La Storia di Elsa Morante
Aspettando la Notte della Taranta, questa sera, a Melpignano, in provincia di Lecce, presso il Convento degli Agostiniani….100 mila persone attese, che arriveranno con mezzi privati e i famosi trenini della Sud-Est…un grande festival europeo dedicato alla musica tradizionale……Direttore delle danze di questa edizione sarà Goran Bregovic musicista balcanico che unirà “le due sponde adriatiche”…proviamo a raccogliere un po’ le idee e i ricordi e la storia. Una conchiglia, un pasticciotto, il dolce buono-buono di Ceglie Messapico e tanta storia……..tanta..