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Senigallia

Le conchiglie che danno corpo ai numeri del mese,  inserite all’interno di un piccolo giardino al centro di una rotatoria cittadina,  sono stati “girati” nella notte: 1 agosto 2018.   Sarebbe interessante conoscere l’addetto a questo lavoro e ugualmente interessante conoscere se quel “datario” è  modificato anche in inverno,  il 25 dicembre,  a mezzanotte, per esempio,  o il primo gennaio,  spumante alla mano. Curiosità.  La fontana è  a due passi,  pronta a disettare la moltitudine dei passanti che rasentano la rotonda per immettersi nelle vie dello struscio in questi giorni e serate tanto anni ’50. La fila degli stabilimenti,  e i loro numeri “civici” comincia ad animarsi, di primo mattino,  tra aroma di caffe’ e brioches,  tra  chi corre e chi suda, e chi non corre e suda ugualmente,   chi passeggia e chi va in bici nell’apposita pista,  chi gioca a pallavolo in minuscoli campetti adiacenti la spiaggia e chi invece semplicemente guarda e attende.  Gli “occhietti” dei numerosi alberghi lentamente si aprono: “cra,  cra,  cra… “,  il rumore delle finestre che si aprono, dopo aver tirato su,  e lasciar passare luce, e riflettere ogni cosa, dopo la notte che ha sigillato e trattenuto il fresco,  grazie ai condizionatori e alle pale dei ventilatori o semplicemente,  grazie alla notte.  Il sole si sta affacciando sul mare,  lato Grecia,  e alle 8 il sole e’ gia alto e fa caldo come fossero le 12. Alla stazione,  a due passi,  i  treni,  a sera si svuotano di tante ragazze e ragazzi “anni ’50” riempiendo  i sortopassaggi della stazione e le vie della cittadina,  tra la Rocca e il centro storico e le vie che danno sul lato mare. E sempre festa,  qui,  a Senigallia. È  l’avvio del Festival Summer Jamboree.

Col cuore al Centro Italia

torino-30-10-2016-foto-romano-borrelliDomenica 30 ottobre. L’ultima di un ottobre 2016. Notte più lunga delle altre per via di un’ora legale che lascia il posto a quella solare. Sette mesi dopo. Mi giro e rigiro nel letto avendo definitivamente da un pezzo sfrattato il sonno. Decido di alzarmi e lasciare nel letto solo il tepore e le lenzuola stropicciate. Un caffe’,  nero,  espresso con un occhio fuori dalle finestre.  Mattinata più lunga e sofferta. Cellulare e tg passano brutte notizie.  Le notizie provenienti  dall’Umbria e dalle Marche infatti non sono delle migliori. Il terremoto continua a far paura,  devastare,  distruggere. Penso alle due regioni che l’estate scorsa mi hanno ospitato per lunghi periodi. Tristezza. Patrimoni artistici, culturali,  case e altro ancora,  giu’. Non posso far nulla tranne che stringermi a loro in un abbraccio virtuale. Col cuore al centro.

Un “infinito” amore.

Buongiorno Roma

20160824_062851È  un caffè  lungo e amaro allo stesso tempo. Tre sorsi. Lunghi. Dalle 3 e 36 alle 6. 30 circa. Paura. Forte. Lunghissimi e interminabili secondi e il terremoto torna a farsi sentire. Una due tre e chissà  quante volte. Momenti lunghi alla ricerca di un muro portante che non so dove dia,  perché  non è  casa mia. Scendo alla ricerca del cortile. Lo trovo. Due piani, a piedi,   non e’ difficile. Il muro portante non saprei proprio dove individuarlo. Siamo in tre,  che abbiamo avuto la medesima idea.  Cerchiamo  di passare il tempo. Chiacchierando. Ci raccontiamo altre esperienze: uno dei due mi rassicura su come e’ la conformazione di Roma e l’altro mi racconta duemila anni di storia,  incendio,  invasioni,  barbari ma “lui” no. “Roma e’ vuota sotto”.  Qualche luce dalle camere ai piani della casa, primo e secondo,  a due passi da Termini, si accende,  segno che lo abbiamo sentito in molti,  qui. Ho freddo. Non so se sia per via della magliettina o la paura di quei lunghissimi secondi einterminabili. A meta’ cortile smanetto lo smartphone e capisco da subito che la situazione e’ drastica. Perugia: 6. 4 di magnitudo. Qualcuno posta che ad Amatrice la situazione e’ gravisdima. Cerco e mi arrivano notizie dai centri tramite i social. “Amatrice non esiste piu'”,  rimbalza un post.  E’ passata un’ora circa,  da quando siamo qui sotto.  “Ora posso salire” e salgo mentre gli alri due restano. Due piani in senso inverso evitando l’ascensore. Chiave nella toppa entro in camera. Mi distendo,  vestito. Un attimo e ancora tutto si muove. Forte. Terrore. Panico. Paura. Ma è  un’altalena. Ancora. E’ lui. recupero una camicia,  questa volta,  e scendo ancora cortile. Dove gli altri due erano rimasti. Ora ci fa compagnia anche una fam. milanese. Stazioniamo ancora in centro.  Un po’. Riguardo ancora il cellulate e un messaggio mi ri-riposta “Amatrice non c’e’ piu'”.  Pensavo agli amici perugini. Ma e’ un tam tam. Accumoli,  le Marche… Passa ancora un po’ e risalgo. Ma intorno alle 6.00 e’ ancora li che non bussa e non chiede. Ho sentito male? No. Scendo. Vado a Termini. Faccio il biglietto. Oggi torno. Un caffè  lungo e amaro. Tre sorsi.

Un pensiero a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa disgrazia.

Avevo programmato alcuni giorni di permanenza nella capitale per poter svolgere una visione e studio attenti sui dipinti del Caravaggio nelle varie Basiliche romane e presso la Galleria moderna,  un salto ai musei capitolini e un ritorno ad Assisi e Spoleto. Solo un paio di queste cose poi il rientro. Non riesco,  attanagliato da paura e ansia e poi,  meglio così,  interrompere. Giusto così. Sarà  per un’altra volta. Il tutto era in vista del nuovo anno scolastico,  al fine di avere materiale per i ragazzi. Provvedero’ in seguito a pubblicare qualcosa.

Senigallia-Ancona

Senigallia.agosto 2016 foto Borrelli RomanoE’ certamente una situazione coinvolgente emotivamente risvegliarsi col sole che filtra attraverso le fessure delle finestre lasciate leggermente distese ma non aperte. Il vento smuove lentamente le tende e se ne sente il fruscio un po’ come quegli abiti succinti di certe donne,  la sera,  col vento contro. La chiave,  adagiata la sera prima sul comodino che affonda  in tutte le cose alla rinfusa, messe a riposo. “Devo mettere ordine in tutta questa confusione,  ma sono già  le 8,  devo fare colazione. Per  sistemare il tutto,  ho tempo dopo. Ora le idee si moltiplicano”. E così pensando faccio gracchiare anche la mia tv. Appena apro la porta e un treno ad alta velocità  sembra entrare in stanza. Ad affacciarsi lungo il corridoio,  da alcune stanze provengono rumori di tv che gracchiano notizie del giorno mentre in altre ancora docce che lasciano correre acqua. Chi corre invece,  è  li fuori,  tra mare e stabilimenti e qualche palma. Dopo aver chiuso  la porta della stanza numero.. alla perfezione e aver fatto  una rampa di scale i 5 sensi si attivano.Senigallia h.hamburg foto Borrelli RomanoHotel Hamburg Senigallia foto Borrelli Romano.3 8 La colazione e’ gia’ pronta. Basta solo scegliere. Cosa e dove: fuori? Dentro?  Operazione non semplice,  a onor del vero. Fuori. Mare. Sabbia. Panorama. Un pensiero a oggi,  con lo sguardo a ieri e domani. Orizzonte che si apre e fantadie da concretizzare e dar corpo. Conchiglie.  Mare. Navigare. Viaggiare. Fantasia,  virtuale. Reale. Cappuccino,  brioches,  dolci,  vaschette di miele. Miele. “Dove è  il miele? ” Terminata colazione 4 passi e piu’. Senigallia, ag 2016 foto Romano BorrelliLa rotonda, la data,  mese e anno,  un po’ di metri,  il fiume,   il faro. Faro Senigallia.foto Borrelli RomanoMi piace. “Si,  gia’ scritto… Frenesia,  caratteristica estiva,  forse apparente. Chi corre,  Chi pedala,  Chi ginnastica in mare. La calca anche sul marciapiede. E’ ancora presto. Mi piace l’ombra e la “piazza” che crea,  dove,  raccolti a gruppettini,  scambiano parole e organizzano la giornata giovani e anziani. Senigallia,3 8 2016 Borrelli Romano fotoUno parla gli altri ascoltano. Uno parla,  gli altri ridono. Un gatto sembra osservarli,  ma oltre e’ in sosta un furgone. Da buon felino  ha sentito l’odore del pesce: un uomo scarica dal furgoncino bianco alcune casse di polistirolo,  al cui interno sono adagiate varie specialita  di pesce. È  Tutto contenuto in questo ultimo lembo o lingua di terra,  prima del mare,  prima che il fiume si faccia abbracciare. Attendo ancora un attimo e guardo l’orologio. E’ ora. Rientro. Hotel,  ordine,  zaino,  verifica,  chiave,  documento. Tutte operazioni al contrario di quando si giunge. Ancora: viale,  stazione,  treno. Salgo.Foto Borrelli Romano.Senigallia, An.3 8 2016 Poche fermate. Ancona. Oltre il Porto mi manca Colle Fiasco,  ove e’ posizionata la Cattedrale Metropolitana della Diocesi di Ancona-Osimo. Una costruzione in stile romanico che si fonde con quello bizantino. Siamo intorno all’anno mille. È  stupendo anche se giungere fino qui è  stato molto faticoso. Ma è  un bellissimo panorama: il Porto,  le colline che si perdono,  l’autostrada,  Ancona vecchia,  i resti del foro romano…

Era da tanto che desideravo scardinare fino qui. Mi affascinata sempre ogni qual volta la osservavo,  vuoi dal Porto, posto che adoro da sempre,  sia giungendo in treno,  dal Sud,  dopo una lunghissima galleria. Mi pareva irraggiungibile e invece,  eccola qua. Mi sembra di aver piantato una bandierina. Mi sembra di vedere Nanni Moretti correre,  al porto,  nell’atto di girare il film. Era il desiderio,  la curiosità : accontentate. Per le foto bisognerà  aspettare… ho usato la classica macchinetta fotografica digitale.

Ri-Buongiorno Conero

Loreto.4 7 2016.foto Romano BorrelliBuongiorno mondo!!! Il tempo di una doccia, per lavare e levare via la sabbia di ieri (Porto Recanati Porto Recanati 3 7 2016.foto Borrelli Romanoresta sempre bellissima!)fare colazione, rimontare gli appunti sulla mostra di Sgarbi “studiata” appena  ieri a Osimofoto Borrelli Romano.Osimo. 3 7 2016foto Borrelli Romano.Osimo.Sgarbi mostraOsimo 3 7 2016 foto Borrelli Romano,  (dopo aver “scroccato l’ascolto di una guida di un gruppo! divenendo cosi un accumulatore di storie. Cercavo il Lotto,  come l’ho cercato qui a Loreto) e via, sono gia’ fuori20160704_083037. Non prima di aver depositato accuratamente le chiavi.   Il viale, ora in discesa,  mentre qualcuno mi sfiora nel suo footing quotidiano.  Completata  la discesa, attraverso la strada,  passo sotto l’arco,  svolto a destra,  la via e al fondo mi si apre  la piazza con la sua la BasilicaLoreto 4 7 2016 Borrelli Romano foto e la sua campana Loretina,  20160702_154516, le mura, il piazzale (ne approfitto per studiare ancora una volta i significati delle formelle poste sulle tre porte della Basilica, rappresentanti scene dell’Antico TestamentoLoreto formelle porta Basilica.Borrelli RomanoLoreto 4 7 2016.porta Basilica.Borrelli RomanoLoreto 4 7 2016porta Basilica.Borrelli Romano foto e la sala del PomarancioLoreto.3 7 2016.Pomarancio.foto Borrelli RomanoLoreto.Pomarancio.3 7 2016.foto Borrelli RomanoLoreto.Pomarancio.3 7 2016.foto Romano BorrelliLoreto.Pomarancio.Foto BorrellliRomano.3 7 2016Pomarancio.Loreto.3 7 2016.foto Borrelli Romano), i gradini. Da fare. Le mura,  il piazzale,  gli scalini. Comitive che arrivano.  Andamento lento, gente in preghiera e in contemplazione. Cicale allegre.   Da quassu’, da questa collina, l’autostrada e’ un lungo nastro d’asfalto in andata e in ritorno. 20160704_100339Fa caldo e qualche macchinina si specchiera’ anche sull’afalto. Sembrano tanti giocattolini e chi vi e’ dentro guardera’ quassu’ come sono solito fare io quando sono al loro posto o in treno. E da quassu’ guardo loro e sento il rombo delle macchine che sembrano cavalloni di mare imbizzarrito. Di tanto in tanto passano anzi, corrono le frecce sulla direttrice Bologna Lecce, lasciando, a seconda della provenienza,  nebbia e sole. Da un po’ di giorni corre anche il Frecciarossa, pensa un po’. Mentre scarpino, in discesa Loreto 3 7 2016 foto Borrelli Romanoverso Loreto, qualcuno affronta  la scalinata pregando in quella che e’ chiamata ” Via Crucis”;  il monte e’ felicemente ricoperto da ulivi che sono belli, piccolini e il sole produce colori. Gia’ la luce del giorno sforna colori e piace guardare queste distese di terra bellissime.  Che belli ‘sti colori! !!! Lo so,  non dovrei scrivere cosi ma “lo fago”.  Una bandiera polacca sventola sul riposo di tantissimi: a sinistra infatti si intravede il cimitero polacco20160704_100754.  Le cicale con i loro versi mi  fanno compagnia in questi ultimi gradini e in un men che non si dica li ho terminati. Il mare e’ un pochino piu’ in la’,  coi suoi colori e rumore. Una rotatoria, l’attraversamento, il viale e sono in stazione. Un suora e’ in attesa, per il viaggio inverso. Scruta le indicazioni per giungere al santuario.  O chissa’. Forse, siamo un po’ tutti in attesa di qualcosa o di qualcuno. Per il mio treno dovro’  ancora attendere.  L’attesa di un’oretta per Jesi.  In biglietteria,  nessuno. Ripiego al bar dove allungando qualche euro mi viene erogato il biglietto via Ancona.  Ne approfitto per un caffe’. Mi siedo al tavolino,  penso e scrivo. La bella estate comincio’ e comincia da qui. Amelia e Ginia,  personaggi del Pavese. La bella estate. 20160704_102033. La sorte oggi aveva deciso la destinazione: Jesi. Arriva il treno.  Mi accomodo,  leggo,  di tutto un po’.

Per recarmi a Jesi ho preso un treno per Ancona facendo cambio.  Una sosta di un’ora e una breve visita alla cittadina.  Un’altra ora e sono a Jesi. 20160804_064711La cittadina e’ bellissima.  Medioevale,  gradini,  mura. Che bella!! Un locale, ” C’est la vie” e una “trattoria della fortuna” potrebbero essere l’incipit del mio romanzo. Una coppia si vomita addosso parole su una telefonata fuori tempo o fuori luogo.   Qui tutto e’ storia.  La piazza con “Federico II”,  il teatro,  il porticato,  i locali. Le cose da vedere,  descrivere  e raccontare sono davvero varie. Le appunto. Serviranno per le lezioni che verranno. Jesi 4 7 2016, foto Borrelli Romano20160704_133724Jesi 4 7 2016 foto.Borrelli RomanoJesi.4 6 2016 foto Borrelli RomanoJesi.5 7 2016 foto Borrelli RomanoJesi 4 7 2016 foto Borrelli RomanoJesi 4 7 2016; foto Borrelli Romano

Dal Conero buongiorno

2 7 2016.foto Borrelli RonanoDopo i rigori e l’uscita dall’Europeo 2016 ai rigori contro la Germania (complimenti.Bellissima partita combattuta), dopo aver svuotato tasche e zaino, una doccia fresca, la buonanotte a questo colle e a questo mare. Lascio la finestra aperta per sentirli vicini e lasciarmi cullare dai loro solletichi, sonori. “Allora, domattina lascero’ che sia il destino a scegliere  quale biglietto estrarre. Poi, il viaggero'”. E cosi sara’.

E cosi sia. E cosi sara’.Che sia in treno, tra i libri, tra i sogni da dilingere poco importa.

Intanto Buongiorno mondo!!! Apro la finestra e questo colle e’ davvero un infinito su  infinito di bellezza. La  luna la notte scorsa avra’ detto la sua a molti innamorati sotto un diluvio di stelle e tante Silvia  (o Teresa il che e’ lo stesso) avranno sentito battere forte forte il loro cuore. Meraviglioso. Meravigliose. Recanati. 2 7 2016.foto Borrelli Romano Se rimembrano e rimembrano  ancor e ancora. E a me pare sentirla ancora cantare la Silvia, a dire il vero. b7Il mare questa mattina luccica e spira forte il vento;  il sole e’ gia’ alto e la brezza marina notturna ora chissa’ dove sara’. E io che uscendo andando incontro al vento di liberta’ sogno di dipingere il mio sogno. Il Conero e’ a due passi…davvero grande bellezza.

Allora che si fa? Direzione Osimo. DSC03609La mostra di Sgarbi mi attende e i sieme a questa uns visita al paese e a San Giuseppe da Copertino, al quale devo raccomandare i miei studenti. Osimo  e’ una bellissima cittadina.Certo non facile da raggiungere per via del giorno festivo e nel non aver cercato piu’ i formazioni sui trasporti. Osimo, quella che il palchetto fa…Come che sia, treno, autostop e destinazione. Una cittadina bellissima con un panorama mozzafiato. Una funivia, le scale mobili e via. Si comincia. Cerco subito i dipinti del Lotto. Poi gli altri. Terminato il giro20160702_154251

Ieri, studio presso “Casa Leopardi” a Recanati.Poi Loreto. Un bel po’ di arte. Ma di questo raccontero’ dopo.

Sotto la pioggia, un pensiero a Senigallia

20160503_190931Sabato pomeriggio. Ripongo il libro,  appena cominciato, “La strada di Swann” e dopo aver deciso per una corsa mi fiondo verso il parco. Mi lascio alle spalle i racconti fiume e storie intrecciate e che rapiscono tra sogni e speranze. Recupero la strada. Come me altri.  Sbracciati e scalzi. Cuffiette alle orecchie. Scarpette da jogging e selciato di Parco Dora. Ultimo allenamento prima della Stratorino. Corrono veloci. Sembrano in fuga da qualcosa verso qualcosa d’altro. “La vita fugge e non s’arresta” scriveva Petrarca forse pensando un po’ a Laura. Altri sotto la grande struttura, lo scheletro della  fabbrica di un tempo, giocano  a basket, calcio o via sullo skate. Altri ancora ballano o ascoltano Carlos Gardel e Astor Piazzolla. Il fiume a sinistra i campi da gioco a destra e qualche nuvola in cielo. La pioggia fa la sua apparizione. Primo e secondo tempo. Scivola sulla pelle ma non lava via certi ricordi di un paio di primavere fa quando la forza distruttiva del mare, del fiume e della pioggia fecero le loro parti a Senigallia. In ginocchio ma non doma. Spiaggia di velluto, “gomito” sullo sfondo e le luci di Falconara e Ancona. Il rumore del treno, il suo cullare insieme al mare e il loro narrare.  Personaggi del passato e amore di quel  presente che si muovevano e muovono tra il frusciare delle tendine di una stanza d’albergo. Il ricordo dell’amore che respira e ansima. Quello della luce che filtra sotto la porta. Zaino da rovesciare sulla coperta di un letto non tuo. Cuscino sul quale trovare riparo come tra i seni di una donna. Scuola di scrittura,  sempre affacciata in prospettiva. Affacciati sull’orizzonte. Sul mare. Palestra nel narrare nuovi incontri e amori. Senigallia. Sempre pronta ad accogliere nel giro di poco  con qualche cerotto e cicatrice. Il pensiero della rotonda, coi suoi colori e profumi richiama spesso. E allora, un pensiero a Senigallia. Porto. Arrivi e partenze. Mare. Storie d’amore e amicizia con storie e nomi veri o fasulli con buone nuove da raccontare.

Buone vacanze

20150804_171958Pochi mesi son trascori da un corso universitario che ha sviscerato un’opera letteraria di Tolstoy, un libro e un film americano e un capolavoro di Nanni Moretti, La stanza del figlio, ambientato ad Ancona4 8 2015 Ancona foto Borrelli Romano e paraggi. Mi e’ sempre piaciuta questa cittadina, fin da prima del film. E, ovviamente il film, occasione per visitarla. Poi, il corso di quest’anno mi ha concesso ulteriore possibilita’ di ripensarla e fantasticarci su. Mentre il professore spiegva, intrattenuto dalle sequenze del film, orientavo la mia fantasia. Allungando le distanze, in quel momento, fra lui e me. La luce del mare cambiava in me pellicola e registro e la fantasia contribuiva a  proiettare un altro film. Pensavo a come sarebbe stata bella una traversata a nuoto da AnconaAncona 4 8 2015.foto Romano Borrelli a  Brindisi, da porto da porto, o da porta a porta, verso l’Oriente. E fantasticavo mischiando come sempre ingredienti vari, nell’attesa che quella lezione terminasse. Fino a quando, nel riporre il testo sotto il banco rinvenivo una lettera ripiegata ( lasciata da chissa’ chi), tempo prima, contenente  una bellissima poesia,  ritrovata  ore fa su di un wall  cittadino.. .E cosi, ci fantastico su, ancora.

Ogni anno passo a salutarti senza avere la certezza se partirai per le vacanze o resterai a casa o al lavoro, stagionale.Immagino le tue mani, dopo l’ennesimo trancio di pizza o la solita coppetta di gelato,  garbatamente sporti insieme ad un cortese saluto e sorriso, e a fine turno quella giusta liberta’ che sempre anelavi.E ancora, se ti incontrero’, come accadde un tempo recente. Penso a quel grande parco di una cittadina medioevale e ad un’altra piu a sud dove  la musica e’ di casa.Scambio i treni per una metropolitana mi ci infilo e vado su e giu macinando km alla ricerca di qualche chincaglieria da portarti in dono, comprata tra tante  in quel negozietto che ti affascinava quando eri piccola. Insieme al gelato coi nonni.La gelateria M. ha chiuso dopo anni. Per me c’era sempre della crema in piu’ del solito.Ci affondavo il cucchiaino mentre ci ridevamo su al suono “mandibolare” di qualche cantuccio. Era piu’ dolce guardare le tue mezzelune color nocciola dietro gli occhiali neri e quel piccolo neo sul viso, piu dolce di quella crema. Nel sottopassaggio dove correvamo tenendoci la mano ora qualche murales in piu allieta la vista di quanti rientrano dal lavoro o si apprestano  ad andarvi. Una lei sul muro ha la frangia come la tua.Sopra di noi sentivamo le macchine mentre ora da qui, musica anni ’50 e vestitini pallinati blu e rossi. Davanti orgoglioso e fiero e tutto impettito il castello e le sue torri. Ho riconosciuto i posti degli ultimi saluti ma anche quelli dove ci scambiammo i primi. Il faro4 8 2015 foto, Borrelli Romano. è al suo posto, la macchina della luce è per chi ne vuole, l’amore si sa non e’ mai abbastanza. Chissa’ dove andrai per le vacanze. Sfido il destino per incontrarti e augurartele buone. E’ il capodanno con il sole, senza il freddo.Mi piace pensare che l’inizio dell’anno cominci dopo le vacanze. (Aho’ io aspetto la cattedra!!!). Non butto via nulla. Anzi. Ho ricercato i cocci per riaggiustare un po’. Ho cercato posti a noi famigliari. Altri luoghi programmati per una visita son riusciti difficili a realizzarsi e allora il cuore ha detto di aspettare. Il cuore? Si, lui prendendomi per mano mi ha condotto sotto un portico, davanti ad una poesia. Che bella!!! Allora, buone vacanze e…Buon anno.
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Un pensiero a Senigallia.

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Senigallia. La spiaggia di velluto e il mare. In lontananza, La Rotonda.

DSCN3247A Torino, il sole si è finalmente affacciato “al balcone”, dopo giornate fredde e piovose. Speriamo  che il bel tempo tenga. Intanto, le notizie ci informano che il maltempo, ieri, si è abbattuto sulle Marche, in particolar modo a Senigallia, la città dalla “spiaggia di velluto”  conosciuta in tutto il mondo anche per il buon cibo e la manifestazione anni ’50 che si svolge agli inizi di agosto; cittadina sempre accogliente e famigliare in qualsiasi periodo dell’anno.  Le immagini della cittadina, passate in tv, non erano davvero belle. Sentire e vedere che “una bomba d’acqua” si è riversata su quella cittadina è stato triste e preoccupante. Speriamo si  possa riprendere  e  con essa, tutti i cittadini, al più presto.  Una cittadina che vive anche di turismo, ben collegata con l’autostrada e la ferrovia, colpita proprio dall’acqua mentre  si apprestava a predisporre il tutto per la stagione turistica. Merita un “fiore” e prossimamente un biglietto, per una visita,  e per chi puo’, magari un soggiorno.  Non vi è che l’imbarazzo della scelta. Il lungomare, con la sua lunghissima passeggiata, “interrotta” dalla passarella che dà l’accesso alla Rotonda, quella sul mare, il mar Adriatico, e da un’altra rotonda, questa volta stradale. In questa, che ospita una bellissima corona di fiori, ogni giorno diventa un datario. Mese e giorno in un tripudio di fiori, con il nome della cittadina scritto con tantissime pietroline. Una sorta di calendario gigante che accompagna per pochi istanti la camminata o la corsa di molti. Simpatico inoltre sentire parkare chi ti corre al fianco, con un a toccata dialettale, il piu delle volte. Un benvenuto per tutti. Una passeggiata, che dopo la fontanella nei pressi della fontana e qualche locale in cristallo, riprende il suo corso per km, all’ombra di alberi, viale costeggiato dai numerosi lidi e campi di beach volley o basket. Il sottopassaggio che immette dall’ altra parte della citta’ e i treni che passano lentamente, cosi’, per far apprezzare queste bellezze a chi e’ in transito. Dall’altra parte il centro, quello storico, con la rocca. Stupendo in ogni periodo dell’ anno. Ma e’ sul litorale che la ferita brucia e il sale rafforza le ferite,  Lidi con nomi, e numeri,  il più delle volte americani o di donna. Proprio in uno di questi, spesso, nelle serate estive, non e’ difficile incontrare ragazze, ragazzi con corone di fiori intorno al collo magari per festeggiare un compleanno o una festa di laurea. Dopo l’aperitivo, tardivo, o molto dopo, una cena leggera,  e non raramente, un tuffo in acqua, magari con il riflesso della luna sulla superficie del mare. Una grande bellezza. Anche qui. I proprietari dei lidi, proprio in questo periodo, li trovavi immersi nella loro dura e costante fatica di predisposizione dei locali e accessi al mare al fine di accogliere nel miglior modo possibile i turisti. Spiagge battute e pulite.  In molte pensioni o alberghi è facile ritrovare l’accoglienza famigliare che si ritrova nel proprio focolare domestico. Al mattino presto, dopo aver sfogliato il giornale locale, Il corriere adriatico, e’ consigliata  una passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia. I bambini spesso li trovi gia’ al lavoro, con le loro palette, secchielli e un grandissimo quantitativo di fantasia. In pochisssimo tempo, sono capaci di costruire castelli e cuori, capaci di durare nel tempo. Durante la passeggiata, quando il cielo e’ limpido, a dire il vero, quasi sempre in lontananza sono ben visibili Falconara ed Ancona insieme ad altri paesi della costa adriatica. Il profumo del mare si mischia con quello dei numerosi caffe’  serviti nei numerosi bar a ridosso del mare…Una grande bellezza che merita sicuramente di ritornare a sorridere al piu presto, nonostante questa parentesi. Forza Senigallia.

 

Un abbraccio “resistente”. Dopo aver scartato un cioccolatino, negli occhi e nei ricordi il rumore del mare, la sabbia…”il mio dolore racchiude la gioia, ha dentro l’ attesa dell’incontro’ (Rudagi)…e allora, un buon biglietto ….per Senigallia.

Un abbraccio “resistente” ad una cittadina che ha saputo dimostrare tantissima resistenza.

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Un fiore e un biglietto per Senigallia.
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Iscrizione “resistente” sul muro di Senigallia, liberata dai tedeschi il 4 agosto del 1944. Iscrizione nei pressi del mercato di Senigallia.

“Sagge” vacanze

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E così, anche le vacanze di Pasqua  2013 sono terminate, in maniera “saggia”. Come? Climaticamente parlando, in alcuni luoghi del nostro Belpaese, con l’ausilio di ombrelli, in altri del cappotto, in altri ancora, pochi, a dire il vero, “saggiando” il mare.  E  così, “saggi”sono stati gli italiani nel decidere e scegliere quale meta privilegiare. Quella piu’ gettonata, è stata la “casa”, soluzione obbligata per 52 milioni di italiani; un uovo di Pasqua quindi, piu’ piccolo, piu’ ridotto, ristretto, del valore di 300 euro circa, se si volesse attribuire un valore a quanto speso gli italiani per questi “benedetti” giorni. Uovo con sorpresa, differita, quindi. La casa, nonostante il tema riconduca all’annoso problema degli affitti, degli inadempienti per morosità, compressi dalle difficoltà nel pagare il mutuo o l’affitto, delle politiche abitative mancanti, almeno nel nostro Paese. Politiche mancanti, da sempre. Casa come voce di spesa insostenibile per tre milioni di italiani, che destinano il 40% del proprio reddito tra tasse, mutui, bollette, affitto. Casa che   in tantissimi rischiano di perdere perchè “strangolati” da spese eccessive. Casa, miraggio di molti, ma che, precari di stato, dello stato, da anni, molti anni, non riescono, non possono permettersi e provare a pensare diversa-mente, con un sano ottimismo, fiduciosi, speranzosi. E a casa si è gustato saggiamente quell’uovo, con una fetta di colomba al termine di un pranzo formato  “cucina della nonna”. Le statistiche hanno previsto che per il pranzo pasquale la spesa degli italiani, è, in media, di 80 euro. Ovviamente, classimca media del pollo tra chi spende qualcosa e chi non spenderà nulla.  Beato chi “ne mangerà” con quegli 80 euro. In tantissimi, sempre piu’, costretti a ricorrere alle mense dei poveri. Proprio con i poveri ha preferito pranzare la Presidente della Camera, Laura Boldrini (per l’occasione, nelle Marche). Ma tornando al tema della casa che unisce pochi e divide tanti.  Tanti sono gli emarginati che non riescono ad accedervi. Precari poco rappresentati,  di  qualcuno, un’associazione, un partito che si metta alla testa dei tanti e  ne rivendichi finalmente il diritto, di un contratto di lavoro, nonostante qualche norma ritenga che” non puo’ essere che un precario possa ricoprire per piu’ di tre anni lo stesso posto in modo precario”. E sprovvisti di contratto, si ricomincia sempre da capo, senza possibilità di attingere ad un mutuo e quindi, senza sperare in un diritto alla casa. Senza “rientrare” in qualche forma di compensazione. Precari di stato senza carta di circolazione sulle ferrovie, nonostante la destinazione e il lavoro sia per lo stato.  E bisognerebbe  cominciare a pensare che non solo una “fetta” di persone ne ha diritto,  del diritto alla casa, e ricordare, ribadire, a chi si mette” in testa” di una rivendicazione di un diritto che forse sarebbe meglio guardare a 360 gradi unificandone le lotte, e le richieste e la rivendicazione dei diritti….forse  non sarebbe poi così male. Democraticamente, pero’.  E non solo.  Certo scoprire da un fatto di cronaca che esistevano case sfitte non ha creato e generato piacere in nessuno, a fronte delle lunghe liste chilometriche di vorrebbe, potrebbe accedere da anni, alla casa. E penso agli studenti universitari strangolati da posti letto a 250 euro, 300 euro, in barba al diritto allo studio. Case come  abusi edilizi e altro. A guardare le coste italiane, così “violentate” da una insensata cementificazione.  In ogni caso, per tornare al tema, per chi ha potuto, una scappata al mare, è riuscita a farla. Tirando la cinghia. Nonostante il tempo, poco clemente, a dire la verità. Case che si riaprono, ricordi che affiorano, piscine da svuotare, materassi e sedie sdraio “sdraiate” o spalmate a prendere sole, quando si è potuto. Odore di sughero, odore di umidità, odore di primavera che timidamente si affaccia, nonostante le nuvole coprano e nascondano quei pochi raggi di sole. Qualcuno, qualcuna, accenna un bagno. Altri rincorrono un pallone su ampie distese di spiaggge orfane di ombrelloni e di bagni. Solo qualche numero ci ricorda che lì staziona un bagno. Odore di frittata, di panini, pizze, crescioni si diffondono come una musica popolare, bandendo ogni  forma di “noia”. Musica dolce, condita da dolci canditi su ampie fette di colomba, che non possono mancare, a prescindere. “Scarpe da tennis” (ah, caro Enzo!già ci manchi) in bella mostra, depositate, in fila indiana, per qualche ora, così, per lasciare impronte fresche su una sabbia vellutata.  Fischi di treni che in continuazione rilasciano e raccolgono turisti di breve durata. Vacanze trascorse in città d’arte, a “raccogliere cultura”….dato che spesso è difficile produrla anche dove si dovrebbe, causa tagli e chiusure, e forse sarebbe ora di unificare le lotte, politicamente, democraticamente. E’ in gioco la dignità umana. Di tutti.