Lentamente il treno ha raggiunto la sua destinazione. Così come i bus. Ognuno rientra nelle proprie case. Il viaggio è terminato. La manifestazione, anche. Tanto rosso, ancora, anche se in Tv si mostra soltanto il viola. Non solo a Roma. In ogni città, una piccola rappresentanza ha organizzato una mobilitazione contro. A Parigi, Londra, Berlino. Italia: Torino e molte altre città contro questo governo di destra. Un’onda, un solo grido: “Berlusconi dimettiti”. Nel treno di Torino, circa trecento persone. Molti altri, in bus. Altri ancora, con mezzi propri. Una nuova generazione, entra in politica. Si affianca ad una più “saggia”. Una generazione, giovane, che speriamo sia bella, “che verrà”. Ma, nelle piazze, vi era anche la generazione dei “bei tempi andati”: operai desiderosi di esserci, che si fiondano, alla fine del proprio turno, sul treno, alla ricerca di un posto; militanti incalliti, pensionati e quelli “da tutte le manifestazioni”. Entrambe le generazioni esprimono con una voce unica lo loro rabbia. Speriamo che questo gruppo possa davvero finalmente cristallizzarsi, dopo un lungo silenzio. Una voce unica. Speriamo che abbiano preso coscienza. Quella sociale, prima, e politica poi. Rabbia, quella espressa in questo come in tanti altri blog. Rabbia dei pendolari, che vedono tirata in grande stile la stazione di Torino, per la partenza di Freccia Rossa, direzione Milano proprio nel giorno del NO B DAY. Con una comparsata, di un Presidente non più amato come i suoi sondaggi affermano. “Piu’ carote meno carotaggi”. Questo lo slogan di molti che dice no alla TAV. Si faccia un giro sui treni della vergogna che i pendolari prendono ogni giorno. Quello e quelli descritti qui sopra, con i loro ritardi, le loro sporcizie. Noi, le sue barzellette , signor presidente non le vogliamo! Ma quale politica del fare! Ma per favore! Contestazione in questo frangente del gruppo No Tav, divenuti No Cav. Per quanto riguarda le novità, della giornata la nascita della Federazione, “un nuovo spazio pubblico per la sinistra diffusa”. Questo e molto altro ancora, si è consumato ieri. La grande sfida è da oggi. Un’Italia, come affermava il Censis nel suo rapporto, è un Paese in apnea, un Paese che non cambia mai. Un Paese in cui il lavoro atipico è stato un danno immediato per i giovani e per la società. L’occupazione diminuisce rispetto allo scorso anno (-1,6%); la disoccupazione aumenta (+1,2%) e le persone in cerca di lavoro aumentano dell’8,1%. Nei casi di necessità sono incrementate le famiglie che hanno fatto ricorso ai risparmi; quelli che chiedono prestiti a famigliari e finanziarie e chi compera utilizzando le carte di credito. “E’ l’Italia che va”. E molte aziende che non chiederanno la cig. Perché terminato il periodo. I laureati non sono menzionati, tanto “come affermava qualcuno alcuni giorni fa, stanno meglio di altri ed il loro stipendio è largamente superiore…..”. Ma per favore.
Un ricordo, oggi, ai morti sul lavoro di due anni fa alla ThyssenKrupp di Torino.